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Autore: Gwenlynn    27/03/2011    2 recensioni
Sai aveva preso quella serata davvero molto, molto sul serio. Si era recato in biblioteca, aveva raccolto tutti i libri sulle relazioni sociali che era riuscito a reperire – e si era immerso nella lettura per due giorni di fila.[...]Grazie a queste letture era giunto alla conclusione che uno degli argomenti di conversazione prediletti dai maschi è parlare di ragazze.
Per questa ragione, dopo aver aperto bocca per porre la fatidica domanda – accompagnata dal sorrisetto falso più sincero di cui era capace -, rimase interdetto di fronte alla reazione dei suoi neo-amici.
Sette paia di occhi (anzi, sei, dato che Shino non diede segno di aver sentito la domanda) lo fissarono con l’aria di chi assiste allo scoppio di una bomba.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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MEN TALK
 



- Secondo voi chi è la più carina tra le ragazze? -
Tutto era iniziato con una semplice domanda di Sai, buttata lì tra un bicchiere e l’altro una sera in cui, per un caso fortuito, nessuno era impegnato in pericolose missioni a chilometri distanza, non aveva nessun membro dell’Akatsuki alle calcagna né rischiava la vita alla ricerca di ninja traditori.
Occasioni del genere non capitavano spesso, di quei tempi, così si approfittava subito per ritrovarsi e passare un po’ di tempo insieme. Quella sera, per l’appunto, Naruto aveva deciso di organizzare una cena tra uomini – o meglio: le ragazze avevano dato tutte buca, impegnate in chissà cosa tra di loro -.
Quindi, essendo un tipo che non si dà per vinto facilmente, Naruto aveva chiamato a raccolta i rimanenti e si erano ritrovati tutti nel posto stabilito. Sai compreso.
Il fatto è che – come avrebbe dovuto sospettare Naruto fin dal momento in cui l’aveva invitato… ma, purtroppo, non è mai stato molto sveglio per certe cose. - Sai aveva preso quella serata davvero molto, molto sul serio. Si era recato in biblioteca, aveva raccolto tutti i libri sulle relazioni sociali che era riuscito a reperire – e si era immerso nella lettura per due giorni di fila.
Aveva scoperto una quantità considerevole di titoli interessanti – a partire da “ Come farsi degli amici in 2948 modi diversi”, passando per “Vuoi essere mio amico?” con l’annesso volumetto “ Se la risposta è no, allora come fare in modo che lo voglia – con le buone o con le cattive”, terminando con il sublime “Se uno ti mostra i denti e non è una belva affamata allora forse ti sta sorridendo”. Grazie a queste letture era giunto alla conclusione che uno degli argomenti di conversazione prediletti dai maschi è parlare di ragazze.
Per questa ragione, dopo aver aperto bocca per porre la fatidica domanda – accompagnata dal sorrisetto falso più sincero di cui era capace -, rimase interdetto di fronte alla reazione dei suoi neo-amici.
Sette paia di occhi (anzi, sei, dato che Shino non diede segno di aver sentito la domanda) lo fissarono con l’aria di chi assiste allo scoppio di una bomba.
Per qualche istante il gelo più totale investì la – fino a poco prima - allegra tavolata. Poi, quando Sai inclinò delicatamente la testa da un lato, domandandosi cosa avesse detto di tanto sbagliato, si propagò una serie di reazioni a catena.
Prima Shikamaru si strozzò con la bibita che stava sorseggiando, tossì e sputò il tutto sul muro di fronte a sé (rischiando tra l’altro di sporcare la capigliatura setosa e ordinata di Neji, che sedeva di fronte a lui).
Choji si affrettò a dare delle poderose pacche sulla schiena dell’amico, ottenendo come unico risultato quello di lasciargli dei lividi che sarebbero durati per settimane.
Neji, dal canto suo, mantenne un atteggiamento composto e lanciò uno sguardo gelido prima a Shikamaru, per aver attentato ai suoi capelli, poi uno indecifrabile a Sai, quindi incrociò le braccia sul petto e si chiuse in un silenzio oltraggiato, come se non si dovessero domandare certe cose a uno del suo livello.
