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Autore: Pallina    21/03/2011    2 recensioni
[Storia classificatasi seconda al "Bertie Bott's Every Flavor Beans Contest" indetto da foxfeina sul forum di EFP e vincitrice del Premio Miglior Personaggio]
"Ma lui la faceva ridere, con la sua goffaggine le strappava sempre un sorriso, un sorriso sincero, come ne concedeva pochi. E la rendeva felice, mentre correvano insieme controcorrente, cercando di rubare attimi indelebili.
E come poteva la felicità essere sbagliata?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nickame (sul forum e EFP): Pallina88/Pallina
Titolo dell'elaborato: 
Felicità Sbagliata
Pacchetto scelto: 
Formaggio
Personaggio: 
Andromeda Black
Eventuali personaggi secondari: 
Famiglia Black, Ted Tonks
Citazione: 
“Molte persone credono di riflettere mentre stanno soltanto riordinando i loro pregiudizi.”
Genere: 
Malinconico, Romantico
Rating: 
Verde
Avvertimenti: 
OneShot
Eventuali noti dell'autore:
 Siamo durante le vacanze di Pasqua dell’ultimo anno di scuola di Andromeda. Questo personaggio mi ha sempre affascinato e spero di averlo reso bene, anche se ne dubito fortemente. Probabilmente ci saranno un sacco di errori nella storia, ma l’ho riletta talmente tante volte che non riesco più a vederli. Spero comunque che ti piaccia.

 

 

*

 

 

Felicità Sbagliata

 

 

“Molte persone credono di riflettere mentre stanno soltanto riordinando i loro pregiudizi.”

 

 

La campagna inglese sfrecciava davanti ai suoi occhi, mentre l’Espresso di Hogwarts la riportava a casa. Condivideva lo scompartimento con le sue compagne di Casa che, allegre, chiacchieravano; lei, invece, rimaneva in silenzio, isolandosi, mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino.

Il giorno prima aveva litigato con Cissy, per Ted; sua sorella l’aveva minacciata di raccontare quello che aveva visto, di quel bacio rubato al tempo.

Si chiedeva quando la sua relazione fosse diventata così importante, quando dall’essere una semplice avventura si fosse trasformata in qualcosa di così profondo da togliere il respiro.

Ted era entrato nella sua vita senza che se ne accorgesse, prepotentemente, distruggendo la maschera di freddezza che si costringeva a portare. L’apparenza era fondamentale per la famiglia Black e la sua relazione con un Mezzosangue non sarebbe passata sotto silenzio, lo sapeva.

Nessuno avrebbe fatto finta di niente, come quando Cissy si era messa con quel Corvonero; sua madre l’aveva chiamato un errore adolescenziale.

Corvonero si, Mezzosangue no.

Ma lui la faceva ridere, con la sua goffaggine le strappava sempre un sorriso, un sorriso sincero, come ne concedeva pochi. E la rendeva felice, mentre correvano insieme controcorrente, cercando di rubare attimi indelebili.

E come poteva la felicità essere sbagliata?

 

*

 

Non si accorse di una figura che entrò nella sua stanza, appoggiandosi allo stipite della porta.

«Abbiamo saputo della tua piccola tresca…» mormorò la voce divertita di sua sorella.

Andromeda non si voltò, mentre era intenta a disfare i propri bagagli, calma e pacata.

«Com’è adesso mischi il tuo sangue con quello sporco?» continuò imperterrita Bellatrix, mentre un risata divertita le usciva della labbra.

Andromeda, a quelle parole, sentì la rabbia assalirla e si girò con i pugni stretti lungo i fianchi, cercando di trattenersi, determinata a non mostrare il dolore che le stavano infliggendo in quel momento.

«Hai finito? O devi continuare con le tue battute ancora a lungo?» chiese, ostentando un tono distaccato.

Sua sorella alzò le spalle, prima di voltarsi e uscire dalla sua stanza come se niente fosse.

 

*

 

I suoi l’avevano convocata in soggiorno. Suo padre stava seduto su una poltrona, sua madre era in piedi al suo fianco; sembravano un quadro: perfetti e austeri, non un solo sentimento che si potesse leggere sul loro volto.

Andromeda entrò, ostentando una calma che era lontana dal provare.

«Padre, madre. Mi avete chiamata?» chiese, osservando i loro visi imperturbabili.

Suo padre annuì, alzando lo sguardo su di lei. Nei suoi occhi lesse una delusione profonda, una delusione che era stata proprio lei a causare, lei che era sempre stata la sua preferita, la più simile a lui.

Come poteva qualcosa che faceva la sua felicità fare tanto male alla sua famiglia?

Lo sguardo di suo padre le lacerava il cuore; abbassò lo sguardo, incapace di reggerlo.

