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Autore: KaienPhantomhive    21/03/2011    3 recensioni
Un'Italia fantascientifica di un mondo diviso tra Eurasia ed Austramerica, il ritorno degli Angeli (dopo tre anni)per rivendicare la loro presenza ora provata ad essere smentita da un ambiguo accordo tra NERV e Vaticano....la vita può solo essere capita all'indietro, ma va vissuta in avanti.
"Cos'è la vita? Un sogno.
Cos'è l'Amore? Il contenuto del sogno."
Serie coinvolte:
EVANGELION (base); NARUTO SHIPPUDEN (citazioni frequenti), DEAD SPACE (comparsa), CLOVERFIELD (comparsa), KUROSHITSUJI (citazioni, comparsa), AQUARION (comparsa e anticipazione...) CODE GEASS (citazione), Z.O.E (comparsa)
Filosofia di riferimento:
Schopenahuer; Kierkegaard; Kant; Aristotele; Socrate; Shakespeare; Democrito; Platone; Seneca; Voltaire; Bacon; Hegel; Einstein; Freud; Rousseau; Cartesio; Popper; Sartre; Stuart Mill; Fichte; Brecht; Epicuro; Nietzsche; Bohenoeffer
Genere: Azione, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neon Genesis Evangelion - Moonlight SINphonia'
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Angolino dei commenti
 

dubious3: sapere che ti è piaciuto il cap. mi solleva! Temevo di averlo troppo cervellotico-fisico! Meno male che si è capito comunque! Solo una cosa: non ho molto chiaro la tua idea di ‘carina’ riferita a Mike e Alex….doveva essere una cosa triste! O.O. Anyway…i misteri ora iniziano a svelarsi ed infittirsi allo stesso tempo! Leggi…leggi….Gendo &co hanno parecchi assi nella manica! Nota di servizio: l'html per i codici URL oggi non funziona bene, quindi dovrete cercare il link nella barra di ricerca del votro motore di ricerca. Chiedo venia...
 
Ancora una volta, dopo interminabili attese(non ce la faccio proprio a sbrigarmi), vai col nuovo capitolo(inserto song-fic): l’emozione continua!

 
 
Silenzio e poi…/Con rabbia.
 
Martedì 20 Gennaio. Luogo imprecisato. Ora ignota.
 
Un cono di luce si accese al centro della sala completamente buia, i cui confini si perdevano nella penombra.
L’uomo ritto in piedi ne fu investito, ma non si scompose, restando perfettamente immoto.
Una quindicina di schermografie nere dagli inquietanti emblemi esoterici scarlatti vennero proiettate intorno la sagoma stante, creando una circonferenza perfetta.
Con voce profonda, la prima SEELE-SOUND ONLY aprì il dialogo:
“Ispettore Speciale Makinami, credo lei sappia perché si trova qui.”
Il giovane uomo, di non più di ventisette anni, rispose impassibile, impedendo perfino ai lunghi capelli neri e setosi di ondeggiare:
“Signorsì. Sono a conoscenza delle disposizioni.”
Estrasse un tabulato da sotto la giacca nera a doppio petto, leggendo lo scritto: “Secondo l’articolo 532-comma 3 dello Statuto Magistrale delle Nazioni Unite, la SEELE-in quanto sovrintendente dell’Agenzia Speciale NERV- gode di completa disponibilità finanziaria ed agevolezza.
Premesso ciò, le ordinanze sono  riportate in quanto segue:
è data facoltà alla ripresa della ricerca a scopi bellici denominata come ‘Progetto E’, tale ordinanza deve essere approvata dal Membro Britannico Wilkinson e dal Membro Russo Zakarovski;
è data facoltà di perseguire gli sviluppi nell’area 000-Artide denominata come Betthany Base, con particolare riferimento alla dissezione autorizzata sul reperto organico rinvenuto una settimana esatta fa;
è data inoltre facoltà al sottoscritto Teru Illustrious Makinami, Ispettore Speciale sotto la diretta selezione della SEELE britannica, di fare rapporto tramite mandato ufficiale sugli attuali movimenti della filiale Italo-Giapponese, sotto il controllo del Comandante Gendo Ikari, membro ad-honorem della SEELE.E’ tutto.”- concluse infine.
“Puntuale come sempre, Makinami. Me ne compiaccio."- si complimentò la numero 08 -“Ovviamente, come Membro Russo, dò il mio consenso.”
Si fece avanti la 05: “In quanto Membro Britannico, slegato dall’autorevolezza di Sua Maestà la Regina, è mio dovere finanziare l’assemblaggio dell’Unità 05 sotto la produzione russa. Approvo.”
“Perfetto.”- continuò morbidamente il giovane ispettore, calcandosi con l’indice gli occhiali sottili sul naso -“Riferirò i vostri assensi. Se non sbaglio, l’Eva 05 è già ultimato per metà. Con le dovute spese i lavori procederanno più rapidamente. Inoltre…”
“Disponiamo finalmente di un esemplare di Angelo in perfetto stato di conservazione.”- terminò al suo posto la SEELE 02.
“Il ritrovamento dell’Angelo Vasher-Iah, immobilizzato nel permagelo, ci garantirà avanzati studi per la costruzione degli Eva di prossima generazione. L’Unità 04 non è che l’inizio, possiamo migliorare.”- aggiunse la 03.
 “Ispettore Makinami, è suo preciso compito recarsi direttamente alla Base Betania.  Dista una centinaio di kilometri da qui. Faccia rapporto di tutto ciò che accadrà.”- gli impartì la numero 06.
“Come desidera.”
“La supremazia degli umani, i Lilim, sugli shiito, gli Angeli, porrà finalmente fine al mondo corrotto e governato dalla caotica realtà umana.”- asserì profetico l’uomo dietro la SEELE 01-“Qui dove ci troviamo, a Nuova Karnak, nello sperduto ed incontaminato Polo Nord, sarà dove Dio troverà il suo profeta più puro. Tutti gli ingranaggi ruotano lentamente a loro posto: manca poco. SEELE: IL TRONO DELL’ANIMA!”
L’epiteto galvanizzante pose fine al discorso.
Il giovane uomo si passò una mano tra i fluenti capelli neri, dirigendosi verso una piccola porta illuminata dalla luce al neon.
Uscito dalla sala conferenze, si ritrovò in un corridoio metallico.
Un uomo armato ed in divisa militare accanto alla porta blindata gli si rivolse in tono sarcastico: “Si copra bene, Teru. Sa com’è: qui fa freddo.”
Con un sogghigno appena accennato, il giovane rispose più per dovere che per cortesia: “Ma certo.”
Indossò il pesante cappotto anti-vento e si incamminò verso l’uscita.
 
