Nick
autore: Legar
Titolo:
One golden glance
Verso
Scelto: 2. One golden glance of what
should be – Un cenno dorato di ciò che
dovrebbe essere
Personaggio
o Pairing obbligatorio: James/Lily
Personaggi
o Pairing aggiunti: //
Genere:
Romantico
Rating:
Verde
Avvertimenti:
Flashfic
Note
dell'autore: La mia prima James/Lily, non ho mai scritto su questo
pairing
della vecchia generazione. La one-shot è ambientata in un
ipotetico settimo
anno di James e Lily, durante una partita del campionato di Quidditch.
Buona
lettura!
One
golden glance
In
un tripudio di colori rosso e oro, il Grifondoro festeggiava la sua
vittoria
contro il Serpeverde.
James
Potter, capitano della squadra di Quidditch, reggeva la coppa del
campionato,
simbolo della loro meritata vittoria. Ebbri di quell’intenso
entusiasmo che
possono vivere solo i giovani, esultavano, in quell’attimo
che sapeva di
perfezione.
Lily Evans faceva parte
di quella calca che circondava la squadra di Quidditch della sua casa.
Si fece
largo tra la folla per vedere James –il suo
James– e congratularsi con lui. E
per ricevere
il suo premio, in cambio del suo cuore, quello che gli aveva
donato ormai
da tempo.
La
scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts era in fermento: gli studenti attendevano con
ansia
quella che aveva tutta ragione di essere la partita più
importante del
campionato di Quidditch.
Solo Lily Evans
sembrava immune all’entusiasmo che stava permeando le mura
del castello: forse
perché, come amava ribadire scherzosamente a James
ogniqualvolta lui le si avvicinasse,
non bastava essere un ottimo giocatore per strapparle un appuntamento.
Incurante dei sussurri
eccitati che riempivano l’atmosfera di Hogwarts, Lily
camminava con passo
sicuro verso la Sala Grande, quando vide il gruppo dei Malandrini.
Solo James la
raggiunse: improvvisamente i tre ragazzi avevano tutti
qualcos’altro da fare.
«Ciao Lily.» la salutò lui
con un sorriso radioso.
«Potter.» rispose la
ragazza con un cenno del capo.
«Vedrai a vedere la
partita?»
«C’è praticamente tutta
la scuola. Tu che dici?»
«Io dico di sì. Verrai
a vedere me, splendido, mentre sorvolo il campo da Quidditch.»
A Lily sfuggì un
risolino. «Ci vediamo in campo.» disse con parole
che sapevano di promessa,
prima di allontanarsi.
«Lily,» la chiamò
dolcemente James. «il boccino. Lo prenderò per
te.»
Lily
non diede segno di aver sentito, proseguì imperterrita il
suo cammino, ma con
un sorriso compiaciuto a distendere le sue labbra.
«Lily»
James la chiamò a gran voce, cercando di sovrastare le urla
della folla. La
ragazza lo vide e gli corse incontro.
Lui
la abbracciò, preda dell’euforia per averle
dimostrato il suo valore. Lily
sorrise tra le sue braccia, felice; strofinò il naso sulla
guancia del ragazzo,
prima di posare un dolce bacio su quella pelle liscia.
«Ti
amo.»
«Anch’io,
James.»
Si
baciarono, in una conclusione perfetta della loro dichiarazione
d’amore.
«Ho
qualcosa per te.» le disse finalmente James.
«Sto
aspettando…» cantilenò lei.
Il
ragazzo aprì la mano, che fino ad allora aveva tenuto
stretta a pugno, e le
mostrò il boccino che aveva catturato, che era valso la
vittoria della sua
casata. Lily chiuse la mano su quel dono, prezioso simbolo dei loro
sentimenti,
un cenno dorato di ciò che dovrebbe essere
l’amore. Di ciò che era il loro amore. Potevano anche
fingere di ignorarsi
nei corridoi, distogliere lo sguardo quando incrociavano quello
dell’altro, per
mandarsi di nascosto un bacio a fior di labbra o un sorriso luminoso,
ma si amavano.
E
sarebbe stato per sempre così, fino alla
morte.