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Autore: ka_chan87    23/01/2006    9 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ni-hao cari lettori! Scusate di nuovo per la settimana mancata di aggiornamento ma sono piena di impegni fino a scoppiare. E questa crisi creativa non è di certo capitata nel momento migliore.
Ma comunque sono qui, a pubblicare un capitolo fresco fresco ad un’ora ‘indecente ’. Ma almeno pubblico, che è meglio di niente, vero? -__^
Senza troppi preamboli, passerei direttamente ai ringraziamenti per coloro che hanno commentato: Lila; cri-chan (Scusa davvero se non ho risposto alla domanda che mi avevi fatto!! Ti giuro, non l’ho fatto apposta ç__ç! Comunque mi hai posto davanti a un problema al quale non avevo mai pensato…. E difficile darti una risposta sicura perché, comunque, per tradizione, all’erede della Famiglia Reale era sempre destinato un Drago d’Oro, quindi l’eventualità di farlo sfilare davanti altre uova non era mai stata presa in considerazione. È un’eventualità che, sinceramente, non avevo proprio considerato… mmmh…. Dovrei pensarci un po’ su, sinceramente! Comunque, per il resto, sono contenta che ti sia piaciuto l’ultimo capitolo e soprattutto il nostro nuovo draghetto tutto nero! Il lo adoro *_____* ); Lorimhar (Grazie mille per il ‘tanto di cappello ’ che, sinceramente, mi ha sempre fatto ridere come espressione ;P! Speravo proprio che anche a te piacesse il nostro nuovo draghetto che è da quando ho iniziato di scrivere questa storia che volevo far venire fuori! Comunque sono felice che la storia, per quanto proceda lentamente -__-, ti soddisfi, io cerco di fare del mio meglio ^_^. Grazie comunque per tutti e puntuali commenti che mi lasci, un bacio!); raska81; Vale_chAn; Topomouse; Elychan; Hikari_Takaishi87 (Sempre di corsa ultimamente, eh? ;P Comunque sì, è un bel maschio la nostra new entry draconica! Spero solo che il nome da me datogli vi soddisfi…. Comunque grazie come sempre per i tuoi commenti anche se fatti di corsa – anzi, mi lusinga il fatto che, nonostante tutto, tu trovi il tempo di venire a commentare ^____^).
Bene, anche per oggi ho finito. Come sempre ringrazio anche chi ha semplicemente letto ^____^.
Adesso direi che vi lascio al capitolo che è ora ;P.

18° CAPITOLO “LA MALVAGITÀ ALLE SPALLE DELLA FELICITÀ”

Il sole caldo, che segnava l’imminente arrivo della primavera, illuminava con i suoi raggi la grande città di Eldoras.
La capitale della Terra Centrale, in quegli ultimi giorni, sembrava come essersi risvegliata dal letargo invernale e tra le vie si poteva riscontrare il fermento che animava tutti gli abitanti. Ma non era solamente per la bella stagione in arrivo che la città era così vivace: un mese prima infatti, si era sparsa velocemente la notizia della così tanto attesa schiusa dell’uovo del Drago Supremo. Questo significava che ora, Eldoras, aveva di nuovo sul trono un membro degli Higurashi, la Principessa Kagome.
Al Palazzo Reale, infatti, c’era un continuo via vai di persone, umili e non, che si recavano là per portar omaggio al Cavaliere Supremo.
“Accidenti, ma tutta questa gente non ha nient’altro da fare?!?” una voce indispettita si innalzò tra un fitto gruppo di persone accalcate nell’atrio del grande Palazzo.
“Su Inuyasha, non essere sempre così nervoso!” rispose un’altra voce
“Non è questione di essere nervosi, accidenti! Ma non c’è un altro posto dove farli aspettare, Miroku?”
“Ah, non chiedere a me, a queste cose ci deve poi pensare mio padre! L’unica cosa che mi interessa adesso è non soffocare!” disse il ragazzo dal codino, schiacciato contro una parete per via della calca.
Faticosamente e a suon di spintoni, comunque, i due ragazzi riuscirono a emergere dal folto drappello di persone che ormai stava completamente bloccando l’atrio del Palazzo Reale.
“Accidenti a loro! Tutti i giorni qui, a perdere tempo! Per cosa poi? Per vedere una mocciosa impertinente?!?” sbottò indispettito l’Hanyou
“Quella mocciosa impertinente, oltre a essere mia cugina, non è altro che il Cavaliere Supremo! Ti raccomanderei di essere un pochino più rispettoso!” lo riprese Miroku, con calma
“Senti, io c’ho provato ma evidentemente io e quella donna non potremo mai andare d’accordo! Non credo sia un problema così grave…”
“Sì, dal momento che passi un sacco di tempo col suo Drago!”
“Anche tu lo vedi spesso, se è per questo…!”
“Sì, ma mai quanto te! E, alla fine, se Kagome ti stesse così antipatica come dici, non andresti nemmeno a trovare il suo Drago così spesso visto che stanno sempre insieme!”
“Ma, ecco, bè…” balbettò in risposta il mezzo- demone colto alla sprovvista da quel ragionamento così… sensato.
“Questo non significa nulla!” sbottò poi, leggermente rosso in viso.
“Sì, certo – rise divertito Miroku – Comunque… ho visto gli allenamenti tuoi e di Harliem, ieri, siete davvero in gamba! E poi la tua piccola dragonessa, nell’arco di un mese, è diventata davvero grande!”
“Già – cominciò veramente soddisfatto Inuyasha – Ormai manca poco, tra poche settimane potremo cominciare a volare insieme!”
“Sei contento, te lo si legge in faccia! Comunque, poi, ho visto anche che non te la cavi affatto male con la Magia… evidentemente qualche tuo antenato – e non mi stupirei se si trattasse di tuo padre – doveva essere dotato di diversi poteri magici. Ma credo che, comunque, la tua abilità sia dovuta soprattutto ad Harliem, mi hanno detto che è davvero abile con gli incantesimi!”.
