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Autore: Aine Esse    19/03/2011    3 recensioni
Una misteriosa minaccia si affaccia su Konoha.
Un invasione misteriosa, ma non di mostri o di personaggi dai poteri spaventosi.
Cosa accadrebbe se dei piccoli cloni invadessero il villaggio? Tra un piccolo Naruto distruttore, una piccola Sakura violenta, e tanti altri bambini scatenati, riusciranno i nostri amati personaggi a riportare la tanto amata pace?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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capitolo 1. la sfida



Era una normalissima giornata di sole, nonostante la temperatura sopra la media, Hinata si sentiva parecchio riposata.

Ormai era passata una settimana dalla sua ultima missione, e la pace regnava momentaneamente in tutto il villaggio, certo se si escludono i continui schiamazzi di Naruto che tra gli allenamenti trovava anche il tempo di bisticciare un po’ con tutti.
Sospirò, da parecchio evitava Naruto, cosciente che, se non lo avesse fatto, avrebbe senz’altro finito per esibirsi in uno dei suoi ormai celebri svenimenti.
Camminò fino ad arrivare in un parco poco frequentato e si sedette in una delle panchine situate dentro di esso.
Poggiò la busta della spesa appena fatta ai suoi piedi, tirandone fuori un pacchetto di biscotti, che aprì iniziando a mangiare timidamente, sotto gli occhi di qualche bambino che ne avrebbe volentieri chiesto uno, se non fosse per gli sguardi severi dei genitori.
Prese il quinto biscotto, osservandone il perimetro quadrato e successivamente avvicinandoselo alla bocca, un po’ indecisa sul da farsi, non voleva di certo esagerare col cibo.
“dattebayo!” una vocina squillante risuonò dietro di Hinata, che in un brivido di paura, fece cadere il biscotto a terra.
I suoi occhi fissavano il nulla davanti a lei, quasi spaventata dall’idea di girarsi, e nella speranza che fosse solo una stupida allucinazione, decise di ignorare la cosa, per quanto fosse possibile.
La visuale dei suoi occhi venne improvvisamente coperta da qualcosa di giallo, un giallo così acceso che Hinata si arrese all‘idea di aver fatto l‘ennesima brutta figura davanti a lui.
Chiuse gli occhi, che sentiva improvvisamente gonfi, e li riaprì, guardando per prima cosa il suolo, ovvero la parte meno colpita dal sole e che quindi, avrebbe ridotto l‘impatto con i suoi occhi gonfi.
La scena che le si propose davanti non era di certo quella che si aspettava.
Un bambino dai capelli biondi, messo a gattoni, cercava di afferrare il biscotto caduto a terra, mentre ridacchiava come se avesse vinto qualcosa.
Hinata di scatto diede un colpetto alla mano del bambino, evitando così che mangiasse il biscotto caduto a terra, dopo di che lo afferrò  con la mano e lo racchiuse dentro un panno che trovò in tasca.
Il bambino si girò, osservando intensamente la ragazza con sguardo di sfida.
Le sue iridi azzurre si piantarono su quelle bianche di lei.
Arrossì, notando che quello che le si proponeva davanti era la versione di Naruto più piccola.
I capelli biondi spettinati , quei particolari segni sulle guance, e persino il lessico identico al suo.
‘Naruto ha.. Un figlio?‘ si domandò Hinata scuotendo la testa come a voler eliminare i pensieri idioti che le erano appena balenati.
Per razionalità era ovvio che Naruto non potesse avere un figlio, dato che il bambino, da quel che le pareva, aveva almeno 7 anni.
“sei una strega, -ttebayo!” urlò il bambino indicando il panno che copriva il biscotto.
Le sue sopracciglia si aggrottarono quando la ragazza non gli rispose, così iniziò a tirarla per i capelli corvini.
Nonostante il dolore provocatole dalla grande forza del bambino, che se avesse voluto, le avrebbe già strappato ogni capello dalla testa, Hinata iniziò a pensare sul da farsi.
Le probabilità che fosse uno scherzo erano alte, ma chi poteva creare dal nulla un bambino uguale a Naruto?
E se fosse Naruto stesso a conoscenza del bambino, magari era un suo parente?
Impossibile Naruto purtroppo non conosceva la sua famiglia.
Il bambino, notando il poco successo del primo piano, iniziò a tirare per il colletto della maglia di Hinata, che, spaventata dall’idea che potesse persino strappargliela da dosso, decise di fretta il da farsi, anche se non del tutto convinta.
“se ti do il pacco di biscotti mi segui?” domandò Hinata, stirando le labbra in un sorriso, in realtà molto teso.
Ogni parte del suo corpo tremava intimorita da ogni eventualità, da ogni versione dei fatti che le avrebbero dato sul bambino, ma nonostante ciò non poteva lasciare quella peste libera per il villaggio, dato che era uguale a Naruto.
“se mi dai i biscotti cammino anche con le mani, -ttebayo!” rispose il bambino, mentre i suoi occhi si illuminarono, come se stesse vedendo la cosa più bella del mondo.
Hinata lo prese per la mano, stringendola alla sua con tutta la forza che aveva, temendo una probabile fuga del bambino una volta ricevuto il pacco.
Poi porse i biscotti al bambino, iniziando a camminare verso il centro del villaggio, alla ricerca di qualcuno che in qualche maniera potesse aiutarla.
Gli occhi di tutti i passanti la puntavano sorpresi, avvolte spaventati e costatando ciò, Hinata cancellò la teoria sull’allucinazione.
Quello che le stava accadendo era reale.
“è un po’ difficile mangiare con una mano sola, -ttebayo” spiegò il bambino guardando un po’ corrucciato verso Hinata che, intanto, con lo sguardo attento, cercava un volto famigliare che potesse darle una dritta sul da farsi.
Il suo volto si dipinse in un sorriso sollevato quando vide farsi strada tra la gente un velocissimo Rock Lee.
Posò la busta della spesa a terra, sollevando la mano per farsi notare oltre la folla.
Il ragazzo vide subito la mano di Hinata e si diresse verso di lei, con la schiena curvata da dei pesi posizionati come una borsa sopra la sua schiena.
“non dirmi che questa sardina è il tuo fidanzato, -ttebayo!” esclamò il bambino indicando disgustato il ragazzo dalla tuta verde.
Hinata arrossì scuotendo la testa energicamente, tanto che i suoi capelli neri formarono una sorta di scudo al suo volto arrossato.
“incredibile! Naruto ha già dato vita ad un erede? Dovrò darmi anche io da fare!” disse Rock Lee con gli occhi luccicanti ed i pugni stretti.
Era felice per il suo amico, ma non sopportava di essergli sempre secondo, doveva fare qualcosa.
“mi dispiace ma nessuno si darebbe da fare con te, -ttebayo!” rispose il bambino riuscendo a liberarsi dalla stretta della mano di Hinata, e saltando verso il ragazzo, per indicargli le sue folte sopraciglia.
Rock Lee prese per le spalle il bambino ancorandolo al suolo.
Lo guardò con lo sguardo pieno di sfida, ispirando velocemente, e cercando una forma concreta di tranquillità, che però non trovava dentro di se.
“troppe donne farebbero bacillare anche l’uomo più giovanile, perciò ho deciso di aspettare, almeno fino a quando non sarò forte come il mio maestro!” spiegò Rock Lee

