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Cap 8
John,
Bella si è addormentata non appena ha
appoggiato la testa sul cuscino. Non fa che ripetere il mio nome e gemere. E
tutto questo non fa che riempirmi di gioia e di speranza! Si sta innamorando di
me? Cosa sogna? Perché sospira? Dio! Quanto vorrei leggerle la mente! Lei è
l’unica a cui non riesca a leggere la mente. Proprio lei tra tante persone. I
suoi pensieri inaccessibili mi rendevano ancora più innamorato di lei e ancora
più pazzo, se la pazzia avesse un nome. Per fortuna, Jacob non era riuscito nel
suo intento. Il suo piano di farla innamorare di lui in questi giorni, non gli
è riuscito. Bella non è una ragazza facile. E per lui sarà stato difficile
tenerle il passo…si è svegliata! A dopo!
Chiusi
velocemente il diario sentendola ormai vicina.
“Cosa
scrivi?”
“Buongiorno!
Ben svegliata!” cercai di nascondere il mio diario. Era troppo curiosa.
“Non
cambiare discorso…cosa hai lì dietro?”
“Niente che
ti possa interessare.”
“Come non
detto. Comunque la tua famiglia sta bene? Alice?”
“Si Bella. Stanno
bene. Saranno qui a giorni.”
“Sono
felice. Quando andremo via di qui?”
“Presto.”
“Edward…hai
scoperto qualcosa su Matthias?” Mi guardava
speranzosa e con gli occhi lucidi. Teneva moltissimo a quel bambino.
“Mi
dispiace, non ho avuto il tempo di occuparmene ma non appena sarai al sicuro,
farò tutto il possibile.” I suoi occhi mi scrutavano sorpresi.
“Intendi
dire quando andrò via di qui. Dall’Africa?”
“Si.” Risposi
serafico, non avevo intenzione di litigare di nuovo.
“Io non me
ne andrò Edward. Resterò qui!” Invece riprese con i suoi istinti da selvaggia
indomita aggredendomi.
“Bella non
se ne parlerà più, te l’ho già detto, è tutto deciso.”
“Tu non sei
il mio babysitter, non decidi della mia vita. Io resterò qui con i licantropi.”
Quando sentì quella frase, sentì un groppo in gola e l’immagine di Bella
avvinghiata a Jacob mi torturò nuovamente.
“Assolutamente
no!” Le urlai contro accaldato e nervoso.
“Invece si,
Jacob mi ha detto che mi difenderanno loro! Mi ha detto che posso rimanere
quanto voglio!” Quelle parole mi fecero innervosire ulteriormente.
“Non me ne
frega niente di quello che ti ha detto Jacob! Io devo portarti in salvo, ho
dato la mia parola alle autorità e sono stato pagato per questo! Quindi non
fare storie e smettila!” La parola giusta per definire il mio stato d’animo
era: incazzato nero. L’avrei portata via subito. Tutto pur di non lasciarla un
altro minuto in più con Jacob.
“Invece io
rimarrò qui, non mi interessa ciò che vuoi tu. Non mi interessa se ti pagano,
non mi interessa un cazzo di niente! Io voglio rimanere in Africa. Devo
ritrovare Matthias!”
“Lo
ritroverò io, sta tranquilla.” Mi avvicinai ma lei si scansò.
“No!” Ribatté
isterica.
“Vedremo!”
Occhi negli occhi, rabbia contro rabbia. Mi stava portando alla disperazione.
Il suo carattere così caparbio non faceva altro che rendermi le cose ancora più
difficili. Maledizione! Mi girò le spalle e andò a rovistare in una valigia. Scelse
dei pantaloncini cortissimi e un top blu. Uscì dalla tenda senza dire una
parola. La seguì e le afferrai il braccio.
“Dove vai?”
“A lavarmi.
Ogni tanto anche io mi lavo che pensi!”
“E dove ti
lavi?”
“C’è una
piccola radura dove sgorga acqua.”
“Non se ne
parla!”
“Ma perché?”
“E’
pericoloso.”
“Ma sei
matto! Lo faccio tutti i giorni!”
“Da sola?”
Era veramente troppo. Possibile che i licantropi le avessero permesso una tale
scemenza.
“No, Jacob
mi accompagna sempre.” Jacob! Sempre lui. Figuriamoci se l’avesse mai lasciata
sola per un attimo quel cagnaccio!
“E ti lavavi
con Jacob presente?” La gelosia era davvero un brutto tarlo. Si fermò
guardandomi di sbieco.