*   *   *
 
Stesso giorno. Appartamento del first children(settimo piano). Ore 22:30 A.M. Neo-R2.
 
 
Lui sedeva silentemente sullo sgabello posto al centro del monolocale spoglio di qualsiasi decorazione. Le fredde pareti di nudo cemento riflettevano il pallore del plenilunio.
Su un  piccolo tavolo era accatastata una pila ordinata di libri scolastici.
Un piano cottura nell’angolo della stanza.
Un armadio bianco.
Un letto rifatto.
Solo pochi oggetti potevano essere annoverati come ‘superflui’ o ‘decorativi’, da un punto di vista strettamente legato alla sopravvivenza stessa: una tastiera ed un violino con leggio, oltre che ad una leggera cartellina di plastica zeppa di disegni e scritti eseguiti a mano.
Rigidamente composto sulla sedia, il ragazzo - la cui insolente striatura, in quel mare di capelli corvini, risaltava vistosa- fissava muto un punto nel vuoto.
Le sue iridi di cobalto, lumeggiate da un audace raggio di luna, rilucettero di un’inquietante nuance scarlatta.
Strinse un pugno sul ginocchio:
 
In questo luogo desolato…tutto ciò che mi resta è ‘lei’. Ho bisogno di salire ancora una volta a bordo dell’Eva, sento che ne potrei morire altrimenti, nonostante lo tema con tutto me stesso.
Morte…la parola che indica la fine, la parola che le voci mi sussurrano nei loro richiami, la parola di cui nessuno conosce il seguito.
L’interno dell’Eva: l’interno del mio ego, l’involucro della mia anima, il ‘loro’ cuore. Forse desidero quel luogo, perché me ne sono distaccato. Non ho ricordi della mia infanzia, eppure sento che vi appartenevo.
Sento di appartenere ad un’altra verità, che prescinde l’Universo. Posso sentire il mio corpo fragile e caduco e tutto questo mondo invocare giustizia, anelando alla bellezza di un primigenio mondo di perfezione.
Sento le nostre anime incarnate gridare di voler ritornare all’Iperuranio, di fondersi nuovamente in un solo Essere, dove potrò incontrare di nuovo ‘tutti loro.’
 
Rimase a lungo in silenzio, per poi alzarsi dalla sedia di ferro battuto.
Si avvicinò alla tastiera, impostando diverse funzioni acustiche.
Poi suonò, finché il sonno non sopraggiunse.
http://www.youtube.com/watch?v=Q3M8s5NGeS4&feature=player_detailpage;
 
*   *   *
 
Mercoledì 21 Gennaio. Ore 8:15 P.M. Istituto Scolastico Internazionale Marduk.
 
La lezione di Inglese procedeva lenta e noiosa già dopo i primi minuti, ma agli occhi del giovane Naruto quell’ora non poteva giustificare l’apatia del suo timido compagno di banco.
Con un leggero colpetto del gomito, tentò di ridestare il ragazzo dall’indolente fissità: “Cris! Ehi, Cris! Ma che hai oggi? Non hai neanche tirato fuori l’astuccio! Va bene che l’ottimismo non è il tuo forte, ma almeno sforzati di tirar fuori un’espressione che non sia peggiore delle solite!”
L’altro sollevò appena il capo, fissandolo oltre un ciuffo di capelli con i suoi occhi cangianti: “Ti prego, non oggi Naruto. Mi sento  solamente stanco…”
L’amico lo squadrò dubbioso, storcendo la bocca da un lato: “Ragazzi, che occhiaie! Sei sicuro di sentirti solo stanco? Ore piccole?”
Gli rispose con un mugolìo, affossando la faccia tra le braccia: “Sì…ieri sera non prendevo…ecco…sonno. Ho studiato fino a tardi, per passare tempo.”- rispose, ovviamente mentendo.
“Se lo dici tu…”- fece a bassa voce Naruto, sempre meno convinto.
“Allora! Fate silenzio voi due!”- li rimproverò la professoressa.
“Ci scusi…”- incassò il biondo, chinando il capo.
Cris, invece, sembrava aver perso il suo garbo abituale: “Ma sta’ zitta…”
“Hino!”- tuonò la donna conficcando il gessetto sulla cattedra- “Mi meraviglio di te! Che modi!”
Continuò ad abbaiargli lamentele di ogni sorta, mentre il sedicenne continuava con imperterrita superiorità a sbadigliare, lasciando - come lui stesso pensò- sfogare quella pazza isterica zitella.
Thomas dall’altro capo della classe era a bocca aperta, indeciso tra il ridere o lo sconcerto.
Ginevra sbatté gli occhi confusa, rivolgendo un’occhiata preoccupata a Naruto, il quale, dal canto suo, si mise una mano sugli occhi, sospirando rassegnato.
 
 
 
*   *   *
 
Giorno seguente (giovedì 22 Gennaio). Stesso Istituto. Ore 13:45.
 