“È così, infatti… peccato che ultimamente sia un po’ distratta…!” disse Inuyasha, con una leggera nota di disapprovazione
“Distratta?” domandò Miroku, incuriosito
“Bè, ecco… anche lei… passa diverso tempo con il Drago di Kagome…”
“Vuoi dire…?” disse l’altro, mentre sul suo viso cominciava a dipingersi un sorrisetto malizioso
“Credo si sia invaghita di lui, sì…” sospirò Inuyasha, il volto in un’espressione di irritazione
“Ahahahah! Inuyasha, sei geloso! Ahahahah!!” Miroku sbottò in una fragorosa risata che, immediatamente, fece innervosire l’Hanyou che lo guardò furente
“Mi vuoi spiegare cosa ci trovi di tanto divertente, idiota?!? E poi non è vero che sono geloso, penso solo che sia un po’ prematuro!” ma le sue furono parole buttate al vento visto che il Majutsushi continuava a ridere a crepapelle. Così, alquanto indispettito, prese a camminare, ignorandolo e lasciandolo solo
“E- ehi! Dai… eheh, Inuyasha, non fare così!” piagnucolò Miroku, seguendolo
“Faccio così eccome se non la pianti di ridere come uno scemo!” ribatté quello, continuando a camminare spedito
“Va bene, va bene, scusami! È solo che non mi aspettavo una cosa del genere!”
“E lo dici a me?!?” sbottò Inuyasha
“Devo dire, però, che è notevole che tu te ne sia accorto! Di solito in queste cose non ci capisci nulla!” ridacchiò il Cavaliere dal codino, facendo nuovamente alterare l’amico
“Cosa vorresti dire?! E poi è naturale che me ne sia accorto, è il mio Drago! Dovresti saperlo che tra Drago e Cavaliere c’è un forte legame emotivo!”
“Cos’hai deciso di fare?” gli chiese poi, Miroku
“Cosa vuoi che faccia? Non posso chiederle se si è invaghita di un altro Drago!”
“Ma sei proprio sicuro che gli piaccia?” insistette il Majutsushi, guardando divertito l’Hanyou chiaramente preda della gelosia
“Il fatto che parli quasi sempre di lui ti basta?” gli disse Inuyasha, con un tono decisamente seccato
“Eheheh! E dire che in teoria dovevi essere tu a competere con lui per Kagome! E adesso, oltre a portarti via la donna ti porta via anche il Drago!” detto questo il giovane Mago ricominciò a ridere sotto lo sguardo furente e imbarazzato del mezzo- demone
“Ma quale competere?!? A me quella megera non piace affatto e di certo quel piccoletto non mi porta via il Drago! Ma che cavolo ci sto a parlare con te?!?” sbraitò, accelerando nuovamente il passo e lasciando per la seconda volta indietro Miroku.
“I- Inuyasha aspettami!!” gli urlò dietro l’altro, correndogli appresso, senza smettere però di ridere.

[…]

“Ti senti pronto?”
- Ehi, io sono nato pronto! -
“Certo, certo!”.
Una ragazza dai lucenti occhi argentati guardò sorridente il Drago davanti a lei, il quale, con le sue iridi dorate, la fissava a sua volta, quasi famelico.
Era passato ormai un mese da quando lei, Kagome Higurashi, era diventata il Cavaliere Supremo.
E da un mese a questa parte la sua vita era cambiata radicalmente. I tormenti degli anni passati a Kandem sembravano ormai un ricordo lontano… eppure era passato così poco tempo….
- A che pensi? – la voce profonda della creatura davanti a lei la ridestò
“Oh, nulla…” gli rispose, sorridendogli. Il Drago le si avvicinò, guardandola fisso.
Mentre le si avvicinava, Kagome rimase stupita – come ogni volta che lo guardava, del resto – di quanto, nell’arco di un solo mese, il suo Drago fosse cresciuto. Era più giovane di Sieg e Harliem, ma li aveva già battuti in grandezza.
Sorrise orgogliosa nel vederlo crescere così in salute… nell’arco di poco tempo lo avrebbe visto in tutto il suo splendore. Non vedeva l’ora di poter volare insieme a lui.
- Tu sei mia – gli sentì dire mentre la scrutava con i suoi occhi di quell’oro così profondo.
“Lo so” gli rispose sorridendogli dolcemente. Non era la prima volta che il Drago le rivolgeva quelle parole… anzi, glielo diceva praticamente tutti i giorni.
Nonostante la creatura dimostrasse una certa ossessività, la cosa non la dispiaceva… il loro era un legame unico, profondo ed eterno.
Si inginocchiò davanti a lui, cominciando a carezzarlo dolcemente, sentendo sotto di sé i mugolii compiaciuti della creatura.
Poi sul suo volto si dipinse un sorrisetto divertito e mentre il Drago ancora godeva delle sue carezze decise di spassarsela un po’
“E con Harliem come la mettiamo? Non puoi mica tenere il piede in due staffe!” gli disse con un finto tono di rimprovero. La creatura si staccò immediatamente da lei, guardandola quasi stralunato
- Cosa centra Harliem, adesso?!? – domandò con foga
“Non mi verrai mica a dire che non ti piace!” insistette Kagome, ridendo sotto i baffi
- Non rilascio dichiarazioni, in merito – rispose il Drago, facendo il superiore
“Ma sentitelo! Sono o non sono il tuo Cavaliere? E comunque non sottovalutarmi, caro mio! Ricordati che non sono stupida!” gli disse, facendogli intendere che la sapeva lunga
- Non l’ho mai pensato…. Posso solo dirti che il sottoscritto sa esercitare un certo fascino! – le rispose sicuro di sé il Drago, pavoneggiandosi
“Eheh, sei proprio uno sbruffoncello!” lo schernì affettuosamente la ragazza, alzandosi e sistemandosi la divisa da Cavaliere che indossava.
- Sei uno splendore! Devo dire che ho proprio un ottimo gusto! – si congratulò con se stesso il Drago.
