Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
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Autore: Akihiko    23/03/2011    1 recensioni
{Avete presente come dovrebbe essere un demone, eh?
Come ci hanno sempre descritti?[..]Avete ben presente in testa l’immagine di quelle zampette di capra tanto tanto pelose?
Bene, prendetela e buttatela nel cesso, con tanti saluti alla cara vecchia mitologia.
Strappatela in mille pezzi. Mangiatela. Cancellatela. Utilizzatela per costruire un aeroplanino di carta, cosa molto più proficua. Fateci quel che volete ma fatela sparire per sempre dalla vostra stupida piccola testolina.}
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Eccomi qua, con un nuovo capitolo. Si, lo so, ci ho messo un'eternità, perdono u.ù  
Che dire, su questo capitolo: è diviso in due piccole parti perchè si, i lupetti m'ispirano e anche tanto *_*
A parte questo, non c'è nient'altro da aggiungere, perciò grazie a chi segue, legge e a chi recensisce!











“Grrr!”
Un pugno sbattuto con forza contro il muro sudicio di un vicolo qualunque.
Il conseguente sangue che scorre dalle nocche a causa della troppa violenza.
L’adrenalina che circola nelle vene e impedisce di sentire dolore.
O, almeno, impedisce di sentirne troppo.
“Ronnie..”
“Che diavolo vuoi?”
Volta di scatto il muso stravolto da una smorfia nervosa, fissando con gli occhi scuri carichi di odio la figura che gli è alle spalle.
“Smettila di comportarti come un cucciolo.”
Sbotta, per nulla intimorito da quelle occhiate assassine, l’altro lupo. Jim fissa il suo capo con un certo malcelato disprezzo, permettendosi di squadrarlo dall’alto in basso.
“Ma guarda come ti sei ridotto. Non faresti paura neanche alla nonna di cappuccetto rosso. Sai, quella delle fiabe.”
Sbuffa, impaziente,  Jim. E aspetta che quell’idiota di un capobranco recepisca quel che gli ha detto.
“ Cosa hai detto, Carrey?”
Si volta completamente, Ronnie,con i muscoli tesi come le corde d’un violino e l’odore del sangue, del proprio sangue, che gli dà alla testa. Inizia lentamente ad avvicinarsi a quel lupo insolente che lo fissa in attesa di una qualunque sua reazione. Legge qualcosa nel suo sguardo quando gli si butta praticamente addosso senza lasciargli il tempo di dire altro: forse sollievo, forse paura, fatto sta’ che è troppo impulsivo, ha troppa voglia di fare male a qualcuno per soffermarsi davvero su quel particolare.
 E non se ne rende bene conto, non s’accorge affatto di come, d’un tratto, quello a ritrovarsi con la schiena per terra e l’altro sopra sia lui stesso. Sgrana gli occhi scuri, fissando il lupo sopra di sé che sorride soddisfatto e subito si sente in dovere di fargli pagare l’eccessivo affronto subito.
E’ già pronto a colpirlo di nuovo, con l’evidente scopo di lasciargli sulla pelle lividi che non se ne andranno tanto presto; già pregusta il sapore della vittoria che, tuttavia, proprio a causa sua, non arriverà: avrebbe potuto liberarsi facilmente della stretta nervosa dell’altro sul polso della mano destra;  avrebbe potuto facilmente ribaltare ancora una volta le posizioni e fargliela pagare in un modo che avrebbe ricordato per sempre; avrebbe potuto dar sfogo a tutta la sua rabbia che sembrava sul punto di farlo scoppiare e sbranarlo vivo, se solo avesse voluto.
Eppure, è bloccato: impossibilitato da qualcosa che gli impedisce praticamente di muoversi.
E’ bloccato a fissare, con uno sguardo attento e stranito, il volto dell’altro che, con gli occhi chiusi, sta leccando via il sangue dalle sue nocche.






Sapete quel che si dice?
Che i gatti atterrino sempre in piedi?
Beh, è tutto vero.
Sapete che si dice che i gatti abbiano nove vite?
Beh, questo di preciso non lo so, dato che noi demoni viviamo in eterno a meno che qualche rompiscatole non ci faccia fuori prima.. Anche se ammetto che una vita tanto lunga dopo un po’ porta inevitabilmente alla noia: qui passano i secoli, cambiano le stagioni, muore sempre meno gente e tutto è un’inevitabile copia di una copia di una copia.
Io ho poco tempo e una gran fretta e forse vivrei addirittura meglio quei pochi giorni che mi restano se sapessi che non ci sono quei grossi lupastri affamati pronti a mordermi le chiappe.
Niente panico: sono sulle tracce della preda e a giudicare dall’odore sempre più vicino… direi che ci siamo quasi.
Un momento, quella cos’è?
Oooh. Quando brilla! Adoro le cose sbrilluccicanti!
Quella pallina dev’essere mia, miah!
A tutti i cos..
“E guarda dove vai, brutto stro..”
Alzo lo sguardo nel bel pieno della mia cortese protesta e guarda un po’ chi c’è?
Mister ti salvo io, nessun problema.
“Uh. Tu.” Non riesco a dire altro.
Lo giuro, non ci riesco: eppure qui i pensieri abbondano. Perché diamine ride, eh?
“Hey, hey, non uccidermi.”
 Alza le mani ai lati del volto con i palmi bene aperti e si vede che si sta trattenendo dal ridere a stento.
Io? Lanciare occhiate assassine a quest’idiota? Non è da me, suvvia.
“Vieni con me.”
Scuote il capo e m’afferra la mano con la sua, costringendomi a voltarmi e iniziando a trascinarmi in mezzo alla folla. No dico, ma vi sembra un comportamento civile?
“Mollami!”
Sbraito, cercando di divincolarmi e costringerlo a lasciare la stretta ma oh-oh. E’ davvero chi credo che sia? Si, si, quel faccione può appartenere soltanto ad una persona al mondo e ho già tutti i peli dritti sulla schiena per la paura, meglio battersela alla svelta!
E così fisso Jared che mi fissa e s’è fermato sorpreso da quel cambio improvviso d’atteggiamento e dopo avergli dato di nuovo dell’idiota mentalmente, cosa che non credo mi stancherò mai di fare, riapro bocca perché è importante che uno di noi faccia qualcosa.
“E allora? Muoviti, non eri tu quello che doveva portarmi da qualche parte?”
  
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