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Autore: Geezer    26/03/2011    3 recensioni
Salve eccomi di nuovo! Ho scritto questa shot su un tema delicatissimo come il suicidio di getto due settimane fa dopo aver litigato pesantemente con mia madre. La pubblico solo oggi per vari motivi legati alla scuola ( compiti, interrogazioni, gite, ecc ecc ecc). E' scritto in prima persona e la protagonista sono effettivamente io ma mi sono immedesimata in una situazione senza dubbio esagerata e ho provato a immaginare come mi sarei sentita se fossi stata davvero stanca. Ci tengo a precisare però che non ho mai pensato di suicidarmi e che non ho nessunissima intenzione di farlo, amo troppo la vita. Vabbè, filosofia a parte spero davvero che possa piacervi. Un bacio, alla prossima! Lia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Penso a Te

Penso a Te

 

E’ un tiepido pomeriggio di marzo. Del 12 marzo, per essere precisi. La primavera arriverà presto. Bussa già prepotente alle gelide porte dell’inverno. Sembra quasi che abbia fretta. La finestra della mia camera è aperta sulla piccola porzione di case e mondo che l’orizzonte mi offre. Il sole è gentile, e mi viene a trovare, riscaldandomi un po’. Gli uccellini cinguettano e un gatto cammina sul tetto di fronte. Intorno a me la Vita appare in tutto il suo splendore. Sussurra ‘no’, ma io so che mi sta prendendo in giro. Penso a Te.

Oggi è sabato. Forse il Barcellona giocherà. O magari lo farà domani. Non lo so. Ad ogni modo non ha più importanza. Cos’è che ce l’ha ancora? Cos’è che il potere stupefacente di tenermi ancora qui? Stamattina avrei giurato di saperlo, ma ora non me lo ricordo. L’inerzia è sufficiente a giustificare una vita? Più tardi ci rifletterò su. Intanto penso a Te.

Emy mi ha chiesto di uscire stasera, è tanto tempo che non ci vediamo. Le ho risposto di sì ma forse non se ne farà più niente. E lei sa perché. Parliamo ma il cellulare che sto usando non è mio. Come non è mia la penna che anche adesso lascia tracce di nero inchiostro sul foglio. Nemmeno questo mi appartiene. Mia sorella avrebbe potuto stamparci il testo di una canzone super rock dei Nirvana o dei 30 Seconds To Mars, dice che per lei è lo stesso. Ma l’ho preso io. Mi chiedo se non avrebbe preferito lei, invece. Non sarebbe da biasimare. Tante volte mi è stato preferito qualcun altro. E va bene cos’, non è certo il momento di distribuire colpe come cambia il vento. Per te sarei perfetta. E io penso a Te.

Lei è un vero tesoro. Credo che mi voglia davvero bene. E gliene voglio anch’io. È speciale e prima o poi se ne accorgerà. Mi dice di pensare a lei ed io ci provo. Dice che non ce la farebbe ma mi chiama con un nome che non è più il mio. Dice che non è così che si risolvono i problemi ma chi ha detto che si debbano risolvere per forza? Possono restare benissimo così... Fa la dura ma è spaventata la mia piccola Lu. Forse fa bene, perché io penso a Te.

Devo andare in bagno. È straordinario come il mio corpo sembri consapevole in una circostanza del genere. Però non sento più il battito del mio cuore. Mi è sempre piaciuto ascoltarlo. Distesa sul letto, al buio. Cercare con le dita il punto dove la pulsazione è più forte. Adesso non c’è. Peccato. Almeno lui poteva dirmi “sei viva, Lia. Non andare! ”. Chi me lo dirà ora? Il suo suono basso e cavernoso, profondo come la terra, mi dava tranquillità, pace, la debole parvenza di servire a qualcosa. O a qualcuno magari. Mi confortava.

Eppure c’è un altro suono. Che supera il mio cuore. È il più meraviglioso che abbia mai ascoltato. È una voce. La sua. Lui sì che potrebbe dirmi “ resta ”. Farei come dice senza alcuna esitazione. Lo seguirei ovunque, a qualunque prezzo. La sua magia fa crescere i fiori e spuntare il sole. Treviso deve essere una bellissima città. Lui. Il sogno che è sempre rimasto, che non passerà. Segna il ritmo della mia vita da quando avevo cinque anni. Era lui che mi raccontava le favole quando ero piccola. E io gli credevo. Gli credo ancora. Lui, e i suoi amici con lui, mi prendevano per mano e mi portavano via. Io sognavo. Il mondo visto attraverso di loro era bello, quasi quanto lui. Resterà la poesia d’amore più dolce di sempre. Ma non può salvarmi. Le favole finiscono quando il long-playing smette di girare. E non c’è più spazio per scriverne ancora. Io continuo a pensare a Te.

Qualcosa cattura la mia attenzione e alzo lo sguardo verso la finestra ancora spalancata. Conosco questo rumore. In un cielo assurdamente blu e senza nuvole spicca la scia di un aereo. Chissà dove va... Sono tante le cose che sto scegliendo di perdere, di lasciare indietro. Non me ne pento. Sono sogni, progetti, desideri che avrei tutti inevitabilmente visto sfilarmi davanti agli occhi e sfuggirmi. Inerme e impotente come lo sono sempre stata. Non avrei mai creduto di trovarmi in situazione cos’. È strano e piuttosto buffo. Li ho voluti bene, ma non tutti capiranno. Poco male. A qualcuno dispiacerà sul serio. Forse gli mancherò persino. Bella consolazione. Penso a Te.

Passo dopo passo, mi avvicino al davanzale e ci salgo sopra. La delusione e il senso di colpa mi attanagliano lo stomaco. Non me ne rendo conto, ma piango. Piango perché decido di lasciare il campo prima che la sconfitta sia irreparabile. Piango perché non soccomberò travolta dalla mia vita, ma sarò io ad abbandonarla. Piango perché sono stanca. Troppo a lungo ho provato a cambiare le cose, con il solo risultato di distruggere ulteriormente quello che avevo costruito. Non voglio più combattere. Non quando l’esito della guerra è già scritto. Penso ancora a Te.

Abbracciami. Se ne sono dette così tante che non so più niente. Forse starò bene, ma ho paura. Farà male? Mi gira la testa. Dannate vertigini. È solo un salto. Perché non riesco a farlo? Io ti voglio... Tu mi vuoi? Dove vanno quelli che non credono in Dio? Prendimi con te, sarò libera.

Tutto tace. Gli uccellini non cantano più, il gatto mi fissa, anche il sole sembra attento a me. Una farfalla si posa sul mio braccio. Cosa sto facendo? D’improvviso scoppio a ridere. Rido. Rido perché voglio vivere. Voglio combattere ancora. Voglio rischiare per realizzare i miei sogni. Voglio ballare sotto la pioggia. Voglio studiare Tasso per l’interrogazione d’italiano di martedì. Voglio che il Barcellona vinca. Voglio uscire con Emy e dirle che aveva ragione. Voglio sentire il mio cuore battere forte. Voglio che Bruno mi racconti ancora le favole.

La farfalla è volata via ma io scendo dal davanzale e chiudo la finestra. Il miracolo è compiuto. Non ti desidererò più Signora. Mia madre mi chiama. Vado a fare il caffè. Il mio cuore si sente chiaramente. Gli uccellini cinguettano di nuovo. Io sorrido. E penso a me.

  
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