“Dici? Ti ringrazio” gli sorrise in risposta la ragazza “Forse è meglio se ci incamminiamo, che ne dici?”
- Di già? I personaggi importanti si fanno sempre aspettare! -
“Oh, bè, fa come vuoi… vorrà dire che faremo la Cerimonia senza di te… peccato che nessuno potrà mai sapere come ti chiami…”
- E va bene, andiamo adesso! Comunque non sei leale! – si lamentò la creatura, avviandosi verso la porta dell’appartamento della ragazza
“In qualche modo dovrò farmi rispettare, no?” ridacchiò Kagome, seguendo il Drago, uscendo dall’appartamento per dirigersi verso la Sala del Destino.
Quel pomeriggio si sarebbe tenuta la loro Cerimonia della Nascita.

“Forza ragazzi, datevi una mossa! Sicuramente saremo gli ultimi ad arrivare!!”
“Non te la prendere con me, Sango! È colpa di questo cretino di Miroku se arriveremo in ritardo!”
“Sei sempre gentile come al solito, Inuyasha! Non ho fatto apposta ad addormentarmi!!”.
Sango, Miroku e Inuyasha, trafelati, si stavano dirigendo frettolosamente verso la Sala del Destino, visto che quel giorno ci sarebbe stata la Cerimonia della Nascita di Kagome e del suo splendido Drago d’Oro.
“Bah, nemmeno per la Cerimonia di tua cugina riesci a svegliarti in orario! E poi è pomeriggio, neanche fosse mattina presto!” disse Inuyasha, continuando a rimproverare Miroku
“Ti ho già detto che non è stato voluto!” ribatté il ragazzo dal codino, in testa alla fila
“Smettetela di bisticciare e continuate a camminare, piuttosto!” sbottò irritata Sango, facendoli tacere con uno sguardo di fuoco.

- Ecco! Lo sapevo, siamo addirittura i primi! – lo splendido Drago Supremo, borbottò quasi infastidito, guardandosi intorno e vedendo che, oltre a loro, non c’era nessun altro.
“Era quello che volevo! La Cerimonia di oggi riguarda me e te, dovevamo dare il buon esempio e arrivare qui per primi!” lo riprese Kagome con le labbra piegate in un sorriso di soddisfazione
- Proprio perché oggi per noi è un giorno speciale saremmo dovuti arrivare per ultimi! Sono il Drago Supremo, è logico che la mia presenza debba essere desiderata, come la tua, del resto! – insistette la creatura, accostandosi alla ragazza e mettendosi seduto sulle zampe posteriori, drizzando la schiena, in postazione eretta e fiera.
- Così almeno, quando arriveranno, rimarranno folgorati dalla mia straordinaria bellezza – disse, notando lo sguardo interrogativo della sua neo Cavaliere che poi, dopo quell’affermazione, scosse la testa sospirando divertita.
I due attesero pazientemente qualche minuto, in silenzio, davanti alle maestose porte della Sala del Destino che li sovrastavano.
Dopo poco, poi, sentirono il rimbombo di una serie di passi che proveniva dal tunnel davanti a loro. Da quello, videro sbucare un’ansante Miroku, seguito da Sango e Inuyasha, anche loro con il respiro accelerato.
“Sia… siamo arrivati…” disse il ragazzo dal codino, sforzando un sorriso verso la cugina mentre cercava di riprendere fiato.
“Buon pomeriggio a tutti! Come mai siete ridotti così?” domandò Kagome con un sorriso
“Bah, è colpa di questo cretino che si è svegliato all’ultimo momento!” sbottò Inuyasha, attirando la sua attenzione. I due si guardarono per alcuni istanti, intuendo ciascuno il pensiero dell’altro. Infatti subito dopo i loro sguardi si posarono contemporaneamente sul Drago di fianco alla ragazza che non si era per nulla scomposto.
- Avete qualcosa da dirmi? – chiese ingenuamente lui, avendo notato gli sguardi dei due – Non avrete mica deciso di fidanzarvi senza il mio consenso, vero?!? – sbottò poi, facendosi sentire volutamente anche da Sango e Miroku che subito guardarono divertiti Kagome e Inuyasha che erano arrossiti violentemente
“Ma che vai dicendo?!? Ancora sei fissato con questa storia?!?” sbraitò il mezzo- demone con le gote dal colore dei pomodori maturi.
Kagome, invece, dopo la sorpresa iniziale, si era ricomposta, ignorandoli volutamente.
“E poi se qui c’è qualcuno che pensa a fidanzarsi, non sono di certo io!”. Ecco. Lo aveva detto. Nonostante la buona volontà, non era riuscito a trattenersi, per quanto si fosse ripromesso che non avrebbe tirato fuori l’argomento.
Fin da subito si era trovato in sintonia col ‘piccolo ’ Drago d’Oro e, infatti, avevano passato molto tempo insieme… ma questo non toglieva il fatto che provasse una certa gelosia del fatto che anche Harliem e lui si fossero trovati in simpatia… non una simpatia qualunque, no, e lui lo aveva capito.
“Inuyasha… - lo chiamò Kagome, facendolo trasalire – Non credo che questo sia il momento adatto per- ”
- E perché no? Infondo non c’è molto di cui parlare…. Inuyasha, sai bene che io e te ci intendiamo alla grande… quindi potrai capire che è naturale che la tua Harliem attiri l’attenzione, no? -
“Sì…” sussurrò l’Hanyou, guardandolo in quegli occhi dal colore così simile ai suoi
- Bene, ecco… sappi che non ho cattive intenzioni, tutto qua. Infondo io e Harliem siamo coetanei, è naturale che ci interessiamo l’uno all’altra, ma niente di più niente di meno – gli disse tranquillamente il Drago, col suo solito tono sicuro.
