Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: formerly_known_as_A    24/03/2011    1 recensioni
Non abbassa lo sguardo. Oh, tipo quello mai. Mai davanti a lui. Anche se ha male in sedici punti diversi del corpo, anche se quello accanto al cuore gli spezza il respiro, affronta il suo sguardo.
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aprire la porta e vedere tutte quelle persone intorno al tavolo l'ha messo un po' a disagio. Non ama vedere troppa gente, gli mette tipo ansia. Ma è una riunione, è al sicuro e non deve poi temere troppo. Sono in periodo di pace, no? E allora tipo di cosa si preoccupa?

Si siede nel posto a lui assegnato, un po' rigido, alzando gli occhi un secondo per cercare la figura rassicurante di Liet, vergognandosene subito dopo e pentendosene amaramente quando vede uno sguardo freddo e azzurro ricambiare il proprio.

Ma non abbassa lo sguardo. Oh, tipo quello mai. Mai davanti a lui. Anche se ha male in sedici punti diversi del corpo, anche se quello accanto al cuore gli spezza il respiro, affronta il suo sguardo.

Si è preparato anche a questo, Feliks. Anche a quello sguardo senza più l'ombra di rabbia e derisione, senza quella luce sadica in fondo agli occhi. Stringe i pugni, piantandosi le unghie nella carne, cercando di respirare calmamente mentre le immagini di quegli anni continuano a passargli davanti agli occhi.

Vorrebbe ammazzarlo, non c'è dubbio su questo. Massacrarlo, mandando tipo totalmente al diavolo quelli che dicono che la vendetta è qualcosa di totalmente sbagliato, che non fa bene a nessuno. Sì, ma vuoi mettere tipo la soddisfazione di sentirlo supplicare?

Vorrebbe massacrare il tedesco, ma invece sorride, riconoscendo la colpa e la vergogna, un attimo prima che abbassi lo sguardo. Allora il sorriso si fa trionfale.

Non lo guarda per il resto della riunione, ma sente spesso il suo sguardo su di sé, uno sguardo forse in cerca di perdono, di approvazione. Ma non conta nulla di ciò. Contano le grida, la fame, le persone -donne, uomini, bambini- lasciate per strada a morire e tutti gli altri... gli esperimenti, il dolore, l'umiliazione, anni di esistenza in cui avrebbe potuto sorridere, continuare a risollevarsi come stava facendo, completare la propria rinascita, che nessuno gli restituirà.

Come nessuno darà il nome alle ossa, nessuno cancellerà l'inchiostro, nessuno scaverà alla ricerca di una verità troppo atroce per essere vera.

Ricorda il momento in cui è rientrato a Varsavia, Feliks. Lo ricorda bene, perché ingenuamente credeva di poter ricominciare, ancora, non vedeva ancora l'ombra dell'est. Si illudeva, tipo, che il dolore fosse finito, che le armi potessero essere riposte e gli eroi celebrati.

Ricorda le poche case rimaste in piedi, con le finestre come occhi vuoti che lo fissavano, ricorda le strade deserte, come se quella non fosse una capitale, ma una città qualunque, una città senza più palazzi. Ricorda di aver camminato quasi senza volerlo, sfiorando quei muri grigi, di aver raggiunto, chissà come, il punto in cui credeva ci fosse il Castello, ma non aver trovato che macerie.

Ricorda e gli capita ancora di sognarli, quei momenti e risvegliarsi in lacrime, perché, se allora si è trattenuto o forse non ne aveva neppure più la forza, nei sogni non ha volontà ed è costretto ad abbandonarsi a quel dolore.

E le parole dei sopravvissuti -quanti? Mille, duemila? Quando prima erano più di un milione!- gli rimbombano nella testa, ancora. L'accanimento di quella Nazione contro la propria, il voler distruggere ogni singola pietra dei palazzi che aveva fatto tanta fatica a costruire, la cultura e i libri andati persi per sempre, quell'odio... non può dimenticare.

Quando la riunione finisce, si affretta ad alzarsi, facendo scivolare discretamente qualcosa verso il tedesco, con un nuovo sorriso di trionfo.

Sì, ricorda le macerie, ricorda di essere stato un Paese ferito e in ginocchio, ma ricorda anche che quella condizione non è durata a lungo. Si è ricostruito, ha ricostruito. Ed è il Castello Reale quel magnifico palazzo sulla foto che Germania fissa, sbigottito. Ed è una Varsavia migliore di prima, quella che si intravede.

“A nulla servono i tuoi sforzi, Niemcy. Sarò sempre totalmente sopra il tuo livello.”



Era un po' che avrei voluto scrivere questa storia e la notte insonne me ne ha dato l'occasione. Molti non si rendono conto di cosa abbia passato la Polonia durante la seconda guerra mondiale e nel periodo successivo e spesso sottovalutano l'argomento. Ho visto storie ambientate in questo periodo prese sottogamba, solo perché il personaggio principale era Feliks.

Ora, non starò a fare un trattato su Feliks e la sua psicologia contorta, ma comunque, dal momento in cui si tratta un argomento delicato, forse sarebbe il caso di informarsi o, almeno, essere cauti. Ho cercato di esserlo il più possibile, qui, ma temo che il mio filtro naturale e le mie letture mi abbiano evitato uno sforzo eccessivo.

Detto ciò, io personalmente, autrice, non odio i tedeschi. Non credo che tutti i tedeschi abbiano colpa così come non credo che gli italiani siano fascisti, i francesi mangiatori di rane o qualche altra generalizzazione idiota. Semplicemente, questo è il punto di vista di un personaggio che rappresenta una nazione distrutta da altre, quindi forse ha anche il diritto di farsele girare un pochino. E i Polacchi sono terribilmente orgogliosi (e anche nel manga si nota)...

Infine, vi consiglio di guardare ciò: http://www.kuriositas.com/2011/01/warsaw-city-of-ruins.html per farvi un'idea di cosa fosse Varsavia alla fine della guerra.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: formerly_known_as_A