Behind Blue Eyes
Intro
Non è il vento. Non è il gelido vento del Nord a far rabbrividire il
fagotto di stracci nell’angolo della capanna di legno. Non è quel vento, che
sbatte violentemente le imposte e spegne la candela semi consumata, a serrare
in una morsa gelata il vecchio cuore stanco e avvizzito nascosto sotto quegli
stracci. Dall’altro capo della stanza un ragazzino rabbrividisce. Stringendosi
nel mantello rattoppato, il ragazzo si alza, si avvicina allo stoppino. Prende
un fiammifero con la mano malferma, dolorante dai geloni e, non senza una certa
difficoltà, lo strofina sulla scatola. Una piccola scintilla illumina per un
istante la stanza, per poi spegnersi, sconfitta dal vento. Il ragazzino riprova
ad accendere il fiammifero, senza sapere che un fiammifero può essere usato una
sola volta. Era l’ultimo.
-Non ci riuscirai, se non chiudi la porta.- Una voce rauca sbuca dal
fagotto di stracci. Il ragazzino annuisce, va verso la porta e, con tutte le
sue forze cerca di opporsi al vento del Nord e di chiuderla. Per un istante
sembra poter vincere la sua battaglia, ma il vento scaraventa la porta
all’interno della capanna, e il ragazzo finisce a terra. China il capo
sconsolato.
-Ma non potrei… Solo per questa volta…?-
-No. Lo sai.-
-Ma potrebbero non individuarci…-
-In questa zona non ci dovrebbe essere nessuno come noi. Lo saprebbero.
Vuoi finire in prigione? O peggio, nelle mani dell’Oscuro Signore?-
Il ragazzo rabbrividisce al pensiero. No, crede di essere ancora troppo
giovane per morire tra atroci tormenti, in fondo. Scuote la testa e torna nel
suo angolo chiedendosi se ha il diritto di lamentarsi. In fondo in questo
momento potrebbe essere solo un altro corpo freddo in mezzo alle dozzine di
vittime della guerra, la guerra che, da un certo punto di vista, è stato lui a
provocare.
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No one
knows what it’s like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes
Sotto gli stracci, un uomo mordicchiava le sue labbra screpolate dal gelo.
Aveva fame. Il suo corpo, una volta abbastanza ben tenuto, ora era ridotto ad
un mucchio di ossa fragili e pelle flaccida. Erano diversi mesi che era in fuga
col ragazzo. Anche il giovane era ridotto a poco più di un fantasma. I capelli
biondi avevano perso la loro antica luminosità e i penetranti occhi color
ghiaccio erano spenti e smorti come quelli di un cadavere. L’uomo non sapeva
quanto ancora avrebbero potuto trascinarsi in queste condizioni, stanchi, e
debilitati dal freddo e dalla fame. Se solo il tempo fosse più clemente, forse
avrebbero avuto una possibilità, ma così quanto avrebbero potuto resistere
ancora? Una settimana, forse qualcosa in più…
No one
knows what it’s like
To be hated
To be fated
To telling
only lies
Maledetto il giorno in cui aveva deciso di dare ascolto alle paranoie di
quel vecchio pazzo e di fare il doppio gioco! Maledetto il giorno in cui aveva
capito che gli piaceva avere una vita comoda, tiranneggiare su sciocchi
ragazzini e non avere il fiato degli Auror sul collo! Se solo avesse seguito
l’impulso e fosse tornato subito dalla parte giusta, quella che lui sapeva
essere la parte giusta, le paranoie di quel vecchio non sarebbero mai, e
ribadisce, MAI diventate le sue paranoie. Mpf… Ci avrebbe pensato lui ad
evitare che quel cretino d’un Malfoy fallisse, lui avrebbe sicuramente
recuperato quella stupida profezia, che d’altronde aveva il diritto di
recuperare, e col cavolo che ci sarebbe stato il bisogno di proteggere il
piccolo ammasso di ossa tremolanti che sedeva davanti a lui. Nessun giuramento
infrangibile lo avrebbe costretto a farla finita con quel dannato, stupido,
ottuso e troppo fiducioso vecchio. Sarebbe stato un piacere fargli
definitivamente capire quanto aveva sbagliato, un piacere. Non doveva
andare così, non era giusto! Per quale motivo assurdo si era concesso di
attaccarsi così tanto alla sua vita da professore? E poi era inspiegabile che
avesse accettato di fare il doppio gioco, ben sapendo che prima o poi lo
