Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: SLAPPYplatypus    19/03/2011    0 recensioni
Sfioro la superfice lucida del mio biglietto da visita, e ancora non riesco a crederci. Sono un fotografo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ROGER SMITH,
FOTOGRAFO.




Sfioro la superfice lucida del mio biglietto da visita, e ancora non riesco a crederci. Sono un fotografo.
Lo sono da diversi anni, se devo dire la verità, ma ancora non mi sono abituato all'idea. Ho sempre considerato lo scattare fotografie come professione un sogno ad occhi aperti; dentro di me era come se sapessi, come se fossi certo che sarei finito a lavorare in un McDonald's in periferia e a vivere in uno squallido, unticcio e umido appartamento dall'altra parte di una piccola cittadina. E invece eccomi qui, a vivere nel bel mezzo della luminosa New York City, in un lucente attico minimalistico, e a lavorare per un'importante rivista di moda di cui mi concedo il lusso di non ricordare nemmeno il nome.
E' un sogno.

Scuoto la testa distrattamente, scacciando quei pensieri che si fanno sempre più frequenti nella mia testa, mentre mi accorgo che il telefono sta squillando e lo afferro con la mano.
-Pronto?- biascico distratto.
-Cinque minuti. Veloce!- strilla una voce nelle mie orecchie, prima di attaccare.
Sono in ritardo, di nuovo.


***


Non riesco a distogliere lo sguardo dalla ragazzina che siede su uno sgabello bianco lì, proprio di fronte a me.
Deve avere sì e no sedici anni, e fissa con occhi sgranati tutto ciò che la circonda, la testa leggermente incassata tra le spalle ossute. Non riesco a capire, sembra spaventata, ma anche terribilmente felice.
Sovrappensiero, avvicino l'occhio alla macchina fotografica e le scatto una foto.
La make-up artist si avvicina nervosamente a lei, le porge il palmo della mano, dove intravedo due scarabocchi colorati. Prove del trucco. Theresa lascia sempre scegliere alle modelle il colore del rossetto.
Sorrido appena, mentre la ragazza sceglie con decisione il rosso più acceso che riesca a immaginare, e le scatto un'altra foto. Sta molto attenta a rimanere immobile, mentre Thez afferra il rossetto e glielo passa velocemente sulle labbra, con una precisione millimetrica; afferra l'eyeliner e traccia due righe perfette su quegli occhi grandi. Fa un sorriso veloce e corre via.
Arriva correndo l'hair stylist, afferrando una spazzola e un tubo di lacca, iniziando a spruzzarla addosso alla piccola. Corruga le sopracciglia e abbassa lo sguardo, deve fare male quel continuo tirare di capelli. Rimane ferma per qualche secondo, e le scatto l'ennesima foto.
-Siamo pronti!- urla una voce, e la ragazza si alza lentamente e si sposta verso il tendone bianco appeso al muro.

Scatto solo poche foto, con quel fondo bianco, è come se non fosse più sé stessa. E' come se si calasse in un personaggio senza personalità, un corpo senza anima e senza parola, perde tutto il suo fascino.

A casa, nel silenzio del mio soggiorno, aspetto che la sera cali e riguardo le foto che ho scattato.
Quello sguardo illuminato spinge a immaginare la vita dell'adolescente; è come se gli occhi la raccontassero.
Si chiama... si chiama Annabel, sì, è questo ciò che sussurra una voce al mio orecchio. Non è di qui, vive nel New Jersey, in una piccola cittadina di periferia poco distante dal mare. Non ha una spropositata quantità di amici, solo un paio di persone a cui tiene ciecamente, e ha un ragazzo. Un fidanzato di nome... Riley. E' alto, ha i capelli biondissimi e gli occhi azzurri, che creano un adorabile contrasto, con i suoi capelli ramati e gli occhi verdi.
Si conoscono da tanto tempo, abitavano vicinissimi quando erano piccoli, l'uno di fronte all'altra, e giocavano sempre assieme: Riley è praticamente uno di famiglia. Solo pochi mesi prima si era accorta che non era un semplice amico, per lei, si era resa conto da poco tempo di amarlo sul serio; e può sembrare a tutti una cosa ridicola, certo, ma Anna sente nel suo cuore che lui è davvero quello giusto.
Riley e Annabel vanno spesso al mare assieme, adorano sedersi sulla spiaggia quando sta per piovere, ad esempio. Si raggomitolano sotto un alberello, o sulla sabbia, e aspettano che cadano le prime gocce, respirando a pieni polmoni l'odore della salsedine.
Sono due ragazzi semplici, non li piacciono le cose che danno troppo nell'occhio. Pensano alle cose vere della vita, ai sentimenti, ai libri, hanno una loro filosofia e ascoltano solo buona musica, soprattutto gruppi di anni prima che i loro genitori non avevano saputo apprezzare.
E poi... poi... basta.
Di colpo, gli occhi di Annabel, imprigionati nel mio scatto, non mi dicono più niente, custodiscono gelosamente i loro segreti.
Sembrano prendermi in giro, Roger? Credi di averci capito davvero? Staremo a vedere... ridacchiano con un tono di sfida, voltandomi le spalle e lasciandomi lì, a boccasciutta, aspettando che tornino a parlarmi brillando come le più luminose stelle del cielo, che riprendano la storia di Annabel dove l'avevano lasciata.
Le ore passano, e gli occhi sono ancora in silenzio...
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: SLAPPYplatypus