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Autore: ___Sky    23/03/2011    14 recensioni
E se Damon ed Elena rimanessero chiusi nel pensionato dei Salvatore a causa di un vecchio incantesimo? Ne riusciranno ad uscire?
Tratto dal primo capitolo:
« Cosa stai facendo?». Gli chiese fermandosi all'ultimo gradino.
« Sto cercando di giocare a Sharade con mio fratello. Stefan non è così divertente, ho già indovinato tutti i suoi personaggi: Dr. Seuss: "Il Grinch che ha rubato il Natale". Ma non vuole cambiare personaggio. Non fraintendermi: Stefan sta disapprovando tutto con il suo sguardo arrabbiato. Ha anche aggiunto una sesta ruga sulla fronte pensierosa. Così la somiglianza con il Grinch è inquietante. Ora però è il mio turno e lui insiste per essere il Grinch tutto il tempo. Non credo che abbia capito le regole».
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lockdown (6) Elena era seduta sul letto, le braccia avvolte intorno alle gambe, con lo sguardo fisso sul ticchettio dell'orologio sulla parete. Erano le tre del mattino. Almeno sapeva che era notte, le ore si confondevano tra loro, rendendo difficile capire se era giorno o notte. Da quanto tempo erano chiusi lì dentro? Quattro giorni? Cinque? Più a lungo?

Viaggiò con la mente ancora una volta sugli eventi successi fino ad allora, cercando di essere brutalemente onesta con sé stessa. Sapeva che Damon aveva ragione ad essere arrabbiato con lei. Tutto quello che aveva fatto non era giusto nei confronti del vampiro e sapevo che gli stava facendo del male.  Ma solo il pensiero di perdonarlo, le sembrava una pazzia.

Ma oggi Damon aveva ammesso di odiarla e anche se lei sapeva che era infantile, non le piaceva affatto. E la faceva anche arrabbiare un pò. Che motivo aveva di odiarla? Cioè, davvero? Certo, non era stata fiera di quello che gli aveva fatto, ma odiarla? Era la cosa più ridicola che avesse mai sentito e ogni secondo che passava lei si incazzava sempre di più. Aveva tutte le ragioni per odiarlo, poteva addirittura scriverci un libro, ma quali erano le ragioni di Damon? Non c'erano. Aveva bisogno di risposte e subito.

Elena saltò giù dal letto ed entrò nel corridoio al piano di sopra con indosso solo i pantaloncini e una canotta, ma non ci fece caso. Si avvicinò alla stanza di Damon e vide la porta aperta, che le piacque molto, visto che sperava di prenderlo di sorpresa. L'avrebbe sicuramente sentita se avesse aprto la porta, e se lui dormiva, poteva intrufolarsi tranquillamente nella stanza. Si sentiva infantile e stupida, ma era sul punto di impazzire.

Quando entrò nella stanza, fu contenta di vedere che Damon era effettivamente addormentato. Era sdraiato sulla schiena, le coperte che raggiungevano la vita, rivelando il suo corpo mezzo nudo. Elena era in punta di piedi vicino al letto e studiò il volto del vampiro che si svegliava. Era incuriosita. Damon sembrava così innocente e pacifico, due caratteristiche che non aveva mai visto quando era sveglio. Poi tornò al suo piano e, in un solo movimento, Elena tolse il cuscino da sotto la testa del vampiro e iniziò a colpirlo, sentendosi come una bambina di otto anni, ma non riusciva a trattenersi.

« Ma che diavolo..?». Mormorò Damon, appena svegliatosi, quando vide Elena in piedi accanto al suo letto che lo colpiva più e più volte.
« Così mi odi, eh?». Esclamò la ragazza, non fermandosi, colpendolo ovunque poteva. « E' ridicolo, Damon! Come puoi odiarmi?».

Era veramente arrabbiata e iniziò a colpirlo ancora più forte, anche se sapeva che non gli avrebbe fatto niente. Damon saltò giù dal letto e cercò di prendere il cuscino, ma lei era veloce e abile e non riuscì ad afferrarlo subito. « Cosa stai faccendo?». Disse Damon. « Donna matta!».
« Io non sono matta, va bene? Tu sei pazzo!». Obiettò infantilmente, evitando le mani del vampiro e cercando ancora di colpirlo ogni volta che ne aveva l'opportunità.
« Ah sì, perchè sono io quello che sveglia le persona con un cuscino, qui». Rispose sarcastico, finalmente riuscendo a prendere la ragazza per i polsi e facendole cadere il cuscino di mano. Elena cercò di liberarsi, ma prima di rendersene conto, era di schiena sul letto, con Damon che la teneva giù per le spalle, su di lei.
« Che ti prende?». Chiese lui, evidentemente infastidito.