La serie quotidiana di lezioni era appena terminata. Decine di studenti affollavano i corridoi, diretti verso l’androne principale per ritornare alle loro case.
Naruto si caricò sulle spalle lo zaino blu stracolmo di libri, concedendo un’occhiata apprensiva al banco vuoto accanto al suo.
Thomas lo sorpassò trafelato: “Ci vediamo più tardi a casa, ora scappo: devo fare dei giri! A dopo!”
L’amico non ebbe tempo di rispondergli  che sparì dietro la porta della classe.
Ginevra,  imbracciata la tracolla bianca e aggiustatasi i setosi capelli biondissimi con una forcella, si fece vicina al second.
“Ciao.”- lo salutò cordialmente lei.
“C-ciao…”- balbettò lui, sempre in difficoltà.
“Scusami, oggi non ho nemmeno avuto il tempo di salutarti.”
“Prego, figurati…”- deglutì, arrossendo.
“Senti, volevo chiederti se sai che fine ha fatto Hino. Oggi è di nuovo assente e mi aveva detto che avremmo dovuto provare assieme.”
“A-assieme?”- le chiese con un pizzico di invidia.
“Ma sì, certo. Lui al violino ed io al piano.”
“Ah!”- si riprese d’un tratto Naruto - “ ‘Insieme’ in quel senso!”
“Certo!”- ribatté lei, quasi stranita- “Che credevi?! Naruto, tu mi sembri ogni giorno più strano!”
“Scusa…”- il ragazzo chinò il capo in segno sopportazione.
Almeno mi ha chiamato per nome…-pensò dentro di sé.
“Ad ogni modo.”- riprese la ragazza- “Se dovessi sentire Hino, digli che io sono libera quando vuole. Ho bisogno di lui per perfezionare quel pezzo.”
“D’accordo.”
“Adesso, scusa, ma temo di dover andare anch’io. Ci vediamo domani, e grazie in anticipo per la cortesia!”
Ciò detto, Ginevra girò sui tacchi e si affrettò ad uscire, lasciandolo solo.
Naruto si resse la testa con la mano destra: Sì…sì…tanto sono sempre io quello che ci rimette! – poi inveì arrendevole ad alta voce: “Aaah, al diavolo anche Cris! Possibile che quello debba sempre darmi grattacapi!”
Poi allungò lo sguardo oltre i vetri semi-appannati delle finestre dell’aula, corrugando la fronte: “Sì, però…dove sarà adesso?”
 
*   *   *
 
Ufficio del Comandante Ikari. Settore 0 (decimo nervo cranico). Stessa Ora. NERV.
 
L’immensa sala era efficacemente illuminata dai finestroni rettangolari che occupavano i tre quarti del locale. Tanto il soffitto quanto il pavimento erano dipinti con tonalità brune, solcati da ampi diagrammi e schemi dell’Albero della Vita.
Solo una piccola scrivania nera era posta in fondo alla stanza; su di essa poggiavano due gomiti di un uomo il cui volto era semi-coperto dalla postura delle sue dure mani guantate.
Fuyutsuki era ritto compostamente dietro il suo Comandante.
“Cristoforo,”- parlò profondamente quest’ultimo, riferendosi al ragazzo sulla soglia della piccola porta nell’unico angolo in penombra- “la tua attesa è conclusa. Sai che dovrai presto salire ancora a bordo dell’Eva?”
“Sì, lo so.”- rispose lui, secco.
“Però leggo nei tuoi occhi un rifiuto. Ti turba qualcosa?”- gli chiese l’uomo dai capelli neri e folti.
“Nossignore.”
“La tua presenza è vitale. Senza di te, l’intera squadra dei children non avrebbe senso.”
“Comprendo. Nonostante ciò, i miei desideri vanno contro i vostri, evidentemente. Ma anche questo non ha importanza…non credo d’avere altra possibilità.”
Fuyutsuki si chinò verso l’orecchio di Ikari, sussurrando: “Parla di ‘desideri’…siamo davvero riusciti a trovare Quello del Libero Arbitrio?”
L’uomo non ripose, rivolgendosi ancora al giovane: “Per quale motivo ti ostini nel cercare una realtà diversa? Non ti è ancora chiaro il tuo posto? Lo 00 può essere esclusivamente pilotato da te, e tu puoi solamente attenerti a quanto deciso. Tu non sei che…”
“Una bambola, secondo voi.”- finì il ragazzo, con un velo di mestizia nella voce.
Gendo sentì avvamparsi, alzandosi di scatto: “Osi parlare come lei?!”
“Io NON sono lei.”- rispose, tentando di mantenere il controllo delle sue parole.
“Certo che no!”- tuonò il comandante della NERV- “Lei non appartiene più a questo modo di intendere la realtà. Lei ora vive solo nel semi-dio, in attesa del Risveglio!! Quel tuo incidente a bordo dello 00 è solo segno della tua incompletezza e subordinazione! Tu servi e basta!”
“IO NON SONO UNA BAMBOLA!!”- gridò il ragazzo, per poi continuare con tono innaturalmente più pacato- “Dimentica forse, Comandante, che io sono lei…ma anche lui? Nonostante questo io non sono né l’uno né l’altra. Io mantengo il mio ego.”- replicò Cris, vibrando la voce di una malizia che non passò indifferente all’interlocutore.
“Tu non sei altro che apparenza!!”- Ikari batté furiosamente un pugno sulla scrivania d’acciaio nero.
“Se fossi tale, non avrei coscienza. Se non ne avessi, allora non vi servirei più a nulla.”- fece notare il ragazzino con cinico acume.
“Tu…!”- l’uomo dai guanti immacolati dovette incassare, mordendosi un labbro e risedendosi al suo posto.
“Ikari, forse è meglio concludere il colloquio.”- consigliò il collega più anziano.
“Sì, Fuyutsuki…ma questo non cambierà i fatti.”- poi rivolse l’attenzione nuovamente sul giovane interlocutore- “Ora va’! Se oserai tornare sui tuoi passi sarai punito. Ricorda che non c’è modo in cui tu possa cambiare il corso predestinato degli eventi.”
“Non si preoccupi, Comandante.”- lo rassicurò con sottile ironia- “Non è nel mio intento rovinare le sue manìe depravate o la sua bramosìa ed egoismo. Tuttavia…lei ricordi: chi sputa verso Dio vedrà il suo sputo ricadergli addosso. Non creda di essere nel giusto, rispetto alla SEELE. La giustizia è una pioggia acida che colpisce tutti. Addio.”
Il ragazzo voltò addietro la testa ed uscì dalla sala.
Gendo serrò le palpebre: “Rei…perché mi resisti? Perché non vuoi tornare?’”
“Forse ha ragione lui.”- intervenne cautamente Kozo- “Temo tu ti stia lasciando trasportare dai desideri personali.  Sai bene che la ragazza non è l’unica metà del suo essere. E anche se lei tornasse, non riuscirebbe a far vivere in te Yui. Lei ormai è troppo distante da noi: ci attende in un mondo migliore.”
Il Vicecomandante aveva toccato un tasto dolente; Ikari si calcò gli occhiali sul naso, abbassando lo sguardo: “Lo so. Dopotutto…è per questo che abbiamo scelto quel ragazzino. Il tempo sta rapidamente scadendo…la mezzanotte del Mondo sta per scoccare. E’ questione di giorni…forse ore. Tutto dipenderà da loro: saranno le loro scelte e i loro desideri a cambiare le sorti. Il Silenzio si spezzerà…oggi.”
 
