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Autore: Andy Scofield    23/03/2011    3 recensioni
Gli dei dell'antica Grecia sono ancora vivi, e qualcosa di grande sta per accadere...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ermete e Atena giunsero in paese, atterrando in mezzo alla piazza. Ermes che aveva sorretto Atena per il viaggio passò la mano fra i capelli sudati e riprese fiato. Atena invece si guardò attorno e notò che la piazza fosse parecchio affollata. Atena fissò Ermes, egli sorrise poichè intuiva le intenzioni di Pallade Atena. Quest'ultima tolse il suo elmo, e il suo bellissimo viso fu visibile a tutti. Fece due passi ed iniziò a parlare.

"Io sono Atena. La dea della saggezza e della parte nobile della guerra. E vi parlerò in modo diretto, poichè non vi è altro tempo...sapete tutti cos'è successo nell'Ade e agli Olimpici immagino." disse Atena.

"tu non sei Atena! E il barbone a fianco a te non è Ermes!"

Atena sorrise. Prese la sua asta e la scagliò all'uomo, che aveva osato vomitare ingiurie verso la dea. L'asta però, venne presa al volo dall'uomo. Atena sembrò sorpresa. L'uomo si fece avanti.

"il mio nome è Andros Konia. Sono un guerriero, un semidio. Ciao mamma"

l'uomo a dirla tutta pareva un ragazzo. Gli occhi erano castano chiaro, i capelli neri come la pece. Era d'altezza media e fisicamente prestante. Indossava un armatura argentata.

Atena parve un pò spaesata.

"chi è tuo padre?" chiese Atena.

"Un mortale, è stato ucciso dall'armata di Crono re dei Titani, stanno cercando tutti quanti i semidei per ucciderli, insieme a tutti gli eroi, per arrivare direttamente a voi Olimpici, dal vivo sei anche più bella madre" disse Andros.

Atena sorrise e posò la mano sulla guancia del figlio affettuosamente.

"è raro che io mi accoppi con qualcuno figlio mio, ma a quanto pare ho fatto un ottimo lavoro. Bella presa. Immagino comunque che tu sia venuto per arruolarti nell'esercito di mio padre Zeus, giusto?" chiese Atena.

"esatto" rispose Andros.

"Bene...va vicino a Ermes, nel frattempo ne selezionerò degli altri" affermò Atena.

Atena fece largo tra la folla sbigottita.

"chi altri? Chi altri vuole farsi avanti?" chiese Pallade.

La piazza era grande. C'era qualche casa in pietra e qualche bancarella per li scambi commerciali. Possibile che nessun'altro voleva farsi avanti? Atena raccolse la sua asta, sembrava un pochino scocciata. La mise per terra. E improvvisamente l'erba verde e germogliosa si trasformò in fango bagnato.

"Avete visto? Volete che la natura muoia? Se Crono e le sue armate riescono a sconfiggerci, ciò che ho appena fatto, sarà una bella cosa a confronto" disse Atena.

Si levò un brusio tra la piazza. Qualche giovane si fece avanti.

Ed ecco giungere dinanzi ad Atena un altro giovane seguito da altri due.

Andros alla vista dei tre giovani si fece avanti.

"ma io vi conosco" disse Andros.

"Certo Andros, sono Dactio, figlio di Zeus" affermò. Alla parola Zeus apparve un fulmine nel cielo. Iniziò a piovere.

Tutti i presenti nella piazza si prostrarono ai piedi del ragazzo, Dactio. Mormorando frasi come "il figlio del potente signore dei cieli!..."

Atena sorrise. Il ragazzo era alto, gli occhi erano di un verde intenso, i capelli castani, molto corti.

"voi altri chi siete?" chiese Atena.

"io sono Suddus, figlio di Ares, il guerriero indomabile. Sono perfettamente cosciente del fatto che Ares abbia cambiato schieramento, ma sappi, oh divina Atena, che non esiterò ad ucciderlo" disse Suddus.

"D'accordo, ma non fare mosse false, Suddus. Tu invece chi sei?" chiese Atena.

Suddus si mise vicino a Dactio e Andros.

"sonoGianieus, figlio di Apollo." disse il ragazzo.

Atena baciò in fronte il ragazzo, facendo la stessa cosa con Andros,Suddus e Dactio. Fece loro cenno di andar in fila.

"Ermes, torniamo sull'Olimpo, ho una brutta sensazione" intervenne Andros.

Atena si voltò verso il figlio. Ma non fece in tempo.

"Avverto pensieri a sfondo omicida..."intervenne Suddus.

Atena rimase sbalordita.

"Avete ereditato i poteri degli Olimpici?" disse.

Ma non finì la frase. La piazza venne invasa. Un ondata di guerrieri iniziò a sterminare gli innocenti, e a guidare la battaglia, vi era Eracle, insieme ad Ares.

"ADDIO, ATENA E SEMIDEI, SIETE TUTTI MORTI" urlò Ares, e iniziarono ad attaccare. 

  
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