Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Dante_Chan    20/03/2011    0 recensioni
A volte, parlando a se stessi, sembra di dialogare con un'altra persona. Facendoci domande e ascoltando le risposte si può imparare molto sul nostro intimo :)
Ho scritto questa storiella di getto, fino a notte fonda. Forse è difficile da interpretare, in realtà :/ in definitiva, la favoletta tratta di una ragazza che parla con se stessa, con l'altra sua parte "concretizzata", imparando a conoscersi un po' di più, a conoscere i propri pensieri. Spero che non sia difficile da interpretare tanto quanto mi immagino io.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Stasera sarei dovuta restare a casa. Vorrei essere tranquilla in camera mia, a disegnare. Invece, maledetta me e il mio senso del dovere, mi ritrovo qui a kung fu, sudata e con la voglia di far niente. Venire è stata proprio una cattiva idea, mi mancano le forze, sto facendo le tecniche da schifo e mi sto annoiando a morte.
Decisamente, avrei dovuto starmene a casa.
Guardo l’orologio e noto che mancano circa venti minuti alla fine dell’allenamento: decido allora che non è il caso di stare ancora qui a perdere tempo e che tanto vale tornare a rintanarmi a casa un po’ prima del solito.
Comunicato al maestro che devo andarmene, vado di fretta verso gli spogliatoi, quasi di corsa. In effetti, ora che ci penso, tutta questa fretta è sospetta: va bene voler tornare a casa, ma addirittura correre …
Mentre vado, mi accorgo che anche lui è uscito dalla sala e che mi sta correndo dietro; non faccio nemmeno a tempo di raggiungere la porta che mi è di fianco. Mi chiede se mi è piaciuta una foto che ha messo su Facebook … sì, sì, certo che mi è piaciuta, ma ora voglio andarmene, lasciami andare! Faccio per entrare in spogliatoio e lui continua a parlarmi; per fargli arrivare il messaggio, appena si zittisce, lo saluto; allora mi chiede, come dispiaciuto, se devo andare via ora. Sì, cavolo, certo che devo andare via ora, VOGLIO andare via ora, sarei già a cambiarmi se tu non mi avessi fermato. Salutandomi entra in bagno, come per farmi vedere che non mi aveva seguita, che era stato solo un caso che fosse uscito anche lui nel mio stesso momento. Sì, certo, bella scusa. Infatti prima mi sei corso dietro, per evitare che io potessi entrare in spogliatoio prima che tu mi avessi raggiunta.
Mentre mi sto cambiando, capisco: è vero, non voglio tornare a casa, io voglio effettivamente scappare da qui, sì. Scappare da lui. Ma perché?? Lui è il ragazzo che mi piace! Perché dovrei essere dispiaciuta, perché vorrei scappare se lui vuole rivolgermi la parola? Dovrei essere felice, altroché!  Allora perché corro?
Si vede che è il mio turno, adesso …
Esco dalla palestra e mi avvio verso la macchina. Dopo una ventina di metri, una persona si mette a camminare dietro di me. Ancora presa dai miei pensieri, non ci faccio inizialmente molto caso, dev’essere qualcuno che deve semplicemente andare nella mia stessa direzione. Nonostante questa convinzione, ad ogni passo la mia ansia cresce sempre di più, finché non distolgo i pensieri dai miei problemi e mi metto a tenere sotto controllo l’ombra dell’inseguitore, ringraziando per l’esistenza dei lampioni.
Giro a sinistra e anche l’ombra gira a sinistra. L’anonimo è vicinissimo a me e io sto iniziando a farmi serie paranoie; cerco di pensare alla cosa più logica, ovvero, ancora una volta, che è soltanto un povero diavolo che ha parcheggiato nella stessa mia via. E mi tranquillizzo pensando che, mal che vada, non sono in un posto isolato e, dopotutto, ho qualche anno di kung fu dietro le spalle. Ma ciò non serve a tranquillizzarmi quando mi immagino che voglia aspettare che io sia salita in macchina per poi tirare fuori una pistola. Allora cado in panico e, appena ho deciso che non mi fermerò alla macchina, ma che continuerò a camminare verso una strada più trafficata per vedere se mi seguirà ancora, il poveraccio si ferma ed apre una Punto bianca. Ecco, paranoie per niente, stupida me.