- È proprio questo che mi preoccupa… - pensava intanto Inuyasha – Non so che ne pensi Harliem, al riguardo… -
“Tutto chiaro… ma sappi che vi tengo d’occhio” non riuscì a trattenersi dal dirgli. La creatura lo fissò intensamente e ‘sorrise ’ sornione
- Come io tengo d’occhio te e la mia amata Kagome – ridacchiò il Drago, ottenendo l’immediato imbarazzo dell’Hanyou che cominciò di nuovo a sbraitare.
“Tutti i giorni è sempre la stessa storia…” sospirò Kagome, avvicinatasi a Sango e Miroku che ridacchiavano
“Non so per quale motivo, ma si è fissato” continuò, guardando il proprio Drago
“Forse ha una vista migliore di quanto credi…” bisbigliò Miroku, guardandola divertito
“Hai detto qualcosa?” gli domandò la ragazza, voltandosi a guardarlo
“No, niente! Mi chiedevo solo dove fosse finito Kouga… per non parlare poi di mio padre…”
“Ah, Kouga non verrà. Ci siamo visti ieri sera per caso e mi ha avvertito che purtroppo non può venire… gli allenamenti lo assorbono completamente, ultimamente…” disse Kagome, un po’ intristita dal fatto che l’amico non ci sarebbe stato. Fin da quando era arrivata a Eldoras, la miko aveva visto in Kouga come un punto di appoggio. L’aveva sempre rassicurata e la sua compagnia la rilassava notevolmente.
“Andate d’accordo tu e Kouga, eh?” domandò Miroku, con un tono leggermente malizioso di cui la cugina non si accorse mentre Sango sì e lo guardava esasperata.
“Sì, molto – sorrise sinceramente Kagome - È una persona a modo, oltre che essere degno di fiducia”
“Sì, è vero… è un buon amico” anche Miroku sorrise sinceramente. In effetti, adesso che ci pensava, lui e Kouga erano amici praticamente da sempre.
“Già”. La ragazza poi volse nuovamente lo sguardo verso il suo Drago e Inuyasha, controllando la situazione “Ma non avete ancora smesso di punzecchiarvi, voi due?!” disse, avvicinandosi
“Ehi…” Sango richiamò l’attenzione del Majutsushi, dopo che la miko si era allontanata “Cos’era quel terzo grado?” gli domandò, sospettosa
“N- niente! Quale terzo grado? Era solo così, per parlare…” balbettò il ragazzo dal codino
“Sicuro?” insistette la ragazza, guardandolo da vicino
“Bè, semplicemente ho notato che Kagome e Kouga vanno molto d’accordo, niente di più e…”
“E?” lo incalzò lei
“E- ecco… credo che per Kouga… bè, forse per lui è qualcosa di più di un’amicizia…” disse il ragazzo, incerto. A quel punto Sango si allontanò da lui, riflettendo su quelle parole
“Dici?” gli chiese, pensierosa
“Non ne sono sicuro… non mi ha detto niente al riguardo, è solo una sensazione”
“Bè, comunque non sono affari che ci riguardano”
“Come no?! Kagome è mia cugina, è naturale che io debba sapere queste cose!”
“Tu le vuoi sapere solo perché sei un gran impiccione!” gli disse Sango, guardandolo con disappunto
“Mia dolce Sango, mi ferisci! Ma anche se mi rivolgi queste dure parole il mio amore continua a persistere!” e, come al solito, la sua mano andò a posarsi sul fondoschiena della ragazza che, fulminea, provvide a dargli un poderoso schiaffo.
- Ahiahi! Questo era bello grosso! – disse il Drago, ridacchiando
“Cough, cough” alcuni colpetti di tosse attirarono l’attenzione del gruppo che, voltandosi, vide finalmente il Governatore come sempre accompagnato dal Ministro Mendion.
“Alla buon’ora!” sibilò a bassa voce Miroku
“Scusate il ritardo, ma abbiamo avuto un piccolo imprevisto” si scusò Takehiko, avvicinandosi a Kagome e al Drago d’Oro, sorridendo
“Buongiorno a tutti e due, siete pronti?” chiese loro, gentilmente
- Naturalmente! – si affrettò a dire la creatura, sotto lo sguardo divertito di Kagome che annuì semplicemente
“Perfetto, allora. Miroku…” lo chiamò il Governatore
“Sì, so cosa devo fare” lo interruppe il ragazzo, un po’ brusco. Il padre del Majutsushi lo guardò leggermente rattristato… da quando Kagome era arrivata a Eldoras i loro rapporti si erano, per quanto possibile, ancora più incrinati. Nonostante tutto il Cavaliere aveva sempre avuto, nei suoi riguardi, un atteggiamento di ‘cortesia ’, per quanto non si risparmiasse quasi mai il suo solito sarcasmo. Ma evidentemente si era sempre trattato di un atteggiamento forzato o, semplicemente, non riusciva più a nascondere la propria frustrazione e rabbia accumulata in tutti quegli anni.
Abbassò lo sguardo, sorridendo sarcastico… non aveva mai capito nulla.
Quelle tristi riflessioni vennero interrotte dal debole cigolio delle due enormi porte della Sala del Destino che si aprivano.
Lui per primo vi entrò, seguito da Kagome e dal piccolo Drago e poi tutti gli altri. A chiudere la fila, Miroku che provvide a sigillare nuovamente l’ingresso.
- Sembra ieri che sono venuta qui la prima volta… - pensò Kagome, rendendo partecipe dei suoi pensieri anche il Drago Supremo.
- È stato un gran giorno, quello – rifletté la creatura, facendola sorridere
- Sì, il più bello della mia vita – disse la ragazza, mentre i loro sguardi si incrociavano.
“Bene, eccoci qua… vieni Kagome” le disse Takehiko, avvicinandosi, insieme a lei e al Drago, all’altare posizionato al centro della stanza.
“Di certo saprai già in cosa consiste questa Cerimonia – cominciò il Governatore - Si tratta di una specie di battesimo che sancirà ufficialmente il vostro legame, oltre che a farti entrare veramente nella Milizia del Dragone”. Kagome annuì, guardando poi la grande vasca bronzea posata sul imponente altare. Questa era rifinita da ghirigori dorati ma al centro della fiancata spiccava un simbolo… lo stesso che lei aveva sulla fronte.
