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Autore: Varekai    21/01/2006    3 recensioni
Un uomo. Una donna. Un amore destinato a finire. E' solo una piccola idea venutami leggendo il II capitolo di Hpb, anche se non contiene spoiler.
Sareste molto gentili se poteste lasciare un commento, grazie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano le prime luci del giorn

Un tempo Severus Piton aveva amato. Aveva amato completamente, intensamente, profondamente, intimamente; ne aveva ricevuto solo dolore. Con gli anni il dolore era passato e con esso anche l’amore. Solo due cose erano rimaste: il ricordo e un biglietto stampato che recitava:

“Lucius e Narcissa Malfoy

sono lieti di annunciare

la nascita del loro primo figlio

DRACO”

E poco sotto, con una scrittura allungata e decisamente frettolosa:

“Quando ho scoperto di essere incinta, ho pensato seriamente a te e per un momento ho avuto paura e speranza. Ma ho fatto qualche conto: il bambino non è tuo.

Amore mio, credo che questo sia un addio definitivo.

Narcissa”

Severus ricordava perfettamente l’ultima volta che l’aveva vista.

Erano le prime luci di un freddo mattino di inizio primavera. In una casa piccola e polverosa di una cittadina industriale completamente addormentata, in una strada chiamata Spinner’s End, due persone, sebbene con gli occhi chiusi, erano sveglie.

I motivi che le avevano tenute deste erano molto differenti: per una delle due era un senso di appagamento e di eccitazione raramente provato; per l’altra, al contrario, un senso di colpa terribile che da tempo serpeggiava tra i suoi pensieri.

Quest’ultima era una donna bionda ed altera; con uno scatto uscì dal letto, togliendosi bruscamente la coperta di dosso e rivelando un corpo ben fatto completamente nudo. Si guardò intorno, in cerca dei suoi indumenti, pronta a rivestirsi in fretta.

“Questa storia deve finire” borbottò tra sé, quasi cercando di ripetere una battuta teatrale.

“Alzati Severus! Lo so che sei sveglio! Dobbiamo parlare!” esclamò con una voce dura che rivelava molta agitazione.

L’uomo chiamato Severus si mise lentamente seduto sul letto, obbedendo all’ordine della donna come se già sapesse che sarebbe arrivato.

“Questa storia deve finire!” ripetè la donna, questa volta a voce più alta.

Ci fu un momento di silenzio.

“Ero venuta per dirtelo.”

“Immagino che tu credessi che se fossi stata nel mio letto sarebbe stato più facile dirmelo, non è vero?” disse Severus con un sorriso obliquo carico di sarcarmo.

Era come vivere un deja-vu: non era certo la prima volta che lei diceva che la loro storia doveva finire, ma poi continuava a vederlo, a baciarlo e frequentare il suo letto. Severus era certo che questa era solo una delle tante volte.

“NO! E’ stata una mia debolezza! Tutto ciò non doveva accadere! E NON dovevo dormire da te!” Fece una pausa, per poi dire, con tono irritato: “Tsk, avessi almeno chiuso occhio!”

“Narcissa, lo dici tutte le volte!” esclamò Severus con un sorriso appena accennato.

“Questa è veramente l’ultima!”

Un altro momento di silenzio, che finì con il tuonare della sua voce

“Severus, LO SAI BENISSIMO che mi sto per sposare!”

Severus incassò l’affermazione della donna come si può incassare un pungo che si sa sarebbe arrivato. Prevedere quell’affermazione non faceva meno male.

“Già… Lucius… Lo sposi perché è il tuo storico fidanzatino …oppure perché è un Purosangue?”

Narcissa sospirò pesantemente, come se dare la risposta le facesse molta fatica.

“Severus, non è da te fare domande così sciocche.”.

Gli voltò le spalle e si mise a guardare attraverso l’opaco vetro della finestra.

“La famiglia Malfoy e la mia sono famiglie potenti. Non ci si può ribellare ai loro progetti. Il mio matrimonio mi consentirà di avere prestigio e darò alla mia famiglia una discendenza orgogliosa del proprio albero genealogico. Dove sarà la mia camicia?”

La donna era ormai quasi completamente vestita.

