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Autore: Heles90    23/03/2011    5 recensioni
Ciao a tutti, premetto che è la prima volta che pubblico la mia fanfic in questo sito, quello che chiedo è: NON FATEVI PROBLEMI A DARMO GUDIZI!!! Solo attraverso le vostre opinioni potrò migliorare.
Sfortunatamente dopo un anno di pace e tranquillità le nostre Sailor Uranus e Sailor Neptune tornano a combattere contro demoni e stregoni.
Buona lettura a tutti!!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
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Milena si avviò verso la camera, gli occhi iniziarono a diventare lucidi, segno che stava soffrendo sia per il dolore per i profondi graffi alla spalla, sia perché sapeva che questo l'avrebbe riportata sicuramente alla vita di guerriera. Voleva svegliare Heles per informarla del problema, ma appena vide il suo volto sereno e tranquillo decise di tenere quel peso per se, almeno per quel momento. Si sdraiò sul letto e iniziò a pensare a quell'ultimo anno: le serate in discoteca, al cinema, ai concerti e alle opere alle quali prese parte. Si rese conto che mai una volta era uscita senza la sua amata. I suoi occhi blu si riempirono di lacrime e nel silenzio della notte iniziò a piangere senza farsi sentire! Per tutta la notte la dolce guerriera di Nettuno non riuscì a chiudere occhio solo verso l'alba, la sua vista iniziò ad annebbiarsi per la stanchezza e dopo poco si addormentò.

 

Ore 9.00. Heles viene svegliata dai raggi del sole che lievemente penetravano dalla finestra in legno di frassino, illuminando il suo viso e tutta la stanza. Si voltò delicatamente verso Milena e vide che stava dormendo ma non resistette dal darle un bacio. Le scostò i lunghi capelli osservando ogni minimo particolare del suo viso. Aveva voglia di lei. Aveva voglia di sentirla sua ma non voleva destarla così si limitò ad avvicinarsi e ad abbracciarla. Quella mattina entrambe non avevano impegni quindi potevano rimanere a casa tranquille.

Dopo un'oretta la bionda sussurrò all'orecchio dell'altra ragazza quanto fosse divina e quest'ultima, al udire quelle dolci parole, si risvegliò come quando Biancaneve venne richiamata da quel lungo sonno, con il bacio del suo principe.

 

Milena: "Buongiorno amore mio" le disse stampandole un grosso bacio.

 

Heles: "Visto piccola che questa volta non hai avuto incubi?!" disse con aria felice,

 

Milena la guardò con aria preoccupata ma lo nascose, non volle far capire che invece l'incubo ci fu nuovamente e questa volta c'erano anche le prove: lividi veri! Con un cenno del capo fece capire alla ragazza dai capelli dorati che non aveva torto e la baciò. Heles intuì dai modi di fare di Milena che c'era qualcosa che non andava ma questa sua idea si allontanò subito quando la sua dolce metà le salì sopra ed iniziò a spogliarsi.

 

Milena: "Ti voglio qui e adesso amore. Ti prego fammi tua". La bionda non si fece ripetere due volte quella richiesta e iniziò a baciarle il seno. Milena era bellissima, come sempre d'altronde. La luce fioca rendeva i lineamenti della ragazza glauca ancora più meravigliosi. La sua pelle era liscia e morbida come un batuffolo di cotone. Le loro mani si unirono e iniziarono a formare dei disegni nell'aria come se si muovessero a ritmo di valzer. La voce soave di Milena, in contemporanea con quella di Heles, emise un forte gemito di passione che caricava sempre più la voglia di entrambe di possedersi. Talmente tanta era la passione e la foga che Heles non si accorse delle ferite. Improvvisamente però vennero fermate dall'entrata della piccola Ottavia che vedendo quella scena d'amore diventò rossa come un peperone.

 

Ottavia: "Scusatemi scusatemi scusatemi" disse imbarazzata abbassando subito lo sguardo, poi proseguì "Heles ti vogliono al telefono, è il signor Lars Kazama dice che è urgente".

La ragazza abbastanza scocciata x l'interruzione si alzò ed andò a rispondere.

 

Heles: "Si pronto?"

 

Preside: "Salve signorina Tenōu, vorrei parlarle urgentemente, so che oggi è il suo giorno libero, ma se non fosse così urgente non l'avrei chiamata. Potrebbe passare in presidenza questo pomeriggio?" disse.