avrebbero costretto a fare qualcosa che da un certo punto di vista avrebbe evitato
volentieri. Ma allora perché aveva accettato? Era assolutamente inammissibile
l’idea che avesse provato il desiderio di mostrare la sua riconoscenza al
vecchio pazzo, la riconoscenza per tutti quegli anni di vita condotta non poi
così male. Quello che era stato, era stato, ma ora era lui a pagare. Costretto
a uccidere un uomo per non venire ucciso dalla magia del giuramento che aveva
fatto e costretto a proteggere quel ragazzino braccato dall’Oscuro Signore. E
ovviamente adesso gli davano addosso tutti, i Mangiamorte, gli Auror, l’Ordine
della Fenice, quel cretino di un Harry Potter… Ci mancava solo lui, il degno
figlio del cavolo del suo degno padre del cavolo. Una famiglia di cavoli a
merenda, a partire dal padre e dal figlio e finendo con la madre mezzosangue
che certo non era meglio di loro, stupida e convinta che tutti le dovessero
qualcosa, ragazzina con la puzza sotto il naso…. Oca giuliva…. Oh, beh, ma
tanto loro se ne stavano tanto comodi all’inferno o dove diavolo erano finiti
crepando, ed era lui quello che veniva odiato e maledetto… Chissà come quello
che finiva sommerso nella merda era solo e sempre lui.
But my
dreams
They aren’t
as empty
As my
conscience seems to be
I have
hours
Only lonely
My love is
vengeance
That’s
never free
Che schifo di vita! Uno fa del suo meglio per fare quello che gli altri gli
chiedono e finisce a vagare come un barbone con un ragazzino che non sa nemmeno
farsi il laccio delle scarpe visto che ha vissuto per tutti i suoi 17 anni come
un nababbo in una casa da nababbi, servito e riverito come un piccolo principe
dei purosangue… La cosa era alquanto ironica… Il Principe Mezzosangue che deve
proteggere a costo della sua vita il Principe dei Purosangue, uno che discende
dalla nobile casata dei Malfoy e dalla Nobile e Antichissima casata dei Black, toujours
pur… Avrebbero dovuto chiamarsi la Nobile e Antichissima casata dei Bleahck,
con quello schifo di discendenti che si ritrovavano, tra i due fratelli-demenza
Reguls il cagasotto e Sirius il re dei presuntuosi (che fortunatamente per lui
e per tutti era passato a miglior vita), il ragazzino viziato davanti a lui e
le tre sorelle-una-peggio-dell’-altra… Una che aveva sposato un idiota incapace
di vincere una battaglia con una manciata di ragazzini, una che pur di
manifestare il suo amore per l’Oscuro Signore (e la sua incredibile stupidità,
pensò l’ex professore) aveva passato metà della vita in galera, e un’altra che
si era ridotta a sposare uno sporco babbano, sporco nel vero senso della
parola, che aveva avuto il coraggio di dare alla luce una figlia mezzosangue,
imbranata e innamorata di quell’inutile nullità di Remus Lupin, uno da cui non
ci si potrà mai aspettare nulla di buono… Ecco, queste ultime due poi erano
perfino più spostate delle altre… Tutte e due che si sacrificavano per amore,
condannate a vivere con uomini mediocri, anzi pessimi, per amore, un
sentimento che lui non aveva mai capito, qualcosa di insulso e vuoto. Aveva
passato tutta la vita a guardare persone che amavano, amavano e soffrivano, ed
era giunto alla conclusione che l’amore era solo un inutile condanna ad una
vita piena di sofferenze. Le donne che aveva avuto lui gli erano scivolate
addosso come acqua, non avevano mai trovato lo spazio che avrebbero voluto nel
suo cuore, e avevano sofferto. Loro avevano sofferto, ma lui aveva usato
il suo odio e le sue sofferenze per crearsi l’unica protezione esistente da
quei sentimenti: uno scudo contro l’amore. Racchiuso nel suo guscio di rancore,
l’amore non poteva toccarlo né fagli del male. Lui era felicemente vaccinato
contro quella stupida malattia che era l’amore. E anche se si rendeva conto, di
tanto in tanto, di desiderare forse qualcosa di diverso, aveva realizzato che
nella sua vita l’unico amore che aveva spazio era la vendetta che, quando
sarebbe finalmente giunta, sarebbe stata dolcissima.
