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Autore: khika liz    22/03/2011    5 recensioni
"Milioni di applausi, miliardi di lacrime, una ragazza con il cappuccio della felpa calato sul volto che corre via da quella sala.
Non deve farsi vedere così debole. Non può." [...]
"Lei le farfalle nello stomaco se le sente quando ascolta il piano, quando magari a suonarlo è lui."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'fa troppo male..'
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"Papà, come vorrei ti ricordassi di me."

 

Era incredibile come la facesse stare bene. Assurdo.

Note trascinate sopra un pianoforte assai antico, che sembra rompersi a guardarlo, ma che sotto sapienti ed abili mani è capace di suscitare sensazioni fino a poco prima sconosciute.

Era incredibile come quattro minuti di pura melodia la facessero andare in Paradiso.

Tasti sfiorati appena, dita veloci che ne corrono al di sopra e lacrime di commozione di ogni persona che ne ascolta la melodia prodotta.

Era incredibile come Sophie stesse bene dopo essersi nutrita di musica; dimenticava ogni pensiero malvagio, sorrideva al mondo rievocando quelle note nella propria mente.

Soffi di note che si rincorrono nell’aria fino ad arrivare ad ogni persona che ne vuole assaporare un po’, ad ogni persona che apprezza quel cibo. E corrono, sembra un maratona quella delle note, corrono su, e giù, e di nuovo su, e poi ancora più su, fino a sfiorare il cielo. Corrono, rendendo felice ogni persona.

Un applauso, quattro minuti che han portato milioni di emozioni, lacrime tenute nascoste da un ciuffo da ragazza superficiale.

Milioni di applausi, miliardi di lacrime, una ragazza con il cappuccio della felpa calato sul volto che corre via da quella sala.

Non deve farsi vedere così debole. Non può. Un altra lacrima sgorga da quegli occhi tinti di nero, ma ora non per la musica, ma perchè non può essere se stessa. Con una mano la caccia via, ma altre sostituiscono quelle tolte. Deve sedersi, le gira la testa, non vede più la strada. Prende l’ipod, per fare il carico. Accende. C’è musica rock che le mette mal di testa, parole urlate al vento. No, non è quello di cui ora ha bisogno. Ora deve sciogliersi. Vuole lasciare andare le emozioni. Ed ha bisogno di melodia, di suoni, senza voci che oscurano la bellezza di un pianoforte.

Ecco, la trova. La stessa che suonava lui. Seduta su un gradino la ascolta per la millesima volta. Le lacrime continuano a scendere copiose, si è arresa ormai al fatto che non può più tenerle dentro. La maschera si sta crepando, qualche emozione deve uscire. Ora che lo ha capito Sophie le vuole lasciar andare tutte. Vuole che volino via come farfalle, come quelle farfalle che gli innamorati dicono di avere nello stomaco. Ma lei non ci crede, non crede di poter provare emozioni così per dei ragazzi. Lei le farfalle nello stomaco se le sente quando ascolta il piano, quando magari a suonarlo è lui.

Un sorriso, è ciò che sbuca ora dalle labbra di Sophie che ha capito che la vita va vissuta.

Corre e torna nella sala. Il concerto è andato avanti, è l’ultima canzone, se ne dispiace quasi: ma è la sua preferita, è felice di essere arrivata in tempo per poterla sentire. Oh, la ama quella fantastica melodia.

Ed ecco, altri quattro minuti che le son sembrati un attimo, fingeva anche lei di suonare il pianoforte, le note le sa a memoria.

Ecco, ecco gli applausi. Tanti, tantissimi, è qualcosa di indescrivibile, sembrano troppi per essere provocati solo da quelle mani che son nella sala, eppure è così. E son tanti, e son a miliardi. E la ragazzina applaude più di tutti. Com’è bella quella musica. La ama!

E sorride, vedendo che lui le rivolge uno sguardo, di striscio.

Non si conoscono, ovviamente, non si son mai visti prima. Eppure son collegati in qualche modo.

Lei lo sa chi è lui, lui non sa chi è lei.

“Papà, come vorrei ti ricordassi di me.” Sussurra impercettibilmente Sophie, prima di andarsene definitivamente da quella stanza, conscia che nonostante le riflessioni di quelle poche ore sarebbe tornata ad indossare la solita maschera di crudeltà ed indifferenza.

 

Shot senza pretese. Scritta di getto ascoltando Yiruma.
Vorrei sapere cosa ne pensate. Io mi son commossa scrivendola. Spero di aver suscitato qualcosa anche in voi..
Khika liz.

   
 
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