Elena lottò nuovamente per liberarsi, cercando di colpirlo con le mani. « Come osi odiarmi, Damon Salvatore?».
« Hai perso la mente». Sospirò lui. « Guarda per un secondo quello che stai facendo, Elena. Andiamo, questa è pazzia!».

Elena era completamente senza fiato e non aveva più la forza di combattere contro di lui. Lo guardò semplicemente dritto negli occhi, sentendosi ancora arrabbiata. « Tu mi odi». Continuò, respirando affannosamente. « Ho bisogno di sapere il perché. Cosa ti ho mai fatto?».

Damon ridacchiò incredulo, rilasciando la presa su di lei per un momento. Ma era ancora su di lei in  modo che non potesse alzarsi. Elena non se ne importò, visto che non avrebbe avuto comunque la forza di alzarsi in ogni caso.

« Alla fine è successo, eh? Sei scoppiata!».
« Dimmelo!». Lo sollecitò lei. « Perchè mi odi?». 
« Ti odio perchè mi hai appena svegliato nel bel mezzo della notte, colpendomi con un cuscino! Ti odio, perchè hai chiaramente perso la testa!».
« Sono seria, Damon».
« Oh, lo sono anche io. Credimi». La rassicurò lui, sogghignando.
« Dimmelo». Ormai lo stava quasi supplicando e Damon si girò verso di lei, il suo volto era vicinissimo a quello del vampiro. Si guardavano negli occhi.
« Lo vuoi sapere davvero?». Chiese, con la voce più calma e seria.
« Sì».

Damon esitò. Elena guardava verso di lui, ovviamente, determinata ad ottenere le risposte che voleva.
« Ti odio..». Iniziò il vampiro. « ..perchè ogni volta che ti guardo, vedo Katherine. Ogni volta che ti vedo, mi sento un pugnale che mi trafigge dritto nel cuore».
« Non è colpa mia se sono uguale a lei».
« Nessuno ha mai detto che l'odio debba essere razionale, Elena. Sto solo dicendo quello che sento. Ti odio, perchè per qualche strana ragione, tiri fuori il lato di me che avevo programmato di seppellire per sempre. Ti odio perchè mi fai prendere cura delle cose, perchè mi fai preoccupare. Ti odio, perchè non hai ancora capito quello che mi stai facendo, senza nemmeno capire che i momenti in cui non penso a te sono rari. Ti odio, per farmi sentire in questo modo, per rendere difficile anche il fatto di andare avanti e non guardarmi indietro. Ti odio, perchè so che non ricambierai mai i sentimenti che provo per te, ma anche perchè stai girando le spalle a ciò che provi per me e lo neghi. Ti odio, perchè non sei coraggioda e giusta per darmi una possibilità, ma soprattutto, ti odio perchè mi stai facendo desiderare di odiarti, di non desiderarti affatto. Mi stai trasformando in una persona che non voglio essere, Elena. E io ti odio per questo».

La sua voce si estinse nella stanza silenziosa. Elena continuava a guardarlo. Ingoiò, senza spiccicare parola. La verità era che non aveva ascoltato nulla di nuovo. Sapeva che tutte quelle parole era la maledetta verità, ma aveva rifiutato di affrontarla fino ad ora.
«.. Adesso è il tuo turno. Perchè mi odi? A parte l'ovvio».
La ragazza prese un respiro profondo, cercando di ritrovare la sua voce. « Credo che l'ovvio sia sufficiente. Quello che hai fatto..».
« Sii onesta, Elena». La interruppe lui. « Per una volta nella vita. Sii onesta».

