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Autore: Lady Arwen    23/03/2011    4 recensioni
La paura dell'ignoto mi incatenava e mi faceva impazzire, ma dovevo andare avanti. Dovevo andare incontro a ciò che mi aspettava, ormai era tutto deciso. Sarebbe stato l'inizio della mia nuova vita, o l'inizio della fine?
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte ragazze ;) scusate il tremendo ritardo, ma ho continuato ad aggiornare solo l'altra fanfiction (questa!, se vi interessa date un'occhiata :D )
Comunque grazie a chi mi segue, anche se siete in poche: ElyCecy, ___Nicka ed _Abbey , vi adoro! :D Ecco il nuovo capitolo, fatemi sapere se vi piace altrimenti posterò uno o due capitoli e la finisco qui, dato che è molto seguita :) kiss*



-Right here in my arms-



Era passata una settimana dalla festa di Candice, ma io e Joe ci parlavamo a malapena. Lui mi aveva cercato di trovare mille scusanti, ma io con molta freddazza gli dissi che lo perdonavo, dopotutto non stavamo insieme, e non ci eravamo promessi niente. Ci era rimasto male, e quindi ci parlavamo solo se necessario. Quella mattina arrivai come al solito a scuola con Dave, e trovammo il resto del gruppo sotto un grande albero.
-Buongiorno- esclamammo in coro io e David, sorridendo. Mi avvicinai a Nick, e gli diedi un lieve bacio sulle labbra. Ormai ci salutavamo così, era diventato il mio migliore amico insieme a David. Mi sedetti sulle sue gambe, e lui mi avvolse con le braccia.
Joe era sempre infastidito da questi atteggiamenti, e pensava che io e Nick ci frequentassimo. E Nick non faceva altro che alimentare questa impressione, sembrava quasi divertirsi.
-Devo andare, a dopo- sbottò Joe, dopo che Nick mi diede l'ennesimo bacio sulla guancia, e se ne andò spedito senza voltarsi.
-Quando smetterete di farlo ingelosire così?- disse Alex ridendo.
-Quando mio fratello capirà di essere stato un'idiota!- ribattè Nick sorridendo in modo quasi angelico, facendoci ridere.
-Ah quindi mi coccoli solo per far ingelosire Joe?- esclamai fingendomi offesa. Lui rise e disse -No, lo faccio perchè ti amo alla follia!-
Sgranai gli occhi, poi scoppiammo tutti a ridere per il suo tono finto serio e ci alzammo per seguire le lezioni.