Spostando lievemente la frangia corvina, si toccò il tatuaggio, leggermente in rilievo, che le era comparso il giorno della Cerimonia della Scelta.
Da quello che aveva studiato, quello era il simbolo che contraddistingueva tutti i Cavalieri Supremi, come un segno di riconoscimento.
“Sì, come avrai notato è lo stesso simbolo che hai tu sulla fronte” la fece trasalire Takehiko, come leggendole nel pensiero “Bè, direi che possiamo procedere, no? Prima di tutto devi metterlo sull’altare…” disse, guardando la creatura vicino la ragazza.
Kagome, seppur con un po’ di fatica vista la mole che il Drago aveva già raggiunto, lo posò delicatamente sul blocco in Pietra di Luna mentre questo se ne stava seduto in modo composto
“Ora dovrai dire il nome del Drago che ti ha scelto come suo Cavaliere e con il quale adempirai alla tua missione. Fatto questo devi immergerlo nella vasca mentre io reciterò dei passi cerimoniali” la ragazza annuì guardando il cugino, sorridendogli.
Poi il suo sguardo si posò sul suo meraviglioso Drago. Lo guardò intensamente mentre sentiva il tatuaggio sulla sua fronte pulsare come il giorno in cui si erano incontrati, subito dopo che Lui era nato.
“Questo è Hirador, il Drago Supremo che mi ha scelta e io sono il suo Cavaliere Supremo. Insieme governeremo questo Paese per riportare la pace e l’ordine” disse con la voce ricolma d’emozione.
- Non potevo scegliere di meglio – disse il Drago, guardandola dolcemente.
Dopo ciò, la ragazza prese la creatura e la immerse nella grande vasca mentre la voce del Governatore si diffondeva per l’immensa Sala.
Da quel giorno erano una cosa sola ufficialmente.
Dopo che Takehiko ebbe finito di recitare i passi della Cerimonia, Kagome prese Hirador, facendolo uscire dalla vasca e asciugandolo attentamente mentre lui mugolava contento.
Dopo ciò lo depose a terra e immediatamente ricevette le congratulazioni del Governatore che l’abbracciò affettuosamente.
Scendendo i pochi gradini sui quali era innalzato l’altare, raggiunsero il resto del gruppo.
“Congratulazioni, Kagome- chan! Hirador è un nome bellissimo!” le disse contenta Sango, abbracciandola.
“Grazie” le rispose la neo Cavaliere, sorridendole. Si staccarono e subito anche Miroku le si avvicinò, abbracciandola fraterno
“Finalmente sei ufficialmente una dei nostri! Per qualunque cosa rivolgiti al sottoscritto!” le disse, facendola ridere
“Anche tu piccoletto, finalmente sei un membro ufficiale della Milizia!” ridacchiò il Majutsushi, accucciandosi di fronte al Drago e giocherellando con la sua coda nero pece
- Adesso che ci sono io potete stare tranquilli! – disse Hirador, vantandosi
“Ma tu sentilo!” esclamò il ragazzo dal codino, mettendosi a giocare con la creatura, imitato poi da Sango che si avvicinò loro, complimentandosi col Drago.
Kagome rimase a fissarli sorridendo felice, quasi commossa. I suoi pensieri poi andarono ai suoi defunti genitori… sia quelli adottivi che quelli naturali.
- Vi giuro che vi vendicherò – si ripromise, col volto serio
“Kagome…?” una voce alle sue spalle la fece trasalire. Si voltò e incontrò gli occhi ambrati di Inuyasha che la scrutavano
“Bè… ecco… sì, insomma… congratulazioni” balbettò il ragazzo, imbarazzato, senza guardarla. Lei rimase colpita da quell’atteggiamento e si ritrovò involontariamente a sorridere.
“Grazie, Inuyasha” gli rispose, sorridendogli leggermente, ma sincera.
Lui la fissò basito, non sapendo cosa fare. E non poté, comunque, fare niente, perché la ragazza distolse lo sguardo e si avvicinò a Hirador ancora attorniato da Miroku e Sango.
L’Hanyou rimase a fissare il punto in cui prima si trovava Kagome, non sapendo cosa pensare. Scosse violentemente la testa, cosa c’era da pensare? Lui le aveva fatto le sue congratulazioni e lei lo aveva ringraziato, punto. Si diede dello stupido.
“Bene, noi ora vi dobbiamo salutare, ragazzi” disse poi il Governatore. Kagome si avvicinò a lui e al Ministro
“Congratulazioni, Kagome” le disse questo, guardandola con un gran sorriso.
“Grazie, signor Mendion. Grazie di tutto, Takehiko” disse la ragazza, sorridendo ad entrambi
“Non hai niente di cui ringraziarmi, al massimo, siamo noi che dobbiamo farlo. Anzi, se posso fare qualcosa per te non hai che da chiedere”
“Hai, avete fatto anche troppo – disse, guardando Hirador – Spero solo, d’ora in poi, di riuscire a fare il mio dovere nel modo migliore”
“Ci riuscirai, ne sono convinto” la rassicurò il cugino.
“Bè, non voglio trattenervi di più, se avete da fare” disse la ragazza
“Sì, purtroppo il dovere ci chiama… al massimo ci vedremo per cena” rifletté Takehiko
“Certo, volentieri” annuì la miko
“Bene, allora noi vi salutiamo, ragazzi” il resto del gruppo fece cenni di saluto al Ministro e al Governatore il quale soffermò per qualche istante lo sguardo sul figlio.
Poi, brusco, si voltò, seguito da Mendion che salutò nuovamente i quattro ragazzi.