*   *   *
 
Central Dogma. Mezz’ora dopo.
 
Gli schermi laterali del ponte di comando si riempirono di esagoni rossi, accompagnati da una sirena d’allarme.
Il monitor gigante principale riprodusse la ripresa –effettuata dalla stratosfera terrestre- di un assalto diretto verso un oggetto bianco di forma allungata.
Senza distogliere lo sguardo dalla sua postazione, Hyuga riferì ad alta voce: “Oggetto estraneo rilevato nella Mesosfera Terzo Cielo. Obiettivo identificato come l’Angelo Shateiel.”
La ripresa aereo-spaziale mostrò i satelliti NERV rilasciare una moltitudine di granate N2 contro il bersaglio, esplodendo prima dell’urto.
Il Colonnello Katsuragi era ritta a braccia conserte dietro il giovane uomo: “Quali sono le caratteristiche del nemico?”
“Dai dati rilevati l’Angelo si muove come una massa concentrata di A.T.Field.”- rispose Aoba.
“Tuttavia,”- continuò Ibuki - “non è possibile stabilire con certezza né lo spazio di fase, né il suo livello di elevazione Sephiroth.”
“Il MAGI Casper segnala che la struttura dell’Angelo cambia costantemente.”
Balthasar sostiene che la struttura è stabile, ma non riusciamo ad individuare un’equazione  circostanziale logica.”
Melchior riscontra incongruenze nell’analisi dell’A.T.Field. Le tesi sono in contraddizione: i MAGI si astengono dal formulare una soluzione.”
“Cosa?! Si astengono?!”- chiese un’esterrefatta Ritsuko.
Misato fissò il mostro: si presentava come un’oggetto pseudo-litico oblungo. Nella porzione inferiore rilucevano due piccoli occhi rossi, in mezzo un naso scolpito appena abbozzato. La testa di pietra era cinta da quattro aculei bianchi, a mo’ di corona di spine. Lungo la superficie dell’Angelo correva una linea rossa; sulla sommità della pietra era sito un occhio organico azzurro.
La Katsuragi aggrottò la fronte: “Un A.T.Field così potente…da indurre in conflitto il MAGI System? Che razza di mostro è mai questo?”
Improvvisamente, l’Angelo in video iniziò a precipitare verso il basso, in direzione della Terra.
“Colonnello Katsuragi!”- esclamò il ragazzo con gli occhiali - “L’Angelo ha cambiato modus operandi! Si dirige rapidamente verso la superficie terrestre!”
“80 kilometri quadrati è il diametro del cratere generato dall’impatto!”- disse Maya, leggendo i dati in sovrimpressione- “L’intera città di Roma verrebbe spazzata via e noi resteremo scoperti!”
“In pratica, vuole bombardarci con il suo stesso corpo?”- riflettè la dott.ssa bionda.
“Un attacco kamikaze…esattamente come Sahaquiel.”- notò Misato, aggiungendo poi sarcastica- “Questi Angeli Maggiori cominciano ad essere ripetitivi. Specie ora che disponiamo di cinque Unità Eva, non dovrebbe essere un problema intercettarlo ed annientarlo.”
“No.”- la corresse la collega- “Personalmente dubito che abbia intenzione di attarci secondo la stessa modalità del suo predecessore. Dev’esserci qualcos’altro…”
Il telefono della scrivania del Colonnello squillò. La donna rispose con foga: “Qui Katsuragi!”
“Misato, sono Leon.”- rispose l’interlocutore- “Sono stato informato della situazione: passo a prelevare i ragazzi.”
“Perfetto.”
“Quanto tempo ci resta?”
La giovane ufficiale in gonnella contemplò per un’istante con apprensione i calcoli proiettati in holo:
“Più o meno…un’ora e mezza.”
 
*   *   *
 
Gabbia n.1. Poco dopo.
 
