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Autore: Kate_88    21/03/2011    9 recensioni
In secondo superiore nulla è facile, ancor meno se ci sono le prime difficoltà, gli amori e un nuovo nemico che non è per niente facile. Tutto cambia quando si cresce e sapere che un giorno si dovrà indossare una corona, grava ancora di più sulla schiena della povera Usagi.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Minako/Marta, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Ringrazio tutti coloro che seguono questa mia Fan Fiction. Grazie per le recensioni! Spero continueranno sempre e spero di non deludervi.
Vi lascio con questo capitolo incentrato molto su Usagi e Mamoru. D'altronde si sa, Principessa non è facile...



 

Capitolo 13 – Responsabilità sulle mie spalle.

 

 

La notizia della morte di Yaten aveva scosso tutti.

Seiya aveva sviluppato un naturale odio per Minako, ritenendola responsabile di ciò, Taiki e Ami erano come una corda tesa. Haruka e Michiru erano totalmente schierate per la protezione della principessa, Hotaru e Setsuna cercavano di tirare su di morale Minako.

Rei e Makoto non povano fare molto e si limitarono a mantenere la pace anche tra i quattro generali che subivano la pressione di quegli scontri.

Non erano gli unici.

Mamoru s'era accorto che, da quando era morto Yaten, anche Usagi non era più la stessa.

Spesso la notava assorta nei suoi pensieri, oppure davanti allo specchio con lo sguardo vuoto.

« Va tutto bene? »

« Si Mamo – chan »

Usagi annuì debolmente, ricercando poi l'abbraccio dell'amato.

« Posso stare qualche giorno da te? Dirò a mia madre che resterò da Makoto. »

« Sai bene che puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, però dimmi che ti succede. Mi preoccupi. »

Scosse il capo, negando di avere qualcosa.

In casa era vitale quanto un fantasma e non era difficile accorgersene.

Lei che viveva di sorrisi e spensieratezza, si sentiva piuttosto turbata da quella morte, così improvvisa e come sempre, dentro di se i sensi di colpa la mangiavano.

Era consapevole di come si sentisse Minako, sapeva che lei più di tutti aveva ricevuto il colpo e ancora non si riprendeva.

Era passata una settimana e Kaspar non faceva arrivare mai buone notizie.

Non mangiava.

Dormiva poco.

Non rideva e aveva perso interesse per tutto.

Usagi sapeva che il problema della sua amica non era l'amore ma i sensi di colpa li conosceva bene e sapeva quanto potessero far male.

 

Usagi quella notte l'aveva passata da Mamoru e nel letto con lui si sentiva particolarmente serena.

Il calore che quell'uomo sapeva darle era immenso e lei se ne nutriva continuamente come se ogni attimo fosse un caldo abbraccio.

Stranamente lei si svegliò per prima e rimase per un po' ad osservare quell'uomo che le faceva battere il cuore.

Fare l'amore con lui era qualcosa che sfiorava il divino, probabilmente era così per il grande amore che li univa.

Ad osservarlo addormentato pensò che davvero aveva i tratti di un principe, ma lei? Si alzò infilando solo una vestaglia rosa per coprire le nudità, di seta, comprata apposta per le occasioni in cui restava da lui.

Andò di fronte lo specchio s'osservò attentamente, liberandosi poi di quell'indumento, riflettendo la sua immagine nuda.

Come si vedeva?

Vedeva un corpo debole.

Occhi ordinariamente azzurri.

Fianchi fin troppo dolci.

Vedeva ciò che non c'era.

Vedeva una persona vulnerabile, incapace di fare qualcosa senza il supporto di qualcuno accanto a se.

Faceva male.

Gli occhi erano lucidi, le mani portò alle labbra tremando un po'.

Lei era inutile a tutti e soprattutto a Minako perchè doveva aiutarla in qualche modo eppure non ci riusciva.

S'inginocchiò a terra racchiudendo il volto tra le mani, finchè avvertì sulla pelle il tessuto della vestaglia.

Mamoru era lì a coprirla, a sostenerla.

« Mamo – chan io non sono pronta. »

« Cosa intendi? »

Tra le lacrime, rivelò le sue più grandi paure.

« Non sono pronta a diventare regina. Non posso essere una regina se sono così inutile. Non ho potuto salvare Yaten e Minako soffre tanto. Non ho sconfitto il nemico e spesso per colpa mia siete tutti sotto le mire dei nemici. Non posso continuare ad essere una principessa, io... non è facile. »

« Shhh... calmati. Ascoltami attentamente. »

La fece girare, aiutandola ad infilare la vestaglia, osservandola nella dolcezza e la tristezza dei suoi occhi.

A terra, inginocchiati entrambi, Mamoru le carezzava le spalle.