 

Heles: "Certo per che ora?" rispose amareggiata, sperava di passare un'intera giornata con la sua metà.

 

Preside: "Venga pure x le 15".

 

Heles: "Va bene. Allora a più tardi".

 

Preside: "A dopo e grazie" le disse e subito dopo riattaccò.

 

La bionda tornò nella stanza, Milena la stava aspettando appoggiata alla spalliera del letto, la camicia da notte blu zaffiro in raso, lasciava intravedere le sue morbide curve, che provocarono in Heles un forte brivido di piacere che le attraversò tutta la schiena.

La bionda si avvicinò al letto dalla parte della sua ragazza e si sedette di fianco.

 

Heles: “Amore alle 15 dev....” ma venne fermata.

 

Milena accarezzandole il braccio con un dito e zittendo Heles disse: “Dove eravamo rimaste amore?”

 

Heles: “No.. dov'ero rimasta io piccola” saltandole letteralmente addosso dimenticandosi di dirle che al telefono era il Preside. Non riusciva a resistere a quel fascino, a quei suoi modi sensuali che le sollecitavano una voglia pazzesca di possederla e di essere posseduta.

 

Milena: “Questa volta sto io sopra e guai a te se ti muovi” rispose con aria maliziosa facendole un occhiolino.

Prese a baciarle il collo, il seno fino a scendere nell'intimià, provocando degli spasmi sempre più forti e frequenti di piacere nella compagna, mentre le mani tenevano ferme quelle della bionda, in modo tale che non potesse muoversi.

 

Drrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiin. Squillò il Samsung della ragazza dai capelli verde-acqua.

Vennero interrotte nuovamente.

 

Heles: “No non ti alzare amore, guardi dopo” portandosi sopra di lei e per bloccarla.

 

Milena: “Amore, dai, aspetta do solo un'occhiata di chi può essere e poi torno subito da te”

 

Heles: “MA.... cavolo così fai svanire la passione, uffa”.

 

Milena: “Se mi ami la passione rimane sempre e non solo in questi momenti.” disse con aria sempre più provocante. “Poi potrebbe essere un messaggio urgente delle altre ragazze, chi lo sa.”

 

Heles: “Ah quindi le altre sarebbero più importanti di me?” bofonchiò la tipa per poi riprendere “Allora chi era?”

 

Milena: “Mishima, mi vuole vedere questa sera per darmi alcuni consigli su come scacciare gli incubi.”

 

Heles: “Mmmmmmmmmmmmm che palle oh!!! Tu ti sei bloccata per leggere un messaggio del genere?!? Non ho parole. Tra l'altro ti vuole vedere di SERA, ma tu guarda!!!”. Rispose scocciata la ragazza alzandosi così dal letto per dirigersi verso il bagno.

 

Milena: “Dai AMORE, torna qui, non fare la bambina” disse la glauca con tono sconsolato.

 

Heles: “Perché non chiedi a Mishima di venire li con te? Magari ti prende così tanto che se fossi io a mandarti un messaggio non ti alzeresti neanche” disse mentre si stava lavando i denti, ma il tono era alquanto incazzato.

 

Milena: “Questo è troppo HELES!!!!” lanciando addosso alla porta il vaso di fiori che stava sopra il comò.

 

Le altre due coinquiline sentendo il fracasso, presero i loro Lip-Rod:

 

Sydia: “Potere di Plutone vieni a me!”

Ottavia: “Potere di Saturno vieni a me!” e poi si precipitarono nella camera delle altre due Sailor.

 

All'unisono chiesero: “Tutto bene ragazze?”

 

Ottavia: “Dov'è il demone?”

 

Milena: “Che demone?” chiese incuriosita.

 

Sydia: “Dalla cucina abbiamo sentito un fracasso terribile e quindi credevamo vi avesse attaccato un demone.”

 

Milena: “Beh se vuoi ce ne è uno, anzi UNA in bagno: FASTIDOSA, ANTIPATICA e CATTIVA... Ah avrete capito che è una donna, bionda. Mi aiutate a sconfiggerla?!” disse con voce sarcastica ma piuttosto scocciata.

