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Autore: Andy Grim    19/03/2011    2 recensioni
Tutti i fan della saga Urusiana conoscono a memoria il film citato nel titolo, soprattutto la parte finale relativa alla seconda (e ultima) sfida all’onigokko da parte di Lamù verso l’uomo della sua vita. Chi scrive ha letteralmente demolito una videocassetta, a furia di vederla, soprattutto alla ricerca dei “fermo immagine” più significativi (spero di non fare altrettanto col DVD)!
C’è qualcuno che si è chiesto (oltre al sottoscritto, ovviamente) come l’abbiano vissuta, quell’epopea conclusiva, dentro al protagonista maschile? Come abbiano reagito quei Fewer, Simons, Humper, Percival, Racer (lui, in particolar modo…) che tutti i lettori della mia demenziale Storia Segreta dei SISAS hanno potuto vedere all’opera?
Mentre le immagini del cosiddetto Capitolo Finale mi scorrevano davanti agli occhi, già alienato dalla mia versione introspettiva, non potevo fare a meno di chiedermi come si stavano comportando i membri biologici dell’individuo più discusso dell’Universo e mi stuzzicava l’idea di metterlo nero su bianco! Se non che, l’idea della trama parallela che concludeva idealmente la “Spacelove Story” dei nostri due eroi partendo dal finale di Only You, ha preso (malauguratamente?) il sopravvento.
Tuttavia, leggendo le ultime fanfic dedicate alla nostra fantastica aliena cornuta (averne di cornute così...) mi è tornato un certo stimolo che... beh, vediamo cosa ne salta fuori!
Dedico questa fanfic ai miei "seguaci" Achille88 e Kitsune no Pao (alias Ryoda & Oropa) che mi hanno permesso di rivivere un poco di me stesso nelle loro bellissime storie!
Genere: Demenziale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 4 (Giorni 7, 8, 9): Però ci spero…

Capitolo 4 (Giorni 7, 8, 9): Però ci spero…!

 

 

“P

er lo Shinto, Burt… non puoi farlo andare più forte?!” sbottò esasperato Brad Fewer.

“Questo è il massimo che mi concedono le riserve psicofisiche, collega” rispose il pilota “non posso fare di più, credimi.”

“Ma come sarebbe? Ieri sera quel disgraziato s’è ingozzato a quattro palmenti!!”

“Infatti ho detto psicofisiche, non energetiche. Anzi, avrei dovuto dire soltanto psichiche. Ormai il campione ha gettato la spugna, Burt… perché la tua sezione sa benissimo che non ce la faremo mai, per quanto i colleghi di Hugh si prodighino nel tentare di convincerli del contrario!”

“Banda d’incapaci” il responsabile cerebrale si lasciò ingiustamente sfuggire questo duro giudizio “nemmeno la minaccia di dimenticare per sempre Lamù sta servendo a qualcosa!”

La tremenda conferma che la macchina cancella-memoria era stata incidentalmente azionata da Benten la sera stessa del sesto giorno, senz’alcuna possibilità di resettarla, era giunta tempestivamente sul telefono rosso. La povera Eileen Venus aveva scongiurato, con le lacrime agli occhi, il suo omologo Hugh Simons di spingere il suo assistito alla capitolazione, dichiarandosi subito a Lamù. Ma il capo della Neurologica aveva dovuto risponderle che forse ci sarebbe anche potuto riuscire, se quella fosse stata l’unica possibilità effettiva. Ma purtroppo (o per fortuna?) ce n’era una seconda: la stessa Principessa degli Oni avrebbe potuto farsi prendere lei stessa, fingendo magari un’improvvisa distrazione o un accumulo di stanchezza, giusto per salvare la faccia.

Se avesse agito in questo modo ci sarebbero state delle buone probabilità che l’ego di Ataru si considerasse soddisfatto e - probabilmente - sarebbe arrivata anche la dichiarazione d’amore. Al contrario, sperare che il patrono universale dei maschilisti e dei libertini porgesse alla sua aspirante consorte una completa vittoria sul piano morale e su quello pratico, era pretendere decisamente troppo!

