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Autore: MiaStonk    19/03/2011    10 recensioni
Raccolta di Missing Moments inerenti alla storia 'You & Me'.
Non aggiungono nulla alla trama della storia originale.
Sono i punti di vista degli altri personaggi.
[Attenzione il rating potrebbe salire]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You&Me'
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                                                                                                                                               m


-P.o.v  Marie-

 

Osservo le ragazze correre come due invasate fuori dalla Sala, travolgendo una ventina di persone e non riuscendone a scansare altrettante. Sospiro, riportando lo sguardo sulla mia colazione che sono certa non riuscirò a consumare.

 

<< I duelli non inizieranno prima di mezz’ora >>

 

Rialzo il capo, incontrando gli occhi azzurri di Dylan Wood. Mi fissa con un lieve sorrisetto ad increspargli le labbra, mi ha scoperto.

 

<< Lo so, volevo che andassero via e allo stesso tempo dar loro una lezione >>

 

Come consuetudine per me, sento le guance scaldarsi, avranno attraversato decine di tonalità di rosso. Porto la mano ad abbassare ancora di più il cappello, nascondendogli i miei occhi. Lo sento ridere e di riflesso non posso che unirmi alla sua ilarità, ha una bella risata, cristallina e contagiosa.

 

<< Ti chiedo scusa per quello che è successo poco fa >>

 

Interrompo l’imbarazzante silenzio creatosi, rialzando lo sguardo. Vicky mi ripete sempre che devo togliermi quest’abitudine di tenere gli occhi bassi: Hai degli occhi meravigliosi, falli vedere miseriaccia!  Mi sembra quasi di sentire la sua voce.

 

<< Non devi, conosco bene quelle due e mentirei se ti dicessi che non me l’aspettavo >>

 

Mi sorride ancora, parlandomi con quella voce che sembra avere il potere di calmare gli animi. E’ lievemente roca, ma stranamente dolce. In netto contrasto col blu dei suoi occhi che, al contrario, sembrano fatti apposta per creare turbamento in chi li fissa.

 

Non mi ero mai soffermata sui dettagli che gli appartengono: sulla bocca lievemente carnosa, sulla leggera peluria che inizia a farsi spazio sul suo volto, sui suoi capelli scuri e decisamente arruffati, dovrebbe tagliarli, anche se presumo che facciano parte del suo fascino.

 

Distolgo rapidamente lo sguardo, mordendo il labbro e torturando le dita. Come mi vengono in mente simili pensieri? Definire affascinante il capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro è il primo passo verso la frivolezza. Finirò con l’assomigliare a quelle ragazzine che perdono il proprio tempo a sognare ad occhi aperti piuttosto che concentrarsi sulla vita reale.

Non ho tempo per sognare!

 

Quando mi rendo conto che non gli ho ancora risposto e che probabilmente devo sembrargli una psicopatica alla stregua di Vicky o Yvonne, mi decido a balbettare qualcosa.

 

<< Oh, si… va bene >>

 

Annuisce, riposando le posate nel piatto e ritornando a fissarmi. Non so reggere il blu dei suoi occhi, accidenti. Lo sento schiarirsi la voce e parlare ancora.

 

<< In realtà sono io a doverti chiedere scusa, sai per quel commento di ieri sera… non avrei dovuto, di certo non davanti ad altri >>

 

<< No, tu… sei stato gentile, voglio dire lo sei sempre con me >>

 

I nostri occhi ancora si incatenano e ho la sensazione di aver detto qualcosa di sbagliato quando mi accorgo che le sue gote si sono lievemente arrossate. Tossisce, portando una mano dietro la nuca e scompigliandosi i capelli.

 

<< So bene di essere spesso scontroso e irritabile, ma… >>

 

<< No, io non volevo dire questo! >>

 

Mi affretto a precisare, posando le mani sul tavolo e sporgendomi lievemente in avanti. Lui mi sorride, scuotendo il capo.

 

<< Tranquilla, è la verità… quello che sto cercando di dire è che con te è facile non esserlo, i tuoi occhi così limpidi mi costringono ad essere gentile, o perlomeno ci provo, ecco >>

 

Non era una mia impressione, Wood è davvero in imbarazzo e il suo balbettio ne è una prova. Ma quello che mi ha appena detto è così dolce, che gli perdonerei anche strafalcioni grammaticali. Gli sorrido, tuttavia incapace di replicare. 

