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Autore: Niagara_R    27/03/2011    3 recensioni
Brian Kinney è depresso. Così almeno affermano con convinzione tutti quelli che lo conoscono, preoccupati per lui dopo che Justin se n'è andato lasciandolo solo.
Brian Kinney non si sente affatto depresso, e preferirebbe non sentirsi compatito ogni giorno che passa, quindi gli serve un diversivo, un passatempo, qualcosa, o qualcuno, che riesca a distrarlo dalla monotonia, e magari che lo diverta anche un po'.
Ma non si può mai dire cosa accade quando due caratteri un po' troppo simili si vengono ad incontrare...
Da Livin Derevel e Alty, una storia no-Britin, chi non è interessato può tranquillamente non leggere!XD
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Ethan Gold, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12

12.

Il Leopardi si deprime

 

Ethan era ancora sveglio, braccia incrociate sotto la testa nel suo divano/letto a guardare il soffitto, quando sentì la serratura scattare. Si sistemò le cuffie nelle orecchie e tirò la coperta per far notare che stava già dormendo.
- Oh... E’ tuo questo gatto? -
Un voce troppo giovane. Ethan si bloccò dal premere play.
- No, non è mio. Possiamo smettere di parlare, ora? - sospirò Brian.
- Ma... C'è qualcuno sul divano! -

- Sì. - disse un Brian sorridente, e malizioso - E' il mio inquilino. -
- Ma... Non possiamo... -
- Sì che possiamo. - affermò trascinandolo dentro e chiudendo la porta - Ascolta musica, Fiocco. -
- Fiocco? -
Fiocco?! Quella gliel'avrebbe fatta pagare, brutto stronzo, pagare carissima!
- Lascialo perdere, non si accorge nemmeno di noi. - Brian lo prese per mano fino a farlo arrivare al letto, mettendosi su di lui e levandogli la maglietta - Sto aspettando di saggiare la tua bravura. -

- Sì... Subito! - sussurrò veloce, portando il viso vicino ai jeans, tirando giù la zip e abbassandoli.
- Fate pure finta di niente. - disse Ethan con tutta la tranquillità del mondo, passando per la camera, andando in bagno. Ian si bloccò guardando Brian e la porta del bagno che si richiudeva, e da cui un istante dopo sbucò di nuovo la testa di Ethan - Ah, Brian, ha chiamato il dottore. Dice che dovresti prendere più seriamente il fatto che hai preso le piattole. -
- Piattole?! - ripeté Ian scostandosi, un bel po’.
- Oh sì. C'è praticamente un gregge lì in mezzo! -

- Ethan, che cazzo stai dicendo?! - sbottò l'oggetto del discorso, piuttosto irritato.
- Senti, non penso sia bene farlo adesso... - mormorò Ian.
- Fermo! - esclamò Brian trucidandolo con uno sguardo - Non ti muovere. - gli ordinò, seguendo poi l'altro fino in bagno, chiudendosi la porta alle spalle - Che cazzo ti è venuto in mente?! -
Ethan era là che si sciacquava la faccia, indifferente.
- Chi, io? Mi volevo divertire un po' anch'io... - sorrise di riflesso nello specchio.
- Non è divertente. -
- No, per te no. - sorrise voltandosi verso di lui, asciugandosi le mani - Per me un sacco. -
Brian lo squadrò male, malissimo. Si avvicinò a Ethan spingendolo contro il lavandino con la schiena.