“Certo che
credi. Mi facevo pagare per farmi vedere nuda!” Si girò di scatto per poi
tornare indietro verso di me furente. “ Uomini! Non sono una delle tue amiche
Edward!”
“Mi sembrava
strano…”
“Perché
pensi che io non possa avere delle curve come tutte le altre?” Adoravo quando
arricciava in quel modo il naso. Lo faceva soprattutto quando era arrabbiata.
“Non sto
dicendo questo…semplicemente mi sembrava strano che ti spogliassi davanti a
Jacob.”
“Non sono
una prostituta.” La odiavo quando non riusciva a capirmi.
“D’accordo,
hai vinto tu!” Feci per arrendermi ma mi guardò davvero male.
“Io vado…Jake!!”Urlò il nome di quel cagnaccio sorridendomi con fare
provocatorio.
“Che fai?”
“Chiamo
Jacob per venire con me.”
“Ci vengo io
con te.”
“E perché
mai?”
“Perché si.”
Mi annoiavo stare a discutere sempre con lei. La caricai sulle spalle e la
portai in questo ruscello. In poche parole, l’acqua del laghetto proveniva da
lì, una specie di cascatina artificiale creata tra le
rocce. Suggestiva e affascinante.
“Non ti
permettere mai più di portarmi sulle spalle in quel modo!” Mi puntava il dito
furente. Che carina! “Girati adesso! Devo spogliarmi.” Era davvero
indisponente. “Ho capito devo spogliarmi davanti a te!”
“Tranquilla…non
ci sarà niente da vedere…” deliberatamente la provocai. E la sua reazione non
tardò ad arrivare.
“Ah no?” Si
tolse la maglietta lasciando scoperto il suo seno. Se avessi potuto sudare, la
mia fronte sarebbe stata imperlata di gocce che scendevano lente. Mi guardava
con aria di sfida. Ma non persi le staffe, in fondo ero un combattente
difficile da traumatizzare. Anche se… il suo seno rotondo e sodo…la sua pelle
candida e bianca, mi portavano verso territori dove la ragione cominciava a
perdere colpi su colpi. Ed infatti rimasi incatenato con lo sguardo a quella
pelle stupenda.
“Allora ti
piace quello che vedi?” Mi sbatté la maglietta addosso e si tuffò nell’acqua.
Riemerse poco dopo iniziando a lavarsi accuratamente quei boccioli turgidi e
gonfi guardandomi dritta negli occhi. Sostenni il suo sguardo ma
irrimediabilmente i miei occhi ripresero ad osservare il suo lascivo ed erotico
massaggio. Era bellissima. Non sapevo più cosa fare. Non immaginavo potesse
arrivare a tanto. Non capivo cosa volesse fare ma una cosa era certa, la mia
erezione non tardò ad arrivare. Ma non volevo andarmene, se lo avessi fatto, le
avrei reso bandiera bianca. Invece feci una cosa che mi stupì, entrai in acqua.
Bella rimase a bocca aperta, non se l’aspettava nemmeno lei.
“Vuoi che ti
aiuti?” Voleva giocare al gatto con il topo? Eccomi qui! Le spruzzai
delicatamente un po’ d’acqua sulla pelle accarezzandola lievemente. Ma ovviamente
non avevo fatto i conti con l’oste. Si girò con un sorriso beffardo sulle
labbra.
“Si grazie,
inizia da qui.” E mi indicò il suo seno. Poteva morire un vampiro? Pensavo che
solo i Volturi potessero togliermi la vita ma in realtà Bella poteva avere
questo potere molto più di chiunque altro. Questa volta ero davvero in
difficoltà.
“Beh…forse…forse
è meglio che io vada…”
“Come
vuoi…potrei chiamare Jake allora…credo che lo farà
volentieri.” Sangue, tutto rosso. Una morte lenta e dolorosa per Jacob, questo
lo attendeva se avesse solo sfiorato Bella.
“Tu non
chiami nessuno!” La strinsi a me prendendola dalle braccia e avvicinando il suo
viso al mio. “Bella stai giocando con il fuoco…”
“Mi piace il
fuoco…è così…così…caldo…” Sussurrò quelle parole per farmi perdere
completamente la testa.
“Si ma il
fuoco brucia…”
“Hai paura
di scottarti?” Prese a toccarmi il torace lasciando dei brevi segni
concentrici.