Le veniva da piangere quando sentì quelle parole. I suoi occhi vagavano sul volto del vampiro, e lo sguardo si appoggiò sulle labbra che avevano appena parlato.
« Ti odio..». Iniziò la ragazza. « ..perchè sei imprevedibile. Perchè rendi impossibile per me abbassare la guardia con te, perchè ho paura che tu in qualche modo ti rivolti contro di me. Ti odio, perchè mi rendi impossibile fidarmi di te. Ti odio, perchè ho ancora tanta voglia di essere tua amica, dopo tutto quello che è successo quando quello che dovrei fare è solo chiuderti fuori dalla mia vita per sempre. Ti odio, perchè il tuo conoscermi così bene mi fa paura. Ti odio, perchè a volte ti sento sotto la mia pelle e non posso neanche odiarti per questo.. Ti odio perchè il mio cuore batte troppo forte quando sono vicino a te, ti odio..». Chiuse gli occhi, ferma a metà frase, capendo quanto era difficile essere completamente onesta. « Ti odio, odio, odio perchè.. mi fai provare sentimenti per te, che non voglio sentire».

Aveva quasi sussurrato l'ultima parte della frase e aveva paura ad aprire gli occhi, sapendo che aveva appena confessato una cosa alla persona a cui non avrebbe mai dovuto confessarlo.
« Elena..». Sussurò Damon dopo un minuto buono. « Apri gli occhi».
Lei scosse la testa e li tenne chiusi.
«Elena..». La esortò Damon, la sua voce era più forte adesso.
« Damon. ho finito, okay? Ho avuto le mie risposte. Tu hai le tue. Voglio solo tornare nella mia stanza. Per favore».
« Beh, dovrai aprire gli occhi per arrivarci».

Elena sospirò, poi con molta attenzione aprì gli occhi e lo fissò. Si sorprese vedendo quanto lui fosse vicino, anche se non si era spostato da quando aveva chiuso gli occhi. « Ti odio..». Sussurrò nuovamente la ragazza.

Damon non rispose, ma annuì solamente. Si guardavano negli occhi ed Elena non pensava di essere stata più vulnerabile prima d'ora. I suoi penetranti occhi azzurri sembravano capire tutto quello che lei aveva dentro ed Elena vedeva qualcosa di nuovo in loro. Una via di mezzo tra adorazione completa, confusione e, forse, odio puro. Elena ebbe il sospetto che nei suoi occhi c'era la stessa cosa che vedeva negli occhi del vampiro. Lei notò come lui lentamente si avvicinava.

« Damon...». Disse piano, cercò di controbattere debolmente.
« Fai pure». Sussurrò il vampiro, continuando ad avvicinarsi. Le sue labbra erano a centimetri di distanza da quelle della ragazza. « Rifiutami di nuovo».

Lei non lo fece. Quando le loro labbra si toccarono, chiuse appena gli occhi, ma non fece una mossa. Damon lasciò andare la sua spalla e spostò la sua mano libera sulla guancia di Elena, ora baciandola con più entusiasmo. Era evidentemente stordito dal fatto che lei gli avesse permesso di fare una cosa del genere e lei era quasi paralizzata, incapace di opporsi o vedere al bacio. Lui non sembrava accorgersene, e continuava a coprirle le labbra con le proprie. Elena poi capì che la sua mano libera si era spostata sulla schiena calda del vampiro e la fece rimanere lì, comodamente appoggiata. La consapevolezza che riusciva a muoversi, dopotutto, la costrinse oltre il limite e tirò il vampiro più vicino a sé e rispose finalmente al bacio. Gli concesse l'accesso alla sua bocca, le lingue si incontrarono a metà strada. Ora lui era completamente appoggiato su di lei, appena la sua mano si trasferì sul viso della ragazza. I loro corpi erano premuti insieme in un momento di pura passione. Lei gemeva piano, quando la sua mano libera andò ad intrecciarsi a quella di Damon sopra la sua testa. Il bacio diventava sempre più forte e passionale.

Ed ecco che lei si ritrasse, cercando di recuperare il respiro. Questo era sbagliato. Non avrebbe dovuto farlo.
« Scusa..». Mormorò e si sorprese quando Damon scese dal letto per farla scendere, invece di tenerla lì.
« Scusa. Non so cosa era».
« Sai esattamente cosa era, Elena».
« Non avrei dovuto..».
« Prenditi il tuo tempo». Disse poi, più sincero di quanto lei avesse mai sentito. « Non è che dobbiamo andare da qualche parte».

Elena prese un respiro profondo, poi annuì.
« Sogni d'oro». Disse lui.
« Già. Anche a te».
« Non sarà un problema. Ho appena ricevuto l'ispirazione».