- Ti è sempre andato benissimo che mi portassi qualcuno a casa mia, cominci a rompere le palle ora? -
- Mi hai chiamato Fiocco con quello! - sbottò Ethan - Con tuo tono psuedo-affascinante e molto irritante! Non lo sopporto! -
- Ma non dovresti avere avuto quelle cazzo di cuffie accese?! -
- Ehm... ragazzi.. - il flebile richiamo di Ian dal letto li raggiunse.
- ZITTO TU! - dissero all'uniscono tornando a guardarsi a vicenda.
- Scusa, ma non voglio assistere a questo... litigio a lungo, eh. -

- Moccioso, fatti i cazzi tuoi! - sbottò Brian al suo indirizzo, lanciandolo a bocca aperta.
- Come cazzo di permetti?! - replicò acido - Vaffanculo, non hai più l'età per poterti permettere di parlare così a me! - Detto ciò, prese la sua maglietta e se ne andò bellamente infuriato.
Brian rimase di stucco.
- ... Ha detto che sono vecchio?! -
Ethan scoppiò a ridere sinceramente divertito.
- Un tipetto simpatico ti sei trovato, stavolta! Devo ammettere che preferivo quello che ascoltava i Pearl Jam. -

Brian seguì la voce del ragazzo, sbuffando, quella serata stava andando bellamente a rotoli. Quando uscì vide Ian che accarezzava Wolfram. Quel dannato gatto ci provava con tutti.

- Oh beh, certo che te lo sei scelto giovane! - esclamò Ethan squadrando Brian, piuttosto sardonico.

- Fiocco. Zitto. - sibilò scuro in volto - E tu. E' meglio che per stasera te ne torni a casa. Ho perso l'ispirazione per sopportarti. -
Ian li guardò entrambi, alzando un sopracciglio. Fece un ultimo grattino al gatto e poi si alzò.
- Voi due sembrate Cip e Ciop, per l'amor del cielo, fatevi curare! - sbottò, e imboccò la porta, svanendo alla vista.
Ethan sibilò.
- Ha parlato quello che assomigliava a Pippo. - mormorò acido.

- Bene, Fiocco. - Brian calcò l'ultima parola - Quale neurone del tuo cervello non funziona, per avermi fatto andare a monte la serata? -
- Te l'ho detto. Non era niente di particolare... Non mi è piaciuto come hai parlato di me a quel ragazzino. -

- Il tuo nome è Fiocco... - mormorò lui.
- Non è vero! - sbottò piccato - Mi chiamo Ethan! -
- Come dici, Ian? - lo prese in giro Brian.
Ethan sbuffò lanciandogli un'occhiata affilata.
- Checca di mezza età. - sibilò pianissimo, ma non tanto da non farsi sentire.
- Cooooooooooosa?! -
- E' così che ti chiama Debbie! - si affrettò a parare.
- Io non sono di mezza età! -
- Beh insomma... -

- Per colpa tua, la mia serata è andata a farsi fottere! E ora mi stò davvero incazzando. -
- Brian... Volevi farlo con uno di, quanti anni aveva? Sicuramente andava ancora alle medie... - sospirò Ethan.
- Mi hai fatto scappare Ian, Fiocco. Ma si dà il caso che io ne abbia un altro, a portata di mano. -
Ethan si guardò un po’ intorno, prima di capire che si parlava di lui.

- Cosa? No no no, neanche per scherzo, non sono dell'umore giusto per farlo, e figurarsi quando è per ripicca! -

Brian lo guardò in tralice, a braccia conserte.
- Mi devi una scopata. -
- Bravo, segnatelo. - rise lui tornando al divano - Ti pago anche quella. -

- Me la devi ora! - precisò Brian andando verso il divano. Ethan lo fissò e scosse la testa.
- Non ci penso nemmeno! -
- E allora sta’ zitto. - Lo prese per il braccio attirandolo a sé, con la mano già posata dietro la sua schiena, facendo avvertire ad Ethan le stesse strane sensazioni di poche ore prima.
- Tu non hai voglia di farlo... - mormorò - Lo fai perché sei incazzato perché ho fatto andare via quel ragazzino! -

- Può darsi. - sorrise lui languido - E' un problema? -
Ethan rimase interdetto, spinto contro il suo corpo, caldo sotto i vestiti.
- Non mi piace essere usato come tappabuchi! -
- Vuoi sentirti dire che voglio scopare con te? - Il ragazzo non seppe che dire. E Brian non gli diede modo di pensarci.
Lo baciò, prima sulle labbra, suggendole piano, dolcemente, piene e profumate, sapevano di cannella e profumo da uomo, poi premendo leggerissimamente, senza troppa pressione, chiedendo deliziosamente il permesso.