“No, io sono
un vampiro, tu potresti scottarti…”
“Correrò il
rischio…” Dannazione! Quella ragazza mi stava facendo impazzire ed in più stavo
cadendo nella sua trappola ma quelle mani erano troppo delicate e dolci su di
me. Non riuscivo a muovere un muscolo. Continuava a guardarmi negli occhi come
se non fosse nuda davanti a me. Pazzesca! Quando si girò di spalle, notai che
stava togliendo quello che indossava sotto. Ed io non potei fare altro che
deglutire rumorosamente.
“Cosa c’è
scheggia?” rideva, la mia dannazione rideva e si prendeva gioco di me. Non
avevo un briciolo di orgoglio maschile. E decisamente non me ne fregava poi
molto in quel momento. Non risposi. “Hai perso la lingua?” Si girò scrutandomi
sorpresa. Si avvicinò al mio orecchio.
“Ammettilo, il fuoco ti brucia…” e non solo.
“Ho visto di
meglio.” Mentì deliberatamente ma lo feci di proposito per non soccombere
immediatamente a quella bellezza ultraterrena. La sua rabbia ribolliva in quel
corpo esile. Feci il mio sorriso sghembo e di rimando uno schiaffo mi fece
girare la testa.
“Sei ripetitivo
e in più il tuo corpo non mi dice questo…” prese a delineare il contorno del
mio torace delicatamente. Ed arrivò inesorabile quella voglia bruciante del
contatto con le sue labbra. Minuti infiniti sembravano far scivolare il tempo
in un turbinio di sentimenti ed emozioni.
“Edward…”
soffiò lentamente sul mio orecchio. Il suo corpo ormai attaccato al mio mi
scaldava l’anima persa e una dolce sensazione di benessere invase il mio
essere. Gocce di desiderio. Il mio, forte come una tempesta. Era davvero troppo
per me. L’abbracciai e avvicinai il mio viso al suo.
“Tu…” Mi
guardò socchiudendo le labbra mentre la consapevolezza di aver osato troppo mi
fece bloccare.
“Io cosa?”
Si avvicinava sempre di più…
“Ehm…scusate…”
Brutto bastardo, se non esci dall’acqua
ti strapperò quel coso freddo che ti ritrovi tra le gambe! Non poteva che
essere quel cagnaccio! Ci girammo. Jacob mi guardava furente, i pugni chiusi
lungo i fianchi segno di un’imminente trasformazione. Bella abbassò lo sguardo,
immergendosi completamente. “Il pesce stocco non ti lascia un minuto da sola.” Se potessi, lo ucciderei seduta stante.
Il suo pensiero era chiaro.
“Credimi, lo
farei volentieri anche io.”
“Non
leggermi nel pensiero!” Mi urlò contro.
“E tu non
pensare…anche se mi viene difficile credere che tu lo faccia…” Maledetto
bastardo! Non mi avrebbe portato via Bella. Doveva passare prima sul mio corpo.
“Ok, adesso
basta. Jacob torna indietro e Edward esci dall’acqua e vattene. Andatevene!” Feci come diceva ma mi fermai ad osservare
Jacob per un solo istante.
“Ah! Bella,
stasera faremo una festa, sei invitata.”
“Una festa?”
“Si, abbiamo
invitato tanti ragazzi del villaggio. C’è da divertirsi.”
“Ma che tipo
di festa? Cioè cosa mi devo mettere?”
“Una festa
normale, adatta al deserto. Mettiti i tuoi shorts, ti fanno un sedere
magnifico.” Persi le staffe. Il lupo mi guardava con aria di sfida. “Cos’è, non
posso dirle nemmeno quanto è bella?”
“Jacob ti
consiglio di andare via.” Intonai irato.
“ E se non
volessi?”
“Ti
ucciderei all’istante.”
“Oh Edward!
Come sei catastrofico! Rilassati un attimo! Jacob vai adesso!”
“Ma Bella?”
“Niente
ma…vai!” E il lupastro se ne andò mogio mogio, non
senza parlarmi con il pensiero e lanciarmi un ultimatum.
“Ascoltami
superman, non ho bisogno delle tue difese perché mi so difendere da sola e
smettila di litigare con Jacob. E poi non riesco nemmeno a capire perché lo
fai. Quindi la prossima volta ti spaccherò quel brutto muso di deficiente se
continui a fare zorro!” Mi puntava il dito contro.
All’improvviso si rese conto di essere completamente nuda ed esposta al mio sguardo.