No one knows what it’s like
To feel this feelings
Like I do
And I blame you
Infatti lui era sempre stato un uomo in grado di controllare i suoi
sentimenti. Non odiava se non voleva odiare, non amava se non voleva amare, non
provava amicizia se non lo voleva fare, stava benissimo così e grazie tante. E
allora perché di punto in bianco si ritrovava a voler tornare indietro con un
groppo in gola che lo soffocava quasi nella sua rabbia? Come al solito era
colpa del dannato vecchiaccio (sia sempre maledetta la sua anima) che anche da
morto trovava il modo di rovinargli la vita, ammesso che si potesse chiamare
“vita” quella che lui viveva… Colpa sua, COLPA SUA! Maledetto, dannatissimo,
che possa sempre bruciare all’inferno! Ma non avrebbe potuto trattarlo una
pezza come facevano tutti? No, mister
sono-troppo-buono-e-gentile-per-abbassarmi-al-livello-della-gente-comune aveva
dovuto trattarlo con fiducia e amicizia, come nessun altro aveva fatto. Ed era
per questo che lui adesso lo odiava più di chiunque altro. Era stato uno
stupido, quel vecchio, a non capire che lui
non stava dalla sua parte, e non ci sarebbe mai stato! Perché non lo
aveva buttato fuori dalla scuola e spedito ad Azkaban a pedate? Perché avevo
dovuto essere così stupidamente nobile di animo? Tutti meritano una
seconda possibilità diceva. Che
cosa stupida! Che cosa infinitamente stupida! Lui non la meritava quella
dannata seconda possibilità! E infatti era finita come tutti tranne il vecchio
pazzo avevano pensato che dovesse finire. E ora lui stava molto peggio di come
sarebbe stato se avesse marcito per tutta la vita ad Azkaban.
No one
bites back as hard
On their anger
None of my pain and woe
Can show through
L’ex professore rimuginava su questi pensieri accarezzandosi il mento, sul
quale cresceva villosa e incolta la barba di diverse settimane. Non capiva e
non voleva capire che il suo atteggiamento era quello di un masochista. Il suo
continuo tormentarsi e pensare agli “e se…” della sua vita non solo non lo
aiutava, ma lo faceva anche affondare sempre di più nel baratro nel quale si
era gettato. Il ragazzino dai capelli biondi incrostati di sporco tossì forte
ripetutamente attirando l’attenzione dell’adulto, poi cadde sfinito
all’indietro. Era molto malato, lo poteva avvertire attraverso il legame che si
era formato tra di loro da quando aveva fatto quel giuramento. Lui stava
facendo del suo meglio per proteggerlo, ma i suoi sforzi erano inutili. Il
ragazzo, che aveva le difese immunitarie di un paguro grazie agli anni che
aveva passato nella bambagia, si era irrimediabilmente ammalato di qualcosa che
sembrava non essere un semplice raffreddore con febbre che si poteva guarire
con una pozione. E ora lui non sapeva cosa fare. Scotendo la testa, si tolse di
dosso la coperta pidocchiosa, e ci avvolse il ragazzino tremante e
febbricitante. Gli faceva pena. Era ingiusto che fosse lui a pagare per gli
errori di suo padre. Senza considerare che se al ragazzino fosse capitato
qualcosa di brutto, sarebbe capitato qualcosa di molto brutto anche a
lui…
But my
dreams
They aren't as empty
As my conscience seems to be
I have hours
only lonely
My love is vengeance
That's never free
Avrebbe solo voluto poter morire. Farla finita con tutta questa storia,