Rincuorata, raggiungo la mia auto e la mia mente, sviata per un minuto, ritorna a quello che stavo pensando in precedenza. Decido di andare in un posto tranquillo a meditare, tanto sono uscita prima da allenamento e posso concedermi un po’ di tempo prima di tornare a casa, dove mi aspetta una madre ansiosa.
Mi dirigo verso la campagna, in un posto appena fuori città, dove vado spesso con le mie amiche.
Parcheggio la Peugeot vicino ad un fosso, di fianco ad un campo ed esco, assaporando la fresca brezza notturna ed il gran silenzio.
Imbocco una stradina che attraversa il campo passando di fianco ad un’abitazione in ristrutturazione. Le mie scarpe, strusciando sulla ghiaia, producono un rumore quasi assordante rispetto al silenzio che c’è e questo mi dà assai fastidio.
Vado spesso in campagna con le mie amiche, come ho già detto, anche di sera. Ma da sola non c’ero mai andata prima e, a dire la verità, credevo che avrei avuto almeno un po’ di timore, con tutte quelle storie di alieni, chupacabras e rettiliani che mi diverto a leggere, invece mi sento molto rilassata. Adoro il venticello, il silenzio e ancor di più il buio. Certo, prima i lampioni mi hanno dato sicurezza, ma quella è un’altra storia. E’ chiaro che quando uno si sente in pericolo apprezzi la luce, ma solitamente io mi rammarico dell’esistenza dei lampioni e sono ben felice di trovarmi in un posto senza averli tra i piedi.
Mi avvio quindi verso una stradina accompagnata per tutta la sua lunghezza da alberi di vario tipo (soprattutto gelsi) che costeggia un secondo fosso. All’imboccatura di questa, però, sta un’alta figura nera, incappucciata. Nonostante sia tardi e sia strano che ci siano altre persone, non vengo presa dal panico. Provo una leggera inquietudine, non tanto data dalla presenza di quella figura, ma più per la sua silhouette, che ha un qualcosa di strano. Avvicinandomi, mi rendo conto con una scarica di adrenalina del perché: chi mi sta davanti non indossa una felpa, come avevo inizialmente pensato, bensì una lunga tonaca. Sembra quasi la Morte, anzi, la somiglianza è incredibile: manca solo la falce.
Più incuriosita che spaventata, non indietreggio. Mi chiedo chi sia questa apparizione di cui, noto, più cerco il volto nella penombra più mi convinco che non ne sia provvista. Sembra quasi che la tunica sia indossata da un uomo invisibile.
Ecco allora che si mette a parlare, con una voce vecchia, vecchia quanto la storia umana, ma nonostante ciò molto chiara: «Curioso>> dice «che una ragazza si trovi da sola in un posto simile a quest’ora. Non hai paura?». «No.» rispondo convinta. «Ne ho avuta di più in città.» aggiungo poi, ripensando allo spavento che mi son presa appena una decina di minuti prima.
«Ebbene … cosa ti spinge ad isolarti in campagna la notte?». Fa questa domanda come se l’avesse posta a centinaia di persone prima di me e come se sapesse già la risposta.
«… la vita sa essere strana, a volte.» rispondo, come incipit del discorso.
«Ah, la Vita …! Sì, la conosco bene, la Vita … spesso sono stato associato a lei. Anzi, spesso mi si chiede di risolverle i problemi, o soprattutto di darle un senso.». Mi guarda (ehm, beh, o almeno credo), aspettando che continui il discorso che ho cominciato.
«In realtà, è una cosa banale … vede, io sono venuta qui per meditare sui miei problemi. Problemi, ehm, d’amore.».
Mi guarda. Aspetta che continui.
«Il fatto è … che …».
Ma davvero vuole sentire le mie cazzate?!
«… che c’è un ragazzo che mi piace e io credo che lui ricambi, ma ci comportiamo entrambi in modo strano … quando io cerco di avvicinarmi a lui, sembra che scappi, che abbia in qualche modo paura, timore. La cosa strana è che succede esattamente la stessa cosa anche a me, quando è lui che cerca di formare qualche rapporto.  E quindi non capisco perché, ecco. Non capisco perché continuiamo ad inseguirci ed evitarci. Ma soprattutto, non capisco perché IO mi comporti così! Non posso dire cosa passa per la testa di lui, ma perché a me succede che certi giorni vorrei poterlo avere accanto e altri non mi va nemmeno di vederlo?! Certe volte …».
