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Autore: TakeshiAkiko    27/03/2011    2 recensioni
Qualche frammento dei ricordi di Itachi risalenti all'infanzia, quando era ancora innocente e puro.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Itachi. -
Chiamò con voce soave la madre del ragazzo, asciugandosi velocemente la sottili mani nel grembiule panna. Attese una risposta che non arrivò, e sospirò seccata, quel ragazzino era tutto suo padre, e come lui aveva talvolta il vizio di fare il finto sordo. Salì lentamente le scale per raggiungere il secondo piano della dimora degli Uchiha, poggiandosi di tanto in tanto alla pareti per sorreggersi, dopotutto erano in due, e giunse alla stanza del figlio.
- Itachi, non è educato ignorare la propria madre. - Disse seria, portando le mani ai fianchi e inclinando leggermente il collo bianco, facendo doldolare la chioma color cioccolata. - Sei proprio come tuo papà. - Mormorò di proposito, guadagnando cosi l'attenzione del moro.
- Mamma stò studiando, e poi non sono come lui. - Disse autoritario, spostando lo sguardo pece da lei al muro, abbassandolo poi nuovamente sul libro che stava leggendo.
Mikoto si ravvivò i capelli castani e poi scosse la testa sconsolata; Itachi voleva sempre e a tutti i costi sembrare più adulto di quel che era, ma lei sapeva che sarebbe sempre rimasto in eterno il suo bambino, anche da morta, perchè era sangue del suo sangue. Carne della sua carne. 
Si appoggiò sul letto del figlio e rimase qualche secondo in silenzio ad osservarne la schiena, dove scendevano i capelli corvini completamente scompigliati legati malamente.
-Itachi, vieni qui dalla mamma. Ora. - Disse dolcemente coccolando il pancione, e buttando distrattamente un occhiata alla camera immacolata, ma vuota e spoglia per un ragazzo della sua età.
- No. - Rispose secco, apparentemente neutro.
Ma una mamma conosce il proprio figlio più di se stessa, quindi in quella unica sillaba avvertiva un pizzico di rancore, aveva un sapore lievemente amaro, ma Mikoto sorrideva comunque divertita da quella situazione.
- Peccato. Il mio bambino non mi vuole più bene a quanto pare, è cosi freddo. Ma sono sicura che quando nascerà il piccolo Sasuke, potrò dare a lui tutto l'affetto che non mi permetti di dare a te.- Lo canzonò fingendosi amareggiata, guadagnandosi immediatamente un occhiataccia come risposta. Qualche secondo dopo, Itachi chiuse il libro dell'accademia e scese dalla sedia correndo verso di lei, ma bloccandolesi davanti, guardando imbronciato il pancione.
- Ge - lo – so - ne. - Sillabò, aprendo lo braccia e allungandole per accarezzare quel viso simile al suo, ma dai tratti piu aspri.
- Non sono geloso, è questione di principio. - Le rispose convinto.
Mikoto lo guardò interrogativo, le sopracciglia appena sollevate in un espressione scherzosa.
- E poi io sono grande.- Aggiunse spostando le mani della madre e incrociando le sue davanti al petto, osservandola con finta superiorità. La castana si trattenne dal ridere in faccia al figlio e tossicchiò, abbassando lo sguardo lucido, e dopo qualche secondo lo risollevò, e sforzandosi di rimanere seria rispose.
- I Grandi sanno pettinarsi i capelli e farsi la coda. -
Poi si lasciò andare e prese a ridere il più compostamente possibile, anche se l'espressione imbarazzata del moro, che in preda al panico cercava di snodarsi i capelli malamente, non aiutava. Quelle poche parole erano un umiliazione bella e buona per il moretto!
- Io... COSA! E' solo una coda!!! Mamma.. sei cattiva... - Piagnucolò cercando di strapparsi le ciocche nere. Immediatamente la madre lo attirò a se e lo strinse in affettuoso abbraccio, e nonostante inizialmente venne rifiutata, continuò a stringerlo, lo sollevò poi appena poggiandolo accanto a lei e carezzandone la testa.
- Figlio mio, vivi per l'età che hai, e lascia che mi prenda cura di te ancora per un po'. - Gli sussurrò all'orecchio prima di allontanarsi e sorridergli delicatamente, come solo Mikoto Uchiha sapeva fare, come solo una madre poteva fare. 
Il figlio la guardò, e arrossì, poi piegò le labbra fini in una smorfia che poteva essere definita "dolce".

- Mamma... Mamma...-

- Dimmi Itachi.-

- Mi sistemi i capelli per favore?-

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Arigatou per aver letto =W=
Ora potete andare in pace, Amen.

  
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