Accanto a lui sedeva Rock Lee, che nel corso della serata aveva messo le mani, non si sa bene come e certamente senza rendersi conto di quanto faceva, su un bicchiere quasi vuoto di sakè,  abbandonato da un già brillo Kiba, e aveva bevuto un goccio soltanto prima che Neji glielo strappasse di mano. Quando Sai pose la fatidica domanda, si stava dondolando sulla sedia con un’espressione beata sul volto, e sentendo quelle parole cadde con tale fracasso da attirare gli sguardi delle tavolate vicine.
- Ma è ovvio! - saltò su Naruto, l’unico a non accorgersi della potenziale pericolosità della questione – La più carina è Sakura-chan, no? –
Lee, rimessosi in piedi a fatica, si inginocchiò sulla sedia e annuì con vigore.
- Scertamente! Sciakura-scian è la più cariiinaaaaaa---waah! –  urlò, e crollò nuovamente a terra.
Kiba scoppiò a ridere, con la sua risata che sembrava un latrato, e buttò giù un altro bicchiere.
- Sì,Sakura. – ripeté, scettico. - Come no. -
Naruto aggrottò le sopracciglia e contrasse la bocca in una smorfia indignata.
- Ehi! Cos’hai contro Sakura-chan?! –
- Giààààh! – gli fece eco Lee, riottoso, da sotto il tavolo, dove si era abbandonato supino.
- Io? – sghignazzò Kiba, alticcio – Naah, nulla. –
Fece per versarsi l’ennesimo bicchiere, ma Choji ebbe il buonsenso di toglierglielo di mano. Kiba emise un piccolo ringhio, sostenuto da Akamaru, che stava accucciato ai suoi piedi. Senza più nulla che incanalasse il suo interesse, decise di concentrare la poca attenzione che gli rimaneva nella conversazione.
- Però… beh, non è certo una reginetta di bellezza, o sbaglio? Com’è che la chiamavano, fino a pochi anni fa…?-
- “Fronte spaziosa”. – sbuffò Shikamaru – Ino lo avrà ripetuto almeno mille volte…-
Choji annuì in conferma e ridacchiò.
Naruto, ormai deciso a proteggere l’onore della sua amata a spada tratta, si gettò con foga in sua difesa.
- Tsk! Sakura-chan è molto più carina della vostra Ino! –
Shikamaru poggiò il bicchiere sul tavolo e sospirò.
- Ma cosa c’entra questo, ora…? -
- Beh, Ino ha un suo perché…- fece Kiba, sovrappensiero, come se stesse cercando di rievocare nella sua memoria le figure delle due ragazze per confrontarle. Evidentemente lo sforzo, sommato all’effetto dell’alcol, fu troppo grande, perché si portò le mani alle tempie.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò davanti i due sguardi identici e inquisitori di Choji e Shikamaru.
- Cosa c’è?- sbottò Kiba, innervosito per il mal di testa – “L’istinto del fratellone” si risveglia? Non ho detto niente di male! -
Tra l’alcol, la stanchezza e il nervosismo, nessuno dei tre sembrava intenzionato ad abbandonare la questione.
Solo l’intervento di Neji riuscì a calmare la tensione.
- Buoni.- disse, con un tono duro che sembrava più un ordine che un invito.
Choji affondò il viso in un piatto di ramen, senza staccare gli occhi da Kiba. Shikamaru si obbligò a spostare lo sguardo fosco su un graffio inciso nel legno del tavolo, per focalizzare la sua attenzione su qualcosa che non fosse pestare a sangue Kiba Inuzuka.
- Dai, non reagite così! – esclamò Naruto, apprensivo – Non vale la pena di litigare per una cosa del genere…-
Sei paia di occhi – anzi, quattro, visto che Lee giaceva ancora per terra (intonando tra l’altro un’antiquata canzone da osteria) e che Sai osservava con moderato interesse tutti i presenti, come uno scienziato di fronte agli effetti del suo ultimo esperimento.- si voltarono a fulminarlo.
- E tu cosa stavi per fare per Sakura, pochi minuti fa? – domandò Shikamaru, accusatorio.
