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Autore: Hui    22/03/2011    2 recensioni
Key e Jonghyun. Il loro amore è stato diviso dalla morte. Key, dopo aver avuto un'altra possibilità,ritorna ma non il Key che tutti noi conosciamo. Che succederebbe se la Diva che c'è in lui si innamorasse della persona sbagliata? Il caos.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era affianco a me. Lo guardavo guardarmi. Sapevo che se continuavamo così, prima o poi il mio cuore sarebbe esploso. Però non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Henry. Il figlio che avevo adottato prima di morire era davanti a me e nemmeno lo sapeva. Lui mi guardava così profondamente come se potesse vedere il vero me, dentro a quei occhi che non mi appartenevano.
Approfittò del caos in classe per avvicinarsi a me. I suoi occhi si rimpicciolirono “Va tutto bene?”
Ero immerso nei miei pensieri che, quando vidi il suo naso ad un pelo dal mio, trasalii e caddi all’indietro, sbattendo quella testa così diversa dalla mia reale. Appena la professoressa mi vide per terra, puntò il gessetto verso di me, prese la mira caricando il braccio all’indietro sempre più velocemente e in quel momento chiusi gli occhi. Non sentii niente arrivarmi addosso.
Sperando che quella gallina avesse sbagliato la mira, aprii gli occhi e mi ritrovai davanti Henry.
Il suo pugno puntava verso la prof. Lo aprì e ne cadde il gessetto. I compagni applaudirono come animali a quel salvataggio così improvvisato. Si alzò e glielo riportò “Credo che le sia caduto questo”, facendo un sorriso malizioso alla prof, ritornò da me. Io ero ancora per terra. Seduta, e avrei voluto stare lì. Gli porsi la mano credendo che me l’avrebbe afferrata e mi avrebbe aiutato ad alzarmi quel culo da donna che avevo. Invece fece tutt’altro. Passò dietro di me, senza rivolgermi nemmeno lo sguardo. “Grazie davvero tante!” un po’ scocciato mi attaccai al banco, quando ad un tratto sentii delle mani, che emanavano un tepore irresistibile, afferrarmi per le gambe.
Una mano era agganciata alla mia spalla e l’altra alle mie gambe. Subito volarono risatine e dei “click” delle foto dei cellulari. In quel momento avrei preferito davvero restarmene lì per terra.
“S-senti non serve. So sedermi anche da sola”. Mi lanciò uno sguardo divertito da quella scena.
Ero così divertente per lui? Certo che mio figlio era veramente sfacciato! Ma sta sicuro che gliele canterò a Jonghyun sul controllare di più suo figlio! Mi attaccai al banco con entrambe le mani.
“G-grazie ma il mio posto è qui” lui continuava a tirare il mio corpo esile sperando di staccarmi dal banco ma con stupore non ci riuscì. Fece un sospiro e guardandomi divertito mi sussurrò “Ok. Che guerra sia”. Mi tirò ancora ma con molta più forza. Mi maledissi di non avere il mio corpo. Quello da maschio. Mi mordicchiai le labbra pensando “Ti prego resisti ancora piccolo corpicino”. Però non servì a niente. Con la sua forza da maschio, riuscì a trascinare dietro di se anche il banco a cui ero rimasta attaccata con le mani. Ecco che le risate si fecero prese per il culo. Ok quella non era la mossa migliore, ma volevo vedere fino a dove si potesse spingere. La professoressa, che aveva strizzato gli occhi malefici che continuavano a seguire ogni nostro movimento, fermò Henry con una semplice mano. “Vorrei sapere dove la vorresti portare con dietro un banco”.
Sì. Questa era l’unica domanda a cui in quel momento lodavo veramente. Ma lui non si scompose e con un sorriso che poteva spaccare anche la pietra, si rivolse vero la prof “La porto in infermeria, non si preoccupi la porta è piccola, prima o poi lascerà la presa questa bambina cocciuta”.
Con gli occhi spalancati e che emanavano un’aurea spaventosa lo fissai “Ehi tu! Cocciuta chi?”
Avrei voluto anche aggiungere “Non dici cocciuta a me capito! Sono tuo padre e mi devi portare rispetto”, ma preferii saltare questa parte del discorso. Detto questo, si avvicinò alla porta e la aprì.
