Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: A Dream Called Death    18/03/2011    2 recensioni
< Pensi a lei qualche volta? > chiese poi.
< In continuazione > risposi.
Mi alzai dallo sgabello.
Lui mi fissò, incuriosito.
< E come faccio a sapere che con lei al mio fianco tornerò a vivere? Può essere l'anestetico al dolore? > chiesi.
< Lei non è l'anestetico al tuo dolore... Ma potrebbe essere la cura definitiva. >
Anno 2006.
Il tour mondiale di American Idiot è stato appena cancellato ed i Green Day tornano in America dopo tre mesi dalla partenza.
Ma qualcosa è cambiato, fuori e dentro il gruppo.
Per Billie Joe Armstrong lo scontro con le ombre del passato non è mai finito.
I pensieri, i dubbi e le insicurezze di un uomo che deve fare i conti con se stesso: una vita spesa per la musica e per la propria band, ma anche colma di bugie e alcol, nemico ed amico da sempre del protagonista, unico rimedio al dolore ed alla rassegnazione.
Ma un incontro lo sconvolge, mescola i pezzi del puzzle della sua vita, lo mette di fronte alla cruda realtà: non si può fingere per sempre, si deve trovare il coraggio di prendere la decisione più difficile di tutte... Essere felici.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sgranai gli occhi, atterrito.
-Cosa... Che vuol dire?-.
Si sedette accanto a me.
-Hai capito bene, Billie. Questo lo scoprii con il passare degli
anni... Tutte le normali azioni che un essere umano compie per
sopravvivere, lei... Se lasciata sola, accidentalmente... Billie,
aiutami. Aiutaci-.
Io rimasi quasi sconvolto dalle sue parole.
Impaurito.
Frasi che d'un tratto mi fecero ripercorrere Jane, la sua malattia.
Ed io, troppo scemo, troppo cieco da non riuscire a vedere lei
ne a sentire il suo grido d'aiuto.
Mi sentivo in colpa.
Profondamente in colpa.
Nei confronti di suo padre, nei suoi stessi confronti.
Mi sentivo un fottuto idiota, in quel momento.
Mi rendevo realmente conto della mia piccolezza.
-Io... io ancora mi chiedo, perchè tutto questo dolore?-.
Lui alzò lo sguardo.
-Questa è esattamente la domanda attorno alla quale ruota
la mia vita- disse, alzando il mento.
Cosa potevo dire a quell'uomo?
Quali altre banali parole potevo pronunciare in quel fottuto
momento mentre lo osservavo piangere silenziosamente?
Un dolore troppo grande da sopportare, chiamato Jane.
Un dolore che continuava a ferire, che non poteva essere
metabolizzato in alcun modo.
-Cosa facciamo, John?- chiesi, sperando di non piangere.
Lui scosse la testa.
-Non lo so, ragazzo. Non so più cosa pensare ne di mia figlia,
ne di me stesso. Sono anni che combatto contro tutti questo
senza trovare una via d'uscita. Jane... per me è sempre stata un
enorme problema. E' sola, povera ragazza, è sola e lo è sempre
stata-.
Mi venne incontro e mi afferrò le mani.
-Perchè sei qui, Billie?- chiese, stringendole.
-Io... Io amo sua figlia, John- affermai, abbassando lo sguardo.
-Hai detto che la ami, Billie. Trovala- mi implorò.
Io lo fissai, profondamente turbato.
-Non ho un posto dove stare questa notte... Potrei dormire qui?-
chiesi, non trovando altro da dire.
Lui annuì.
-Certo, puoi stare qui tutto il tempo che vuoi. Vieni, ti mostro la
stanza- mi disse, allontanando per un attimo i brutti pensieri e
facendomi strada nel corridoio.
Ed in quel momento, trovandomi di fronte ad una scena già
vissuta in precedenza, non so in quale dimensione o fottuto sogno,
mi voltai terrorizzato verso l'uomo, portandomi una mano alla bocca.
Lui mi fissò di rimando.
-Che succede, Billie? Ti senti bene?-.
Io alzai lo sguardo, forse in preda alla consapevolezza ed infine
mi resi conto di quanto ero stato stupido fino a quel momento.
Che stupido.
Avevo sempre saputo...
Sapevo dove si trovava Jane.
Mi ero scervellato come un disgraziato, passando in rassegna i posti
più sconosciuti ed improbabili dove si sarebbe potuta nascondere.
Senza pensare che solo un era il suo vero rifugio.
Il luogo dove l'avevo incontrata la prima volta.
In quel momento, tutto si fece più chiaro...
Era lì.
Doveva essere lì.
Al grande magazzino.
-Devo andare, John!-.


Ciao a tutte! Fortunatamente sono riuscita ad aggiornare ancora la storia questa settimana!
Un bacio grande a chi segue la storia
.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: A Dream Called Death