 

Al finire questa frase Heles uscì dal bagno, salutò con un cenno del capo Sydia e Ottavia e non degnò di un minimo sguardo Milena. Prese la giacca che era appoggiata sulla poltrona in camera e si avviò all'uscio.

Prima di andar via disse:

 

Heles: “Non torno a casa a mangiare oggi. Magari il caro dottore di Milena pranzerebbe volentieri con voi 3. A stasera” e sbatté la porta.

 

La ragazza dai capelli verdazzurri si innervosì talmente tanto che iniziò a piangere. Sydia si avvicino e l'abbracciò.

 

Sydia: “Dai cara non fare così è solo gelosa e la capisco bene! Anch'io lo sarei se avessi per le mani una bella fanciulla come te” le disse facendola arrossire.

 

Le ore passarono in fretta, le tre coinquiline mangiarono presto in quanto Sydia alle 14 doveva essere all'univeristà perchè aveva una prova orale e quindi doveva dare l'ultima ripassata all'argomento.

Heles, invece, pranzò in un bar a pochi km dalla sua scuola così non doveva fare le corse per arrivare in orario all'incontro con il preside.

Era preoccupata, cosa mai voleva dirle di così importante quel bell'uomo?

 

Ore 14.50.

La giovane dai capelli dorati posteggiò la moto e si diresse verso la presidenza con passo veloce. Era preoccupata, molto preoccupata. Arrivò davanti alla porta, aspettò le 15 giuste e poi bussò con mano decisa. “TOC-TOC”

 

Preside: “Avanti”

 

Heles: “Salve sigonr. Kazama” disse con voce tremante

 

Preside: “Chiamami pure Lars e dammi del “TU”, non sono poi così vecchio” le disse facendola diventare rossa. “Ti ho chiamata qui Heles, posso chiamarti Heles vero?”; la ragazza annuì. Poi l'uomo riprese “Ti ho chiamata perché ieri dei tuoi alunni sono venuti a riferirmi che Jin Raven ti da filo da torcere. E' così? Le chiese. “Non ti devi fare nessun problema a venire da me e a riferirmi ciò, io sono il preside e posso punire chiunque.”

 

Heles: “No.. cioè si c'è stato un piccolo scontro, non fisico eh, diciamo che ha la testa dura. Ma non ti devi preoccupare ho un pugno di ferro e di certo non mi faccio calpestare.”

 

Preside: “Oh finalmente un'insegnante giovane e bella ma con carattere, te l'ho detto anche ieri quando ci siamo conosciuti e lo ribadisco anche oggi. Bene sono contento di aver fatto questa chiacchierata e lo sono ancora di più perché sei in gamba.”

 

Heles: “Grazie” disse arrossendo

 

Preside: “Stasera hai da fare? Vorrei invitarti a cena.”

 

La ragazza pensò che non c'era niente di male, era una “CENA DI LAVORO” e poi Milena era da quello sciagurato di dottore, così rispose

 

Heles: “Ne sarei onorata”.

 

Preside: “Bene allora ti passo a prendere per le 19” disse mentre l'accompagnava alla porta con una mano al fianco sinistro di lei.

 

La giovane si diresse verso la moto e vide che dietro al pilastro c'era un ragazzo seduto su una Yamaha rossa era Jin che la stava aspettando, seguito dai suoi due amici Dayu e Motoki. Abbassò la visiera del finestrino e con aria di volersi misurare con lei pronunciò:

 

Jin: “Ti porterò rispetto solo se accetti di gareggiare con me! Mi sbaglio o le tue parole sono state “Non mi farò calpestare??? Giusto ragazzi?”

 

Dayu e Motoki: “GIUSTISSIMO” dissero ridendo

 

Heles rimase stupefatta e tra se pensò “Mi avrà seguita? Come poteva sapere dove mi trovavo questo pomeriggio? Cavolo ha origliato l'intero discorso con Lars!”

 

Heles: “No mi dispiace non voglio gareggiare!”

 

Jin: “Come no?! Sarebbe un vero peccato che l'intero comitato scolastico sapesse che questa sera vai a cena con il caro KAZAMA”.

 

Heles rimase nuovamente di stucco “Non mi puoi minacciare, non hai prove!”

 

Jin: “Ne sei sicura? Potrei aver registrato la vostra conversazione, o meglio ancora un video!”