Naruto si strinse nelle spalle, come per sminuire la faccenda.
- Ma il tuo caso è diverso! Insomma, lo sanno tutti che esci con Temari, no? -
Altro che domanda-bomba di Sai.
Questa volta, fu Naruto a gettare una granata nel bel mezzo del tavolo, che si spezzò in mille schegge e colpì in pieno la calma precaria che regnava trai compagni.
Dopo alcuni istanti di glaciale silenzio, Shikamaru aprì lentamente bocca, per poi richiuderla e riaprirla un paio di volte, come un pesce fuor d’acqua. Cercò le parole giuste, escludendo una serie di insulti all’indirizzo di Naruto e le parole per attivare la Kagemane no Jutsu per fare piazza pulita e metter  fine alle voci che lo affibbiavano a quella mendekouze della Sabbia, quindi tirò un profondo respiro, chiamò a sé il suo proverbiale Q.I. e sibilò, con la bocca secca e una vena pulsante sulla fronte:
- …io.che.cosa? -
Naruto annuì convinto con il capo e svuotò la ciotola di ramen.
- Tu e Temari, ovviamente. Me la ricordo ancora quella volta che vi ho sorpreso insieme, sai?-
- Davvero?! – saltò su Kiba, con rinnovato interesse – E che facevano?! –
Naruto si fermò per un istante con la ciotola a mezz’aria e rifletté.
- Camminavano. -
Kiba lo guardò incredulo e si accasciò sul tavolo.
- Tutto qui?! E io che immaginavo chissà cosa…! Mi deludi, Shikamaru! -
Il diretto interessato gli lanciò un’occhiata tanto cupa da fargli venire i brividi.
- Però, però!- insistette Naruto, con foga – Camminavano, sì… ma vicini!-
- Questo perché ancora non riesco a parlare con una persona da metri di distanza… ma stai pur certo che quando lo imparo lo metto in pratica subito. – ribatté Shikamaru, acido – Con te, ad esempio. -
- Sìììì, certo! - esclamò Naruto, sornione – Però potevate addurre una scusa più credibile! “E’ per l’esame chunin”… sì, sì, come no! –
- Naruto… guarda che il motivo è davvero l’esame chunin! – esclamò Shikamaru, sempre più disperato.
- Temari è quella ragazza di Suna? – domandò ingenuamente Sai, perplesso.
- Sì, la bionda. – confermò Choji. Poi si voltò a guardare Shikamaru – Non devi prendertela tanto, dai! In fondo Temari è carina, no? –
- Però è più grande di noi, o sbaglio?- domandò Kiba – Dubito che possa essere interessata a un moccioso come il nostro Shikamaru. –
Shikamaru si strinse nelle spalle, come se la faccenda non lo riguardasse.
- E’ più grande di noi… ed è già jonin, vero? - intervenne Neji, sovrappensiero.
- Possibile che pensi sempre e solo al lavoro, Neji? – disse Kiba, puntandogli contro un dito accusatore.
- Non è colpa mia se parlo solo di cose serie e non mi abbandono a discorsi superficiali. – nel dire l’ultima parola lanciò uno sguardo eloquente a tutti i presenti.
- Ehi, parlare di ragazze non è superficiale! – obbiettò Kiba, offeso. – E’ una sana discussione tra uomini! – poi aggrottò le sopracciglia e squadrò con sospetto Neji. – Ehi, non sarai mica dell’altra sponda, tu…? -
- Assolutamente no! - ribatté subito Neji, oltraggiato.
- No, non lo è…! – confermò Lee, riemerso momentaneamente da sotto il tavolo – Tenten-chan una volta ha detto “Neji è troppo carino per esserlo”! Quindi, se lo dice lei, ci credo! –
- … immagino che io non dovrei sapere di questa confidenza, o sbaglio? – domandò Neji, osservando dall’alto il compagno di team, con una punta di disgusto.
Lee strabuzzò gli occhi e si lasciò crollare a terra con un lamento afflitto.