Mi fermo, imbarazzata. Mi vergogno tantissimo a dirlo, anche al mio strano interlocutore, che nonostante io conosca da due minuti ispira grande fiducia.
« … certe volte mi chiedo “cosa mi piaccia veramente”... intendo dire, ho sempre odiato i maschi, mi hanno sempre fatto paura e non mi immagino con uno di loro accanto, anche perché quando ci ho provato in passato è stato piuttosto disastroso. Quindi, a volte mi chiedo se sono …».
Resto zitta, la parola non mi esce. Non ho assolutamente nulla contro gli omosessuali e scoprirmi lesbica non sarebbe affatto una tragedia, però mi vergogno lo stesso a dirlo, solo Dio sa perché.
«Insomma, perché l’amore deve essere tanto complicato?!» sbotto, per distogliermi dall’imbarazzo. «Perché la Natura ha reso agli esseri umani tanto difficile questo passo?!».
Il mio interlocutore si lascia scappare un buffo verso che potrebbe essere una risatina. Penso che non abbia mai sentito nulla di più banale.
«Tu non presti attenzione alle cose che dici.>> mi accusa. «Non sei qui per problemi d’amore, no. Tu sei qui per conoscere te stessa.».
Stavolta tocca a me guardarlo, aspettando che continui.
«Non devi interrogarti sull’amore, devi interrogarti su te stessa. Se il problema è il tuo comportamento, come hai detto, su quello devi riflettere. Non sprecare energie facendoti strane domande esistenziali … al momento non servono, non è lì che devi andare a parare.».
Sospira.
«L’Uomo dà troppa importanza all’amore. Certo, è importante … ma non sta tutto lì. Spesso la risoluzione dei problemi è un po’ più in là rispetto a quel che sembra. Se tu adesso ti metti a pensare al perché l’amore sia complicato, non ne ricavi nulla e non risolvi il tuo problema. Tanti uomini si sono interrogati sull’amore e nessuno è mai riuscito a coglierne l’essenza, poiché le sue sfaccettature sono troppe e troppo soggettive. Se vuoi capire qualcosa riguardo a te e al tuo amico, interrogati sul perché del vostro comportamento; guarda la realtà, non quello che le gira intorno.
D’altra parte, l’amore di coppia non è che uno dei tanti modi per conoscere se stessi.».
Mi prendo il mento con una mano, sovrappensiero. «Immagino che un altro di questi tanti modi lo stia usando giusto in questo momento.» azzardo, dopo qualche secondo di silenzio. *
Noto un debole bagliore dall’interno del cappuccio: un sorriso? Ah, allora, dopotutto un volto ce l’ha. Anzi, più lo guardo più comincio a notare dei particolari, nel buio. Come mai prima non li ho visti?
«Scusa … credo di averlo capito, ma … giusto per esserne sicura … chi sei tu? Perché sei venuto da me?».
Il suo volto scompare di nuovo, tornando anonimo. «Io visito tutti coloro che si prendono del tempo per farsi qualche domanda, che vogliono conoscere se stessi o il Mondo. Sono apparso a tanti personaggi famosi e di cultura, in passato, come a tantissimi altri ordinari e sconosciuti, ma non per questo meno importanti. Cerco di farmi conoscere per portare chi ne ha bisogno ad una risposta … certo, io posso indicare la via. Il passo finale si deve compiere da soli.
Sono un figlio dell’Uomo, in quanto nato dai suoi pensieri, ma allo stesso tempo anche un suo fratello, in quanto ci sviluppiamo e cresciamo assieme. Ma sono solo uno dei tanti fratelli gemelli dell’Umanità..».
“Tsè, tipico suo, non può mai parlar chiaro …” penso, con un sorriso.
Distolgo un attimo lo sguardo, attirato da una civetta di passaggio e, quando torno a rivolgerlo alla figura, rivedo il suo volto, chiaramente. Improvvisamente, avanza verso di me e mi passa attraverso: sento come se su ogni mia cellula, anche la più interna, stesse soffiando un forte vento.
Mi giro, per vedere se c’è ancora, ma è sparito attraversandomi. E capisco la faccenda del volto: quella è l’apparenza della mia, unica e personale. Lei si sviluppa conoscendo me e io maturo conoscendo lei.
«Grazie, Filosofia …».




*lo dice perchè sta capendo chi è l'interlocutore
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Dante_Chan