Severus sporse un poco il braccio fuori dal letto e tirò su una camicia azzurro pastello molto raffinata. La lanciò alla donna, quindi decise di uscire anche lui fuori. Si copri un pochino, con gli indumenti che riuscì a trovare per primi.

Poi, meditando attentamente sulle parole, disse:

“Il matrimonio è un contratto tra due persone… i sentimenti non ne prendono parte… il che significa che potrei essere ancora il tuo amante…”

“No, non potrai più, da oggi… Non voglio essere la donna di due uomini… e poi quando sarò una donna sposata non avrò più tempo per queste avventure!” disse decisa la donna.

Severus scattò in piedi, furioso. La sottile bocca era arricciata in una smorfia infuriata.

“AVVENTURE?? Tu le chiami avventure?” ringhiò.

Si avvicinò alla donna, fino a poterle parlare a meno di qualche centimetro di distanza.

“Tu stai scherzando!! Lo sappiamo entrambi che ci lega qualcosa di molto più grosso… ci lega qualcosa che la parola “amore” svilisce!Ci lega un’OSSESSIONE!!E NON-PUOI-NEGARLO!”

Severus era livido di rabbia, di frustrazione. Sentiva sgusciarsi tra le dita l’unica donna che l’aveva amato, l’unica che lo aveva fatto sentire in qualche modo utile.

La furia dell’uomo aveva scosso Narcissa dall’indifferenza. Si accorsero entrambi che la maschera della freddezza che Narcissa aveva deciso di usare si stava sgretolando.

La recita stava finendo.

Si girò di scatto, ritrovando il volto dell’uomo a pochi centimetri dal suo, con ancora con una smorfia di dolorosa rabbia.

“COSA VUOI CHE TI DICA, SEVERUS? Che ci amiamo, che ci siamo sempre amati e che sempre ci ameremo? Vuoi che ti dica qualcosa di sentimentale, di amoroso, di romantico? Lo so benissimo come stanno le cose, Severus! Ma NON CREDO che dirci quanto ci amiamo, quando ci desideriamo, quanto siamo stiamo male per il mio matrimonio ci aiuterà! La nostra separazione è prossima, io mi sposerò, mi DEVO sposare e non c’è nulla che possa cambiare gli eventi. L’unica cosa che possiamo fare è accettarlo!”

“Io non potrò mai accettarlo… Tu-non-ami-quell’uomo!”

“No, non lo amo, ma imparerò a farlo! Severus, sei testardo, ma arrenditi!” disse asciutta

Severus si allontanò da Narcissa, camminò per la squallida stanza, furioso con se stesso e con la sua impotenza di fronte agli eventi.

Dopo qualche minuto di silenzio, senza guardarsi l’un l’altra, Severus fu ripreso dall’ira:

“E COME FACCIO AD ARRENDERMI? Cosa vuoi che faccia, che ti veda accanto ad un altro senza dire nulla...? Tu non mi consideri che feccia, ecco come stanno le cose! Tu la pensi esattamente come la tua famiglia, non sono PUROSANGUE e quindi non sono nulla!!” ringhiò.

La maschera di Narcissa si sgretolò definitivamente. Ormai sembrava lottare contro le lacrime, appellandosi al forte senso del dovere che sempre aveva avuto.

“Ti…prego, Severus! Non dire queste cose… ti prego... sai che non sono vere… io ho provato… ho provato a ribellarmi… hanno detto delle cose terribili… e non sono persone che non fanno ciò che promettono!” disse con voce tremante Narcissa, quasi sussurrando.

Severus non disse nulla. Non replicò. Si avvicinò nuovamente a lei, con uno sguardo totalmente differente rispetto a prima, le afferrò il volto e prese a carezzarlo con energia, quasi con forza.

“Vai via di qui, finché te lo permetto… tra poco cambierò idea, va via ora” disse, scandendo bene ogni parola come se gli facesse fatica pronunciarle.

Narcissa, senza staccare gli occhi da lui, uscì dalla porta, richiudendosela alle spalle.

Un tempo Severus Piton aveva amato. E l’aveva fatto con una tale intensità da bastargli per il resto della vita.

Un tempo Severus Piton aveva amato e mai più amò nessun’altra donna.

  
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