- Nooo, non dovevo dirlo! Mi è scappato! – si posò un dito sul mento, aggrottando le sopraciglia – Eppure ero certo di averlo solo pensato… -
- Langui nella tua sbornia e taci! – gli ordinò Neji, secco, perdendo l’ultimo briciolo di pazienza che gli rimaneva. I bofonchi di Lee si spensero in un borbottare offeso, fino a che non si addormentò, di lì a pochi secondi.
- E così… - riprese Kiba, ciarliero – Il nostro Neji fa strage di cuori, eh? –
Naruto e Choji ridacchiarono, accompagnati dal sorriso incerto di Sai, che cercava di seguire la conversazione come meglio poteva.
- Fatti gli affari tuoi, Inuzuka. – lo liquidò secco Neji, con un’occhiata fredda.
- Uuuh, mi chiama per cognome!- esclamò Kiba, fingendo di tremare – Che paura! –
- Dai, non prenderlo in giro, Kiba!- disse Choji, conciliante come sempre – Se non ne vuole parlare, non bisogna costringerlo. –
- Ah, è così? – Shikamaru gli tirò una gomitata nel fianco – E prima, quando costringevano me, perché non hai fatto nulla, eh? –
Choji si tappò la bocca affondandola nel bicchiere.
- Forse perché tu non sei pericoloso per l’incolumità di chi ti disturba ? – suggerì Sai.
Tutti si girarono a guardarlo e lui, con tanta attenzione concentrata su di sé, alzò entrambe le mani davanti a sé come per proteggersi.
- Scusate, non volevo…-
Shikamaru si lasciò cadere stancamente contro lo schienale.
- Sì, in effetti è vero. -
Neji fece un blando cenno con il capo.
- Mi sembra comprensibile. -
L’unico a non capire quanto potesse essere pericolosa una reazione dello Hyuga fu Naruto.
Con un sorriso enorme stampato in faccia, saltò su e disse – Beh, tanto l’ho già battuto una volta, no? Sconfiggerlo ancora sarebbe una passeggiata! –
Prima che la situazione degenerasse e l’orgoglio ferito di Neji prendesse il sopravvento, Kiba intervenne a salvare la serata.
- Sì, ma se Neji è intoccabile, allora di che si parla? -
- Di ragazze, come prima. – disse Naruto, con l’aria di chi la sa lunga. – Come dicevo prima, Sakura-chan è davvero la più…!-
-…a pensarci bene, neanche Tenten è tanto male, no? - lo interruppe Kiba. Se sentiva ancora una parola su “quanto fosse bella Sakura-chan” rischiava di dar fuori di matto.
- Per te sono tutte carine, Kiba. – gli fece notare Shikamaru.
- E allora? Diciamo che ho un’idea della bellezza molto flessibile e adattabile! –
- Oh, di sicuro non sei uno che si fissa canoni rigidi in fatto di ragazze. – Shikamaru incrociò le braccia dietro alla nuca – Come si dice… basta che abbiano due braccia e due gambe, eh? –
Sai si fece pensoso.
- Eppure… - disse, piano - …mi ero convinto che Kiba fosse una persona cortese nei confronti del gentil sesso. -
- E lo sono! – esclamò il diretto interessato, fingendosi offeso.
- No, non lo è. – lo contraddisse subito Shikamaru. – A meno che stare a guardare solo l’aspetto fisico delle ragazze sia sinonimo di galanteria e gentilezza… -
Kiba sbuffò.
- Proprio tu parli! –
- Io cosa? -
- Tu e tutte le tue ragazze! Stai diventando peggio del Sasuke dei tempi d’oro. – Kiba si sporse sul tavolo, fino a fissare Shikamaru negli occhi. – Temari sa che la tradisci, Shikamaru? –
Le sopracciglia di Shikamaru schizzarono verso l’alto in un’espressione di stupore assoluto.
- Eeeh?! - esclamò – Ma di cosa diavolo stai parlando?! -
Kiba puntò un dito verso Naruto.
- Chiedilo a lui. -
Naruto, in quel momento, avrebbe tanto desiderato di venire inghiottito dal pavimento. O di venire assalito da uno dell’Akatsuki, o da tutta l’Akatsuki intera, addirittura. Qualunque cosa, pur di non restare un secondo di più sotto lo sguardo assassino del suo presunto amico Shikamaru Nara.
