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Autore: valekiller    25/03/2011    2 recensioni
Ginny si è lasciata trasportare negli abissi dell'alcolismo, ma Hermione non vuole ancora lasciarla andare.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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E' stata partecipe del concorso "Alcohol slash contest". Spero che su di voi abbia una maggiore presa. :-)










Hogsmeade, Pub “Testa di Porco”


Ginny entrò e la vide seduta al bancone, circondata da bicchieri luridi. Le si avvicinò e si sedette al suo fianco.


"Sappi che stanotte non mi troverai lì pronta a reggerti la testa mentre vomiti l’anima!”


Hermione aveva il cervello annebbiato dall'alcool. La guardò, la mise a fuoco e scoppiò in un pianto rumoroso. Ginny le mise un braccio attorno alle spalle, cercando di calmarla.


"Come mai i due cavalieri senza macchia e senza paura non sono qui a salvarti?"


Penoso tentativo di risollevarle l'umore, pensò la rossa.


Hermione fece comunque un risolino acquoso e la fissò negli occhi.


"Non riuscirò mai a dimenticare tutto quello che è successo nella Stanza delle Necessità."


Ginny sorrise.


"No, nemmeno io." La rassicurò.


Sei così dolce, pensò Hermione.


"Ti amo..." Bisbigliò al bicchiere.


"Anch'io ti amo" Rispose Ginny, guardando la finestra.



 

Brighton, Clinica “Giorni Felici”, alcuni anni dopo

 

Hermione va a trovarla una volta a settimana. Non riesce a vederla più spesso di così. Fa semplicemente troppo male.

 

Hermione si muove con una certa, triste familiarità nei corridoi della clinica. La sue mente invece, percorre ben altri corridoi, continuando a ricordare perché si trova lì.

 

I ragazzi erano appena partiti per Hogwarts. Per la prima volta dopo tutti quegli anni erano rimaste sole. Sole, a ricordare i “bei tempi” e quelli belli davvero. Sempre accompagnate dall'amico Vino, che sa come far sciogliere le lingue. E lei e Ginny, avevano trovato un modo alternativo di usare quelle lingue, un modo che non c'entrava molto col “parlare”. Hermione si sentiva benissimo. Le giornate erano di nuovo piene d'amore. Ron e Harry erano troppo occupati a lavorare per accorgersi di loro due. Anche loro però, riempivano solamente le giornate.

 

Hermione sospirò, tornando al presente. Bussò delicatamente alla porta semi aperta, ed entrò. La camera bianchissima era deserta.

 

Allora sarà in giardino, constatò la donna.

 

Dirigendosi verso il parco della struttura, le venne in mente quando avevano fatto l'amore, dopo tanti anni. A com'era stato dolce. A come si era sentita amata e apprezzata in ogni suo dettaglio, dai fianchi larghi ai capelli cespugliosi. Una veloce contrazione delle pelvi la fece arrossire. Era ancora innamorata purtroppo. E questo, rendeva tutto più difficile.

 

Ciao, Ginny.”

 

Ciao.”

 

Come stai oggi?”

 

Mph.”

 

Sei del solito buon umore?”

 

Lo sai che cos'ha fatto quello stronzo di tuo marito?”

 

Beh...”

 

Ha detto ai miei genitori, a MIA madre e a MIO padre, che lui non vuole più vedermi e che se mi invitano per Natale, lui non va.”

 

Devi dargli un po' di tempo per ab...”

 

NO, non mi interessa! Sono io quella che sta male, non lui! Cazzo, proprio non capisce eh?”

 

Vado Ginny, si è fatto tardi.”

 

Vaffanculo. Che cazzo vieni a fare qui?”

 

Hermione si asciuga gli occhi, pensando ancora una volta a cosa è andato storto. Quando è andato storto.

 

Bevevano un bicchiere di vino a pasto, un altro nel pomeriggio. Niente di più. Ma una sera Hermione aveva trovato la bottiglia vuota e una Ginny un po' troppo allegra. Una volta però, che male può fare?

Una, due, tre... Ad un certo punto aveva perso il conto. Aveva perso la capacità di vedere i limiti e di vedere Ginny che li oltrepassava.