Cris si calcò il diadema di interfaccia sulla nuca, facendo emergere dalla capigliature le due piccole ‘orecchie’ d’acciaio.
Difronte ai suoi occhi, lo fissava muto ed inquietante l’enorme volto del suo Eva.
Il pilota rimase in silenzio, osservando i meccanici affaccendarsi sul torso dell’automa, contenuto nell’alto cilindro di vetro.
Un rumore di passi sulla passerella  metallica fece voltare Cris: Naruto, fasciato nella sua plug suit arancio-nera, si stava facendo prossimo.
Il ragazzo biondo gli si accostò, sul volto un’espressione di serenità forzata: “Ehi, ma sei già qui tu?”
“Sì.”- rispose semplicemente il first.
“Perché oggi non sei venuto a scuola? Credevo stessi male.”
“Non mi sentivo in forma. Però devo farmi forza, visto che dobbiamo combattere!”- Cris rispose stentando un sorriso rilassato assai poco convincente.
Naruto squadrò la testa metallica blu davanti ai due, spostando poi lo sguardo sullo 01 nel cilindro accanto.
Il ragazzo impose le mani sui fianchi e rifletté ad alta voce: “Già, combattere…ormai sono più di tre mesi che non tocchiamo questi cosi. Speravo avessimo finito.”
“No…c’è ancora molto.”- mormorò Cris.
Come al solito, l’amico intuì che il sedicenne doveva saperne qualcosa in più, ma decise di confessare qualcosa a cui teneva di più: “Te l’ho già detto, Cris: non voglio che tu salga a bordo dell’Eva. Non dopo quello è successo l’ultima volta.”
“Io…non ho scelta. E poi…con che coraggio potrei guardarmi allo specchio, sapendo che voi siete là fuori ed io con le mani in mano.”
“Tu non devi preoccuparti per noi!”- Naruto lo afferrò per le spalle, lo sguardo di bambino scomparso per far posto a due occhi decisi come un colpo di spada- “Siamo comunque in quattro: possiamo farcela! Tu…non devi per forza…”
“Adesso basta.”- Cris si sgrullò dalle spalle le mano dell’amico- “Ti ho detto che è anche compito mio. Salirò a bordo, come sempre. Ora va’ anche tu, gli addetti avranno già finito di preparare lo 01.”
Il giovane non rivolse ulteriore attenzione: si arrampicò sul collo del suo Eva.
“Cris!”- lo fermò Naruto.
Il ragazzo dalla sottile linea di capelli blu, si voltò appena.
L’amico fece per dire qualcos’altro, ma si bloccò: “No…niente.”
Cis lo ignorò: entro nella sua Entry Plug, il quale portellone si chiuse con uno scatto, lasciandolo al buio.”
 
*   *   *
Central Dogma.
 
Il Comandante Ikari, dall’alto della sua postazione, ordinò:
“Il nemico si dirige rapidamente verso il Quartier Generale. Tutti gli ufficiali bellici di primo grado alle postazioni prestabilite. Convergenza immediata degli squadroni anti-aerei nelle coordinate di calcolo.”
“Signorsì!”- rispose marziale Misato.
Ritsuko si rivolse agli operatori secondo la formula ufficiale: “Preparare le Unità Eva alla sincronizzazione. Tuning agevolato per gli Eva 00, 01 e 02: non possiamo permetterci che i piloti avvertano difficoltà alla guida, dopo tutto questo tempo. Avviare ance check generale per tutte le Unità.”
“Sincronizzazione avvenuta per tutti i children!”- confermò Maya- “Unità da combattimento riparate tutte al 100%!”
“Come prosegue la discesa del nemico?”-chiese Misato.
“Attualmente sta precipitando alla velocità di 300 km/h!”- illustrò Makoto- “La struttura dell’A.T.Field si mantiene costante!”
“Molto bene.”- decise la Katsuragi- “Mobilitazione di tutti gli Evangelion. Unità 00 in zona 12-8; 01 in 23-0; 02 in 5-2; 03 e 04 in 10-4.”
“I tracciati sono ALL GREEN!”
“Allora…LANCIARE!!”
 
Un impulso elettrico venne trasmesso attraverso le  barre di metallo degli elevatori; gli Evangelion vennero schizzati ad alta velocità oltre le gabbie cilindriche, lungo i percorsi automatizzati.
I piloti assunsero, all’interno dei loro abitacoli, atteggiamenti differenti:
Thomas tamburellava con le dita sulla cloche; Naruto restava composto sul sedile, tentando di restare lucido; Alexander sospirava con noncurante rassegnazione e noia; Mike appariva essere a suo agio, ascoltando della musica dall’mp4 furtivamente introdotto nella capsula; Cris respirò affondo, ma un’idea- come un morbo o un parassita latente- si stava facendo strada nella sua mente...irrigidendogli ogni muscolo.
 
L’Angelo continuava a precipitare. Raggiunti i cinque kilometri dal suolo, un primo squadrone di bombardieri accerchiò il nemico, sganciando un gruppo di mine NN contro l’obiettivo.
Il mostro rallentò appena: con un sibilo impercettibile (aumentato fino a raggiungere le proporzioni di un grido assordante), l’Angelo provocò un’onda sonora che allontanò e fece implodere le bombe non-nucleari direttamente sopra i velivoli militari.
Shateiel accelerò fino a raggiungere la velocità iniziale, riprendendo la discesa libera.
 
Due palazzi-condotti si aprirono tra le strutture civili –già in ritiro verso il Geofront-  rivelando l’Eva 00 e lo 04. I restanti robot vennero espulsi da botole meccanizzate nel suolo.
 
“Evangelion in posizione!”- confermò Aoba.
“Ragazzi, sui vostri monitor è triangolato il punto di impatto del nemico. Iniziate l’operazione: il vostro compito, per il momento, è di intercettarlo ed afferrarlo in caduta!”- Misato comunicava ad alta voce, una piccola goccia di sudore le imperlava la fronte.
“Che coooosa?!”-balbettò Mike- “Lo prendo…al volo?!”
“Questo è solo il piano provvisorio.”- spiegò Ritsuko- “Siamo dell’idea che cambierà atteggiamento appena raggiunto il punto di  non-ritorno.”
 
“Beh, ai ‘Piani B’ ci pensiamo dopo, eh!”-concluse sbrigativo il tedesco- “Era da un po’ che non toccavo il mio 02: diamoci sotto, ora!”
“Ma sì…let’s end it now.”- il britannico si stirò le braccia, annoiato- “…ho un’agenda piena e non voglio far tardi.”
 
“Questa sarà la vostra prima missione in cooperativa: cercate di non esagerare e restate uniti.”- li remunerò Misato- “Posso solo dirvi: fatevi valere!”
Naruto rivolse un’occhiata apprensiva verso il piccolo video del suo primo compagno: Cris lasciava chiusi i suoi occhi, in calma concentrazione.
Il second strinse i pugni:
Così…alla fine sono di nuovo salito a bordo. Ma stavolta…non sono solo. Ci sono altri quattro ragazzi come me a rischiare la vita a su questi trabiccoli infernali.
Naruto si morse un labbro, fissando ancora il pilota dello 00.
Però…è lui che mi preoccupa. Quell’incidente…stavo per ucciderlo…con queste mani! Eppure, ha deciso di obbedire agli ordini, ancora. Vorrei sapere co…
I pensieri furono dall’ordine della Katsuragi: “Ancora 3 kilometri all’impatto! Adesso!”
 