Permesso che non tardò ad arrivare. Ethan dischiuse la bocca e presto il bacio divenne più intenso, pur mantenendo qualcosa che lo faceva sembrare dolce e delicato . Portò le mani sulle braccia di Brian, mentre sentiva quelle del pubblicitario scendere dalla schiena fino ai fianchi, dove gli trasmetteva mille piccole scariche, decisamente piacevoli.

Le mani di Brian, calde, forte, digradarono ancora, fino ai suoi glutei, togliendogli un battito.
Quello sì che era inaspettato.
Ethan insinuò le dita al di sotto della sua camicia, sfiorandogli la pelle nuda, muscolosa e rovente, ancora completamente perduto in un bacio focoso che si stava facendo sempre più profondo.

- Brian... - mormorò ansimò contro le sue labbra, per essere messo a tacere un secondo dopo con un altro bacio - Letto... Il letto.. - rantolò a fatica, mentre scopriva quel corpo fantastico, posando le labbra sulla scapola.
- Oh... Fin là?! - sospirò l'uomo, gli piacevano le sensazioni che gli trasmettevano i respiri spezzati di Ethan, quando lo baciavano o lo succhiavano in quel modo.
- Saranno venti passi... -
- Zitto e continua! - replicò Brian secco - Abbiamo a disposizione ogni centimetro di questa casa... -  strinse le natiche sode del violinista, portando poi le mani davanti pronte a slacciare il bottone dei jeans.

Ethan rabbrividì di piacere. Era una sensazione densissima, lussuriosa, l'eccitazione di Brian contro la sua, era qualcosa di dannatamente peccaminoso, ogni volta gli succedeva, ogni volta la testa partiva verso orizzonti inesplorati, e assolutamente dissoluti.
Quanto cazzo era eccitante.
Gli strappò praticamente la camicia di dosso, trascinandolo in un altro bacio umido, Brian sembrò gradire particolarmente quella presa di posizione, gli mordicchiò il labbro inferiore spogliandosi, lasciando poi vagare le dita sotto i pantaloni di Ethan.

- Brian... Brian... - Gli sfiorò un capezzolo turgido, guardandolo con sguardo lussurioso - Voglio che tu mi... -
Brian lo zittì posando appena le sue labbra su quelle del ragazzo, mentre gli abbassava i pantaloni insieme all'intimo.

- Con piacere. -
- Dimmelo... - Ethan aveva preso a baciare e suggergli il collo - Dimmelo una volta sola... - Una mano in basso, sfiorò l'erezione di Brian, ormai dura.
- Voglio scoparti, Ethan. -

Il ragazzo emise un gemito quasi scocciato.
- Oh, scusa... - riprese Brian sussurrando con un sorriso - Fiocco... -
Ethan gli morse una spalla lasciandosi denudare dalle dita abili, leggiadre dell'altro, si trascinarono lentamente a terra, sul pavimento riscaldato, duro ma liscio, perfetto per perdersi in un amplesso improvvisato che meditava di far sognare.

Sdraiato sul pavimento di schiena, con sotto la camicia di Brian, Ethan lo fissò ansimando mentre gli apriva le gambe, per poi abbassarsi col viso e baciare l'interno coscia, facendogli aumentare drasticamente la temperatura del corpo.
- Oddio... -
- Non scioglierti, Fiocco... - disse Brian staccandosi appena, per poi riprendere a baciare e leccare quella pelle caldissima - Non ancora, almeno. - sorrise con quel tono allusivo e bollente che era in grado di smuovere l'anima.
Non c'era niente da fare, niente da dire, Brian sapeva usare il corpo in una maniera estasiante, indescrivibile, ti prendeva e ti squartava, ti uccideva e ti riportava in vita, ti faceva provare l'orgasmo più esagerato della tua vita e subito dopo era capace di chiederti di andartene perché occupavi il suo spazio vitale.