« Tu sei eccezionale così come sei. Non dire che sei inutile, non darti colpe che non hai. Possiedi un cuore puro, ci hai salvate tante volte con la tua speranza, quando noi non sapevamo più cosa fare. E nel futuro, non dire che non puoi essere una regina perchè, anche se hai un piccolo dubbio, sai già che lo sarai, ricordi bene quando ci siamo andati...? »

« E se non sarò così? Insomma, il futuro cambia. La Serenity del futuro era eccezionale, una madre e regina stupenda ma io... non sono come lei. »

« È vero, tu non sei lei, perchè lei è già nel futuro, ma la Usagi che conosco non si arrende alle prime difficoltà. Non incolparti di ciò che è accaduto a Yaten, sono certa che Minako sappia che non eri lì, non potevi sapere nulla. Capito? »

Usagi annuì, tirando su con il naso e asciugando le lacrime.

Mamoru le baciò le labbra delicatamente, poi mormorò: « Senti, so che dovresti andare a lezione ma credo che se non vai un giorno, non succede nulla. Oggi devo andare nel pomeriggio qualche ora in ospedale, ci rimettiamo un po' a dormire? Ho proprio bisogno della mia Usako e del suo calore mattutino. »

« Bè non c'è bisogno di chiedermelo. Già non ci volevo andare, se poi sei tu a domandarmelo, direi che resto qui volentieri, con te. »

Mamoru tese la mano verso la sua principessa e la portò a letto.

Riposarono molto, poi lei rimase a casa mentre Mamoru svolgeva i suoi doveri in ospedale.

Quella sera voleva dimostrare a quell'uomo che sarebbe stata un'ottima moglie e non si sarebbe pentito della scelta fatta.

Se fosse stato un prodotto, per come la pensava lei, sul mercato ci sarebbero state tante alternative più buone, di ottima qualità, ma lui aveva scelto quel prodotto strano tra tanti e lei voleva dimostrargli che quella era la scelta ottima, non se ne sarebbe pentito nel tempo.

Indossando un abito semplice e un grembiule con un coniglio stampato, iniziò a tagliare le verdure, decidendo di preparare un semplice Ramen, buono e caldo per entrambi.

Assaggiò il brodo, preparò la carne, tagliò l'uovo, mischiò le verdure. Tutto era pronto.

Non preparò una tavola speciale. La cena doveva essere normale, simbolo della classicità della famiglia giapponese.

Si sentiva una neo sposina. Se la madre avesse saputo che era da Mamoru e non da Makoto probabilmente non si sarebbe arrabbiata ma il padre avrebbe mosso fulmini, tuono e chissà che altro, minacciando Mamoru di portargli via la sua bambina.

Era pur sempre il padre.

Mamoru rientrò stanco dal lavoro.

Trovare Usagi a casa, con quel grembiule era quanto di più dolce e seducente potesse vedere.

Di certo non si sarebbe mai abituato, ogni sera sarebbe rientrato con la speranza di vederla fino ad avere la conferma che era lì, in tutto il suo splendore.

Quella donna era tutta la sua vita e non vedeva l'ora di sposarla.

Chi conosceva Mamoru non l'avrebbe mai detto. Nascondeva i suoi sentimenti, appariva freddo e distaccato.

Molte ragazze avevano fatto il filo a quell'uomo, venendo rifiutate bruscamente, poi si sparse la voce che una ragazzina aveva fatto breccia nel suo cuore.

Quando lo videro in giro con una quindicenne, l'impatto fu forte, eppure accanto a quella ragazza lui cambiava.

Sorrideva, era dolce, spesso la carezzava e negli ultimi tempi non aveva timore a stringerla e baciarla in pubblico: era diventata una donna e se qualcuno glielo chiedeva, non avrebbe negato che di lì a poco l'avrebbe sposata.

In un turbine d'emozioni, Mamoru abbracciò Usagi e le baciò le labbra sempre con dolcezza.

« Odore di Ramen? L'hai preparato tu? »

« Ho pensato che non era necessaria una cena a lume di candela e che il ramen fosse più familiare. »

« Te l'ho già detto che ti voglio sposare? »

« Si e ti risponderò si ogni volta che vorrai. »

Era una serata davvero bella e magica.

Sedettero al tavolo ed iniziarono a mangiare, quando squillò il telefono.

« Vado a rispondere Mamo – chan. Tu continua a mangiare che devi avere fame dopo aver lavorato. »

Mamoru rischiava di svenire per il rossore sulle guance.

Da quanto tempo quella ragazza teneva i fili del suo cuore, maneggiandoli con dolcezza?

L'osservava mentre rispondeva al telefono, sorridendo.

« Ciao Kaspar. Cerchi Mamoru? »

« No Principessa, sapevo di trovarvi da lui. Sarebbe necessario il vostro intervento e anche quello del principe. »

« Cos'è successo? »

Mamoru s'alzò in piedi affiancando Usagi.

« Seiya sta attaccando Venus, Mars, Jupiter e Mercury. È stato preso anche lui. »

« Dove sono? In che senso è stato preso? »

« Tanos ha impresso il simbolo. Le ragazze sono in pericolo. »

« Andiamo subito. Kaspar voi continuare da casa a monitorare la situazione e avvertite, in caso di pericolo, le altre, altrimenti non diamo loro pensiero. »

Usagi attaccò subito il telefono e con le lacrime agli occhi guardò Mamoru.

Non c'era bisogno di parole.

Correndo nelle vesti di Sailor Moon e Tuxedo Kamen tornavano a svolgere il loro compito primario.

 

 

 

 

 

 

   
 
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