Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Franca    21/01/2006    3 recensioni
-ragazze- esordì una tipa con lunghi capelli d’oro mentre si metteva le scarpe -è arrivato un nuovo ragazzo in classe mia… ed è piuttosto caruccio…- sorrise maliziosamente; Francesca si mise la giacca ed uscì dalla stanza, mentre la ragazza cominciava a descrivere un ragazzo chiamato Giovanni Guardino. P.S.... XFAVORE COMMENTATE!!!! (tutto è ben accetto)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXXXIV CAPITOLO

 

XXXXIV CAPITOLO

 

 

 

Tornarono a casa in bici. Erano silenziosi. Francesca non aveva il coraggio di chiedergli spiegazioni e Giovanni, dal canto suo di dargliele.

 

-senti, mi dispiace- prese coraggio Giovanni fermandosi con la bicicletta.

Francesca si bloccò. Era a vari passi davanti a lui. Si girò col viso.

-non importa Giò… dispiace a me, non avrei il coraggio di biasimarti perché non me l’hai detto e quindi….-

-non te l’ho detto perché avevo avuto già troppa compassione alla mia vecchia città. E non volevo avere anche la tua- il viso di Giovanni era severo, i grandi occhi azzurri erano insolitamente freddi e spenti. Il labbro aveva smesso di sanguinare ma era parecchio gonfio.

-bè.. certo ti capisco.. però avrei potuto aiutarti- gli disse dolcemente appoggiando la bici ad un palo e avvicinandosi al ragazzo che teneva gli occhi bassi.

-avrei visto e affrontato le cose con te da un punto di vista diverso e..- cercò di finire Francesca.

-mi avresti trattato diversamente eh?? È proprio per questo che non l’ho detto a nessuno. Odio l’ipocrisia. Voglio essere trattato per come sono io. Non come un piccolo e povero orfanello.- alzò il viso. Le sue gote si erano leggermente arrossate per il freddo, e per la rabbia.

Prese da terra la sua bici. Non riuscì ad andarsene che Francesca disse

-non sarei mai stata ipocrita con te. Neanche se avessi saputo la verità.- Giovanni si bloccò.

-tu mi piaci moltissimo Giò.. dalla prima volta che ti ho visto mentre cercavi di entrare a scuola senza il libretto…- Giovanni abbozzò un sorriso e si girò verso la ragazza. Si era dimenticato di quel particolare.

-         e mi saresti piaciuto anche se mi avessi detto subito che tuo padre era.. morto-

Giovanni si avvicinò e timidamente la prese in un grosso abbraccio. Era felice. Ora lei sapeva la verità e l’aveva accettata senza fiatare. Senza compatirlo o altro. La amava, e molto.

 

-bisogna fare qualcosa per questo labbro mi sa…- disse staccandosi e guardando divertita il labbro di Giovanni, che assomigliava più ad una salsiccia che ad altro.- devi metterti un po’ di ghiaccio. Tua mamma capirà subito che hai fatto a botte con qualcuno.-

-eh già..- disse lui divertito. La sua felicità svanì in un attimo. Si era completamente dimenticato della mamma e di quello che era successo.

-potresti venire a casa mia? Mia mamma torna tardi stasera e mia sorella finge di essere nuovamente malata… ho bisogno di sostegno- disse abbozzando un sorriso.

-oh certo! Ok dai, andiamo- disse allegramente Francesca raccogliendo la bici e partendo di nuovo.

Non era arrabbiata, per niente. Non c’era motivo di arrabbiarsi e capiva Giovanni, anche se non riusciva proprio a comprendere come ci si potesse sentire a perdere un genitore… rabbrividì al solo pensiero.

 

Mangiarono allegramente  loro tre, lui Silvia e Francesca prendendo in giro la scarsa abilità culinaria di Giovanni. Dopo pranzo Silvia fu mandata a letto, anche se sapevano perfettamente che non aveva una linea di febbre.

 

-ahi- disse Giovanni mentre Francesca tentava di curargli il labbro rotto.

-ops scusa ti ho premuto troppo il ghiaccio..?- disse esitante lei

-emmmm- disse Giovanni sorridendo.

Erano vicinissimi. Potevano quasi sfiorarsi. Francesca controllava attentamente il labbro violaceo del ragazzo.

Giovanni osservava Francesca. Era particolarmente pallida. Bè, non era stata facile per lei quella mattinata: aveva assistito al pestaggio del suo fidanzato e dopo quasi 4 mesi d conoscenza, le aveva detto che suo padre era morto.

Era proprio carina a sostenerlo così. Sicuramente un’altra ragazza non avrebbe perso tempo stando seduta sull’orlo della vasca a medicare un labbro.

Francesca intanto, pensava ad altro. “e se non mi avesse detto tutto? Se avesse altri segreti?”si rimproverò subito per la poca fiducia che riteneva in Giovanni.. però era comprensibile. Ora capiva il motivo della strana e costante assenza del padre da casa di Giovanni e dello strano comportamento di sua mamma.

Tornando alla realtà si accorse che stava ormai asciugando il labbro di Giovanni con la carta igienica ormai da parecchi minuti. Il ragazzo la guardava con aria divertita.