Damon sorrise ed Elena non potè fare a meno di ricambiare. La ragazza alzò goffamente la mano e gli accarezzò dolcemente la guancia. Poi uscì velocemente dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. E Damon si sdraiò sul letto, fissando il soffitto, con un espressione sorpresa sul viso. E la stessa cosa fece Elena quando entrò nella stanza di Stefan e si infilò nel letto.
Era davvero successo?


-X-x-x-x-

Elena si irrigidì quando lo sentì entrare in cucina dietro di lei. Cercò di ignorarlo e continuò nella sua intrigante attività: versare il caffé. Ma sapeva di non ingannare nessuno, nemmeno sé stessa. Era appoggiata al bancone della cucina.
« 'Giorno». La salutò Damon quando fu davanti a lei. Si allungò, quasi scavalcando Elena e prese una tazza dal mobile. Si chinò su di lei e sorrise.
« 'Giorno». Riuscì a dire Elena, ma era difficile ignorare la pelle d'oca sulle braccia, non appena gli toccò il petto con una spalla.
Il vampiro ridacchiò piano. « Pelle d'oca, eh? Dopo solo un bacio? Sono bravo».

Quelle parole fecero irrigidire immediatamente Elena che passò dalla goffaggine al fastidio. Lo guardò mentre le toglieva la caffettiera di mano e versarsi una tazza. Damon si sentì gli occhi della ragazza addosso e si voltò verso di lei. « Cosa?». Chiese, fingendosi infastidito.
Elena fece un respiro profondo. «.. Stefan non deve mai sapere che cosa..».
« Già, già, già». La interruppe, roteando gli occhi mentre si sedeva. « Il mio caro fratellino sarà all'oscuro di tutto riguardo alle attività extracurriculari della sua ragazza con il più attraente dei fratelli Salvatore. Ho capito. E' adorabile, davvero».
« Cosa è adorabile?». Chiese Elena sospirando, mentre si sedeva di fronte a lui.
« La tua convinzione incrollabile di rivedere Stefan di nuovo. Ci siamo baciati, per l'amore del Cielo, e non mi sembra un atto che due persone che si odiano reciprocamente sono solite partecipare, e siamo ancora bloccati dentro questo buco dell'inferno».
« Noi usciremo».
« Sì? E qual è il tuo grande piano da Grande Maestra?».
« Parleremo, semplice». Decise Elena, mettendo la tazza sul tavolo dopo aver ingoiato il suo caffé.
Damon rise di nuovo, roteando gli occhi. « Ah,sì. Come mai non ci ho pensato? Sto resistendo alla tentazione di gridare "Eureka". Davvero. E' un piano brillante».
« Sono seria, Damon». Gli disse. « Parleremo di alcune cose che forse ci aiuteranno a capirci un pò meglio. Forse ci porteranno al perdono l'uno verso l'altra».
Damon sospirò guardando la ragazza seduta di fronte a lui. « Nel momento in cui dirai solo la prima sillaba della frase: "E come ti ha fatto sentire il bacio?" sarò fuori dalla discussione. Inoltre, berrò molto alcohol».

« Bene».
« Bene». 


-X-x-x-x-

Damon le lanciò uno sguardo mentre lui la guardava con il suo bicchiere di liquore in mano. Si mossero in salotto, dove erano scomparse due sedie, il divano e il camino, per fortuna si erano salvate altre due sedie. Il buio che li circondava sembrava non essere più qualcosa che li riguardava. Era diventato parte del "paesaggio".

« Bene. Inizio io..». Disse lei con sguardo spento, mentre si faceva più comoda sulla sedia.
« Non vedo l'ora..». Lui fece un sorrisetto.
« Sii serio su questo argomento, okay? Altrimenti non funzionerà».

Damon butto giù il suo drink in un sorso e allungò di nuovo la mano verso la bottiglia, riempendo novamente il bicchiere. « Va bene. Adesso sono di una serietà mortale. Al limite sarò annoiato a morte. E' un bel tema. Morte».
Lei lo guardò con aria sospettosa, ma decise di concedergli il beneficio del dubbio e si schiarì la gola. « Va bene.. beh, vorrei iniziare col dirti che mi dispiace. Non sapevo che provassi sentimenti così forti verso di me..».
« Stronzate». La interruppe Damon. « Sapevi benissimo cosa provavo. E' questo che mi ha portato a uccidere tuo fratello minore, Elena».