- Kagome, non so tu, ma io ho un certo languorino – la informò Hirador, attirando la sua attenzione
“Già, che ora avremmo fatto?” si chiese la ragazza
“Credo sia ormai ora di cena…” ipotizzò Miroku
“Dove andiamo a mangiare, questa sera?” domandò Sango
“Io proporrei alla taverna, sicuramente verrà anche Kouga” propose il ragazzo dal codino
“Per me va bene” confermò la Cacciatrice
“Anche per me” si aggiunse Kagome
“Tu che dici Inuyasha?” si rivolse all’Hanyou il Majutsushi
“Feh, un posto vale l’altro!” borbottò col suo solito modo di fare brusco
“Non hai qualche riserva di gentilezza nascosta da qualche parte per caso, Inuyasha?!” disse sarcastico Miroku, sogghignando. L’unica risposta del mezzo- demone fu quella di rivolgergli uno sguardo di ghiaccio
“Bè, allora è deciso. Ci troviamo alla taverna per le sette, va bene?” chiese il Cavaliere dal codino, aspettando una conferma dai compagni che annuirono.
“Adesso che si fa?” si chiese, però, Miroku
“Per quel che mi riguarda me ne vado da Harliem!” sbottò Inuyasha, facendo già per andarsene
- Portale i miei saluti! – gli disse Hirador, con una chiara nota di divertimento nella voce. L’Hanyou si irrigidì leggermente e si girò a guardarlo
- Non te ne approfittare troppo…! – gli disse il mezzo- demone, tramite il pensiero, in modo tale che solo lui lo sentisse
- Ma io non me ne approfitto, voglio solo essere educato – gli rispose tranquillamente il Drago
- Bene, allora… - e gli fece un sorriso quasi di sfida, corrisposto pienamente dalla creatura.
Kagome li guardò attentamente, immaginandosi quello che si erano detti. Sospirò, quei due l’avrebbero fatta dannare.
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Nella Terra Centrale ci si impegnava per salvare un Continente.
Nel Regno del Sud… si macchinava per distruggerlo.
Le mura della capitale del Regno, Kaosu, si stagliavano imponenti nel paesaggio stravolto dal clima torrido.
Il sole amico – che, però, di amichevole non aveva nulla – proiettava insistente i suoi caldi raggi sulla città mentre folate di vento turbinavano violente e a intermittenza.
Kaosu era sorta ostinata in quella terra avversa, come, del resto, le città sparse per il Regno del Sud.
Chi fosse stato il fondatore della capitale è ignoto. Quello che è certo è che la città, nonché l’intero Regno, aveva visto i suoi anni più floridi sotto il comando del Re Inu Taisho.
Youkai dal sangue blu che aveva osato sposare una Ningen… Ningen che diede alla luce un ibrido, un bastardo… un Hanyou.
La sua saggezza, il suo amore per il Regno erano stati completamente adombrati da questi fatti.
Ed ora il Paese era nella miseria più totale. O, almeno, questa era la situazione del popolo, il quale si vedeva morire di fame mentre i ricchi e i nobili mangiavano e bevevano alle loro spalle.
Una figura dall’aria nobile se ne stava seduta, apparentemente annoiata, su di un grande trono in bronzo.
I suoi occhi color sangue luccicavano nella penombra che oscurava la grande sala deserta. Solo il suo respiro regolare e calmo si diffondeva ovattato per la stanza.
Si sistemò più comodamente sulla sua postazione.
Da quanti anni, ormai, era suo quel trono?
- Sedici anni… - rifletté. Sedici anni di completo dominio. Sorrise maligno.
Ripensando a quanto tempo era passato, venne folgorato da un pensiero che lo divertì.
- Chissà come se la passa il piccolo Inuyasha… - . Il ghignò sul suo volto si accentuò, ripensando al figlio del Re da lui spodestato ed eliminato.
“Kagura” chiamò. Dopo pochi istanti una donna, per la precisione una Yasha, gli si presentò davanti, guardandolo con la sua solita espressione annoiata, ma anche leggermente tesa.
“Hai bisogno di me, Naraku?” domandò quella, fissandolo con i suoi occhi vermigli, così simili a quelli di lui
“In un certo senso…” disse calmo lui, sempre con quel ghigno divertito sul volto. Kagura lo osservò con sguardo interrogativo
“C’è qualcosa che ti diverte?” chiese, con una nota di irritazione nella voce
“Sì, per la verità…. Mi è tornata alla mente una persona di cui mi ero completamente scordato… dì, te lo ricordi Inuyasha?” le chiese, con sguardo divertito
“Intendi il figlio bastardo di Taisho? Vagamente…” rispose quella
“Sì, proprio lui… - ridacchiò divertito Naraku – Devi fare una cosa per me… è da tempo che non ho più sue notizie, sono curioso di sapere se è ancora vivo”
“Devo controllare di persona?” chiese, leggermente scocciata
“Sì” le disse, secco, lui.
“Si trova sulla Shima no Nanimo, se non ricordo male…” rifletté la Yasha, cercando negli occhi porpora del suo signore una conferma.
“Già… poveretto, se non è morto per la fame sarà morto per la noia…” Naraku sbottò in una risata decisamente divertita, oltre che malvagia.
“Forza, ora vai… e non metterci una vita” aggiunse, guardando freddamente Kagura che, seppur irritata, partì immediatamente, scomparendo.
“Sono proprio curioso di sapere se sei ancora vivo… Inuyasha” disse, una volta rimasto solo, ridendo sommessamente.
Finalmente aveva trovato qualcosa di veramente divertente a cui pensare.
Lentamente, si alzò dal trono, scendendo con eleganza i tre gradini in marmo sul quale si trovava la seduta.
I suoi passi rimbombarono per la sala silenziosa mentre la sua alta figura veniva progressivamente illuminata dal sole accecante di quella giornata.
Il salone si apriva su una enorme balconata che dominava l’intera città.
Naraku sorrise soddisfatto nell’ammirare ciò che aveva conquistato… col sangue. Il suo ghigno si accentuò.
Il Regno del Sud era completamente in suo potere… ma non gli bastava.
Ciò che voleva era la Terra Centrale.
