Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: manubibi    26/03/2011    6 recensioni
OS ambientata nel futuro, quando Kurt e Dave saranno usciti dal liceo e saranno già cresciuti molto.
Non so perché a volte mi sveglio all'alba - quando in teoria si potrebbe dormire molto di più - anche se ho tantissimo sonno e sono stanco morto dal lavoro. Forse perché mi manca lui, mi manca guardarlo ed osservarlo mentre, al contrario mio, dorme come un ghiro. Sì, credo sia perché mi manca anche nel sonno, in fin dei conti.
Apro lentamente gli occhi, tirando su piano col naso, muovendomi un pò nel tepore confortevole delle coperte. Accanto a lui.
Probabilmente per quanto riguarda Dave dovrei mettere l'avvertimento di OOC, ma in fondo noi non sappiamo come sarà in futuro e come maturerà, quindi secondo me in questa shot è IC per come me lo immagino da grande.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kurt Hummel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Teddy Bear
Fandom: Glee
Pairing: Karommel-Kurtofsky
Setting: moooooooolto nel futuro xD
Genere: Fluff, fluff, fluff! E introspettivo.
Note: Beh, oggi avevo voglia di FLUFF xD ed ho visto una fanart che mi ha ispirata, ovvero questa.
E uhm, spero sia abbastanza realistica (che sia possibile), nel mio headcanon lo è. Mi rendo conto che probabilmente non è molto interessante in quanto si tratta di una slice of life, ma sono abituata a scrivere questo genere di cose... Comunque ho tante idee per questo pairing, quindi credo che ci scriverò ancora :) spero vi piaccia!


Non so perché a volte mi sveglio all'alba - quando in teoria si potrebbe dormire molto di più - anche se ho tantissimo sonno e sono stanco morto dal lavoro. Forse perché mi manca lui, mi manca guardarlo ed osservarlo mentre, al contrario mio, dorme come un ghiro. Sì, credo sia perché mi manca anche nel sonno, in fin dei conti.
Apro lentamente gli occhi, tirando su piano col naso, muovendomi un pò nel tepore confortevole delle coperte. Accanto a lui.
Mi ci vuole un pò per metterlo a fuoco nella luce aranciata delle prime ore del giorno, che preannunciano un'altro giro nella routine quotidiana: lavoro al McKinley - ebbene sì, sono coach di quella squadra di molluschi che sono diventati i ragazzini oggi. Davvero, più si va avanti con gli anni più i ragazzi diventano piccoli, magri e rachitici. Mi chiedo cosa ci sia che non va in queste generazioni. Non corrono, non giocano all'aria aperta? Mi terrorizza l'idea che stiano davanti alla televisione ed al computer fin dall'infanzia. Beh, ma finché i genitori daranno loro i blackberry dall'età di dieci anni... Mah, non c'è più educazione.
Il filo dei miei borbottii mentali viene interrotto da un movimento lieve al mio fianco, da una mano leggera che mi accarezza il petto con un moto pigro. Istintivamente lo stringo di più a me, senza volere svegliarlo, solo perché il suo corpo mi piace da impazzire e perché sto ancora passando gran parte delle mie giornate a chiedermi perché un uomo così stia con uno come me. A volte devo impegnarmi seriamente per non pensare che questo è Matrix o Inception e che sto vivendo nelle mie fantasie. Perché Kurt Hummel fa l'amore con me, si addormenta con me e si sveglia con me, tutti i giorni, ormai da sette anni. O almeno, lo fa quando è qui, in pausa dai tour promozionali o da registrazioni e talk show. Sì, la mia Fatina ce l'ha fatta, di questo non dubitava nessuno. Ha troppa sfrontatezza, talento e senso del bello per non sfondare. In un certo senso, era Destino.
A volte mi manca, quando non è qui, ma non ci penso nemmeno a lamentarmi, lui è nato per questo e poi la distanza rende il nostro rapporto meno noioso, almeno dal mio punto di vista. Certo, sono possessivo, ma ne ho passate troppe ai primi tempi (il vederlo assieme a Blaine, per esempio) per non sopportare il pensiero che qualche fan lo desideri. E poi ho imparato a fidarmi di lui. Mi chiama quando è via, così mi rassicura un pò. Ma comunque non siamo più ragazzetti in preda alle gelosie infantili e queste piccole difficoltà le abbiamo superate da un bel pezzo.
Lo sto osservando accarezzandogli il ciuffo di capelli che gli ricade sulla fronte e sul naso. Se possibile, adesso è ancora più bello di quando eravamo al liceo. Si è sviluppato, allungato ed è diventato più affusolato, il viso si è affilato ed ora ha tratti più maschili, anche se Kurt, di per sé, resta sempre quello più effemminato, mentre io mi sono sempre più irrobustito, anche se sono dimagrito e mi sono sviluppato a modo mio. Kurt dice che gli piace come sono cresciuto, ovvero che non mi sono lasciato andare alla birra, patatine e football in tv. "Altrimenti non sopporterei di stare con te... Ugh, tutto grasso e sudato e... Non ci voglio pensare!", mi ha detto una volta, con quei suoi modi altezzosi.
