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Autore: jessica80    21/03/2011    6 recensioni
Il re si avvicinò di più all'insolente mortale continuando a fissarla. La donna poteva sentire il fiato di lui mescolarsi al suo.
- Sarah rilassati, io non ho fatto proprio niente al tuo… amico. -
Dopo tredici anni Sarah torna nell'Undergroud per riprendere qualcuno che lui ha rapito.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Varcata la finestra della sua camera, Sarah si ritrovò in una stanza di forma quadrata con mura altissime. Il pavimento era in terra battuta; non c’erano sassi, fili d’erba, nulla. Solo terra secca, arida e priva di vita. La stanza era illuminata da qualche fiaccola appesa alle pareti.
La ragazza si voltò verso il re dei goblins, non era più vestito di nero. Indossava pantaloni grigi stretti che lasciavano davvero poco spazio all’immaginazione; la camicia bianca di morbida seta era leggermente aperta sul petto e metteva in evidenza lo strano medaglione; gli immancabili stivali alti fino al ginocchio erano della stessa tonalità dei pantaloni. Sarah per un momento fu tentata di toccare quella camicia per sentire se era così morbida come sembrava. Jareth avvertiva il suo imbarazzo e se ne compiaceva. Lei distolse lo sguardo dall’uomo che aveva di fronte e alzò la testa; sopra di lei imperava un alto soffitto pieno di aculei appuntiti.
- Che significa ? Avevi detto che mi avresti fatto ripercorrere il labirinto. Questo… questo non è il posto dell’altra volta.-
Il re la guardò sorridendo.
- Sarah, Sarah, Sarah, tu hai parlato di labirinto, non io.-
La ragazza spalancò gli occhi, dentro di lei un turbinio di sentimenti diversi: rabbia, delusione, amarezza, sconforto, paura.
Si avvicinò al re fissando quegli occhi spaiati. Jareth, d'altro canto, non aveva mai notato prima quanto fossero limpidi e profondi gli occhi di lei.
- Mi ucciderai, non è vero ? - gli chiese rassegnata.
No, Jareth non si sarebbe mai aspettato una domanda simile. La ragazza che lo aveva sconfitto anni prima non aveva mai pensato alla morte. Sarah pensava veramente di poter morire ? E lui, voleva veramente sbarazzarsi di lei ?
Il re andò verso di lei e passò attraverso il suo corpo, portandosi alle sue spalle. Sarah aveva dimenticato quella sensazione di magia scorrerle nelle vene e lungo la spina dorsale. Jareth lo aveva già fatto una volta, nella stanza di Escher. Il re, dall’altro canto, avrebbe voluto abbracciarla, stringerla forte al petto, affondare il viso nei suoi capelli e rassicurarla che mai, mai le avrebbe fatto del male. La ragazza si voltò di scatto, giusto in tempo per vedere un orologio comparire sul muro.

- Quanti anni sono trascorsi dall’ultima volta, Sarah ? -
Sarah socchiuse gli occhi, non capiva…
- Beh… tredici, credo…-
 Il re sorrise a quella risposta.
- Si, tredici. Non è uno strano numero mia preziosa ? Il labirinto è cambiato Sarah. Tu, sei cambiata !-
Allungò una mano guantata verso l’orologio.
- Hai a tua disposizione tredici ore per risolvere il labirinto. Allo scadere del tempo, Denny diventerà uno di noi. -
Sarah lo vide scomparire mentre le sue ultime parole rimbombavano nella stanza. Alzò ancora lo sguardo verso l’alto, il soffitto che minacciava di crollarle addosso.
- Fantastico! Denny diventerà un folletto e io uno spezzatino !-
 