 

Quando aveva capito? Ginny le era strisciata alle spalle, infilandole la lingua serpentina nell'orecchio, riversandoci dentro veleno. Voleva denaro, denaro di cui Harry non le avrebbe chiesto l'utilizzo. L'aveva minacciata, dicendole che avrebbe detto a tutti della loro relazione.

 

Ecco. Era in quel momento che aveva capito. Un po' in ritardo, vero? Hermione sputò per terra. Le sembrava di avere della bile in bocca. O era il veleno di Ginny? Si sentì sporca. Contaminata.

 

Le raccontava un sacco di bugie. Le raccontava di Ron e della commessa. Dei presunti fallimenti di Hugo a scuola. Di Rose e dei suoi redditizi “lavori di bocca”. Perché non ha reagito? Perché non ha parlato con nessuno? Di cosa aveva paura? Di cosa ha ancora paura?

 

Finché un giorno Ginny parlò davvero. Disse a tutti di loro due. Grazie al cielo, nessuno le aveva creduto. Però... Quel però galleggiava. E nulla era stato più come prima.

 

Hermione si asciugò di nuovo gli occhi, si riscosse e si Smaterializzò a casa, lontano da quella clinica.

 

Stesso posto, qualche settimana dopo

 

Mamma, sei sveglia?”

 

La rossa aprì un occhio a fatica.

 

Ciao Lily.”

 

Come stai?”

 

Voglio morire Lily. Portami via da qui!”

 

Mamma... Basta con questi discorsi, ok? Ho quasi convinto Albus a venire. Ma non devi fare così. Già è tanto che abbia dimenticato la storia di zia Hermione...”

 

Hermione è una stronza.”

 

Sì, mamma.”

 

Il bastardo di merda di tuo padre?”

 

Bene.”

 

Perché non viene a trovarmi?”

 

Mamma andiamo! Lo sai il perché.”

 

Ginny spostò lo sguardo altrove, le palpebre socchiuse.

 

Lily percepì tutti i pensieri che le scorrevano nella mente, ne intuì la follia e l'incoerenza. Rabbrividì. Lily provò disgusto per sua madre.

E immediatamente sentì i sensi di colpa schiacciarle i polmoni.

 

Avrei dovuto stare con Hermione sai? La amo. Harry invece lo odio.”

 

Sì, mamma.”

 

Ti ho già raccontato di lei, vero?”

 

Sì, mamma.”

 

Lily ricordava con chiarezza quando era successo. Il ricordo le pesava ancora sull'anima, corrodendole lo spirito.

 

Sua madre distesa in una pozza di vomito, attorniata dalle bottiglie vuote di ogni tipo di alcolico conosciuto all'uomo, mentre suo padre tentava di spostarla. Aveva il panico negli occhi. Finché c'era solo il sospetto, qualche sfuriata e molti litigi, poteva andare bene. Ma così era troppo evidente per poterlo ignorare.

I suoi fratelli rientrarono in quel momento e videro anche loro quel disastro. E così Ginny, più umiliata e furente che mai, si era sentita in dovere di raccontare tutta la sua vita e del perché facesse così schifo.

Il giorno seguente suo padre l'aveva fatta trasferire in quella clinica e se n'era lavato le mani.

Ho fatto anche troppo” le disse. Un po' lo odiava, per questo.

 

Chi se ne frega. Spero che crepiate tutti. Tutti stronzi siete. Torna dal tuo paparino, brutta puttana, sei uguale a tutti gli altri! Tutti uguali porca troia. Opportunista sei, anche tu! Cosa vuoi, soldi? Ma sparisci!”

 

Le parole dure di sua madre la riportarono al presente. Lily si alzò e uscì dalla stanza, diretta al camino. Appena uscita dalla camera però, si accartocciò su se stessa e scoppiò in lacrime.

 

Stesso posto, qualche tempo dopo

 

Di solito viene la figlia. Lei è parente?”

 

Sono la cognata.”

 

Sono dolente di informarla che purtroppo anche stavolta è sfuggita ai nostri controlli. Non capisco proprio come faccia a procurarsi l'alcool nelle condizioni in cui verte. Mah. Le posso assicurare che non capiterà di nuovo. Abbiamo intensificato le misure di sicurezza.”