 

<< Anche se oggi mi hai mostrato di non essere poi così limpida come credevo >>

 

Ride ancora e gli sono grata del fatto che sia riuscito a rompere nuovamente questo silenzio tra noi. Io sono una frana nelle conversazioni, se non ci fossero Yvy e Vicky probabilmente parlerei solo di pozioni e calderoni.

 

 Improvvisamente mi ricordo dell’antidoto che Madame Pomfrey mi aveva promesso. Guardo l’orologio sperando di non essere in ritardo all’appuntamento, scoprendo di avere ancora qualche minuto. Mi rialzo quindi, sistemando meglio il cappellino verde sulla mia testa e replicando allo sguardo interrogativo di Dylan.

 

<< Devo vedere Madame Pomfrey,  finalmente i miei capelli ritorneranno castani >>

 

Mi sorride, rialzandosi anche lui dalla panca.

 

<< Ti accompagno >>

 

Annuisco dopo l’iniziale sorpresa, per poi avviarmi con lui al mio fianco fuori dalla Sala Grande. Cammina accanto a me tranquillo, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e fischiettando qualcosa. Sorrido, mi ricorda Victoire.

 

Alla porta dell’infermeria mi volto verso di lui, devo togliere il cappello e il fatto che lui mi veda ancora con questi orrendi capelli non mi entusiasma. Indugio qualche secondo, fino a quando non fa qualcosa che mi spiazza completamente.

 

Mi si avvicina, il suo bellissimo sorriso ad increspargli le labbra. Porta le mani a sfiorare le mie guance, risalendo piano sino a levarmi il cappello. I capelli mi ricadono sulle spalle, sono talmente appariscenti che riuscirebbero ad abbagliarlo.

 

<< Ti aspetto qui >>

 

Annuisco distrattamente, per poi voltarmi e aprire la porta che l’attimo dopo chiudo alle mie spalle, solo dopo avergli rivolto un’ultima occhiata riconoscente. Lascio vagare lo sguardo per l’intera sala, e scorgo Madame Pomfrey a pochi passi da me, intenta a rifare un letto. Si accorge della mia presenza  e mi viene incontro.

 

<< Signorina Summers venga con me >>

 

La seguo accanto ad una piccola dispensa piena di strane pozioni dai colori più svariati, mi affascinano. Rovista tra le varie ampolle per qualche secondo, estraendone quella che fa al caso mio. Emetto un sospiro di sollievo, finalmente i miei capelli ritorneranno del noioso castano.

 

Quando pochi minuti dopo esco dall’infermeria, Dylan Wood è ancora lì. Poggiato al muro di pietra, rigirandosi il mio cappello tra le mani. Gli sorrido, raggiungendolo. Mi porge il copricapo, ma prima che possa afferrarlo, una ragazzina di Tassorosso lo sfila dalle sue mani, rivolgendomi un’occhiata risentita.

 

<< Questo è mio! >>

 

E così com’era venuta va via. Sbatto più volte le palpebre, incredula, ancora seguendo la sua dipartita con lo sguardo. La risata genuina di Wood mi riporta alla realtà e ancora una volta non posso fare a meno di ridere con lui.

 

Amo la sua risata.

 

 

 

 

E’ il punto di vista di Marie Summers, da collegarsi al terzo capitolo di ‘You & Me’ : Minacce, Club dei Duellanti e crisi epilettiche.

Ho creduto indispensabile farvi conoscere anche i pensieri degli altri protagonisti, essendo la storia originale raccontata dalla sola Victoire. In questo modo approfondirete le varie vicende e le altre relazioni.

Mi auguro che abbiate gradito questa ideuccia! ;)

Come avete potuto notare Marie è molto diversa da Vicky o Yvonne. E’ timida, introversa eppure nasconde anch’ella un animo malandrino. Del resto come ho accennato, quelle tre mi ricordano molto James, Sirius e Remus. La Summers è proprio come quest’ultimo.

Non altro da aggiungere, mie care!

Vi abbraccio! :*


   
 
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