Lei gli lanciò uno sguardo.
«..che è un'azione di cui mi pentirò per sempre». Aggiunse il vampiro, stringendosi nelle spalle.
Elena sospirò. « Stai trasformando la morte di Jeremy in uno scherzo, Damon».
« Non è vero. Anche se la morte ti fa reagire eccessivamente male, non ti pare? Sta bene».
« Non grazie a te!».
« Andiamo! Ho già detto il mio sincero "mi dispiace" per questo, ricordi? Se vuoi farmi scusare ogni volta, allora si trasformerà in una barzelletta. Ti ho chiesto scusa, diventando vulnerabile nel pronunciare quelle parole, cosa altro vuoi da me?».

Lei chiuse gli occhi per un secondo, sforzandosi di calmarsi. « Nuova regola: nessuna interruzione».
« Bene. Torna alle tue scuse basate sulle bugie».
« Okay, forse non volevo vedere i tuoi sentimenti per me». Si corresse la ragazza. « Che è colpa mia e mi dispiace anche per questo. E mi dispiace di averti fatto credere che tra.. me e te.. potrebbe mai esserci qualcosa..».
« Veramente, Elena? Davvero? Stai seduta lì con la faccia seria, dicendomi questo, quando la scorsa notte ci siamo baciati? Quando ammetterai i tuoi sentimenti per me? Pensavo che questa discussione richiedesse onestà, non che doveva essere basata sulle bugie». Damon ruppe la sua promessa di non interrompere e si alzò dalla sedia. « Nuova regola: sarò fuori dalla discussione quando dirai delle menzogne. Cioè adesso. Quindi sono fuori..».

Il vampiro finì il suo drink, prima di dirigersi verso la cucina.
« Damon..». Iniziò Elena, seguendolo con lo sguardo.
Lui non reagì.
« Damon! Siediti!». Esclamò. « Ricomincio da capo. E dai! Lo farò! Sarò onesta!».
Elena chiuse gli occhi mentre diceva l'ultima parte della frase. Questa volta sarebbe stata dura. Quando li riaprì, Damon si era girato e la stava guardando. « Sto aspettando..». Le disse, impaziente.
« Mi dispiace. Mi dispiace di non poter essere chi vuoi che io sia. Mi dispiace perchè 
anche se tra me e te.. c'è qualcosa.. non cambia nulla. Io amo Stefan, Damon. Di lui mi fido».
« E' questo, non è vero? Tu non ti fidi di me».
« In parte, sì. Sei troppo pericoloso. Troppo imprevedibile». Ammise. 

« Ad alcune ragazze piace il pericolo». Damon sorrise, tornando verso la sua sedia.
« Beh, io no. Non mi è mai piaciuto. E anche se sono in una situazione dove sono continuamente in pericolo, non significa che voglio peggiorare le cose».
«.. Sei stanca di stare con mio fratello, Elena. Sei stanca di stare nel nostro mondo». Damon affondò nella sua sedia, scoccandole uno sguardo intenso e serio.
« Stefan non mi farebbe mai del male. E non farebbe mai del male alle persone che mi circondano. Finchè ci sei tu nella mia vita, sarà sempre un rischio e io questo rischio non sono più disposta a prenderlo, perchè si ritorcerà contro di me, se devo essere sincera. Non sto dicendo che è una scelta facile, non sto dicendo che non ti voglio nella mia vita, ma è quello che devo fare per proteggere le persone che amo».

Damon sospirò e abbassò lo sguardo per terra, evidentemente immerso nei suoi pensieri. « ..Ero arrabbiato e sconvolto quella notte. Sono scattato».
« E cosa succederà la prossima volta che sarai arrabbiato? Cosa succederà la prossima volta che ti dirò qualcosa che tu non vorrai sentire?». Gli chiese. « ..le persone si arrabbiano. Io mi arrabbio. Ma ciò non significa che vado ad uccidere la gente a causa della rabbia e frustrazione».
« Non sei un vampiro vizioso la cui natura è uccidere».
« Esattamente!». Disse Elena, sporgendosi in avanti sulla sedia. « E' nella tua natura. E' quello che hai fatto per oltre un secolo. Non riesco neanche a rinfacciartelo. Questo è chi sei e tu potresti anche dire che ti sto trasformando in una persona che non vuoi essere, ma c'è qualche altra cosa che ci impedisce di essere amici.. o qualsiasi altra cosa. Ma come ho detto: non è ciò che voglio... è difficile e mi manchi -sempre- e ci sono stati dei momenti in cui sono riuscita a dimenticaer dove ci troviamo e perchè ho compiuto certo azioni e perchè ti ho fatto capire che forse avrei potuto lasciarmi alle spalle tutto e sono veramente dispiaciuta per questo, Damon. Ma ogni volta che faccio un passo indietro e ci penso bene, è ovvio che non possiamo tornare indietro».