Quel pomeriggio dopo scuola mi diressi alla libreria. Era vicina al molo, ed avevo trovato il lavoro perfetto per me lì. Mettevo a posto i libri e consigliavo i clienti, così avrei potuto mettermi da parte un pò di soldi, non volevo pesare solo sui miei zii.
Uscii dal negozio alle 7 e 30 di sera. Grazie alla mia solita fortuna, cominciò a piovere a dirotto. Qui, a Newport Beach! E' il colmo.. pensai. Cominciai a correre spedita verso casa, mi tirai su il cappuccio della felpa, ma indossavo gli shorts, quindi ero già fradicia da capo a piedi. Non vedevo niente, la pioggia era fittissima e così mi persi. Cercai di guardarmi intorno, ma non c'erano molti punti di riferimento. Tornai indietro per un pò, passando per un parco, ma mi fermai di botto. Tre tizi erano fermi davanti a me e mi guardavano.
Ostentando tutta la calma possibile, cercai di aggirarli, ma loro mi seguirono. Presi il cellulare e cominciare a comporre freneticamente il numero di Zia Meredith, ma una mano mi bloccò costringendomi a voltarmi.
-Che ci fai qui da sola, bella mia?- disse una voce sgradevole.
-Fatti gli affari tuoi idiota!- sussurrai cercando di sgusciare via dalla sua presa, ma mi arrivò un ceffone in pieno volto, che mi fece cadere a terra.
-Come ti permetti,puttana?- rispose lui rabbioso. Gli altri due risero maligni, squadrandomi da capo a piedi. Mi riafferrò e si strinse addosso a me. Cercavo in tutti i modi di scappar via, ma era forte e non riuscivo a muovere le gambe.
-Lasciatemi, vi prego..- sussurrai, quasi piangendo.
-Potevi pensarci prima cara mia- ghignò lui, e sentii di stare per svenire..quando dei fari si avvicinarono a tutta velocità, e vidi una macchina che sgommava. Era un grande SUV nero, e i tre idioti si spaventarono, così mi lasciarono per terra e corsero via. Mi rannicchia piangendo, e vidi delle braccia afferrarmi e portarmi verso la macchina. Mi mise sul sedile, ed io aprii gli occhi, era Joseph. LO guardai, sorpresa.
-Joe, che ci facevi lì?- sussurrai, asciugandomi le lacrime. Lui continuò a guidare, guardando la strada ad occhi socchiusi. -Ero qui a correre, poi ha cominciato a piovere e sono corso in macchina, quando ho visto delle persone che litigavano..- sussurrò, con una voce roca e rabbiosa.
Rimanemmo in un silenzio imbarazzante, finchè non mi decisi a parlare.
-Grazie Joe. Se non ci fossi stato tu..- dissi senza riuscire a guardarlo. Lui frenò di colpo e mi fulminò con lo sguardo.
-Se non ci fossi stato io saresti morta, o chissa cos'altro!- urlò. -Che cosa diavolo ti è venuto in mente, andare in giro da sola con questo tempo, con le strade deserte- Sbattè forte le mani sul cruscotto.
-Io mi sono persa..- sussurrai ma lui mi interruppe -E non potevi chiamare qualcuno? Ci sono decine di persone che correrebbero ad aiutarti se solo le chiamassi! Ma no, tu devi fare l'orgogliosa come al tuo solito e vedi cosa succede.- urlò ancora.
Io non parlai più, ferita. Guardavo fuori dal finestrino, mentre le lacrime mi bagnavano le guance. Lui riprese a guidare e ci fermammo sotto casa sua. Prese il mio viso tra le dita e si accorse che stavo piangendo. I suoi occhi nocciola, così caldi in quel momento, si sgranarono per la sorpresa e continuarono a fissarmi mandandomi ancora più in confusione. Lui abbassò lo sguardò, dispiaciuto per la sfuriata.
-Ti ho portato qui, hai un sacco di ferite e le mettiamo apposto prima di portarti a casa ok?- mi disse con la voce più dolce possibile. In un altro momento avrei potuto sciogliermi, ma mi limitai ad annuire. Entrammo in casa senza una parola. Lui mi aiutò a medicarmi e mettermi dei cerotti. Poi chiamò David, e gli disse che sarei rimasta a guardare un film con lui dato che era solo in casa. David fu sorpreso, ma non indagò oltre. Mi feci una doccia, e mi infilai la vecchia maglietta di Superman di Joe, e dei pantaloni della tuta Nick, che era alto poco più di me.
-Stai bene- disse Joe sorridendomi e avvicinandosi per accarezzarmi la guancia. Non riuscivo a guardarlo negli occhi, arrossii e basta. Poi mi decisi.
-Joe..- sussurrai.
-Scusa, non volevo farti arrabbiare così- continuai. Lui si avvicinò ancora, guardandomi con un'espressione indecifrabile. Potevo vedere benissimo le pagliuzze dorate nei suoi occhi nocciola, che infondevano calore in me, e il suo sorriso sempre spontaneo.
-Si, devi chiedermi scusa..scusa per aver rischiato di sparire così dalla mia vita. Non te l'avrei mai perdonato.- si avvicinò ancora di più sfiorando la mia guancia con la mano. I nostri nasi quasi si toccavano. Feci aderire i nostri corpi, abbracciandolo e lasciandogli delle lacrime sulla maglia.Lui mi circondò con le braccia, più forte che potè.
-Ci sono io adesso.- sussurrò al mio orecchio, trascinandomi sul letto ancora stretta a lui. E in quel momento non so perchè, ma seppi che era sincero. E rimanemmo così, stretti l'uno all'altra, per tutta la notte. Una notte perfetta.
   
 
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