-a cosa stavi pensando?- le chiese.

-no no niente…- cercò di divagare Francesca.

-grazie- sussurrò lui, prima di avvicinarsi a Francesca e cominciandola a baciare. Era un bacio sincero, affettuoso. Finalmente senza preoccupazione o ansie.

 

 

 

XXXXV CAPITOLO

 

Poco dopo la ragazza tornò a casa. Davanti al portone c’era un camion e dietro al mezzo, della gente era indaffarata con parecchi scatoloni. Francesca si avvicinò curiosa. Era sicuramente un trasloco. Oltre agli operai che aiutavano a trasportare i pesanti mobili c’erano un uomo e una donna anziani ed una ragazzina che avrà avuto al massimo 16 anni. Lunghi capelli ricci le ricadevano disordinati sulle esili spalle e un paio di grossi occhiali a lente spessa le conferivano un’aria da secchiona.

Francesca si avvicinò.

-volete una mano?- chiese all’anziana che dirigeva gli spostamenti

-no no grazie cara non ti preoccupare…-

-abbiamo quasi finito- aggiunse la ragazzina mentre portava dentro un grosso scatolone. Aveva una voce simpatica ed era molto sorridente.

-ok…- disse Francesca salendo i gradini e raggiungendo l’ascensore.

Non sapeva ancora che quel nuovo arrivo le avrebbe portato una persona speciale, che sarebbe diventata uno degli elementi più importanti nella sua vita.

 

 

                  

Il giorno dopo Francesca uscì per andare a fare delle commissioni. Chiuse velocemente la porta d’ingresso e scese le scale. Si imbattè subito nella ragazzina con gli occhiali, che aveva visto il giorno prima

-ciao..- mormorò timidamente lei abbassando la testa

-ciao!- rispose Francesca con voce più sicura

La ragazzina abbozzò un sorriso e salì le scale evitando lo sguardo di Francesca

-ehi!- la fermò Francesca

-come ti chiami?-

La ragazzina si fermò a metà delle scale. –Camilla…- mormorò diventando rossa

-io sono Francesca.. piacere- e le strinse la mano

-sei nuova qui?-

-oh si, mi sono appena trasferita…-

era parecchio graziosa, ma era una bellezza velata dalla timidezza e dalla insicurezza che la caratterizzava.

-ok.. allora ci si vede!- e dopo averla salutata Francesca scese veloce i gradini, trovandosi in strada.

 

 

Il discorso della morte del padre di Giovanni non fu più ripreso da Francesca. Temeva che potesse dar fastidio al ragazzo.

Natale era arrivato, portando freddo, neve, gioia ma soprattutto vacanze.

Gli alunni del liceo passavano ormai molti intervalli a giocare con la neve, aspettando le sospirate vacanze. I milanesi ormai avevano dovuto mettere via golf leggeri autunnali, per far posto a pesanti giacconi e piumini.

C’era un’atmosfera diversa in giro: luci bianche e colorate cingevano i pali e i semafori, ghirlande di un verde acceso con grosse palle rosse adornavano le insegne dei negozi. Ma l’atmosfera giusta la dava sicuramente la neve. Scesa fitta per più di 3 giorni.

Giovanni era insolitamente allegro in quel periodo: il pensiero della partenza non l’aveva più minimamente sfiorato. D’altra parte la famiglia Guardino si preparava a passare il quinto natale senza il padre: Un grosso albero adornava il soggiorno, mentre grosse ghirlande cingevano le scale.

Silvia aveva voluto spruzzare un po’ di neve finta alle finestre, davanti alle quali ogni volta che Simona ci passava davanti il pensiero di come avrebbe dovuto pulire quella robaccia attanagliava la sua mente.

Il fatto successo quella sera di settimane prima, dopo la festa di natale non preoccupava più Giovanni. E Simona, dal canto suo, non sapeva che il figlio aveva preso a botte un ragazzo a scuola…

 

La scuola finì poco dopo: le vacanze erano finalmente iniziate, purtroppo cariche di compiti, soprattutto per Giovanni che aveva ricevuto una bella D in matematica sulla pagella del primo quadrimestre. La prof.ssa non gli aveva dato scampo.

Francesca e Giovanni però non smisero di vedersi. Andavano in giro a cercare regali per parenti e amici.

Il pomeriggio feriale del 23 dicembre i ragazzi ne approfittarono per finire gli ultimi acquisti. Giovanni non sapeva cosa regalare alla sorella, e per questo si era portato Francesca per aiutarlo.

Entrarono in un enorme negozio di giocattoli, stracarico di bambini e mamme che sceglievano i regali. L’attenzione di Francesca cadde sul reparto delle barbie: un regalo sicuro.

Si avvicinarono, c’erano parecchi modelli, prima che Giovanni scegliesse quello giusto ci volle una bella mezz’ora.

 

Francesca aveva regalato al ragazzo un cd della sua musica preferita, aveva speso un po’, ma almeno era sicura che gli sarebbe piaciuto.

Invece, il regalo di Giovanni era ancora misterioso..

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Franca