 

La ragazza era messa alle strette, non poteva perdere il posto di lavoro e quindi dovette accettare. Abbassò la testa ma con una voce decisa rispose “ACCETTO, dove vorresti gareggiare?”.

 

Jin: “La strada che costeggia la spiaggia, l'arrivo e al porto!

 

Heles: “Cosaaaaaaaa?!?!? Tu sei pazzo!!!!! Lo sai che per strada potremmo fare un incidente?”

 

Jin: “O accetti le mie regole o puoi dire addio al tuo carissimo lavoro d'insegnante” rispose sfacciato il ragazzo.

 

La bionda non poté fare altro che accettare, si mise il casco e assieme al giovane si posizionarono alla linea dello stop. Ad Heles tremavano le gambe, le mancava l'aria e iniziò a sudare freddo. Non per paura di perdere la sfida, perché in fin dei conti non le importava, ma che Jin si potesse far male o che comunque potesse usare qualche trucchetto scorretto per vincere.

Dayu e Motoki si misero sul ciglio della strada con un fazzoletto verde per dare il via; il rombo dei motori si fece sentire, il fumo proveniente dallo scarico si fa sempre più fitto. PARTENZA

I due partirono, sfrecciavano alla velocità della luce, Jin era bravo, non era il solito “tutto fumo e niente arrosto”, sapeva come domare il suo “cavallo”. Heles le stava dietro. Niente. Non riusciva a calmarsi e a gareggiare come sempre, questa volta aveva paura e non della velocità.

Ecco la prima curva che non destava troppi problemi quella che impensieriva la ragazza era a pochi km dall'arrivo, una curva a 90°, per il resto la strada era completamente diritta.

Quel percorso lo conosceva benissimo, lo faceva ogni volta che doveva sfogarsi per qualcosa e ultimamente quel “qualcosa” erano le litigate con la sua Milena. Già Milena, la donna che tanto amava questa sera avrebbe visto quell'impostore di Mishima. Questo pensiero le provocò una rabbia che la portò ad accelerare e a sorpassare Jin.

Il giovane vendendosi in seconda posizione iniziò ad aumentare anche lui portandosi al fianco della ragazza, solo ora si accorse che in mano Jin aveva una spranga di ferro.

 

Heles: “Hei cosa diavolo vuoi fare?!?” le disse gesticolando anche con la mano per farsi capire, in quanto lui non poteva sentire quello che gli veniva detto.

 

Jin cominciò a battere con la barra sulla moto di Heles che fortunatamente riuscì a tenerla in strada. Eccola, la curva tanto temuta era giunta, temuta perché se si sbandava si finiva in mezzo al mare. Il ragazzo non se ne accorse, era troppo impegnato a mettere fuori gioco la sua insegnante. Si girò all'ultimo momento cercò di sterzare, di tenere la moto fino all'ultimo ma era tardi, aveva preso troppa velocità all'inizio per percorrere quel tornante; finì fuori strada.

Heles frenò di colpo, si tolse il casco lanciandolo verso la moto corse dall'altra parte della careggiata. Dal forte urto la Yamaha rossa era volata a destra ed era ancora intatta a parte qualche striscio, e uno specchietto rotto, ma del ragazzo non c'era traccia.

L'occhio verde e attento della bionda scorse subito che sotto di lei, in acqua c'era movimento, capì subito che Jin era caduto in mare. Non ci pensò due volte, le possibilità di salvarlo erano concrete e si tuffo anche lei.

SPLASH!!! Un brivido le percorse tutta la schiena, l'acqua era congelata!!!! Sembrava che un migliaio di aghi le attraversassero il corpo! Non si arrese e continuò a nuotare tra le onde. Vide il ragazzo e iniziò ad aumentare la velocità per raggiungerlo. Qui l'esperta era Milena, solo lei sapeva andare controcorrente, scagliarsi contro la marea senza essere respinta.

La giovane riuscì a prenderlo per un braccio e lo portò a riva, gli tolse il casco che si era riempito d'acqua e gli fece la respirazione bocca a bocca. Il ragazzo cominciò a tossire e sputare ciò che aveva bevuto dal casco, riprese conoscenza e disse:

 

Jin: “Me la sono proprio vista brutta, grazie mille per avermi salvato” e abbracciò la professoressa.