Era riuscito a metterla in ginocchio una volta… sarebbe riuscito a piegarla definitivamente.
Col suo perfido sorriso sulle labbra osservò la città sotto di lui.
Kaosu.
Sì, doveva ammetterlo, il buon vecchio Taisho si era dato da fare. Grazie a lui ora la capitale era diventata un vero punto di riferimento per tutto il Regno, anche dal punto di vista economico visto che il defunto sovrano aveva sostenuto la nascita e lo sviluppo di diverse attività commerciali che, tuttora, davano i loro frutti.
Ed era fruttuosa anche l’attività da lui promossa… i saccheggi e le depredazioni dei suoi soldati sparsi sulle varie isole del Continente portavano al Paese ricchi bottini consistenti soprattutto in cibo.
Ma ciò che serviva loro erano le materie prime.
Naraku contrasse il volto in un’espressione di disappunto.
Non vedeva l’ora di mettere le mani anche sulla Terra Centrale, così pateticamente pacifica.
In un certo senso aveva quasi più rispetto per quelli del Regno del Nord. Loro odiavano il Sud e il Sud odiava loro.
Ma la Terra Centrale… un miscuglio di Ningen, Youkai e Hanyou pacifisti… vomitevole.
- Non sarà così ancora per molto… - pensò, ridendo maligno. Con i suoi poteri di Majutsushi non avrebbe fatto troppa fatica a far crollare anche quel Paese.
La sua attenzione venne attirata da un rantolo di dolore. Poco lontano da lì vide uno Youko con ancora gli artigli conficcati nella gola di un altro Demone. Sorrise divertito. I suoi uomini avrebbero fatto un ottimo lavoro con quei dannati della Terra Centrale da sempre detestata dal Sud.
La bandiera di Kaosu sarebbe stata innalzata anche lì.

- Accidenti a Naraku! Devo sempre obbedirgli ad ogni schiocco di dita! - .
Un’indispettita Kagura camminava spedita verso l’uscita di quell’enorme e tetro palazzo.
Si guardò intorno. Una semi oscurità - nonostante il sole cocente illuminasse completamente l’esterno - invadeva quel luogo, quasi perennemente.
Sbuffò continuando a camminare.
Mentre percorreva quella lunga serie di corridoi e scale incontrò diversi Demoni, ognuno dei quali le fece un cenno di saluto.
A tutti rivolse delle semplici occhiate sfuggenti, continuando per la sua strada.
Voleva sbrigarsi. Già le scocciava andare fino alla Shima no Nanimo… almeno voleva togliersi quella fastidiosa incombenza il prima possibile.
Il suo signore era davvero strano. Chissà quale gusto poteva dargli sapere della sorte di un inutile Hanyou.
Se non era ancora morto, al massimo stava in quella prigione, dimentico del mondo, a marcire lentamente.
Finalmente raggiunse l’enorme ingresso del palazzo, le due grandi porte in pesante e scuro metallo spalancate, mentre dal ponte in massiccia pietra che collegava il palazzo al resto della città c’era un via vai di Youkai.
Con il suo ventaglio aperto, riparò per qualche istante gli occhi scarlatti dall’accecante luce del sole che, come tutti i giorni, brillava alto nel cielo, soffocando gli abitanti viste le temperature esageratamente elevate.
Nonostante i Demoni non soffrissero né il caldo né il freddo… quelle temperature, a volte, erano esagerate anche per loro.
Negli ultimi anni, poi, le cose erano andate peggiorando. Sembrava che per la morte di Inu Taisho lo stesso ambiente avesse urlato la sua disapprovazione per quella congiura meschina e sanguinosa.
Questa, però, era una sua fantasia. Tanto a pagare soprattutto per quel clima avverso era il popolo che faticava per mangiare anche solo una volta al giorno a differenza dei nobili e degli abitanti del palazzo che si rimpinzavano da mattina a sera.
Ma nessuno aveva mai osato lamentarsi. Mai nessuna madre o padre di famiglia si era presentato alla porta del palazzo reclamando perché i proprio figli morivano di fame e di sete.
Questo non sarebbe mai accaduto. Mai, finché l’ombra pesante di Naraku non avrebbe smesso di incombere sulla capitale e quindi su tutto il Regno.
Kagura si passò una mano sulla fronte, asciugandosi un rivolo di sudore. Nemmeno il suo abbigliamento succinto le dava qualche refrigerio da quella calura. La Yasha, infatti, indossava un corto abito che metteva in risalto le sue curve nonché le sue lunghe gambe. I capelli erano raccolti ordinatamente in un chignon decorato di alcune piume.
Guardandosi intorno e schioccando occhiate furenti a tutti gli Youkai che la guardavano con un certo interesse, prese proprio tra le mani una di quelle piume, la quale, grazie a un suo leggero soffio, si ingrandì notevolmente.
Vi saltò agilmente sopra e velocemente prese ad alzarsi in volo.
Quello era il suo mezzo di trasporto. Niente di più adatto per lei che era il Demone del Vento.
Dall’alto poté vedere nella sua globalità la vastità della capitale, circondata da quella terra brulla e secca. Contrasse il volto in un’espressione infastidita. Odiava quel luogo. Da quando era stata riportata alla luce, tramite un incantesimo di Naraku, si era sempre sentita oppressa sia dalla presenza del suo signore sia dall’aria che respirava in quella terra.
Kaosu, come il suo nome indicava (in giapponese significa caos), si era sviluppata in modo piuttosto disordinato anche se, curiosamente, l’agglomerato di case, costruzioni, palazzi, era andato a formare una specie di spirale, la quale culminava nel grande palazzo, ora dimora del signore del Regno, Naraku.
Il tutto era circondato da immense mura di spesso e infrangibile metallo. Metallo che si trovava, un tempo, solo in quella parte del Continente… una materia prima dall’immenso valore. Peccato che, per quanto fosse pregiata, fosse anche tanto rara.