spostando una mano dalla spalla del bambino, e asciugandosi la fronte sudata dall’allenamento.
Il Maestro Gai è sempre stato chiaro sull’argomento donne, doveva stargli alla larga fino a che il suo livello di combattimento non fosse stato alla pari al suo.
La forza della giovinezza scorreva nelle sue vene, nei muscoli, persino tra i suoi capelli, ma le donne erano un aspirapolvere di energie molto pericoloso, oltre che nervose e violente, non si sono mai risparmiate a prenderlo a pugni.
“secondo me sono scuse!” borbottò silenziosamente il bambino, ma non tanto da non farsi sentire.
Rock Lee lasciò la presa sulle spalle, iniziando ad osservare davanti a lui la gente che scorreva velocemente.
Hinata intanto, con le mani che coprivano il volto osservava la scena muovendo lentamente la testa in un cenno di arresa.
Se era uno scherzo, doveva finire al più presto o avrebbe rischiato di diventare pazza.
“il primo che si trova una ragazza avrà la cena pagata dall’altro!” urlò Rock Lee alzando il pugno al cielo.
Aveva già un piano, avrebbe fregato quel bambino, e soprattutto chi l’aveva portato lì per fargli uno scherzo.
I due iniziarono a correre, uno a destra e l’altro a sinistra, iniziando così la sfida.
“ehi piccolo aspetta!” urlò Hinata cercando di seguire il piccolo intento a guardarsi intorno alla ricerca di ragazze.
“tranquilla!” rispose sorridendo.
Trattenne i biscotti tra le ginocchia, e con le manine rivolse le tasche dei pantaloni, facendo notare che non aveva nulla dentro, perciò neanche i soldi di una eventuale cena a Rock Lee.
Hinata si diede un colpetto alla fronte sconsolata, era proprio uguale all’originale, e proprio per questo non poteva lasciarlo libero.
 
****è la mia prima fanfiction (non one shot) che pubblico in questo bellissimo sito, spero che piaccia, fatemi sapere se  vale la pena di essere continuata.. non ho mai fatto leggere niente a nessuno (apparte la oneshot di ieri), quindi non so se ho la stoffa, anche solo poca poca, per scrivere.
grazie a tutti quelli che impiegheranno un po' di tempo per leggerla e per commentarla :)
  
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