*** *** ***
 
Denny aprì gli occhi, lentamente. Si ritrovò disteso prono, la mascella e i palmi delle mani che poggiavano su un pavimento di pietra freddo e sporco. Con non poca difficoltà causata dal dolore alle gambe e alle braccia, si sollevò e si mise seduto. Ai polsi e alle mani gli erano state legate delle catene perfettamente cementate al muro. Si umettò le labbra con la lingua, aveva sete; sentiva la bocca secca e il palato gli bruciava. Percorse con lo sguardo la stanza, o meglio, la prigione. Era una cella abbastanza grande, illuminata appena da una finestra posta su una parete e per metà murata. La stanza era completamente spoglia, non c’era né letto né wc. Solo una poverissima prigione. L’aria era umida e irrespirabile e gli olezzi della muffa gli avevano riempito le narici. Abbassò lo sguardo verso il pavimento;  al centro della stanza si trovava un grande bicchiere d’acqua fresca. Sicuramente il liquido era ghiacciato perché il vetro che lo conteneva era appannato, e gocce d’acqua si erano cristallizzate lungo la parete del bicchiere.
Il ragazzo si alzò in piedi faticosamente; con il rumore metallico delle catene che strisciavano al suolo nelle orecchie, si diresse verso il bicchiere. Fece solo qualche passo prima di cadere a terra, in ginocchio, le mani poggiate sul pavimento freddo. Le catene erano troppo corte e non gli permettevano di raggiungere il centro della prigione. Teneva lo sguardo basso, il respiro accelerato. Un paio di stivali lucidi attirò la sua attenzione. Denny alzò lo sguardo lentamente, molto lentamente, percorrendo ogni centimetro del corpo che si stagliava di fronte a lui, fino a raggiungere un volto pallido, dai lineamenti marcati. Il ragazzo incontrò i suoi occhi, di un azzurro sorprendente, le pupille una più grande dell’altra. Si, era come Sarah l’aveva descritto. La figura di fronte a lui lo fissava di rimando, le braccia conserte, un ghigno di palese trionfo stampato sulle labbra.
- Ciao, Denny.- 
Il ragazzo non rispose, limitandosi a fissare quegli strani occhi inumani. Dopo qualche istante di silenzio si fece coraggio e lo affrontò.
- Dove… Dove sono ?- La voce di Denny era incerta ed intrisa di panico.
- In una segreta.- Rispose Jareth freddo.
Il re di Goblin, senza voltare le spalle a Denny, fece qualche passo indietro fino a raggiungere il centro della stanza. Si chinò e prese il bicchiere, sorridendo.
- Oh, ma guarda un po' cosa abbiamo qui. E’ proprio quello che ci vuole in questo momento.-
Jareth si portò il bicchiere alle labbra, chiudendo gli occhi e gustando la freschezza dell’acqua.
Quando riaprì gli occhi, Denny era ancora in ginocchio che continuava a fissarlo.
- E’ proprio buona, ne vuoi un sorso ?- Il sorriso di scherno del re non lasciava alcun dubbio, si stava prendendo gioco del ragazzo.
- Vaffanculo !- La voce di Denny era tagliente e decisa.
Jareth alzò il mento e gettò con forza il bicchiere a terra che si frantumò in tante piccolissime schegge di vetro, il rumore riecheggiò in tutta la segreta. L’acqua aveva creato una strana macchia scura sul pavimento, quasi fosse veleno. Il re, con pochi passi veloci e decisi, raggiunse Denny. Si chinò su di lui, lo sollevò con una mano e con forza lo scaraventò con la schiena contro il muro, tenendolo fermo per il collo della camicia. Denny vedeva il fuoco negli occhi del re e sentiva il suo fiato sul viso. Un profondo senso di paura lo invase.
- Non osare mai più rivolgerti a me in questo modo, o per voi sarà la fine. Sono stato abbastanza chiaro, ragazzo ?-
Denny fece un leggero cenno con la testa ed il re lo lasciò bruscamente, facendolo cadere pesantemente a terra.Denny fece un leggero cenno con la testa ed il re lo lasciò bruscamente, facendolo cadere pesantemente a terra. I polsi e le caviglie gli dolevano e la caduta aveva contribuito ad accentuare il dolore provocato dalle catene.
Voi…” una strana consapevolezza balenò nella testa di Denny.
- Sarah.- Era stato poco più di un sussurro ed al re non era sfuggito. 
Jareth si chinò su di lui, lo sguardo penetrante.
- Sì, stupido mortale. Tu e Sarah.-
Denny si sentì mancare, gli sembrava che il pavimento sotto di lui cominciasse a sparire lentamente. Aprì la bocca per respirare, gli mancava l’ossigeno. Voltò lo sguardo verso gli occhi spaiati del re che si era  chinato di fronte a lui.
- L’hai già uccisa ? Oppure è qui, da qualche parte ?-
Jareth sorrise.
- No, non l’ho uccisa.- Il re evocò una sfera e avvicinò il suo viso a quello di Denny, mentre con una mano teneva sollevato il globo di cristallo.
- Eccola, la tua amica. -
Denny vide il suo stesso volto deformato dalla rotondità della sfera, cambiare le sembianze mostrando a poco a poco il viso di Sarah. Sembrava che stesse bene, con lo sguardo sembrava cercare qualcosa nel vuoto ma non riusciva a capire cosa. Denny alzò una mano per toccare la sfera.
- Sarah !- Era stato un flebile sussurro.
Jareth si voltò verso di lui e fece scomparire il cristallo sotto i suoi occhi prima che il mortale potesse toccarlo. Il re di Goblin si alzò in piedi e si rivolse a Denny senza guardarlo, sistemandosi i guanti.
- Come puoi vedere Sarah sta bene. Si è offerta di attraversare di nuovo il labirinto per evitare che tu venga trasformato in un goblin.-
Denny si mise seduto con la schiena contro il muro, cercando una posizione agevole nella scomodità del luogo.
- L’hai obbligata a tornare qui, non è vero ? Le hai teso una trappola !-
Jareth era particolarmente sorpreso dall’insolente tenacia di quel mortale; dove riusciva a trovare tanto coraggio ?
- No Denny, io non obbligo, io propongo. Sarah si è offerta di tornare nell’Underground di sua spontanea volontà, per salvarti la vita.-
Detto ciò, il re dei goblins scomparve dalla segreta lasciando Denny da solo. Il ragazzo si passò una mano sui capelli e, voltando lo sguardo, vide al suo fianco un vassoio con del pane e dell’acqua fresca.
 