Quando si insinuò tra le sue gambe, portando una coscia ad avvolgersi attorno a un suo fianco, Brian penetrò Ethan così, con un'unica, lenta spinta.
Ethan represse un piccolo gemito, guardò l'uomo sopra di lui, stringendo gli occhi. Era la prima volta che lo sentiva così, davvero, senza usare nessuna protezione. Evidentemente era troppo una scocciatura alzarsi a quel punto, dove entrambi ormai erano eccitati da morire, per prendere un preservativo.
Brian era grosso, duro e le sue spinte sembravano andare subito a colpire quel punto che lo faceva eccitare tanto da fargli girare la testa.
- O... Ooooohhhh... - sospirò rilassandosi un poco, reclinando la testa e scoprendo il collo.

Non aveva idea di come Brian fosse capace di centrare sempre il punto, direttamente, all'istante.
O forse aveva la capacità di trasformare ogni zona anche solo minimamente erogena in un unico centro nevralgico che faceva impazzire di desiderio.
Distese la schiena graffiando il parquette con le unghie, con Brian che passava la lingua sulla sua pelle, sul suo torace mentre spingeva gradualmente, avanzando di velocità secondo dopo secondo.

E l'idea che quella poteva essere l'ultima volta che poteva sentire il corpo di Brian in quel modo lo attraversò come un fulmine.
I rapporti che aveva avuto con lui erano così carnali, passionali, ma sentiva sempre qualcosa che non aveva mai sentito con gli altri. Neanche con Justin.
Non c'entrava che Brian fosse un perfetto partner e amante.
Semplicemente, Brian era perfetto per lui.
- A... Ah! Oddio... Più forte... Più forte...! Brian... Più... -
- Sei rumoroso stasera, Fiocco. - Brian gli scostò un ricciolo dalla fronte sudata - Come mai...? - ansimò, dando un'altra spinta che gli fece uscire un gemito appena più acuto degli altri.

Ethan gli diede una ginocchiata al fianco, strappandogli il respiro.
- Perché mi piaci, stronzo, lo vuoi capire che mi piaci?! - urlò tutto d'un colpo, completamente preda del delirio pre-orgasmico.
Brian si bloccò, riprendendo il controllo e fissando Ethan intensamente.
- No no no! - protestò lui - Non ti fermare, cazzo, non è importante, lo so che non è importante... Non fermarti ora! - Fece leva sulle braccia per issarsi appena, specchiandosi negli occhi scuri di Brian - Non cambia niente. -

Continuarono a osservarsi per un istante infinito, Brian con la bocca socchiusa in quel modo tipico e adorabile che faceva sembrare la sua bocca un bocciolo di rosa.
Poi riprese a spingere, abbassando le palpebre, facendo leva coi palmi sul pavimento di legno levigato.

Spingeva più forte, tentando di sconnettere il cervello per non ripensare a quello che era appena successo.
Quella frase non doveva agitarlo così tanto, anche se in realtà gli veniva più da sorridere beato come un ebete.
E si chiedeva perché.
Ma forse, temeva di sapere già la risposta.
Un gemito basso e roco si levò dalla bocca di Ethan che venne.
Riaprì gli occhi e lo vide. Rossi in viso, ansimante e ancora scosso dall'orgasmo, sporco del suo stesso piacere.
Era qualcosa di fantastico.