« Allora.. perchè stiamo avendo questa conversazione? Che cosa è in grado di risolvere?».
« Hai bisogno di capire e rispettare la mia decisione.. E ho bisogno di trovare un modo per non odiarti. E sai una cosa? Penso di poterlo fare. Perchè so che ti dispiace davvero e sei stato così buono con me da quando siamo bloccati qui. Potrei credere che tu non sia cattivo e che ti preoccupi per me. Perdonarti per quello che hai fatto è un'altra storia. Ma l'odio.. penso di averlo passato».
« E come?»
« Facendolo e basta. Stando seduta su questa sedia qui adesso e dicendoti che non ti odio».
« Non funziona così, Elena». Disse Damon, scuotendo la testa. « Non devi solo dichiararlo. Questa è la maledetta cosa piena di sentimenti. Fidati, lo so. O lo senti davvero e ti viene dal cuore. Oppure no».
« Lo so. Ma ci sto provando, okay? E devi provare anche tu».
« Bene. Ci provo. Dichiaro di non sentire più odio verso di te». Lui sorrise, poco convincente. « Ecco. Fatto. Incantesimo, vattene!». Si guardò intorno nella stanza. « Beh, guarda qui! Siamo ancora chiusi qui dentro! Scioccante!».

« Damon..».
« Siamo fottuti, Elena. Anche se facessimo tutte le conversazioni del mondo, non riusciremo a risolvere questo problema. Pensi che io ti voglia odiare? Indipendentemente se siamo bloccati qui o no? Non è una scelta, Elena. Non possiamo solo spegnerla. In realtà, io potrei, ma poi la mia feroce parte-da-vampiro tornerebbe in superficie e il mio libro dei record suggerirà di odiarti e potrei succhiarti-fino-a-prosciugarti, così neanche questa è un'opzione. Diciamoci la verità, Elena: siamo condannati. Moriremo qui».

« Non sei esattamente il Signor Positivo». Mormorò Elena, frustrata dall'intera conversazione.
« Sono realista». Concluse il vampiro, alzandosi dalla sedia. « Non c'è soluzione. Avremmo anche potuto battere qualche altra magia, ma questa... Il nostro rapporto, a prescindere da quello che è, è troppo complicato e conflittuale per risolvere questo incantesimo. E' sempre stata basata su quel pò di odio che ultimamente ci è sfuggito di mano. E mi dispiace per questo. Mi dispiace di non poterti salvare, ma io non vedo via d'uscita».
Elena alzò gli occhi a quelle parole. « E' per questo che ti dispiace? Di non potermi salvare? »
«.. non meriti di morire così». Damon si strinse nelle spalle. « E se muori, è colpa nostra. Mie e di Stefan. Ti abbiamo portato noi in questo mondo. E molto tempo fa mi sono promessa di mantenerti al sicuro, qualunque cosa avesse potuto accadere. E mi dispiace di non poter mantenere questa promessa».

Elena si sentì in soggezione quando sentì quelle parole. Damon parlava con tanta chiarezza e sincerità, che quasi la spaventava.
« .. Io non ti odio, Damon». Sussurrò. « Non ti odio. Punto e basta».
« Torna quando fai sul serio». Le disse, guardandola dritto negli occhi, facendole un cenno rapido prima di dirigersi verso la cucina.

Una rabbia improvvisa ribollì dentro Elena mentre lo guardava andarsene. Si alzò dalla sedia e allungò la mano dietro di sé. Prese il bicchiere dove Damon aveva appena finito di bere e lo scaraventò verso il vampiro con quanta più forza possibile. Il bicchiere si frantumò in tanti piccoli pezzi contro il muro, e costrinse Damon a voltarsi sorpreso.
« E questo è tutto?». Esclamò la ragazza. « Queste sono le tue ultime parole mentre aspettiamo pazientemente la morte? Sei pronto a rinunciare? Io non voglio morire, Damon! Non posso morire!».
La rabbia si trasformò velocemente in disperazione, appena lei guardò Damon con le lacrime agli occhi. Ancora una volta. « Non posso morire».