Il banco non ci passava. Era una gara tra chi lasciava per prima la presa. Però il maschio dentro di me non voleva lasciare. Infatti vinsi io. Non so però se fu proprio una vittoria. Sentii scivolarmi qualcosa dalla vita in giù. Mi alzai e senza accorgermene esultai, come se davvero fosse stata una sfida “Sììì! Ho vinto iooo!”. Tutti stettero zitti. Mi girai verso Henry con le mani ancora alzate.
Il suo sguardo non era posato sui miei occhi, ma sulle mie gambe. In mano aveva una gonna. Sentii effettivamente un po’ troppi spifferi. Mi guardai le gambe e vidi delle mutandine teneramente rosa.
I suoi occhi erano solo concentrati su di quello. Presi violentemente la gonna dalle sue mani e uscii dalla classe con fuori anche Henry. Stetti la a sospirare “Aish! Che vergogna!” mi rimisi la gonna.
Non badando a Henry che era ancora lì a fissarmi, presi la maniglia della porticina.
Però, facendomi rivenire un colpo, mi riprese in braccio “Ehi! Ma tu non molli mai!”. Il suo viso si fece subito di un rosso tramonto e girò lo sguardo dall’altra parte. Che gli prendeva ora?
Continuò a camminare finché non si fermò e aprì la porta alla sua sinistra. Il suo sorriso ritornò a splendere “Buongiorno ~” mi appoggiò adagio sul lettino. Le sue mani si sfilarono dalle mie gambe che divennero subito fredde. Si girò verso il dottore “E’ caduta e ha sbattuto la testa, è meglio che per questi ultimi cinque minuti la faccia riposare da quella testa cocciuta che si ritrova”.
Con un ultimo sguardo imbarazzato posato su di me aprì la porta, ma lo fermai.
“Henry!” non pensavo che mi avrebbe davvero portato in infermeria. Si girò e con gli occhi da far svenire tutte le shawols mi disse scherzosamente “Non mi devi ringraziare. L’ho fatto volentieri e mi sono divertito”. Così uscì dalla porta. Infondo era stato davvero carino con me, tranne per la gonna. Chissà che mi faranno ora le shawols. Sapevo che forse le avrei dovute prendere, ma non mi importava. Avere al mio fianco ogni giorno (tranne la domenica) Henry era più che sufficiente.
Il dottore che portava dei grandissimi occhiali da vista, con aria pazza mi sussurrò “Hehe, cos’abbiamo qui?” mi irrigidii. Le sue mani erano porse in avanti, verso il mio corpo.
Mi vennero i brividi, seguiti da una sensazione di terrore. Certo che i sentimenti della ragazze erano davvero complicati! Spaventata da quel maniaco la parte femminile ebbe la meglio e mi coprii il viso. Mi toccò. Le sue mani mi scoprirono le maniche. Tagli. Dei piccoli taglietti regolarmente si facevano largo nel mio braccio. Il dottore coprì subito “Ehm, io non ho visto niente” poi si sedette nel suo piccolo angolo “studio” e continuò a fare le sue cose. Era ovvio che quei tagli non me li ero fatti io. Con grande disperazione mi tolsi la giacca. Dal polso fino al gomito, entrambi i bracci erano pieni di tagli. Provai a toccare il primo taglio sul braccio sinistro. Quello che avvenne fu incredibile. La memoria della vera Hee Min venne davanti ai miei occhi. La scena mi si dipinse:
C’era Min. Era al computer. La pagina era ferma su “All Kpop”. Continuò a scorrere la rotellina del mouse. A metà pagina si fermò. Una lacrima gli scese sul viso. Con la mano tremante aprì la notizia. Il titolo diceva così “Kim Kibum oggi ci ha lasciati. La verità di un forte amore e di una terribile malattia sconvolgono le shawols”. Esaminai il suo viso. Continuava a leggere velocemente mentre il suo volto era già stato stravolto dalle lacrime. I singhiozzi non tardarono a venire. Entrò sua madre scaraventandosi sulla figlia. La figlia era finita in ginocchio, mentre era straziata dal dolore indicava con il dito tremante lo schermo del pc. La madre lo lesse e si mise le mani davanti alla bocca. Prese la figlia che continuava a singhiozzare di quella perdita, e la abbracciò forte a se, mentre anche lei cominciò a piangere silenziosamente. Con le due si aggiunse il padre che dopo aver visto le sue donne in lacrime non aveva tardato ad abbracciarle contro il suo petto.
