Quinto
anno, Insegnamento.
[“Perché tu?”
“Perché il Preside ha il privilegio di delegare i
compiti meno piacevoli, immagino”.
Harry
Potter e l’Ordine della Fenice, capitolo XXIV]
Severus Piton sedeva nell’Ufficio del Preside,
l’immancabile bicchiere di Whiskey in grembo e un’aria particolarmente assorta.
Da quando il Moccioso Che Era Sopravvissuto aveva messo piede in quella scuola,
non era passato anno senza che Albus lo convocasse per chiedergli un favore,
grande o piccolo che fosse. La poltrona che lo ospitava ogni volta da cinque
anni tendeva ad accogliere la sua seduta come un bozzolo, ormai, e le riserve
di alcolici del Preside stavano iniziando a scarseggiare.
“Bene Albus, ora potrei sapere a cosa devo la
mia visita nel tuo Ufficio?” chiese, facendo vorticare il liquido ambrato nel
bicchiere congelato.
Un
ottimo uso per l’incantesimo Glacius, suppongo.
“Harry ha degli incubi…”
“Non vedo come lo stato di sonno di Potter
possa interessarmi”.
“Dovrebbe, Severus. La sua mente è collegata
con quella di Voldemort, quello che è successo con Arthur è stato un monito.
Harry non sarà al sicuro finché non sarà in grado di controllare questo
collegamento e chiuderlo”.
L’anziano mago congiunse le punte delle lunghe
dita davanti a sé e lo scrutò attraverso le lenti a mezzaluna.
“Credo di aver intuito il motivo della mia
convocazione e ti assicuro che la tua è una pessima idea” sibilò Severus, le
dita strette sul bicchiere cha aveva in mano. Tra i pochi pensieri che riusciva
ad articolare nel momento immediatamente successivo alla sua triste intuizione
ne spiccava uno: i troppi dannati sorbetti al limone avevano congelato il
cervello di uno dei più grandi maghi di tutti i tempi.
“Io credo, se mi permetti, che sia ottima,
anche in virtù del fatto che non abbiamo molta altra scelta. Sei indubbiamente
un Occlumante di grande bravura, ragazzo mio, tanto che lo stesso Voldemort non
è riuscito a penetrare la tua mente”.
Severus non riuscì a reprimere del tutto il brivido
che gli aveva attraversato la schiena nel sentire per la seconda volta il nome
del Signore Oscuro; finì il suo drink con un gesto secco e aspettò che l’intera
bocca riacquistasse sensibilità.
Se si
chiama Whiskey Incendiario c’è un motivo.
“Albus le lusinghe non mi convinceranno che
rinchiudere me e il figlio di Potter in una stanza sia una brillante pensata.
Sei tu il Supremo Pezzo Grosso e il Presidente del Wizengamot, potrai
sicuramente insegnargli tutto quello che deve sapere, e la mia salute mentale
sarebbe preservata”.
“Sorvolando sul fatto che quei titoli mi sono
stati tolti, con non grande rammarico da parte mia, ammetto, ho bisogno che sia
tu a fare da insegnante a Harry”.
Il tono usato non ammetteva repliche, Severus
lo sapeva bene. Si liberò del bicchiere e si alzò lentamente dalla poltrona. Si
girò lievemente sulla porta, già certo che la sua domanda sarebbe rimasta senza
risposta.
“Potrei almeno sapere perché non te ne puoi
occupare personalmente?”
Quando il Preside confermò il suo pensiero si
richiuse le pesanti porte alle spalle con uno sbuffo spazientito, ancora una
volta pronto a svolgere i suoi inspiegabili compiti.
Il mio amico non mi dava mai delle spiegazioni.
Mon ami ne m'a jamais donné aucune
explication.