“Ve ne pentirete…!!” aveva urlato singhiozzando la Venus, sbattendogli la scarlatta cornetta in faccia e il povero Hugh era tornato tristemente al suo posto, con l’animo straziato.

Nel frattempo l’intraprendente Shutaro Mendo aveva, per così dire, preso in mano le redini della situazione nel cercare di mettere fuori uso la famigerata macchina cancella-memoria, occupata a svolazzare provocatoria sul cielo di Tomobiki nella sua grottesca foggia demoniaca. Ma i risultati erano stati regolarmente disastrosi.

Come illustrato dal piccolo Ten, l’unico modo per resettare l’ordigno era colpirne il pulsante di blocco con speciali palle da baseball di fabbricazione urusiana, ma il tentativo di tirarle sul pupazzo meccanico effettuato da Shutaro, Shinobu, Inaba, Ran, Rei e Ryunosuke mediante l’utilizzo di speciali levitatori personali era fallito miseramente: l’Oni volante li aveva arrostiti con un getto di fuoco nel più puro stile tennico!

Miglior fortuna non aveva arriso all’intera divisione corazzata personale della Famiglia Mendo: tutti i Leopard II mandati a sparare le palle neutralizzanti coi loro cannoni da 120 millimetri erano stati distrutti dal sistema difensivo del bersaglio.

Come ultima carta Shutaro aveva chiamato in azione l’SRX Polpo 7000, un gigantesco robot ultrasofisticato che aveva lanciato una palla di stazza king-size contro l’oni meccanico, con una performance degna del migliore Joe di Maggio… salvo vedersela ribattere dal suo stesso avversario con una battuta alla Babe Ruth e spedire direttamente sul centro vitale della testa, con la conseguente disintegrazione dell’SRX!

Mendo s’era salvato per un soffio e agli sconsolati amici, spettatori di quegli ultimi patetici tentativi, non era rimasto che annuire alla funesta sentenza della graziosa Shinobu: “Non ci resta che contare su Ataru…!”

***

Il quale Ataru, lottando con la sempre più avvertita stanchezza, s’ostinava imperterrito a rincorrere la propria svolazzante concorrente, sordo alle voci delle sue compagne d’infanzia che cercavano di ridurlo alla ragione: “Ma non lo capisci che è impossibile che tu riesca a toccarle le corna?!” gli gridava Benten.

“Ti prego, Ataru, dammi retta” aggiungeva Oyuki con la sua voce soave “dì a Lamù che la ami!”

“No, mai…!!!” ruggì quell’incosciente, piccato dal tono con cui la regina di Nettuno aveva pronunciato quel verbo. L’elaboratore emotivo di Simons aveva infatti confermato quanto la Dama delle Nevi intendeva dire: l’uomo più allupato di tutto l’universo non aveva che da confessare il suo sentimento per Lamù, dato che questo esisteva ormai da tempo e non semplicemente accontentare la oni per chiudere in tal modo la questione.

“Non so chi è più testardo fra te e Lamù…!!” si sfogò l’imparziale Benten, prima di dare una sgassata alla moto e allontanarsi con l’amica.[1]  

*Tesoruccio, ti prego…* lo appellava a sua volta una Lamù sempre più depressa *…basta una sola parola!*

E il povero Simons, che recepiva chiaramente quei messaggi telepatici, grazie all’acuta sensibilità degli apparati del collega Fewer,[2] non poteva far altro che battere i pugni sulla sua console, giusto per sfogare la propria frustrante impotenza. Contemporaneamente, per quanto il versatile Burt Racer stimolasse i muscoli degli arti inferiori con potenti scariche di adrenalina (ma la scorta era sempre più esigua) il corpo del loro assistito si trascinava pateticamente alla risibile velocità di pochi decametri l’ora…

“Basta così, signor Racer” dispose il Coordinatore, dalla Centrale Operativa “portiamolo a dormire: è inutile!”

“Ricevuto…!” rispose sospirando il pilota.