trovare un po’di pace. Ma non aveva abbastanza fegato. Forse quell’inutile
Potter aveva detto una cosa sensata una volta tanto… Era un codardo. Se no, per
quale altro motivo non era riuscito a realizzare i suoi sogni? Perché non era
assieme a i suoi amici, assieme all’Oscuro Signore, a brindare sul cadavere di
Harry Potter e di Albus Silente? O, al contrario, perché non era assieme ai
suoi ex-colleghi a brindare sulla vittoria contro l’Oscuro Signore? Non aveva
mai avuto il coraggio di scegliere da che parte stare, ecco perché. A furia di
pensare a cosa sarebbe stato meglio solo per se stesso, aveva finito per
isolarsi da tutti. Bene, perché non considerare le sue opzioni? Poteva tornare
dall’Oscuro Signore… Oh, peccato, c’era quella piccola clausola secondo la
quale non avrebbe dovuto svolgere il compito del ragazzino, e quell’altra
piccola clausola che prevedeva la morte del suddetto ragazzino e quindi, di
conseguenza, la sua… Allora avrebbe potuto tornare dall’Ordine della Fenice…
Ah, c’era solo da risolvere quella piccola questione dell’omicidio del capo
dell’Ordine… Di certo dopo aver ucciso Silente lo avrebbero accolto a
braccia aperte… E a bacchette sguainate. Davvero fantastico. Però poteva
sempre consegnarsi al Ministero… Si, già se la immaginava la scena…
-Pentito, eh?-
-Ehm, si…-
-Anche l’ultima volta eri pentito, vero?-
-In teoria….-
-E noi dovremo fidarci, vero?-
-Bè, perché no? In fondo che ho fatto di male, ho solo ucciso l’unico che
il Signore Oscuro abbia mai temuto…-
Decisamente al Ministero non poteva andare.
When my
fist clenches, crack it open
Before I use it and lose my cool
When I smile, tell me some bad news
Before I laugh and act like a fool
If I swallow anything evil
Put your finger down my throat
If I shiver, please give me a blanket
Keep me warm, let me wear your coat
Davvero un peccato che invece di blaterare a vuoto il vecchio non lo avesse
costretto a comportarsi bene.
Se il vecchio gli avesse aperto il pugno, prima che lui avesse perso il
controllo e lo avesse usato…
Se il vecchio gli avesse dato cattive notizie ogni volta che aveva sorriso,
prima che lui avesse riso e agito come un pazzo…
Se il vecchio avesse tirato a forza fuori dalla sua gola tutte le angherie
che aveva ingoiato e che lo avevano fatto diventare quello che era…
Se il vecchio lo avesse protetto ogni volta che qualcosa sembrava fargli
del male…
Se il vecchio avesse fatto tutte queste cose invece di parlare, parlare e
parlare ancora, le cose sarebbero state migliori per tutti.
Avrebbe dovuto agire, invece di parlare.
No one
knows what it's like
To be the bad man
To be the sad man
Behind blue eyes
E forse lui non sarebbe diventato l’uomo cattivo, l’uomo triste e dannato
che era diventato.
Quando ho sentito questa canzone e ne ho letto il testo, ho subito pensato
che era perfetta per Severus Piton.
Spero che questa fic vi sia piaciuta, io non so che dire su questo
argomento, perchè per me Piton potrebbe essere sia colpevole che innocente in
questo caso, non lo so. L’unica cosa che so è che come al solito è stata colpa
di Silente, uno che sa solo parlare secondo me…
Ringrazio quelli che leggeranno, ma ancora di più quelli che recensiranno.
Questa fanfic è dedicata a LadySnape, che mi ha aiutato a vedere il
personaggio di Piton sotto un ottica diversa.