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Autore: AntheaMalec    26/03/2011    5 recensioni
Allison non ha mai compreso quanto il destino, a volte, può incominciare a farti girare la vita in un modo totalmente diverso. Allison non può sapere che durante un viaggio non programmato in aereo potrebbe incontrare l'amore della sua vita...o forse l'odio della sua vita?Perchè questo ragazzo è così strafottente, antipatico, superficiale, viziato da farsi odiare da chiunque...ma se ci metti un bel faccino e quell'incredibile dolcezza nascosta sotto strati di stronzaggine, allora puoi incominciare a dire che l'amore e la passione hanno già vinto su di te. Questa la storia di Allison Cooper e di come tutto può succedere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prima di lasciarvi a questo nuovo capitolo vorrei dire due parole a Voi. Voi che non mi avete mai abbandonato e che continuate a seguire questa storia, nonostante tutto. Voi che recensite, Voi che seguite, Voi che preferite, Voi che ricordate o Voi che semplicemente leggete questa storia in silenzio. Grazie per farmi sentire in quel modo che solo una scrittrice si può sentire. Apprezzata nonostante i suoi ritardi, amata attraverso le recensioni. Queste sono emozioni che terrò per sempre nel mio cuore. Grazie a Voi perchè anche quando sono triste mi ridate la voglia di vivere.

Infine, vorrei dedicare questo capitolo a Split ed a Legar, perchè, la prima, sa sempre darmi emozioni che nessun'altra persona può darmi. Sa farmi ridere e farmi emozionare, e la seconda perchè, nonostante le nostre comunicazioni si siano inteerrotte bruscamente, è sempre nel mio cuore e ci resterà per sempre.


Un abbraccio a Voi, a tutti Voi, che sapete farmi volare solo con piccole parole.



Capitolo 14





Non so dove mi trovo, è tutto troppo buio ed io ho troppa paura anche solo per respirare un po' più forte del minimo necessario.

Dove sono?

Sento solo il respiro di un'altra persona in questa stanza, a pochi metri da me.

Sono legata per terra e i polsi incominciano a dolere in modo opprimente.

Vorrei urlare, ma so per certo che le conseguenze non sarebbero delle migliori.

Dov'è quel deficiente di Andrew quando serve?

Sono da sola ed è questo il pensiero che mi fa più paura.

Non sono abituata a ritrovarmi in situazioni come questa e non sono mai stata brava a gestire la paura, o almeno non in queste situazioni da film thriller.

Non so neanche da quanto sono chiusa in questa stanza, ma mi sembra tutto un orrendo incubo da cui non riesco a svegliarmi.

Chi andrà a prendere la mia migliore amica all'aereoporto?

Uscirò viva da questa situazione?

Avrò modo di rivedere la mia famiglia, Andrew, o chiunque altra persone che abbia mai conosciuto?

Per quanto tempo ancora dovrò stare in ostaggio e per quale motivo?

Troppe domande e nessuna risposta.

Sento la porta aprirsi e socchiudo gli occhi per la luce improvvisa.

- Jason, vieni. E' arrivato. -

Jason?

Quindi le mie supposizioni sono tutte reali.

E' stato fin dall'inizio un complotto di cui sono stata sempre stata all'oscuro.

L'unica cosa che spero, in questo momento, è che Andrew non si faccia male.

Forse è proprio di lui che è arrivato, come ha annunciato quell'uomo.

Dopo pochi minuti di nervosismo la porta si riapre, stagliando una sagoma indistinta sulla soglia.

- Muoviti! Dicevano che non saremmo riusciti a prenderlo, Jason! E' stato più facile del previsto, invece. -

- Andrew! -

Un urlo strozzato proviene dalla mia bocca quando finalmente riconosco la persona che sta entrando, scortata da due uomini.

Lo spingono vicino a me, e lui non sembra affatto gradire la cosa.

- Ora non ci resta altro che aspettare. Vieni, Jason, aspettiamo fuori. -

Dice l'altro, che presumibilmente è il superiore di quel tizio, Jason.

Appena richiusa la porta Andrew incomincia a ridere.

Mi giro verso di lui, sorpresa.

Forse non ha ben capito in che situazione siamo.

Forse non ha capito che siamo imprigionati e senza via di fuga.

Magari è il suo modo di far passare il nervosismo...

- Ti sembra il momento di ridere? -

Dico piccata, più di quanto avrei voluto.

- Sono proprio degli stupidi...non credevo davvero che sarebbe stato così facile, ma mi sbagliavo, evidentemente! -

Distinguo il suo corpo muoversi ed un momento dopo è in piedi, libero da qualunque corda.

- Dovrebbero perquisire un prigioniero, prima di lasciarlo da solo in balia di oggetti pericolosi. -

Sorrisi anche io, sollevata.

C'è ancora una possibilità di uscire da tutta questa faccenda incolumi e io voglio credere che andrà tutto per il verso giusto, almeno per questa volta.

Si avvicina a me e incomincia a tagliare le corde che mi tengono legata.

- Guarda come ti hanno ridotto i polsi... -

Dice, con una sfumatura di rabbia nella voce.

- Va...tutto bene. Ora andiamocene. -

Andrew si avvicina alla porta e lo stesso faccio anch'io, come un'ombra.

Appoggia l'orecchio alla porta e resta così, in cerca di un rumore che potesse indicare quanti fossero lì fuori.

Apre piano la porta e l'unico a fare la guarda è Jason, voltato di spalle, su una sedia.

- Sogni d'oro -.

Dice Andrew, premendo un punto imprecisato sulla gola di Jason che, prima, cerca di divincolarsi, sillabando qualcosa di incomprensibile, poi si accascia sulla sedia, privo di coscienza.

- Vai in camera e rimanici. -

Dice, perentorio.

- No! Non ti lascio in questa situazione! -

Dico, agitata.

Questa situazione è soprattutto colpa mia e non mi perdonerei mai che lui finisse in situazioni spiacevoli, o peggio, per me.

- Non hai un'opzione, Allison, questo è un ordine. Vai in camera e finiscila di fare storie! - Non posso, lo capisci? Non posso andare in camera e pensare che tu sei chissà dove a rischiare la vita! -

- Questo non ci doveva essere, Allison, questo complica tutto, maledizione! -

- Questo cosa? -

Dico, confusa dal suo esprimersi ambiguamente.

- Il tuo affezionarti a me! Allison, è sbagliato e controproducente. Non devi, è meglio per me e per te. Non avremmo dovuto coinvolgerti in questa faccenda. -

- Stai dicendo che ho sbagliato a provare affetto per te? Ma...cosa stai dicendo? Non capisco... -

Non voglio capire.

Non voglio altro dolore, non farmene ancora.

- Allison, per me... -

Non dirlo, Andrew, non rovinare tutto, non farlo...

- ...è stato solamente lavoro. Nulla di più. Ho mentito per avere informazioni, ma ora è meglio finirla. Vai nella tua stanza e restaci. -

Bravo, Andrew, sei riuscito a rovinare tutto un'altra volta.

- Grazie per aver ucciso ancora una volta i miei sentimenti. Sei davvero un pezzo di merda. -

Prima che vedesse quanto fossi debole, mi girai e corsi verso le scale, non sentendo così le sue parole sussurrate al vento.

E' meglio così...







Grazie...

   
 
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