Lei, Min Hee era una shawols. Come un nastro di un film, andò avanti fino alla sera.
La ragazzina era rinchiusa in camera a guardare una foto. La mia foto. La appoggiò lentamente sul cuscino e , mentre un nostro cd andava a tutto volume sullo stereo, prese un taglierino.
La musica coprì le sue urla di disperazione. Afferrò saldamente il coltellino e con la punta affilata la incise delicatamente sotto una vena. Continuava a incidere e ad andare sempre più in profondità, urlando e piangendo. Volevo fermarla. Era per colpa mia che aveva tutti quei tagli sul braccio. Ero stato io a provocarglieli. Il sangue rosso, appena il taglio fu finito, sgorgò come un matto, sporcando un angolo della foto. Il sangue continuava a colare per tutta la mano. La madre, che non ce la faceva più da quel casino, entrò in camera e trovò la figlia svenuta sul letto, con la mano sanguinante.
Volevo continuare a vedere. Cosa gli sarebbe successo? Stava bene? Ad un tratto l’immagine sparì e di colpo mi trovai nel lettino, di nuovo a scuola. Mi alzai leggermente e trasalii nel vedere il dottore al mio fianco. “E’ suonata la campanella ora puoi andare” con un sorrisetto da maniaco pervertito si allontanò da me e mi aprì la porta. Uscii come una gazzella inseguita dal leone e mi fiondai nel bus, sperando di trovare un posto libero. Mi rassegnai nello stare in piedi. Povera Min. Quella vicenda mi aveva molto scosso. In quel momento mi vergognavo di essere Key.
Una mano mi scosse la spalla “C-ciao, se vuoi puoi sederti vicino a me”.
Riconobbi quella voce da bambino. Era lui, il ragazzo che mi aveva avvertito del bullo e mi aveva informato di Henry. Mi sedetti ricambiando un grosso sorriso “Grazie mi hai completamente salvata!”. Mi porse la mano “Piacere di conoscerti, sono Lee Kwang e te?”gli strinsi la mano e senza pensare a tutti i problemi che avevo, feci semplicemente “Piacere sono Kim Kibum”. Senza accorgermene l’avevo detto normalmente. A questo punto potevo continuare con il dirgli “sai sono morto ma ora mi trovo in questo corpo femminile, ma piacere eh!”. Prima che potessi spiaccicare una parola con almeno un “Ho sbagliato nome”, mi lasciò la mano e imbronciato disse “Non è divertente!”. Gli appoggiai una mano sopra la spalla “S-scusa non volevo. Sono una shawols e loro sono tutta la mia vita. Comunque mi chiamo Min Hee”. In effetti era vero. La persona che “possedevo” era una mia fans. Potevo sentire la sua gamba toccare la mia. Dentro di me maledissi quei posti così stretti. L’autobus si fermò improvvisamente. L’autista scese urlando “Cavolo!”.
Mentre l’autista era uscito godendosi lo spazio, io ero finito abbracciato a Kwang. Ci guardammo.
Eccolo, il mio cuore che veniva giusto in tempo per pulsare alla massima velocità.
Imbarazzato, si girò verso il finestrino, distogliendo lo sguardo nel vuoto. Non so il perché, però non mi volli alzare. Stavo comoda con la mia testa appoggiata sul suo collo. Lui girò di poco il viso e sussurrò accarezzandomi la frangia “Hai un buon odore di vaniglia”. Mi annusai la punta dei capelli. Era vero. La sua mano, morbida e delicata, mi sfiorò la guancia. Il suo tocco mi fece venire i brividi dietro la schiena. In quel momento l’unica persona a cui pensavo fu Jong. Mi mancava moltissimo non averlo più al mio fianco, non leccargli quel collo così ben curato che sembrava di cera. Ma mi mancava soprattutto la sua voce e con “la sua voce” non intendo quella da cantante, ma quella da amante. Ci staccammo appena sentii l’autista salire urlando “Scendete, si è bucata una ruota. Fra circa un’oretta sarà sistemata”.