«Ci abbiamo pensato.» affermò, un tono di voce freddo che non gli aveva mai sentito usare, almeno non rivolto verso di lei. «E abbiamo deciso che non potrai più vederlo.»

Andromeda alzò le sue iridi, andando a fissare i genitori, stupita.

Sua madre evitava il suo sguardo, guardando fuori dalla finestra; gli occhi di suo padre, invece, le dicevano che non aveva possibilità di ribattere: avevano preso la loro decisione, non poteva fare altro se non accettare la loro volontà.

«Ma-» provò comunque a rispondere, incapace di credere a quello che stava succedendo.

«Niente “ma”, Andromeda.» la bloccò immediatamente Cygnus Black, alzandosi in piedi. «Non capisco come ti sia venuto in mente di fare una cosa del genere, ma non abbiamo intenzione di lasciarla passare sotto silenzio ancora. Non dovrai più vedere quel ragazzo, sono stato chiaro?»

Andromeda abbassò lo sguardo, arrendendosi; poi, senza dire una parola, si voltò, ritornando in camera sua.

 

*

 

Era notte fonda e lei non riusciva a dormire. Se ne stava sdraiata supina sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto, mentre pensieri contrastanti la confondevano.

Le parole di suo padre le rimbombavano nella testa senza che potesse far niente per farle smettere; e la freddezza di sua madre le ricompariva davanti agli occhi, indelebile. Non aveva nemmeno voluto guardarla, come se le facesse ribrezzo.

Si alzò dal letto, andando alla finestra della sua camera e spalancandola. Era una notte tiepida di primavera, anche se il tempo nuvoloso le impediva di osservare il cielo stellato.

Andromeda prese un profondo respiro, cercando di calmarsi. Ma si sentiva mancare l’aria, si sentiva in trappola; nessuno in quella casa la capiva, troppo fermi sui loro pregiudizi per guardare oltre al proprio naso. Per rendersi conto che Ted l’aveva cambiata, rendendola una persona migliore; una persona più felice.

E come poteva la felicità essere sbagliata?

Senza pensarci, chiuse di scatto la finestra e prese la bacchetta, Smaterializzandosi in tutta fretta.

Ormai che aveva preso la sua decisione non poteva più aspettare, doveva vederlo.

 

*

 

Si Materializzò davanti alla porta di casa sua e iniziò a battere il pugno chiuso contro il legno, come una forsennata, presa da una frenesia non sua.

Dopo qualche minuto, sentì dei passi oltre la porta, prima che Ted spalancasse l’uscio. Aveva l’aria assonnata, indossava una semplice maglietta bianca sopra i boxer e si stava grattando la pancia, mentre tratteneva a stento uno sbadiglio.

Quando posò le sue iridi su di lei, aggrottò le sopracciglia in un’espressione perplessa.

«Andromeda?» chiese, stupito.

Lei annuì, prendendolo per una mano e allontanandolo dal portico di casa, così da essere lontani da orecchie indiscrete. Lo guardò a lungo prima di parlare, cercando di memorizzare il suo volto, i suoi gesti, le sue parole.

«Andromeda, che cosa ci fai qui?» le domandò nuovamente lui, stringendole la mano. «Stai bene?»

Lei sorrise, felice come mai lo era stata in vita sua. Non provava rimpianto per la propria scelta, non aveva bisogno di nessuno che non fosse lui; non aveva paura.

In quel momento iniziò a piovere, piccole gocce scesero dal cielo, andandosi a infrangere su di loro, lievi.

«Sta iniziando a piovere, vieni dentro.» affermò lui, iniziando a trascinarla verso casa, ma lei oppose resistenza.

Ted si voltò, guardandola, sempre più perplesso dal suo comportamento.

«Sposiamoci.» dichiarò alla fine, mentre un sorriso raggiante le si disegnava sulle labbra.

Il ragazzo allargò gli occhi, sorpreso, incapace di comprendere cosa veramente gli stesse chiedendo.

«I-io…» balbettò, massaggiandosi il collo, imbarazzato. «Sei sicura di star bene?»

Andromeda sembrò non ascoltarlo e continuò, la pioggia che ormai era aumentata, bagnandoli completamente.

«Non dico ora, una volta finita la scuola. Scappiamo e sposiamoci! Io voglio vivere con te, Ted, non voglio più tornare in quella casa, mai più.» affermò, gesticolando leggermente.

Il giovane Tassorosso la osservò attentamente, prima di abbassare lo sguardo, abbattuto.

«Non penso sia una buona idea.» mormorò in un sussurro appena udibile.