 

Non si preoccupi, capiamo quanto possa essere difficile.”

 

Il Guaritore annuì.

 

La avverto che potrebbe essere scontrosa e irritabile.”

 

Hermione provò a fare un risolino.

 

Più del solito?” Disse con una vocina sottile sottile.

 

Il Guaritore le sorrise e aprì la porta.

 

Ci siamo, pensò Hermione. Se nemmeno oggi cambia... Io rinuncerò.

 

Ciao Ginny. Sono venuta appena ho saputo. Lily sta facendo un esame, per quello non è potuta venire.”

 

Non è vero. E' solo una stronza che di sua madre se ne fotte.”

 

Un respiro profondo.

 

Lo sai che non è vero. Lily è l'unica che... Insomma, Lily ti viene a trovare sempre e...”

 

E' una troia, come tutti gli altri.”

 

Ginny, ascolta...”

 

Anche tua figlia è una troia. Quella puttana. E' colpa di quella stronza se Lily non è venuta. E' stata lei a mettermi contro mia figlia!”

 

Hermione stringe forte i pugni. Non è mai stata violenta.

 

NON. Non ti permettere, ok?!”

 

Fai la voce grossa? Credi di farmi paura? Tanto lo so quello che pensi. Pensi che sono una merda vero? Solo perché gli altri...”

 

Ora BASTA! Sempre gli altri, sempre colpa loro, solo gli altri sono cattivi! Fatti un bell'esame di coscienza invece!”

 

A volte era semplicemente troppo per tenerlo dentro.

 

Ma che cazzo dici, brutta mongola? Ma come ti permetti di venire qui e parlarmi così, cazzo. Chi ti credi di essere?”

 

Ginny sembrava trasfigurata, il volto una maschera d'odio. Gli occhi spiritati, i connotati ormai irriconoscibili. Le guance gonfie, il collo teso, il grasso ventre che trema. Nessuno può parlarle così. Hermione sembrava stanca. La sfuriata sembrava averla prosciugata. Si adagiò su una sedia, tenendosi la testa fra le mani.

 

Sei stata tu a lasciarmi, ma io avrei rinunciato a tutto per te. Il tempo passato assieme è stato... Magico.”

 

A Hermione brillavano sempre gli occhi, quando ripensava a quei giorni.

 

Adesso non mi ami più vero? Ti faccio schifo vero?”

 

La voce le si ruppe in mille pezzi.

 

Hermione le sorrise in maniera complice.

 

Io ho ancora la moneta.”

 

Non è vero. Me l'hai tirata addosso, l'hai dimenticato?”

 

Non era quella vera.”

 

Hermione sfilò una catenina dal collo. All'estremità penzolava una Falce, che si aprì a rivelare una foto di entrambe le donne. Erano giovani, belle e si stavano baciando.

 

Ginny si sentì schiacciare il cuore. Una fitta di amore e di lucidità le passò come un lampo nel cervello, evocandole immagini di una vita felice. Una vita non ancora da vivere, un futuro radioso, privo di lacrime.

Così come i lampi vengono però, se ne vanno anche. Ginny fissò sprezzante l'altra donna.

 

Ma tu che cazzo ci fai qui? Cosa vuoi da me?! Vai via! Via! Vattene, esci, sparisci!”

 

Ginny sembrava un'invasata. Iniziò ad urlare, urlare, urlare sempre più forte. Le afferrò i capelli e tirò con tutte le sue forze, le sferrò calci e pugni. Hermione strillò forte ed un Guaritore intervenne a separarle, immobilizzando Ginny. La donna uscì dalla stanza, barcollante. Si appoggiò al più vicino muro e ci si accasciò addosso, scivolando fino a terra. Lacrime copiose le scorsero sulle guance.

 

Basta, pensò. E' finita.

 

Trasse la catenina di tasca e la abbandonò lì, sul pavimento. Si alzò ancora tremante e si avviò all'uscita.





Se siete arrivati qui, grazie. Temo di dovervi dire che tutti i comportamenti e le parole di Ginny, sono veri. Una persona a me cara ha avuto problemi di alcool e non credo ci sia da scherzare al riguardo. Cheers, guys!






 

   
 
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