Damon la fissò, un'espressione sofferente sul volto.
« Mi dispiace». Le disse, cercando di confortarla.
« Sì, l'ho capito». Elena annuì. Ormai le lacrime sorgavano lungo il viso. « E ho anche capito che sei un vigliacco. Sei stato dall'altra parte, Damon! Hai visto cose orribili, e lo so, perchè non vuoi neanche parlarne. E ho paura. Sono terrorizzata! E ho paura! E il tuo semplicemente accettare tutto, invece di cercare almeno di fare qualcosa, mi spaventa ancora di più! Non puoi farlo! Devi essere forte, va bene? Devi combattere questa battaglia con me. Fino a quando prenderemo il nostro ultimo respiro, c'è speranza! E non puoi togliermi anche quella! E non puoi neanche portare via quel poco di speranza che c'è in te».
« Okay». Lui annuì. « Combatterò. Non so come. Ma combatterò».
Elena si asciugò le lacrime e prese un respiro profondo. « Grazie».

Damon sembrò esitare per un secondo, poi tornò verso di lei. Elena non se ne accorse fino a quando non se lo trovò davanti e si spaventò quando sentì le sue braccia intorno alle spalle e si sentì tirare verso di lui, ma per lei fu una cosa naturale. Come l'acqua. Questa volta lei non ricambiò l'abbraccio, ma appoggiò volentieri la testa sul petto del vampiro.
« Sei una specie di soldato, Elena». Disse Damon, poggiando la guancia sul capo di Elena
La ragazza alzò le spalle con noncuranza. « Lo sono sempre stata».

Elena sentì Damon sorridere sulle sue labbra, un momento prima che la baciasse di nuovo.
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Author's Note:
Hola! :D  Stavolta ve lo dico in spagnolo, ahah! E' mercoledì lo so.. però non potevo aspettare!! >.< Avevo il capitolo pronto e non ho potuto fare a meno di postarlo.. era lì che mi chiamava e io non ho resistito! :3
Cosa ne pensate del capitolo? I personaggi erano (specialmente Damon) troppo fuori dal pesonaggio con la conversazione e le cose da ammettere? Ed Elena con la sua nattaglia-col-cuscino era sempre troppo OOC? Ho provato a scrivere il più realisticamente possibile, ma non ne sono sicura! >.<  >___________>
Bene.. allora.. siamo al capitolo di svolta. Totale e definitiva. Finalmente possiamo iniziare a gridare "Delena!!!", ma dovrete attendere ancora un pò secondo me.. tanto per non rimanere delusi xD  *fa la risata cattiva* Non uccidetemi, vi prego! u.u
Siamo al punto in cui finalmente Damon ed Elena dichiarano apertamente i loro motivi di odio (letterale.. anche se c'erano dei sentimenti nelle loro frasi, stanno comunque dichiarandosi odio apertamente -non dimenticatelo). Motivi che sono ovviamente profondi, ma questo comunque non li porta ad eliminare definitivamente l'incantesimo. Come ho scritto nel capitolo, ormai i nostri due beniamini non fanno quasi più caso al buio che li circonda e stanno guardando direttamente nei loro cuori, cercando possibilmente di dire la verità. Damon l'ha detta, ormai si è dichiarato ed Elena.. è ancora titubante e timorosa. Diciamo che non si è ancora tolta il prosciutto dagli occhi. xD
Poi c'è la loro conversazione su quello che è successo. Damon è sincero, l'hanno capito tutti, mentre Elena.. si può dire che ha detto una mezza verità? Sta cercando dentro sé stessa, sono troppe le cose che Damon ha fatto che la fanno dubitare di lui e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è ovviamente la mortebarraresuscitazione di Jeremy. (Gli anelli magici devono diventare santi, e subito! U.U).
Okay, il mio sproloquio è finito. Mi dispiace ma oggi non potrò rispondere alle recensioni a causa di mancanza di tempo. Ma vorrei fare lo stesso i miei ringraziamenti!
Ringrazio tutte le persone che leggono in silenzio (ormai le letture sono arrivate a più di mille per capitolo *-* <3), le persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti (42), tra le ricordate (2) e tra le seguite (75). <3  Non sapete quanto mi fate felice! <3
E poi ringrazio con tutto il cuore e l'affetto possibile le ragazze che recensiscono e mi supportano. Questo capitolo lo dedico a voi! Grazie, grazie, grazie! <3

   
 
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