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Autore: crimsontriforce    21/03/2011    0 recensioni
“L'ho conosciuto in sogno”, detto l'indomani alle amiche con aria rapita, gli avrebbe tolto ogni briciolo di rispettabilità e comunque non era vero. “Ho appreso qualcosa di lui tramite un suo sogno” alle sue orecchie suonava meglio ma, chissà perché, aveva l'impressione che Verena non se la sarebbe bevuta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Germogli della città chiusa'
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Per un vecchio challenge special di it100 avevo finito per scrivere quattro storielle su questo bel tomo che dovrebbe tipo essere il mio quasi protagonista: una era uno spin-off della sua versione Spirana ed è pubblicato nel capitolo relativo di Portò la morte a Zanarkand, una era seria e bruttina, una era scema e bruttina, questa mi piace ma me l'ero proprio scordata. Ops!










Legno scuro, carta, respiro


9. Paper thin walls stacked around you (Taking Back Sunday)

Questo sogno non è suo. Sert allarga le dita dei piedi sul pavimento levigato, pensieroso: nemmeno i soliti sogni sono davvero suoi, ma hanno il pregio dell'abitudine e sono fatti di terra fonda e di oscurità, di lunghe radici che si cercano nei secoli. Questo è pieno di aria umida e ferma, di legno laccato che demarca un labirinto di pareti bianche, e non è un sogno della città. È un sogno da straniero, come quell'uomo burbero di cui ieri ha colto solo un nome e il colore spento del tabarro.
I muri attorno a lui sono veli di carta . Tende l'orecchio. Non coglie niente.
Sert fa per inoltrarsi nei corridoi che circondano il suo spiazzo e vi si ripiegano attorno come anelli di corteccia. Al primo passo, il legno sotto i piedi rimbomba e si riverbera sulle pareti in un fruscio concentrico. Si irrigidisce e appoggia il secondo piede sul primo senza azzardarsi a poggiarlo a terra. Qualcuno ascolta; nessuno viene. La carta continua a vibrare, disperdendo il suo moto e parlando di un altro centro in quel labirinto, di quiete, di una pacata solitudine. Sert si rende conto che non vuole intrudere.
Si siede in silenzio, un movimento lento alla volta, percorrendo solo con la mente i sentieri tortuosi e deserti fino a che ogni pensiero va in circolo e si ferma. Tutto tace, immoto.
Vicino al risveglio gli sembra di sentire un respiro regolare trasportato dalla brezza.
Oggi Sert porta con sé una lezione di calma.

























Ma guardateli, Grion lo mette in riga senza neanche entrare in scena.
Btw, proprietà calmanti di pg isterici o meno, se quest'uomo mi diventa ancora un po' più apatico può pure finire a 0°K che non si nota la differenza... Lo amo come pochi altri, ma capisco che i non-Sert (e potenzialmente Tesse, ma non so se s'incontreranno) possano trovarlo una palla. Perfino una caffettiera farebbe sogni più movimentati! E questa doveva essere la sua flashfic introduttiva. Annamo bene!


   
 
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