La ricerca di tale metallo, infatti, era un’altra delle tante cose che impegnava il suo signore, deciso a scovarlo, a costo di rivoltare l’intero Paese.
Una parte delle mura risaliva alla fondazione della città, ma erano state completate solo di recente e sempre da Inu Taisho.
Kagura sorrise sarcasticamente. Quello Youko si era impegnato tanto per un popolo che non ci aveva pensato due volte a farlo fuori una volta diventato scomodo. Perché poi? Perché si era sposato con una Ningen e aveva come figlio un Hanyou? Perché aveva cercato un’alleanza con gli altri due Paesi con lo scopo di fare del bene per il proprio?
La Yasha inarcò un sopracciglio. A lei quelle questioni non interessavano. Lei pensava solamente a se stessa.
Dall’alto osservò attentamente il palazzo del quale, da tutti quegli anni, ormai, era prigioniera.
E da quando era abitato da Naraku aveva assunto davvero l’aria di una prigione. Le stesse mura della costruzione sembravano emettere malvagità.
Rabbrividì ripensando al giorno in cui era venuta alla luce. La prima cosa che vide furono proprio gli occhi porpora del suo signore. Sapeva di essere fatta di vento… ma nello stesso momento in cui aveva visto Naraku, aveva capito che il suo potere non l’avrebbe resa libera.
Guardando quella che era anche la sua dimora si accorse che, in effetti, ai tempi di Taisho il palazzo non dava quell’impressione.
Imponente, a mo di piramide a gradoni, si stagliava nella sua imponenza sopra la città, rendendo chiara quale fosse la sua importanza.
Le mura erano di una massiccia e scura pietra, levigata fino a renderla liscia come seta seppure il vento furioso, nel corso del tempo, l’avesse lentamente logorata, creando una fitta rete di crepe e venature più chiare.
Dava quasi l’impressione che l’intero palazzo fosse ricoperto da una sottile e persistente ragnatela.
Il che era veramente curioso visto che il simbolo ora vigente sulla bandiera del Regno era proprio quello di un ragno.
Perché in effetti questo era Naraku. Un perfido ragno che tesseva la sua ragnatela di morte ovunque questa attecchisse.
La Yasha fece una smorfia. Non era quello il momento per pensare certe cose.
Per adesso doveva solamente stare attenta a come rendersi utile, se voleva rimanere in vita.
Perciò, gettando un’ultima occhiata alla città sotto di lei, si diresse velocemente verso nord- est per raggiungere la Shima no Nanimo.

“Mio signore…”.
Nel frattempo Naraku si trovava ancora nel suo palazzo, ad ammirare la città.
“Cosa c’è?” rispose freddamente al Demone che lo aveva interpellato
“Siamo pronti a partire per Kadok, come sapete ci è sta mandata la risposta l’altro giorno da-”
“Sì, lo so, non c’è bisogno di ripeterlo. Bene, partiamo immediatamente. Al suo ritorno, dite a Kagura che sono partito per affari”
“Certamente… devo riferire altro?”
“Sì, che non si cacci nei guai…” rispose il Majutsushi, girandosi finalmente verso il suo interlocutore che rabbrividì nel vedere il ghigno malvagio del suo signore.
“S- sarà fatto” balbettò, per poi andarsene.
Naraku, lentamente, rientrò nella grande sala venendo nuovamente inghiottito dall’oscurità che ivi aleggiava.
- Dopo che avrò mandato in porto anche questo affare, la strada che mi separa dalla sottomissione della Terra Centrale si accorcerà notevolmente…. Il nostro incontro si avvicina, cara Kagome… - e la sua risata maligna, ancora una volta, si diffuse per il palazzo e nella città… facendola tremare ancora.

FINE 18° CAPITOLO.

Oh, yeah! Anche se ultimamente i miei capitoli risultano essere un pochino più corti… di questo devo dire che sono abbastanza soddisfatta. Mentre lo scrivevo mi sono venute in mente anche un po’ di idee e dettagli che mi serviranno per il futuro… tranquilli quindi, l’entusiasmo e la mia vena creativa stanno ritornando vigorosi – o, almeno, lo spero ^^’.
Ho anche dedicato un po’ di righe anche a Naraku, cosa di cui sono molto contenta. Ah, colgo l’occasione per dire una cosa… non dovete pensare che Naraku sia un Hanyou. Di questo personaggio, per quel che riguarda questa storia, si sanno ben poche cose.
E anche se la cosa può suonarvi ‘strana ’… bè, in questa storia non lo deve essere – vorrei dare spiegazioni più precise ma lo farà la storia per cui dovrete aspettare ;P .
Per il resto… bè, che dire, sono super felice, finalmente, di poter chiamare per nome il mio adorato Hirador! A proposito… spero che questo nome non vi risulti peggiore degli altri. Bè, se anche così fosse, sicuramente mi dispiacerà ma questo non mi impedirà, per quel che mi riguarda, di adorarlo lo stesso.
Come ho spesso ripetuto, questo e il nome Harliem sono stati una folgorazione che non ho voluto cancellare.
Che altro dire? Bè, sicuramente che non ho idea, di preciso, a quando sarà il prossimo aggiornamento. Spero, al massimo, di saltare una settimana – anche se, in teoria, non dovrei fare nemmeno questo -___- - … ma se dovessi vedere che il ritardo sarebbe maggiore vi farò sapere. Haimè la scuola è ripartita e si fa decisamente e, inoltre, a metà febbraio, circa, ho un appuntamento davvero importante – non rivelo troppo per scaramanzia ;P – per il quale mi dovrò preparare come si deve per cui il tempo da dedicare alla ff diminuisce. Ma lo troverò, in qualche modo.
Ora vi saluto, sperando che ci sia qualcuno che leggerà visto che faccio un aggiornamento un po’ ritardato.
Vi ringrazio ancora per la vostra pazienza e per i vostri commenti che mi rendono sempre super felice.
Vi auguro una buona settimana
Baci,
ka_chan ^_____^

  
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