“Così, anche oggi abbiamo fallito” commentò sconsolato il capo della Sensitiva “e domani è l’ultimo giorno!”

“Farai bene a inventarti qualcosa” grugnì il collega della Cerebrale “dov’è finita la tua inventiva leggendaria?”

“L’ho spremuta ben oltre l’inimmaginabile, amico mio” rispose Humper, con voce neutra “purtroppo l’unica soluzione che farebbe al caso nostro si trova del tutto al di fuori dalla mia portata.”

“E sarebbe?” s’interessò il collega, accarezzando un infimo residuo di speranza.

“Quella di farlo volare!” precisò Jerry, non del tutto sarcastico.

Fewer scosse la testa con amaro disincanto: “E pensare che basterebbe farlo parlare! Che ne dici, Hugh?”

“Di tenerti per te le tue insinuazioni” replicò il capo della Neuro, con malcelata esasperazione “cosa credi che abbia fatto in tutti questi giorni?! Pensi proprio che, se ci fosse soltanto una minima possibilità di convincerlo, non l’avrei saputa trovare? O magari credi che me ne sia strafregato di tutta la faccenda? Dillo, se hai coraggio!!”

“Hugh, io non volevo affatto…”

“Vuoi che non lo sappia che, almeno la metà di voi, qui dentro, mi considera un incapace, a cominciare dal capo?! Chi non pensa che, se la relazione fra quei due sciagurati non si è evoluta in modo normale, la colpa è stata tutta mia? Beh, avreste dovuto esserci voi, nei miei panni e in quelli della mia equipe…!”

“Ehi, calmati: anche noialtri abbiamo avuto i nostri problemi!”

“Oh, ma certo… è sicuramente difficile escogitare sistemi per sgusciare dalle grinfie di Lamù e corteggiare decine di altre sventole. È notevolmente problematico digerire tutte le cibarie che quel complessato s’ingurgita in continuazione. Dev’essere poi del tutto inverosimile farlo correre a velocità olimpionica per distanziare la sua pretendente e rincorrere le sue prede femminili. Altro che risolvere la grana che competeva alla sezione del sottoscritto… cosa volete che sia rendere monogamo e fedele un incallito maschilista e potenziale misogino?!”

Misogino? Questa sì che è buona…!” non seppe trattenersi Humper.

Simons si voltò furiosamente verso di lui: “No, Jerry: è tragica! Ed è ora che lo sappiate bene tutti: se io, da quando quel disgraziato ha cominciato a camminare, non ho potuto indirizzarlo verso un rapporto sereno con l’altra metà del cielo, è proprio perché la maggior parte delle mie risorse ho dovuto impiegarle per non fargli odiare le donne! Mi dite come si può indurre un individuo a rispettare e ad amare il sesso opposto, se il suo esponente più importante, la persona che ti ha sputato fuori dai visceri, dichiara a ogni piè sospinto di non averlo mai voluto?!”

“Ma dai, Hugh” intervenne Jerry, punto sul vivo “pensavi davvero che la signora Moroboshi dicesse sul serio?”

“Ma cosa caspio c’entra cosa potevo pensare io? È ovvio che si trattava di sfoghi o provocazioni… ma credi proprio che lo possa intuire un bambino di pochi anni?!”

“Hai ragione” dovette ammettere Fewer “ma crescendo…”

“Certi errori sono madornali, Brad” scosse la testa Simons “e certi danni sono esiziali e permanenti. Il nostro assistito l’ha sempre sentito sulla pelle di non essere stato desiderato, quand’è venuto al mondo. Questo l’ha portato ad avere un carattere ribelle nei confronti dei genitori che, maldisponendoli, li ha spinti a comportarsi in modo da consolidare, anziché far regredire, la convinzione del figlio!”

“Questo lo sappiamo, Hugh” cercò Fewer di tagliar corto “anche se continuo a non capire perché il pessimo rapporto con sua madre abbia promosso questo spropositato libertinismo…”

“Brad, quello con la madre è il primo rapporto intercorrente fra un individuo maschile e un membro dell’altro sesso. Concepimento, gestazione e parto sono relazioni ben più carnali di quanto lo siano i futuri accoppiamenti esterni con una o più partner. Se si parte male con quello, sono guai. Ecco perché lo abbiamo indotto a essere un libertino!” rivelò il capo della Neuro, così semplicemente.