I capelli neri attaccati alla pelle madida, il suo corpo ancora caldissimo, i suoi muscoli in tensione, le sue mani artigliate dalla foga. E quell'espressione di estasi totale, come sotto l'effetto di una droga potente, come se avesse appena avuto una visione.
Brian represse un ansito, concedendosi le ultime spinte, e anche lui provò il fremito dell'orgasmo, nel corpo di un altro, una sensazione esplosiva che lo sferzò come una folgore dritta nelle vene.

Si portò poi su un fianco, prendendo la coperta sul divano che era predestinata ad Ethan. Coprì entrambi, mentre il respiro tornava regolare per tutti e due.
Ethan credette di non aver mai provato sensazioni del genere. Estasi totale, benessere. Mentre Brian veniva dentro di sé era un qualcosa che non avrebbe mai saputi spiegare a parole. Era stato come un sogno.
Ma ora doveva tornare alla realtà. Per quella dannata frase di troppo che aveva pronunciato.

Oh merda... Sì, aveva decisamente fatto una cazzata. Che mi è preso, per la miseria?!?!
Nessuno dei due disse niente, rimasero lì, stesi sul pavimento caldo, nel più completo silenzio, ad ascoltare soltanto i reciproci respiri.

Soltanto il muoversi del gatto per la stanza parve risvegliarli.
- Allora... - iniziò Brian mettendosi su un fianco e guardando Ethan - Tu... -
- Io niente. - Ethan gli diede le spalle - Ti ho detto che non devi badare a quello che hai sentito prima. -

- Però l'hai detto. -
- Ero ubriaco. -
- Non eri ubriaco, stavi scopando con me! -
- Deliravo! -
Brian sbuffò afferrandogli la spalla e facendolo voltare verso di lui.
- Dimmi la verità. -
- ... Pesce d'aprile? -

- Ethan, cazzo, per favore! - sospirò Brian - Non ho certo voglia di stare qui a pregarti fino a mattina! -
Il violinista si morse le labbra e chiuse gli occhi. Contò fino a dieci e rispose.
- Sì, mi piaci, ok?! Ma non iniziare a farti strane idee in testa, perché nemmeno io me le sono fatte! -

- Che strane idee mi dovrei fare? - replicò mettendosi su un fianco - Non sei il primo che prende una cotta per il grande, meraviglioso Brian Kinney. - declamò con enfasi.
Ethan lo squadrò in tralice.
- Non c'è niente di cui vergognarsi. - continuò il pubblicitario - La bellezza infiamma sempre gli animi. -
Il ragazzo sbatté le palpebre, un poco perplesso.
Poi si girò di nuovo, prendendo un cuscino dal divano e poggiandoci sopra la testa.

‘Fanculo.
Era stato lui a farsi tutti quei problemi e parlare con lui, preoccupato che potesse rivelarsi un'esperienza come lo era stata con Justin, e ora che aveva confessato quella cosa... Lo trattava come niente fosse.
E temeva che fosse proprio quello a dargli fastidio. Si sarebbe aspettato un'altra risposta da Brian, qualsiasi altra risposta... Ma non una battuta. Non quell'infelice frase.

Eppure sapeva che sarebbe andata così. Anzi, a dir la verità non avrebbe neppure dovuto confessarglielo. Forse non lo provava nemmeno, era stato solo un delirio derivato dagli ormoni impazziti!
Ma sì, probabilmente era così. Ok, Brian poteva essere bello quanto voleva, ma arrivare a dire che gli piaceva era tutta un'altra storia. Forse aveva solo gonfiato la sensazione di gratitudine che provava nei suoi confronti per averlo praticamente salvato dalla strada.

Brian fissò le spalle di Ethan, e si distese anche lui, fissando il soffitto sopra di loro.
Ad essere sincero, quando aveva sentito quella confessione del ragazzo, il cuore più che perdere battiti ne aveva acquistati un paio di più, tralasciando il sesso.
Si era anche fermato convinto di aver capito male. E invece era vero, tutto vero.
Forse avrebbe dovuto aspettarselo. Le litigate negli ultimi giorni erano quasi sparite e fra loro era un continuo rivolgersi occhiati e sorrisi, anche se non erano di certo da coppiette sdolcinate.
Gli aveva fatto... Piacere?