*** *** ***
 
- Merda !– Sarah sbatté inutilmente le mani contro il muro.
Cercava una via d’uscita da quella dannata stanza ove non c’erano né porte e né finestre. Solo quattro mura e un soffitto pieno di aculei. “Eppure nulla è ciò che sembra in questo posto”.
Alzò lo sguardo verso le fiaccole appese alle pareti. Il muro attorno alle torce era stranamente più lucido rispetto al resto della stanza.
Sarah allungò una mano verso il punto sulla parete dove poggiavano le torce, per toccarne la superficie. Una patina oleosa le imbrattò la mano. Avvicinò le dita al viso, per annusarne l’odore. “Cera”. Un sorriso di trionfo le si disegnò sul volto.
- Wow, forse ho trovato la via d’uscita.-
Con questa consapevolezza, prese le torce e le poggiò a terra una di fianco all’altra. Poteva vedere il calore del fuoco sciogliere lentamente il muro.
Un cigolio strano le fece sollevare la testa: mentre il muro si scioglieva, il soffitto perdeva i suoi punti di appoggio e rischiava di crollarle in testa.
- Dannazione !- Mentre la cera colava lenta creando un piccolissimo varco, Sarah con un piede spaccò il muro ormai fragile ed uscì finalmente dalla stanza.

*** *** ***

Care ragazze, per la celerità con cui aggiorno... beh... mi aspetto da voi un regalo !!!
Il prossimo capitolo però ve lo farò sudare, ci sto lavorando ma ho anche un lavoro (altro) che mi aspetta... e tengo pure famiglia !
Grazie come sempre alla mia carissima beta-amica Federica.

Fede, mica ti arrabbi se scrivo amica, vero ?

Baci a tutte che continuate a seguire.
J. (che sta per Jessica e non per Jareth ovviamente...)
  
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