Mi sciolsi da quell’abbraccio e mi alzai. Mi fermai all’improvviso, notando che eravamo a Seoul e Kwang, non avendo notato che mi ero fermata mi andò addosso. Il mio corpo stette per cadere, quando sentii una forte presa prendermi per i fianchi, in modo che non cadessi. Mi rialzai alquanto imbarazzata e uscii come un fulmine dal bus.
Seoul non era cambiata molto, ma notai subito una statua che si innalzava nel centro della piazza.
Kwang mi si piazzò davanti “Ti andrebbe di andare a fare un giretto?” a quella domanda mi misi a braccetto con lui e molto felicemente “Certoooo ~”. Per prima tappa andammo subito a vedere la statua che mi incuriosiva tanto “Ma di chi è?” chiesi mentre ci stavamo avvicinando. Lui si fermò e mi guardò storto “Scusa, tu sei una shawols e non lo sai? Quella è la statua di Key. L’hanno fatta in sua memoria, “così non sparirà mai dai nostri cuori”, parole di Jonghyun”. Ero io? Cioè io che ero intrappolato in questo corpo, avevo me stesso grande due metri e mezzo rivestito in pietra? WoW
Ci avvicinammo alla statua fino a riconoscerne perfino le piccole e tenerissime fossette che si erano formate vicino alla bocca. Cavoli ero proprio io! Forteee! Kwang iniziò a frugare nelle tasche del giubbotto e poi in quelle dei jeans. “Scusa ho dimenticato il cellulare in bus. Faccio un salto a prenderlo e ritorno subito qui con te”. I miei occhi brillavano mentre fissavo il me imponente.
Toccai quella statua così fredda al mio tatto che mi fece rabbrividire. Mi mancava terribilmente il mio corpo. Chissà se un giorno l’avrei rivisto in carne ed ossa.
Di fianco a me sentii una risatina “E’ bello vero?” mi girai di scatto sperando che il mio udito avesse ragione di pensare che quello che mi aveva appena rivolto la parola fosse Henry. Fu proprio così! Il cuore iniziò già da subito a pulsarmi. Ripensai alla figuraccia della gonna e divenni rossa come un peperone. Poi mi concentrai su quella domanda. Hehe! Certo che sono bello! Non per vantarmi, ma la mia bellezza supera di gran lunga gli occidentali. “Sì. Direi proprio di sì”.
I suoi occhi posati su quel monumento, brillavano quanto i miei. Girandosi verso di me, con un sorrisetto triste mi disse “Anche a te ti manca?” Sospirai. Avrei voluto rispondergli “Bè sai sono io il vero Key quindi direi proprio di sì, mi manca”. Riguardai quella statua dove ai piedi c’era scritto “Almighty Key” e gli risposi “Non sai quanto!”.
Una voce da lontano mi fece sobbalzare “Min l’ho trovato”. Appena vide Henry si irrigidì.
“Oh giusto! Henry ti presento Lee Kwang, Kwang ti presento Henry”.
Kwang gli porse la mano, ma Henry si limitò a inchinarsi leggermente.
Henry fulminò Kwang. Per qualche ragione all’idols famoso non piacevano i comuni ragazzi di città. Kwang mi prese il braccio e senza badare a Henry mi sussurrò “Ok. Ora continuiamo il nostro viaggetto” riguardai un ultima volta me stesso e mi inchinai più che potei. Poi salutai con la mano Henry “C-ciao Henry”. Mi girai, ma una mano gelida mi afferrò l’altro braccio libero e mi fermò.
“Senti Min visto che oggi non hai pranzato, vorresti andare in bar con me?” la proposta mi allettava molto. Avevo una fame che se potessi mi sarei mangiato la statua come nella pubblicità dei Tuc.
Però Kwang mi sussurrò “Dopo essere entrati in vari negozi di moda ti porterò a mangiare un gelato”. L’idea dei negozi di moda pienamente rivestiti di vestiti da urlo mi allettava molto di più.
Mi girai verso Henry “Scusa ma non ho fa-” la mia frase fu interrotta da un forte brontolio allo stomaco. “Ho sentito che qui affianco fanno una deliziosa bistecca e anche i muffin più buoni che io abbia mai mangiato” i muffin. “No, in verità i muffin più buoni sono quelli di Jonghyun. Una delle poche cose che sa cucinare bene”. Henry mi guardò allibito “E tu come fai a saperlo?”.
