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Autore: A g n e    21/03/2011    1 recensioni
Ho provado ad immaginare il momento in cui Sirius abbandona la famiglia.
Questa storia in teoria partecipa al Paint your life contest.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“NON POTETE TRATTENERMI CONTRO LA MIA VOLONTA’!”
“COME SE CI INTERESSASSE UN TRADITORE DEL SUO SANGUE!”

Una porta sbatté violentemente. Rumori di passi concitati sulle scale, poi il silenzio.
Regulus attese che il suo corpo finisse di tremare e il suo cuore di battere a un ritmo sbagliato. Poi riaprì gli occhi.
Non era la prima volta che Sirius e i suoi litigavano. Pensava di esserci abituato, invece niente. Pensava di dare per assodato che i traditori del proprio sangue non meritavano considerazione, invece niente. Pensava non gli importasse un granché se i colori della camera di Sirius stonavano in maniera così evidente con il resto della casa, invece niente. Niente. Un nulla che lo opprimeva più di quanto potesse sopportare.

Un tramestio, passi, qualcosa di pesante trascinato sul parquet. Regulus si alzò, aprì la porta della sua camera e si ritrovò davanti il fratello. Capelli scarmigliati, goccioline di sudore sulla fronte e un ghigno da folle dipinto sul volto. In quel momento gli fece quasi paura. Lo fissò negli occhi, di un blu profondo, l’unico colore che condividessero, l’unica caratteristica che avessero in comune. Profondi, eloquenti occhi blu.

“Fratellino”. Un tono falsamente allegro. Regulus non smise si guardarlo, imprimendo in un’occhiata quante più richieste possibili, che sfociarono tutte in una sola: resta. Non te ne andare, Sirius. Resta.

Sirius allungò una mano, facendo cadere davanti a Regulus un vecchio e polveroso pupazzetto blu. “Lo riconosci, Reg? Me l’avevi regalato tu. Avevo sette anni e mamma mi aveva messo in castigo. Tu sei sgattaiolato in camera mia e mi hai portato questo, per consolarmi”. Una risata stanca, senza allegria. “L’avevo scagliato in un angolo e ti avevo detto di sparire”. Un’altra pausa. “Non l’hai fatto. Sei andato a sederti in quell’angolino, hai preso in mano il pupazzetto e sei rimasto lì. Volevi consolarmi, ma non sapevi cosa fare, cosa dirmi”.

Sirius distolse lo sguardo da quella figura magra, impacciata e fece qualche passo verso le scale.

“Me ne vado, Reg. Non sopravvivo più, in questa casa. A te piace volare, vero? Sai, d’estate, se voli abbastanza in alto, ti perdi nel blu. Blu come il pupazzo che mi avevi regalato. Ma non mi basta più un pezzetto di cielo impolverato per sentirmi libero”.

Scese qualche gradino. Poi si fermò, come a voler aggiungere qualcosa. Un saluto, uno sguardo. Qualcosa. Ci ripensò e si affrettò ad uscire di casa.

Regulus rimase immobile vicino alla porta per ore. Poi si chinò a raccogliere il pupazzo e lo scagliò fuori dalla finestra, in un cielo che non avrebbe mai più avuto il colore giusto.


Angolino autrice

Yaooo, angst a volontà anche stavolta. Dovrebbero darmi il premio angst, altrochè. Ad ogni modo, funzionava così: sceglievo un colore e mi davano un pacchetto. Il mio era questo.

colore: blu
personaggi: Sirius e Regulus Black
pairing: //
luogo: Grimmauld place
tempo: quando andavano a scuola
prompts: fratelli, famiglia, scelte

Sì insomma, l'originalità concessa non è poi il massimo. Ma tant'è. Il fatto è che la giudicia è sparita nel nulla. Si è offerta un'altra giudicia come sostituta, ergo aspettiamo.

   
 
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