Per l'amor del cielo... Ethan? Ma era proprio dello stesso Ethan che aveva al fianco che si stava parlando?
Proprio lo stesso Fiocco che non faceva altro che discutere per ogni minima cosa, proprio lo stesso che gli assomigliava in quella maniera oscena, e che non riusciva mai ad abbassare quel mento arrogante?

- Non inizierai a borbottare come una vecchietta inacidita, vero? - Brian non distolse lo sguardo dal soffitto, ma allungò una mano e lo accarezzò piano.
- No. Figurati se ne vale la pena. - replicò Ethan, rubandogli ancora più coperta.

- Ehi, vuoi farmi morire di freddo?! -
- Hai un letto, vacci! - replicò altezzoso.
Brian gli strappò la coperta di dosso, lasciandolo completamente nudo, dando una rapida, soddisfacente scorsa al suo sedere tondo e abbronzato.
- EHI!!! - protestò il ragazzo.
- Vienitela a prendere. - gli sorrise con sfida.

- Brian, non ho intenzione di seguirti per l'appartamento per una fottuta coperta! -
- E’ l'unica che potrai aver... AH! - esclamò tirandola indietro, quando Ethan tentò di coglierlo impreparato - O questa o nulla. -
- Sei uno stronzo! - gli andò appresso, ma Brian gli sfuggì con un'abile mossa.

- Da che pulpito... - soffiò frivolo, sfuggendo di nuovo.
Ethan piazzò le mani sui fianchi, ancora gloriosamente nudo, sbuffando.
- Ti detesto quando fai il bambino. - sibilò guardandolo storto.
- Oh, che faccia scura! - replicò Brian avvolgendo intorno a sé la coperta - Ti arrendi così facilmente? -

- Non mi interessa più. Posso starmene anche nudo che non me ne frega nulla. - Gli diede le spalle, e certo quella non era una brutta visione per Brian.
- Su, Fiocco... - si avvicinò - Pensavo ti piacesse divertirti un po’... -
- Certo. - Ethan si girò di scatto prendendo Brian per i fianchi in un gesto veloce e sbattendolo a terra, ritrovandosi sopra di lui, ridendo - Me la ridai, ora? -

Brian lo baciò premendo una mano tra i suoi capelli mossi, spiazzandolo del tutto.

- Che...cosa... - Ethan si sfiorò le labbra guardandolo sorpreso, tanto sorpreso.
- Sta’ zitto ora, Fiocco... - Brian lo riattirò a sé e lo baciò nuovamente.
Ad Ethan non saltò in mente neanche per un secondo di staccarsi.

 

Michael non aveva ancora aperto il negozio, stava sistemando le nuove copertine che erano appena arrivate, quando un bussare alla porta lo distrasse.
- Siamo chiu... - Non appena vide che quello che lo cercava era Fioc... Ethan, si alzò e andò ad aprirgli - Ehi, che ci fai in giro a quest'ora? - gli sorrise - Vuoi un the? -
- Sì, grazie. - annuì lui sfregandosi le mani, anche se non c'era poi tanto freddo, sembrava nervoso.

Michael era accomodante come sempre, gli offrì un the caldo e ristoratore, con un grande sorriso.
- Allora, come mai sei venuto a trovarmi? -
Ethan rimase in silenzio. Bevette un piccolo sorso della bevanda calda.

- ...Brian. -

- Cos'ha fatto? - Michael era sempre un po' prevenuto quando un ragazzo veniva da lui a parlargli di Brian. Succedeva sempre qualcosa di spiacevole.
- Niente... O almeno... Insomma... - Ethan tentennò sistemandosi meglio sulla sedia, fissando ossessivamente quel the scuro. Poi alzò gli occhi su Michael, con un cipiglio deciso - A te piace Brian, vero? -
Michael si mise a ridere.
- Io voglio un mondo di bene a Brian, ma ti ricordo che io sono sposato. - E gli indicò la fece che condivideva con Ben.
- Quindi tu conosci Brian benissimo, vero? - continuò Ethan imperterrito.