Logico! Lui me li cucinava spesso alla mattina, quasi sempre era dopo aver fatto sesso quindi era più stimolato a farli. Ma non potevo dirgli questo. Mi avrebbe dato della matta. “Niente”.
Kwang mi tirò a se “Min, ti prego non lasciarmi solo”.
Mi sentivo come se quei due ragazzi stessero lottando per decidere tra chi doveva uscire con me.
Così presi il braccio di entrambi “Per prima cosa andiamo nel ristorante di Henry, poi andiamo a fare shopping nel posto di Kwang e poi tutti a mangiare un gelato!”. Loro si girarono entrambi verso di me e in coro “Tutti e tre?” Diedi un bacino prima a Henry e poi a Kwang “Sì, tutti e tre”.
Ci divertimmo da morire. Mangiammo la famosa bistecca e poi dei semplici muffin, però niente in confronto a quelli di Jonghyun. In seguito i ragazzi mi portarono a fare shopping. Avrei comprato un casino di felpe maschili, ma mi accontentai di una maglietta femminile carina. Infine, dopo aver camminato fin da farmi venire le vesciche nelle Convers, mangiammo un freschissimo gelato.
Arrivammo davanti alla fermata del bus. Kwang mi guardò con gli occhi che continuavano a girare.
“Dove cavolo è finito l’autobus?” urlai. Non c’era più. Guardai l’ora. Eravamo arrivati dieci minuti dopo. L’avevamo perso. E ora? Henry mi cinse il collo con un braccio “Se vuoi posso chiamare mio padre e dire di venirmi a prendere così ti do un passaggio”. Suo padre. Quindi finalmente avrei rivisto Jonghyun. “N-ne sei sicuro?” lui mi sorrise “Ovvio” poi mi girai verso Kwang che fissava tristemente l’asfalto. “Non è che potresti anche accompagnare lui?” Henry mi fulminò e poi con aria scocciata mi tolse il braccio “Sì può fare”. Così il viso di Kwang ritornò a sorridere.
Stavamo finendo ancora il gelato, quando per caso mi sporcai il naso “Haha ma guardati” rise kwang vedendo il mio nasino ricoperto alla fragola. Henry prese il cellulare e mi fece una foto. “No daiiii sono venuta malissimoooo! Cancellalaaa!” come al solito mi fece la linguaccia.
Aspettando l’auto in cui avrei rivisto finalmente il mio amore, giocammo alla faccia più buffa.
Kwang portava un cappellino che teneva dietro al ciuffo alzato. Henry invece era vestito con una maglietta bianca e jeans strappati. Io invece portavo un maglioncino tra il giallo e il verde.
Finalmente arrivò. Il macchinone nero si fermò davanti a noi. Si aprì lo sportello. Scese un uomo.
“Jonghyun!” il mio cuore si fermò. Si era tinto i capelli di marrone. Ma per il resto non era cambiato molto. Era sempre lui, il mio più grande amore. Mi porse la mano “Piacere!”. Mi scese una lacrima. Mi era tremendamente mancato e rivederlo la davanti era come morire una seconda volta. Avrei voluto saltargli addosso dicendo che lo amavo e che ero Key, ma invece mi sarebbe servito un piano. Un piano per farci ravvicinare. Operazione “Innamoramento” era avviata.


Note d'autore: Ciao a tuttiii ^^ eccoci ad un nuovo capitolo ^^ è difficile scrivere questa storiaaaaaa ^^ prima di tutto vorrei dire che ci ho pensato bene e nn uccido tae haha XD ok allora, spero come sempre che via si apiaciuto questo capitolo. Adoro il personaggio min ^^ però essendo key che pensa è difficiletrasformarlo al maschile anche se sarebbe una ragazza che compie le azioni XD voi chi preferite tra henry e kwang?
jonghyunnnnnnnnn ^^ finalmente è venuto in questo capitolo ^^ sarà una sfida difficile quella di min ^^ ok nn spoilerizzo più ^^
Infine vrrei ringraziare le persone che commentanooooo ^^ grazie mille ^^ poi grazie anche a chi nn lo fa ^^ quindi caro lettore grazie di cuore ^^
Bye ^^



I PROTAGONISTI:



e il nostro e amato
JONGHYUN:

   
 
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