A quelle parole, la ragazza sentì il mondo caderle addosso: precipitò verso l’abisso, senza avere possibilità di respirare. Indietreggiò leggermente, mentre le sue iridi si sbarravano, atterrite da quello che aveva sentito, spaventata dall’idea di rimanere da sola, che anche lui la potesse abbandonare.

Ted sembrò improvvisamente rendersi conto di quello che aveva detto e le afferrò il volto tra le mani, lasciando che i suoi occhi si perdessero in quelli terrorizzati di lei.

«È la tua famiglia, Dromeda, sono sicuro che tra meno di una settimana cambierai idea, non vorrai più lasciarla e io non posso impegnarmi con te in una promessa che non sarai in grado di mantenere.» soffiò sulle sue labbra. «Io ti amo e per questo non posso legarti a me per sempre, perché proverai sempre rimorso per questa scelta, ti distruggerà.»

Andromeda iniziò a scuotere lievemente il capo, mentre lacrime di disperazione le sgorgavano dagli occhi mischiandosi alle gocce di pioggia, senza che lei potesse far niente per fermarle. Solo con lui riusciva veramente a lasciarsi andare, a mostrare i propri sentimenti, senza paura di essere giudicata, con semplicità.

«Non capisci.» urlò, mentre lui le asciugava con i pollici le lacrime, in un gesto pieno di sentimenti non detti. «Mi distruggerò se non faccio questa scelta, se non ti faccio questa promessa. Non tornerò mai indietro, perché sono loro che mi stanno imprigionando, impedendomi di essere felice. Può la felicità essere sbagliata? Io ho bisogno di essere felice, Ted!»

Lui la osservò a lungo, il volto completamente bagnato dalla pioggia, prima che un sorriso sincero gli si disegnasse sulle labbra.

«Sei sicura?»

«Non sono mai stata tanto sicura di una cosa in vita mia.» rispose lei e lui si avvicinò fino ad unire le loro bocche in un bacio.

Un bacio che sapeva di pioggia, di lacrime, ma anche di speranza; un bacio che suggellava una promessa, la loro scelta di vita. Un bacio che non avrebbero mai dimenticato, perché rappresentava una svolta, che li avrebbe cambiati per sempre.

Andromeda sorrise contro le labbra di Ted: la felicità non poteva essere sbagliata, lo sapeva.

 

 

 ***

 

 

 Questa storia ha partecipato al "Bertie Bott's Every Flavor Beans Contest" indetto da foxfeina (che ringrazio! ;D) sul forum di EFP, classificandosi seconda e vincendo il premio "Miglior Personaggio"! 

Questo è il modo in cui, la mia mente malata, si immagina la scelta di Andromeda; mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!

Qui sotto riporto il giudizio della giudiciA:

 

Seconda classificata

Pallina88

Felicità sbagliata”

 

Grammatica: 14,75/15

Non ci sono tutti gli errori che temevi, come vedi! Ho tolto solo 0,25 punti per un “che” mancante: “Com’è adesso mischi il tuo sangue...”
Lessico e stile: 9/10

Stile estremamente scorrevole. Non pretenzioso, molto semplice, ma con alcuni attimi di grande preziosità.

Un paio di frasi lievemente pesanti, forse, ma proprio niente di che.
Caratterizzazione: 13/15

Per essere stata il primo tentativo con il personaggio di Andromeda...direi che te la sei cavata più che bene! E' un personaggio parecchio complesso, ma sei riuscita a renderla quasi perfettamente, per quanto ne sappiamo. L'unica cosa su cui avrei fatto più luce è il contrasto interiore che – sicuramente – si è sviluppato in lei, in quei momenti. Insomma, lei non è proprio come Sirius, che non ne può più e scappa via. Lei è legata alla famiglia, nonostante tutto. O almeno, questo ci sembra. Forse avresti dovuto analizzare un po' di più questo aspetto :)
Originalità: 8/10

E' pur vero che il momento in cui Andromeda si ribella alla sua famiglia è molto gettonato... ma non riesco, comunque, a non ritenere questa storia molto originale, per il modo in cui il tema è stato affrontato. L'unica scena un po' scontata è quella in cui i genitori la chiamano “a rapporto”, per il resto hai immaginato momenti abbastanza fuori dall'ordinario, che mi sono piaciuti molto; su tutti, quello finale :)
Utilizzo elementi aggiuntivi (citazione): 8/10

Hai inserito la citazione all'inizio del testo. Calza a pennello, non ci sono dubbi. Avresti forse potuto giocare di più su quel “riflettere”, cosa che i Black sono convinti di fare :)
Gradimento personale: 4,5/5

La storia mi è piaciuta molto: interessante, romantica, scorrevole. C'è tutto, direi :) I miei sinceri complimenti ^^

 

Totale: 53, 25 punti

   
 
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