 

Heles: “Ehi ma...” intuì che il ragazzo non era un bullo ma aveva solo bisogno di attenzioni, “dopo rimettiti il casco che ti porto a casa io, la tua moto è senza uno specchietto, quando siamo su chiamiamo il carro attrezzi.”

 

Jin: “Grazie per l'aiuto... Scusami se mi sono comportato come uno stupido”.

 

I due giovani percorsero la baia per tornare sulla strada continuando a parlare, poi spostarono la moto di Jin da un lato, chiamarono il carro attrezzi e aspettarono sotto il sole cocente, tanto cosi facendo si sarebbero asciugati.

 

Heles arrivò a casa alle 18.15, aveva solo il tempo di farsi una doccia velocissima e cambiarsi, sicuramente Kazama sarebbe arrivato in anticipo. Aprì la porta, entrò e con stupore vide che non c'era anima viva. Sopra alla tavola un biglietto.

 

Amore io non mangio a casa stasera, Mishima mi ha invitata a cena, non ti devi preoccupare. Come vedrai neanche Ottavia e Sydia ci sono, sono andate al cinema, hanno provato a chiamarti per chiederti se andavi con loro ma non rispondevi. Ci vediamo più tardi. Ti amo!”

 

Leggendo quel biglietto le salì una collera dentro di lei che nessuno poteva immaginarsi, pensò: “perché Milena si comporta così, sa benissimo che non riesco a digerire il dottore, addirittura devo sopportare anche gli inviti a cena adesso, non bastavano quelli a pranzo?! Non volle pensarci, anche lei questa sera aveva ricevuto una proposta di uscire così andò in doccia.

 

Ore 18.50

 

Din-Don”, suonò il campanello. Heles andò ad aprire, aveva un lungo vestito rosso con una pochet nera come le scarpe. Per la prima volta vediamo la nostra Sailor Uranus vestita come una “vera” donna. Era incantevole. Il biondo dorato dei suoi capelli e quelle iridi verdi-scure la rendevano ancor più favolosa.

 

Lars: “Come siamo magnifiche, Heles.” La prese per un braccio e le diede un bacio sulla guancia. “Ti sembrerò antico ma non voglio oltrepassare i limiti gia al primo invito. Su andiamo”.

 

La bionda non ebbe il tempo di replicare, anzi non volle replicare, rimase attonita dall'atteggiamento del preside. Chiuse le luci dell'abitazione e poi la porta dietro di se dandole due giri di chiavi, dimenticandosi il cellulare sopra il tavolo. La serata procedette in modo tranquillo e divertente; ma sfortunatamente non fu così per Milena.

 

La ragazza alle 21 già era a casa con gli occhi fuori dalla testa e tutti rossi a furia di piangere; addosso aveva solo la maglietta, si era appena fatta una doccia per calmarsi ma non c'è stato verso. L'inquadratura passa sulle gambe e braccia, dove c'erano lividi profondissimi.

Si alzò lentamente e si diresse verso la camera da letto per sdraiarsi e cercare di riposare, cosa non facile però dato che aveva lacerazioni ovunque.

 

 

Ore 23- Le tre coinquiline si trovano davanti al cancello che porta al vialetto dell'ingresso e si stanno raccontando di com'è andata la serata delle stesse. Quando ad un tratto Ottavia si blocca di fronte alla porta e rimase con gli occhi sbarrati.

 

Sydia: “Ehi piccola cosa c'è?”

 

La bambina con l'indice della mano destra segnalò a Sydia ed Heles, che stavano dietro, che nella porta d'ingesso c'erano delle tracce di sangue, Heles aprì di corsa la serratura e corse dentro seguita dalle altre due. La casa era in ordine, non c'erano mobili rotti ne altri oggetti.

Per un attimo guardò il telefono come se sapesse che quello era la chiave delle risposte; si trovò 20 chiamate perse da parte di Milena.

Si diresse in camera da letto e la vide priva di sensi; il suo volto era straziato dal dolore!!!

 

Heles: “Amore, amore, amore!!!!” disse la bionda prendendola tra le braccia, “ti prego piccola mia apri gli occhi. GUARDAMI!” continuò facendo cadere una lacrima sul volto stremato della glauca.









 Spero che il secondo capitolo, anche se non ricco di suspance, vi sia piaciuto! Ringrazio tutti quelli che mi hanno commentato nel primo capitolo, continuate pure dirmi le vostre opinioni senza problemi 

  
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