- Beh, sì. E' il mio migliore amico. - ammise dando una risposta complessiva a tutto.
- E' capitato che... L'ho fatto arrabbiare perché gli ho fatto scappare il giochino che aveva rimorchiato per la notte e dopo... Non vuoi i dettagli di tutto, immagino... Io mi sono lasciato sfuggire la cosa... -

E senza che Michael gli chiedesse assolutamente nulla, Ethan sciorinò tutta la serata, momento dopo momento, di come Brian l'aveva trascinato a fare sesso sul pavimento, del gioco della coperta che ne era seguito, di quello che lui aveva detto a Brian, del loro bacio, e della seconda scopata che si erano fatti nell'arco di due ore al massimo.
Ethan sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno, bisogno viscerale, non si era mai trovato in una situazione simile, e non aveva nessun amico a cui confidarlo, era così imbarazzante, strano, non riusciva a gestirlo, e non era cosa da poco.

- Allora? Ti prego Michael... - supplicò mandando giù l’orgoglio - Aiutami a capire! Sono confuso e non capisco più un emerito cazzo di quello che sta succedendo, oggi non ho nemmeno suonato! E' qualcosa di... -
Michael tamburellò le dita sul tavolo.

- Ti posso dire che dopo quello che gli hai confessato, se è successo quel che hai detto... Non gli dispiaci. Voglio dire, Brian è il primo che prende in giro, che maltratta e ridicolizza ogni sentimento, e se con te non è successo... -

- No... Però... Che cazzo, non avrei dovuto dirglielo! - sbottò dandosi un pugno sulla coscia - Cioè, so che non è vero quello che ho detto. -
- Ah no? - sorrise Michael civettuolo - Non hai una cotta per Brian? -
- Sì! Cioè... Insomma, Brian è bellissimo, ok?! Credo che sia normale perderci la testa, ma la mia attrazione è più che altro fisica, scopiamo ogni tanto, niente di strano! Niente di che... -

- Oh, ma tu non eri il tipo che andava oltre la semplice attrazione fisica? -
- Non mi sto inventando delle scuse! - protestò Ethan - E' la verità! -
- E allora, se non c'è niente di strano perché ti fai tutti questi problemi? Perché sei venuto a parlare con me? -
Ethan strinse forte la tazza.

- Pensavo di poter parlare tranquillamente, ma anche tu ti metti in testa idee stupide come Emmett o Ted! -
- Solo una cosa. Quando te ne andrai da casa di Brian, pensi che riuscirai a farlo tranquillamente? -

Ethan lo squadrò in tralice, poi abbassò lo sguardo.
- Penso di sì. -
- Pensi? -
- Non lo so... - Roteò gli occhi in altre direzioni - Che cavolo, non ci sarei nemmeno andato, a vivere con lui, se non fosse capitato per caso! -
- Però è successo, e siete stati insieme per quanto, due, tre mesi? -
- Tre mesi non sono niente. - replicò altezzoso.
- Dai tuoi discorsi non si direbbe! - rise Michael.