La sua spavalderia finì di colpo con un rossore che si propagò su tutto il suo
viso mentre l’uomo che era in me non poteva che esultare a quella vista. Per un
istante i nostri occhi si incontrarono e si incatenarono lascivi ma Bella si
riprese subito.
“Ecco…io
vado…” afferrò velocemente l’asciugamano e corse via lasciandomi in preda ad
un’angoscia totale. Dio come la volevo! Il suo corpo, il suo profumo…tutto mi
eccitava in lei. Da quando era entrata nella mia vita, nulla era più come
prima. Mi sentivo completo e al tempo stesso confuso. Io l’amavo ma lei? Non
volevo rivelarle i miei sentimenti perché mi sentivo inadeguato per lei. Un
vampiro che amava un’umana. Niente di più sbagliato. Ma il problema rimaneva
sempre lo stesso: l’amavo. E non riuscivo a dimenticare il suo profumo, la sua
pelle, i suoi occhi. Dannazione! Bella era la mia dannazione! Non mi resi conto
di aver sradicato una pianta di cactus mentre stavo passando. Mi dovevo
calmare. Si,assolutamente. Non ero più in me. Ma l’amore faceva questo?
Possibile? Stavo perdendo il lume della ragione. Mi avvicinai alla tenda di
Bella e scostai leggermente il drappeggio. La sua schiena nuda e bianca
sembrava fosse stata dipinta da un pittore. Le curve del suo seno mostravano
tutta la sua fragile figura di donna.
“Adesso mi
spii pure!” Porca miseria! Ero talmente assorto nel guardarla che non mi ero
accorto di esser stato scoperto. Entrai dentro fingendo disinteresse, in fondo
era l’unica arma che potevo usare non contro di lei ma contro la mia voglia
crescente di lei.
“Figurati…c’è…”
“Di meglio, certo!”
Sbottò irata. “Allora sei pregato di andare a rompere da un’altra parte! Mi
innervosisci e in più vorrei rilassarmi un po’, con te in mezzo ai piedi mi è
impossibile!” Mi guardava negli occhi rabbiosa. E con gli occhi lucidi. Un
momento? Che stesse iniziando a piangere?
“Acida come
il veleno…” Non so perché dissi quella frase ma volevo rimanere ancora lì e
l’unico modo era provocarla. Mi guardò con un tale sofferenza negli occhi che
mi sentì male ad aver pronunciato quelle parole.
“Se non ti
piace la mia persona, la strada è quella…anzi…me ne vado via io, non sopporto
un minuto di più la tua presenza.” Stavolta i toni erano bassi e una lacrime
scese sul suo dolce viso. Non potevo lasciarla andare così. Ero uno stupido. Un
innamorato geloso e stupido. Le afferrai il braccio facendola scontrare con il
mio petto.
“Perché
fuggi da me?”
“No, la
domanda è: perché sei così bastardo con me? Capisco che non ti vada a genio ma
questo tuo cambiare umore in
continuazione comincia davvero a darmi sui nervi!” Si liberò dalla mia presa e
fece per andarsene nuovamente ma riuscì a bloccarla di nuovo.
“Sei
testarda e non capisci…” Ma cosa volevo dirle? Stupido e anche imbranato.
“Quindi sono
anche stupida adesso?” Mi disse nera dalla rabbia. “Edward la pazienza ha un
limite. O te ne vai tu o me ne vado io!” Batté i pugni sui suoi fianchi.
Sembrava una bambina dispettosa. Mi piaceva quel suo carattere impulsivo. La
alzai di peso per portarla sul letto. Le bloccai le braccia dietro la testa
mentre le sue proteste contenevano minacce di torture orribili e parolacce mai
sentite. Mi stavo divertendo come non mai. Accostai il naso al suo collo e mi
beai alla vista della sua vena pulsare vita. Ma non avevo brama del suo sangue,
io volevo lei.
“Sei
profumata…” a quelle parole smise di dibattersi e mi guardò perplessa. “Sai di
rosa selvatica…” continuai la mia esplorazione mentre ormai sentivo il corpo di
Bella diventare bollente. “Sei una tentazione…” ripresi per nulla preoccupato
dalla sua reazione. Ma che stavo facendo? La guardai di nuovo ma lei aveva
socchiuso gli occhi beandosi del mio tocco e del mio corpo sul suo. Perché non
mi cacciava? Io ormai non ne avevo più la forza. Maledizione!
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Scusate il
ritardo! Spero il cap vi sia piaciuto…fatemi sapere!
Grazie a tutti soprattutto per le recensioni!
Un bacio
Piemme