Probabilmente sarei finito così, non fosse stato per lui. Mi ha incoraggiato a lavorare su me stesso, ad uscire allo scoperto e poi mi ha insegnato ad affrontare l'omofobia a testa alta. Perché è vero, dobbiamo vivere in un ambiente ostile quasi per tutto il tempo, ma questo non significa che dobbiamo rimanere nascosti.
All'inizio Figgins era del tutto contrario ad assumermi come insegnante, perché insomma, mettere un uomo gay in mezzo ad un branco di ragazzini sudati che si cambiano in spogliatoio... Ma mi ha dato una possibilità. Mi conosce bene e sa che non toccherei mai quei ragazzi, anche perché sa pure di me e Kurt (e chi non lo sa, ormai?) e conosce la mia storia abbastanza bene da escludere che farei mai qualcosa per tradirlo e perderlo. E infatti no, non potrei mai e poi mai. E comunque l'ho già detto, i ragazzini di oggi per quanto mi riguarda non hanno niente di attraente, nemmeno se mi sforzo di pensarci. Seriamente, a volte ho dei dubbi sul fatto che a casa mangino!
- Mmh... Dave... - lo sento mormorare, interrompendo di nuovo i miei pensieri.
- Dimmi,
Fancy - rispondo piano. So benissimo che è da secoli che non uso più quel nomignolo e lui mi lancia un'occhiata impigrita ma sorpresa. Sorrido lievemente.
- Oggi sono a... - sbadiglia, - ... casa, usciamo?
Lo guardo stropicciarsi gli occhi e stiracchiarsi come un gatto, per poi accoccolarsi di nuovo contro di me e guardarmi dal basso; sa benissimo che quando fa gli occhioni non posso assolutamente dire di no. Perché anche se sono pantofolaio come pochi, ogni tanto accetto di portare fuori il mio ragazzo (il mio ragazzo, il
mio ragazzo, il MIO ragazzo). Ovviamente Lima è troppo piccola per il suo ego, quindi "uscire" significa farsi tre ore in macchina di andata e tre di ritorno per Cleveland, oppure due ore per Columbus... O a volte ci limitiamo a perderci in giro ad Ottawa o Springfield. E sì, chiedermi di uscire in questo stato semi-comatoso del mattino è come costringermi a trasportare massi a mani nude.
- Kurtie... - comincio, con aria supplichevole, accarezzandogli il viso. - Proprio perché per una volta non sei in giro, non è meglio stare a casa e rilassarci?
Mi fissa con aria scettica e di potenza, dato che qui decide lui. Sospiro, pensando che almeno ci ho provato. Lo penso sempre, ma la cosa non mi consola mai.
Si gira di lato, poggiandosi sul gomito e guardandomi da sopra, giocando con le dita sul mio petto, fin troppo consapevole che farò qualsiasi cosa voglia.
- Sai, Dave, potresti avere ragione - dice con aria noncurante, alzando il sopracciglio in un atteggiamento di clemenza. - Potrei rilassarmi, sì... Dopotutto sono appena tornato da un tour leg, mi serve un pò di riposo.
Sorrido prudentemente ed anche un pò vittorioso. Evvai, risparmio tempo, benzina e pazienza.
- Ottimo - replico, muovendomi e sovrastandolo, lasciandogli un bacio sul collo e poi mi alzo, mandando le coperte giù dal letto e dirigendomi al bagno. Ho decisamente bisogno di una doccia. Dopo il macello che abbiamo fatto ieri... Devo nascondergli le manette.
Annotato mentalmente.
E mentre apro il getto d'acqua calda - aaaaah, sì, ci voleva - sento rumore d'acqua del rubinetto. Sto per apostrofarlo che così a me arriva l'acqua gelida ma mi fermo. Pazienza, Karofsky.
Dopo un pò infatti lo vedo entrare nel box doccia assieme a me e ridacchiare - sa benissimo che mi dà fastidio che usi l'acqua quando sto per farmi la doccia, il piccolo bastardo.
Alzo gli occhi al cielo e lo attiro verso di me, ansioso di rimettergli le mani addosso. Ride, abbracciandomi ed annusando la mia pelle. Una piccola smorfia gli colora il viso.
- Ugh, fai proprio bene a farti la doccia!
Grugnisco.
Ride di nuovo e si solleva per baciarmi, così mi chino e lo accontento - in realtà dovrei dire che lui accontenta me.
E poi mi abbraccia forte, sotto il getto d'acqua. E a me viene da chiederglielo.
- Kurt, perché mi abbracci sempre?
Non è un'esagerazione, è proprio così. Mi si attacca in ogni istante, ed io non mi lamento, ma insomma, è un pò insolito.
Mi guarda e sorride, mostrando dal fondo dei suoi occhi chiari come per lui il bullo perdente di Lima sia del tutto sparito dai suoi ricordi.
E poi dice una cosa che da una parte fa a pezzi la mia cosiddetta mascolinità, dall'altra mi fa pensare che io con lui voglio starci per sempre.
- Perché tu sei il mio orsacchiotto.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: manubibi