Il segnale d’avvio incitò immediatamente i children: i cavi dell’alimentazione si scollegarono; con uno scatto atletico, le Unità partirono all’unisono, seguendo i tracciati privilegiati impressi sui monitor degli abitacoli.
Tutte tranne…la numero 00.
Immobile, rigido, paralizzato, il gigante blu rimase ancorato ai suoi sostegni all’interno del palazzo-ascensore.
 
Maya esclamò con una vena di ansietà nella voce: “Corde armoniche del first children desincronizzate! L’Eva 00 non è in grado di muoversi!”
“Cris, che succede?”- chiese Misato.
 
Il ragazzo serrava le dita attorno le leve di accensione, stringendo le ginocchia e avvicinando il torso tremante ad esse. Il ragazzo ripose con voce rotta dallo sforzo: “Non lo so! Non si muove! Non vuole muoversi!”
 
Contemporaneamente, i colleghi procedevano in corsa verso il loro obiettivo: lo 03 saettava tra i palazzi; lo 01 evitava ostacoli e tralicci con ampi balzi; lo 02 affondò un piede nel largo canale del Tevere, sollevando una gran quantità d’acqua, per poi oltrepassare un intero isolato con un salto; lo 04 prediligeva il percorso costituito dalla strada sopraelevata, sollevata dal Geofront. Image and video hosting by TinyPic
“Livello di tossicità mentale oltre la media!”- la voce di Hyuga vibrò di inquietudine- “Di questo passo il pilota potrebbe perdere il controllo dell’Eva!”
“Cris,”- Ritsuko tentò di tranquillizzare il ragazzino- “non c’è nulla che non vada. Non è certo la prima battaglia che affronti. Cerca di concentrarti come al solito!”
 
Il first children rispose con un ringhio strozzato di ira mista a disperazione: “        E’ QUELLO CHE FACCIO!”
 
Naruto alternava freneticamente lo sguardo dalla strada al suo compagno: “Cris…che hai?”
 
“Non ci riesco! Non posso farci nulla, non riesco a fagli fare neanche un passo, dannazione!”- il giovane batté un pugno sul cruscotto del sedile.
 
Il pilota dello 01 fu lì per rispondere, quando il suo Eva urtò un palazzo non visto, incespicando goffamente.
La voce squillante di Thomas lo riprese: “Ma sei stupido?! Guarda dove vai e sbrigati! E poi che diavolo sta combinando quell’altro?!”
L’Eva viola stabilizzò nuovamente l’andamento, affettandosi a raggiungere il traguardo.
 
L’Angelo, nel frattempo, si appropinquò a poche centinaia di metri dal suolo.
Rallentò, avvolgendosi in un’aura azzurra.
 
Aoba, alla base, esclamò stupefatto: “L’ A.T.Field del nemico ha completamente stravolto la sua struttura. L’Angelo…si sta trasformando!”
“Allora avevamo ragione!”- Ritsuko aggrottò la fronte- “Ha deciso di mostrare la sua vera forma solo all’ultimo.”
 
Il corpo allungato del mostro si lacerò in sei punti, sbucciandosi.
Con una rotazione, l’occhio organico si tinse di rosso, dividendosi in tre nuclei, due dei quali di dimensioni maggiori.
Contemporaneamente, le porzioni del corpo si strinsero e convertirono in sei esagoni cristallini sottili e rilucenti di una sfumatura zeffirea. I due nuclei maggiori sporgevano dall’anello di cristallo; il nucleo più piccolo nascosto dai cristalli di A.T.Field.
 
Le truppe di mezzi bellici nazionali affollavano lo spazio sottostante la traiettoria della bizzarra creatura mutante.
Un gruppo di edifici si aprì rivelando l’armamento contraereo.
Le torrette spararono una raffica di missili, che disegnarono una parabola di fumo con la loro scia.
L’Angelo rallentò fino a fermarsi a pochi metri dal suolo.
Con un sibilo raccolse energia luminosa, per poi rilasciarla in un raggio rosso a rotazione completa, che investì e distrusse le bombe terrestri.
Gli Eva raggiunsero la zona, increspando l’asfalto sotto le scarpe durante la brusca frenata.
 
“E’ questo il nostro nemico?!”- chiese boccheggiante Thomas.
“Un momento.”- Black si guardò intorno- “Manca qualcuno, isn’t  it?”
“Cris è rimasto indietro…”-riflettè Naruto ad alta voce.
Il pilota dello 04 fece un gesto di disappunto: “Mpf! I soliti italiani buoni- a- nulla!”
“Non ti permetto di rivolgerti così a lui!”- lo rimproverò furibondo il second.
 
“Ragazzi!”- li riprese Misato- “Non è questo il momento! Cris ha solo difficoltà a partire…non è così?”
 
Il giovane pilota si sentiva inutile: “No…ha ragione. Non riesco a muovere nemmeno un dito! Sono solo un peso!”
 
“Visto?!”- esultò altezzoso l’inglese- “Ve lo dicevo io che…”
 
Ibuki, alla base, urlò di terrore: “Attenti!!”
 
Lo 04 portò le braccia al volto, aspettando il colpo letale…ma non arrivò.
Alex guardò innanzi a sé: l’Eva 01 lo proteggeva grazie ad una barriera di ampie dimensioni.
Naruto si rivolse allusivo al collega più grande: “E non aggiungo altro!”
 