- ... Non sarei dovuto venire a disturbarti. - dichiarò Ethan posando la tazza e alzandosi - A quanto apre, anche oggi ho aperto la bocca per errore. Faccio un sacco di sbagli, ultimamente. -
- Ethan... -

- Tu credi che a me piaccia Brian! - sbottò acido.
- L'hai detto tu. E l'hai detto a Brian! - annuì Michael trattenendo un sorriso. Credeva che non avrebbe mai più rivisto in vita sua certe scene adolescenziali, ma a quanto pareva si era sbagliato alla grande.
- Io... Erano solo parole! -
- Come vuoi... - si rassegnò Michael, andando a girare l'insegna del negozio e renderlo aperto al pubblico.
- Mikey... -
- Sì? -
- Credi che lui mi consideri un rimpiazzo di Justin? -

Michael si voltò verso Ethan, e per la prima volta vide un'espressione turbata sul volto di quel ragazzo.
- Io credo che sia impossibile, che lui ti scambi per Justin o che voglia qualcosa da te che aveva con lui. Tu sei diverso, e gli daresti un rapporto completamente diverso. -
- Ripete tutte le cose che faceva con lui. -

- Non puoi sapere cosa facesse con lui. A dir la verità, nessuno può saperlo, se non loro stessi. - commentò. Poi gli sorrise fraternamente, posandogli le mani sulle spalle - Stai tranquillo, tu non sei Justin, e Brian lo sa. Lo sa eccome. -
Ethan lo fissò con gli occhi lucidi, da cucciolo. Mai visto così inquieto prima d'ora.
- Brian è diverso da quando... Da quando ci siamo incontrati per la prima volta... -
- Questo sì, lo ammetto! - rise Michael - Ma tutti cambiamo nella vita. E beh, se Brian non si comporta come quella merda che aveva abbordato Justin ben venga, no? -

- Suppongo di sì... - Abbassò lo sguardo, e Michael gli accarezzò una spalla.
- Non temere, Fiocco. - sorrise - C'è qualcosa tra te e lui. Solo che siete così lenti ed ottusi per accorgervene. -

- Ehi! -
- Siete uguali, devi ammetterlo! - rise lui andando dietro il bancone - Quindi più o meno siete tonti alla stessa maniera. -
Ethan lo guardò storto, ma poi convenne che aveva solo ragione.
Cavolo, lui e Brian sembravano davvero due fratelli separati alla nascita.
- Quindi... Cosa credi che dovrei fare? - gli domandò dubbioso.

- Beh, non saprei. Levarti un peso e andare a dirgli Ehi Brian, riguardo a quello che ti ho detto ieri, non è che tu mi piaccia... Ma sono innam... -
- Per favore! - esclamò Ethan colorandosi in viso - Non riesco nemmeno a sentirlo! -
- ...ato di te, quindi, ora ammetti anche tu quello che provi per me! -
- Questa è fantascienza! -

Michael rise di cuore, scompigliandogli i capelli.
- Smettila di farti dei problemi e diglielo chiaro e tondo! -
- Io non sono innam... Quello lì! - Non riusciva nemmeno a pronunciare quelle parole da eretico - Sia chiaro, mi piace solo per il suo culo, ok?! -
In quell'esatto momento entrò Ben, che si fermò sulla soglia.
- Oh scusate, momento sbagliato? -

- Oh no, Ethan stava giusto per andare. Gli davo solo consigli su come confessare il suo amore a Brian. Sai, è un po’ in difficoltà. -
- Oh, davvero? - chiese con un sorriso Ben - Era ora. Sono contento per te. Spero che vada tutto bene. -
- No... Nonono! - sibilò Ethan sconfortato - Io me ne vado. -
- Tienimi aggiornato, eh! - scherzò Michael ridendo.

Ethan se ne andò sconsolato, in che brutta, bruttissima situazione si era andato a cacciare.
Lui innamorato di Brian? No. Quello mai. Però non poteva negare che provava attrazione, e neanche poca.
Sospirò passeggiando lentamente, sperando di trovare per strada una dannatissima soluzione alle sue crisi pseudo-sentimentali.

 

 

.Continua.

 

 

Buooooongiorno!:D

Come al solito ringraziamo tutte voi che avete messo questa storia tra preferite/seguite/ricordate, e tutte voi che commentate questa storia senza capo né coda!XD

Grazie mille, e speriamo che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento!U_U

   
 
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