Siete stati voi??!!” esclamò il collega della Cerebrale, cogli occhi fuori dalle orbite.

“Ma certo. Dietro l’ovvio ed espresso ordine di A1 e col debito apporto di Jerry, che ha potenziato i ricettori degli impulsi sensuali.”

“Ma vi aveva dato di volta il cervello?!” Fewer non riusciva a credere alle proprie orecchie “Così, tutti questi casini…”

“Non c’era altra scelta per non compromettere definitivamente le relazioni interpersonali: o allupato o misogino! Oppure omosessuale… avresti preferito questa soluzione?”

“Non fare l’idiota” ribatté il collega, reprimendo un brivido “dico solo che potevate via via attenuare questo suo allupamento cronico, una volta che…”

“Ed è esattamente ciò che contavamo di fare” spiegò con veemenza Simons “e tutto sarebbe filato liscio, se non si fosse messa di mezzo Lamù, colla sua pretesa di far subito di Ataru il proprio marito, a tutti gli effetti!”

“Abbiamo più volte cercato di spiegare alle nostre controparti spaziali che ci serviva del tempo, per sistemare le cose” intervenne il capo della Sensitiva “purtroppo quelle testone non hanno mai voluto darci retta…”[3]

“E siamo giunti a questo punto…!” annuì Fewer, dimostrando la sua comprensione finale.

“Proprio così” aggiunse la voce del Coordinatore, giunto silenzioso dietro a loro, assieme ai capi della Cardiaca, della Metabolica e della Motoria “al punto che dovremo sfidare l’impossibile per non far precipitare l’esistenza del nostro assistito in un baratro senza ritorno!”

“Lei pensa davvero che si possa ancora farcela?” chiese timidamente Simons.

“Siamo appunto qui per tenere un consiglio di guerra” confermò A1 “che mi dice del livello energetico, signor Meals?”

“Un buon sonno e una buona colazione ci permetteranno di correre ancora per tre o quattro ore. Non di più!”

“Signor Moore, qual è il grado di efficienza della sua sezione?”

“Ancora al di sopra della soglia di sicurezza. Ma non di molto, temo” rispose il capo della Cardiaca “saremo comunque costretti a rallentare il passo, anche nella giornata di domani, concedendoci solo dei brevi spunti.”

“Che è come dire non gareggiare affatto” commentò aspramente il collega della Cerebrale “tanto varrebbe finirla subito, con questa farsa!”

“Non possiamo, signor Fewer” scosse la testa il Coordinatore “l’orgoglio di Ataru non lo permetterebbe. Dobbiamo combattere fino a che ci rimarrà una sola oncia di fiato!”

“Ma, signore… lei lo sa bene che abbiamo contro tutte le probabilità!” osservò il capo della Sensitiva.

“Non proprio tutte, signor Humper” lo smentì A1, con fare sornione “ne abbiamo una, teoricamente, a nostro favore…”

“Vale a dire?” s’informò Fewer.

“Che la Principessa degli Oni si lasci prendere.”

Tutti gli altri ammutolirono, cercando di capire se la frase del capo fosse stata una semplice battuta. Certo, almeno in teoria, era anche una prospettiva possibile… ma non era del tutto probabile!

“Lei però non ci crede” puntualizzò Simons “non è vero, signore?”

“No” rispose asciutto Wellington “però ci spero…!”



[1] Questa scena si svolge in effetti prima dei vani tentativi di Mendo & C. di neutralizzare la macchina cancella-memoria, ma non credo che la cosa abbia eccessiva importanza. Ho operato tale scelta soltanto per semplificare la mia trama.

[2] Ovviamente la Sensitiva di Humper non viene interessata dai messaggi telepatici, data la loro natura extra-sensoriale.

[3] Sta alludendo alle responsabili organiche di Lamù.

  
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