Il mostro cristallino lanciò un grido acuto, allontanando da sé i robot grazie all’esplosione acustica.
Lo 02 rotolò all’indietro per diverse decine di metri, artigliando poi il suolo per arrestarsi.
Un Pallet Gun fuoriuscì da un palazzo; l’Unità tedesca lo imbracciò:
“Vediamo se mi ricordo ancora come si usa!”
Premette il grilletto, riversando una scarica di proiettili verso lo scudo translucido del mostro, che assorbì i colpi alla perfezione.
Michael impugnò un Positron Rifle da spalla, sparando un raggio di luce verso il nucleo superiore dell’Angelo.
Quest’ultimo salì leggermente di quota, indirizzando il colpo sulla zona cristallina. Le lastre vennero colpite dal fascio, scomponendo i positroni dai fotoni, convogliandoli nel nucleo centrale: l’energia passò poi ai due sotto-centri, per venire rilasciata in due raggi circolari.
Lo 03 si riparò dietro un palazzo, Naruto evitò il laser inferiore con un salto laterale, Alex intervenne con un Riot Shield ad alta resistenza poco prima che il raggio falciasse lui e lo 02.
Thomas guardò stupefatto il suo salvatore: “Il raccomandato?!”
 
Lo 00, nel mentre, indugiava ancora al suo posto.
Cris agitava violentemente le leve d’accensione, senza sortire alcun risultato.
Misato osservò con materna apprensione il volto sul monitor del ragazzo, contrito dalla fatica.
“E’ tutto inutile.”- sospirò rassegnata Ritsuko- “Per quanto il pilota si sforzi, il tassò di contaminazione mentale è troppo alto per permettere una sincronizzazione. L’indice di simbiosi è inferiore al 10%...”
Poi, la voce impetuosa del Comandante proruppe: “Cristoforo, che diavolo succede? Perché non vuoi combattere?”
“Io…”- il ragazzino rispose tra i singhiozzi- “…voglio…non ci riesco!”
“Non dire idiozie!”- lo rimproverò l’uomo- “Sei perfettamente in grado di pilotare lo 00! Sono trascorsi più di tre mesi dal tuo incidente: non hai scuse!”
“Comandante Ikari!”- Misato, livida in volto, trovò la forza per opporsi al suo superiore- “Perdoni la mia insubordinazione, ma non credo che il ragazzo stia fingendo! Per una volta provi a pensare a cosa stanno passando questui bambini!”
“Capitano Katsuragi!”- rispose lui, incollerito- “Non le è concesso riferirsi con questi toni a me!”
“Ne sono consapevole; tuttavia…non posso permetterle di umiliare un bambino solo per una battaglia!”
Ikari digrignò i denti, ma non obiettò.
Cris, gli occhi lucidi di lacrime dal sapore salato, fissò tremante prima l’uomo e poi la giovane ufficiale.
Misato volse gli occhi altrove, incrociando lo sguardo del first:
“Avanti Cris…sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai incontrato. Non devi sentirti inferiore a nessuno! Ora guarda i tuoi compagni!”
Lui spostò gli occhi di lapislazzuli sul monitor dell’Eva e sentì assalirsi dai sensi di colpa.
“Stanno combattendo anche per te! Sei arrivato fin qui perché l’hai voluto…perché hai voluto vivere!”
“Perché…ho voluto…vivere?”- Cris boccheggiò, insicuro se credere al suo cuore o alla donna.
“Sì! Ed ora… per te, per loro, per i tuoi sogni ed ideali, Per la tua verità! Va fuori e combatti!!”
“Loro…lo fanno…per me ?Io…io…”- strinse i pugni e attivò l’Eva in un colpo secco: “…LO FARO’!”
 
Lo 00 sradicò con forza i sostegni di ancoraggio e il cavo dell’alimentazoine, iniziando a correre.
 
“C’e l’ha fatta! Lo 00 si muove!”- esultò Hyuga.
“Segnali stabili! Tasso di contaminazione mentale in diminuzione! Curve armoniche coincidenti al 70%!”- Maya sprizzava ottimismo da tutti i pori.
 
L’Unità blu sfrecciò a braccia tese tra le strade ed i palazzi, verso un punto lontano ma prefissato.
Non mi importa di quello che vogliono che io sia…non mi importa di quello che sto facendo…- pensò con rabbia e gioia il piccolo pilota- però…almeno queste persone…IO NON LE ABBANDONERO’ MAI! E’ IL MOMENTO DI ROMPERE QUESTO SILENZIO!”
 
L’Eva accelerò oltre misura, le gambe ridotte solo ad una macchia grigia indistinta.
 
“Raggiunti gli ottocento…novecento km/h!”- annunciò Aoba non senza stupore- “Sta per oltrepassare la barriera del suono!”
 
Dall’altra parte del capo di battaglia, gli Eva tentavano ancora di arginare il nemico.
“Lo 00…si è mosso?! E’ Cris!”- osservò incredulo Naruto.
“Ha una velocità inaspettata!”- boccheggiò l’americano- “Dobbiamo sbrigarci a bloccare l’Angelo, o ci travolgerà!”
Lo 03 saltò di lato, imitato dallo 01, afferrando un Sonic Rifle.
“Un attimo, io non faccio in tempo!”- ansimò Thomas, raggiungendo a stento una posizione sicura.
“Beh, allora…”- winchester sorrise divertito- “…sarà meglio che ci sbrighiamo, no?”
Lo 04 si portò sotto l’Angelo, in corrispondenza del nucleo inferiore, brandendo due fucili automatici.
Mike e Alex sibilarono all’unisono: “Questo non lo schivi….!”
Un fusibile elettrostatico venne emesso dalla fionda-fucile, colpendo ed incrinando una delle coperture cristalline.
Una pioggia verticale di proiettili venne vomitata dalle armi dell’Eva argentato, infierendo sul nucleo più basso.
L’Angelo emise un suono acuto: metà copertura vitrea esplose in mille frammenti mentre l’elemento S2 maggiore si dissolve in una doccia di sangue che investì l’abbagliante 04.
 
“Hanno distrutto un nucleo!”- dichiarò Aoba
“Un momento…l’A.T.Field del nemico…sta cambiando ancora! Sta per trasformarsi di nuovo!”
Con un movimento fluido, l’Angelo fuse i due cuori restanti in uno solo; le lamine di cristallo si snodarono e allungarono in due immensi nastri bianchi collegati al nucleo galleggiante a mezz’aria.
Ora il mostro appariva come una grande sfera dalla quale dipartivano due lunghissime fasce taglienti.
L’Angelo fece schioccare le fruste, affettando letteralmente diversi palazzi nel raggio d’azione.
“E ora che facciamo?!”- abbaiò il ragazzino tedesco.
“Se Cris sta arrivando, tutto quello che possiamo fare è aiutarlo!”- gridò Naruto, avvicinandosi con lo 01 la mostro- “Thomas tu afferra uno dei nastri, ti aiuterò io! Mike, Alex: i vostri Eva possono estendere le braccia! Immobilizzategli il nucleo!”
“Cosa?! A mani nude?!”- si lamentò l’americano.
“Fatelo!”
 
A bordo del suo Evangelion, Cris protese il busto in avanti, allineandosi con la schiena dell’automa, ormai costretto a correre sulle punte dallo sforzo:
“Signorina Misato!”
 
La donna sentì toccarsi dentro: quel ragazzino la  stava invocando; stava cercando la sua figura…e lo stava facendo per sé.
 
“Signorina…SI FIDI DI ME!”
Lo farò…- pensò lei con commozione.
 
Lo 00 corse più vigorosamente…fino a sfondare il muro del suono: una serie continua di anelli d’aria avvolgevano il corpo di metallo, mentre le gambe scalpitavano a tale velocità da creare una sorta di fascio di cono di luce dal busto del robot in giù.
 
Sound barrier infranta! Tutte le strutture dalla 1042 alla 1052: stand-up! Assetto urbano: stadium! ”- ordinò la Katsuragi.
 
Enormi porzioni trapezoidali di strade metalliche si sollevarono, creando un’ellissi artificiale intorno agli abitati.
Lo 00 imboccò a velocità sovrumana la rampa curvilinea, generando scintille e clangori sonanti, oltrepassandole in un tempo appena percettibile.
 
“E’ troppo veloce!”- sostenne Hyuga- “così non potremo nemmeno passargli le armi!”
“L’unica che ho in mente è l’Heel Cutter.”- disse Misato- “Attivalo in traiettoria diretta!”
“Ricevuto!”
 
L’Eva schizzò oltre il centro abitato.
Una struttura metallica si dipanò sulla via.
Lo 00 ne calpestò il meccanismo a scatto: i morsetti e i sostegni d’ancoraggio si avvinghiarono al piede ad al polpaccio dell’Eva, prima che passasse oltre.
Il robot oltrepassò in una nuvola di polvere una collina; lo spostamento d’aria provocato spazzò via il mare di macchine abbandonate nei paraggi.
Saltò: sotto di esso il vuoto.
Poco distanti, il gruppo delle restanti Unità e l’immenso mostro.
Atterrò rovinosamente; riprese a correre, sradicando alberi e cemento.
 
“E’ lì!”- esclamò Naruto- “Muovetevi!”
Lo 01 afferrò uno dei delle due fruste, arrotolandoselo alle braccia.
Lo 02 copiò il compagno, tirando in direzioni il nucleo centrale.
Il mostro rispose irrigidendo le estremità affilate come rasoi: la braccia degli Eva iniziarono a sanguinare copiosamente.
“Questo va’ contro i miei canoni di bellezza, ma se proprio devo…”- Alex impartì mentalmente al suo 04 di estendere gli arti elastici, ghermendo a mani nude la sfera rossa pulsante.
“Ok, I'm just starting to have fun!”- lo 03 allungò a sua volta le braccia nere, bloccando il nucleo.
L’Angelo avvampò: il nucleo si fece incandescente, iniziando a corrodere le mani dei robot.
I piloti delle Unità statunitensi gemerono dal dolore.
Naruto sibilò tra i denti, per non urlare, con gli occhi lacrimanti dal dolore acuto alle braccia: “Cris…! Sbrigati!!”
Il first fece un ringhio di incoraggiamento, balzando su un palazzo a velocità indescrivibile.
La propulsione fu così forte da permettere allo 00 di raggiungere il nemico con un unico, immenso salto.
Lo 00 sferrò un poderoso pugno caricato sul nucleo, ora immobilizzato.
Il mostro tremò: l’onda d’urto provocata dall’impatto si propagò sfericamente nell’area circostante, facendo collassare i palazzi e creando una voragine circolare sulla grande sfera rossastra.
 
Coraggio 00…adesso ho bisogno di te!
 
L’Eva si spinse in alto utilizzando lo stesso Angelo come trampolino.
La forza fu sufficiente allo 00 di elevarsi a diverse centinaia di metri dal suolo.
Il congegno collegato alla gamba scattò, portandosi sotto il tacco: un proiettore si snodò, producendo una lunga lama di luce azzurro intenso.
“Adesso….CREPAAAAA!!”- il gigante blu ripiombò accelerandosi tramite una serie fitta di volteggi, fino a colpire di taglio il nucleo con l’affilata arma laser.
 
Il nucleo si si scisse facilmente in due metà speculari.
Lo 00 atterrò in piedi, affondando nella strada fino alle caviglie.
Le due metà della grande sfera si oscurarono fino a toccare tonalità plumbee. Il nucleo, ora diviso, si pietrificò.
Le due appendici nastrificate si liquefecero in un  mare di sangue, che schiumò tra le braccia dello 01 e dello 02.
Infine, anche il corpo centrale esplose in due croci di luce parallele.
Copertò di sangue vermiglio e lumeggiato dalla fredda luce lattescente dell’esplosione, lo 00 si rialzò in piedi.
Il suo unico occhio rosso più vivido che mai.
All’interno della sua cabina, Cris sollevò appena il capo.
Oltre quei capelli serici, neri come l’inchiostro, baluginò l’inquietante sfumatura di un’iride color rubino, le cui sfumature sbocciavano in una varietà cangiante di cobalto e cremisi.
Il ragazzo pronunciò un solo commento, fissando i compagni stesi al suolo, vivi per il suo intervento:
“Sono tornato.” 

   
 
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