- E-ecco… be’, insomma… te lo ricordi… te lo ricordi quando… noi …decrip… -
- Se parli come un essere umano normale in una lingua comprensibile forse posso sforzarmi di ricordare. -
Naruto deglutì.
- Va bene… allora. Ricordi la sezione di decriptazione di Konoha? Non so, sono tante persone, forse non te lo ricord… -
- … ricordo. – lo lapidò Shikamaru – Va’ avanti. –
- E-ecco… c’era… una ragazza… che…-
- …che ti moriva dietro, per quanto ne dice lui. – completò Choji.
Shikamaru gli rivolse uno sguardo oltraggiato.
-  Anche tu sapevi di queste voci…?! -
Choji annuì timidamente e mormorò - Scusa…-
Shikamaru si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi.
- Quale… quale ragazza? – balbettò infine, al limite della sopportazione.
- Non ricordo come si chiama… però ha i capelli rossi… e due occhiali così – fece il disegno di due cerchi attorno ai suoi occhi.
- Shiho-san…- sospirò Shikamaru, comprendendo – Si chiama Shiho… e tra noi non c’è nulla. –
- Ma se ti muore dietro! - obbiettò Kiba.
- Non è affatto vero! –
- Sì che è vero! – insistette Naruto. – Sakura-chan ha detto così, vuoi forse contraddirla?! –
Shikamaru sospirò a lungo per calmarsi.
- Comunque sia, non sto tradendo nessuno con nessuno, va bene? Fine della questione. – disse, con tono che non ammette repliche – Tornate a denigrare Kiba e lasciatemi in pace. –
Il suo invito venne accettato più che volentieri.
- Oh, giusto! – esclamò Naruto, con entusiasmo – Mr. Galanteria! -
- Guarda che sono tutte calunnie…! – si difese Kiba.
Sai, improvvisamente, si batté un pugno sul palmo aperto dell’altra mano.
- Ora ricordo! – esclamò, illuminato – Perché pensavo che Kiba fosse gentile con le ragazze, mentre in realtà è un mostro senza cuore che prima le seduce e poi le abbandona! -
- Guarda che nessuno ha detto questo… -
Sai si strinse nelle spalle.
- Oh, beh. Più o meno il succo era questo. Comunque, con la tua compagna di squadra ti comporti con gentilezza, o sbaglio? –
Kiba rimase per qualche secondo a boccheggiare, interdetto.
- Ma chi? Parli di Hinata? – Naruto fece scorrere lo sguardo da Sai, a Kiba, e poi di nuovo a Sai. – Ma sai che forse hai ragione…?! -
Shikamaru alzò gli occhi su Kiba.
- Cosa dice l’imputato? -
- Dico che non c’entra niente! – esclamò l’Inuzuka – Insomma, con Hinata mi comporto bene… ma è naturale! –
- “Naturale” perché…? - domandò Shikamaru – Perché è una tua compagna di squadra? Io con Ino non sento nessun bisogno di essere gentile. –
- Sì, infatti tu sei un misogino schifoso. – sibilò Kiba. – Cosa c’entra la squadra… è solo che… Hinata è così… così… -
- Fragile? – suggerì Neji. I suoi occhi chiari si fissarono su Kiba e lo studiarono. – Delicata? Bisognosa di aiuto? –
Il tono indagatore di Neji mise a disagio l’Inuzuka, che tentennò nella risposta.
- Beh, sì… cioè, no! Insomma… -
- Anche lei è carina? – domandò Sai – Giusto per sapere. – aggiunse poi, davanti agli sguardi sospettosi dei compagni.
- Beh, insomma… - Kiba non sembrava in grado di dare una risposta di senso compiuto. – Cioè… -
- Quindi, credi che Hinata-sama non sia carina? – inquisì Neji.
- Ma come, Kiba? – intervenne Naruto – Anche lei è carina, no? Non come Sakura-chan, certo… però…-
- Ok, ok, è carina anche lei! – saltò su Kiba – Lo penso, va bene? Fine. –
- Ehi, non c’è bisogno di scaldarsi tanto…- mormorò Shikamaru, sospettoso.
In quel momento Shino, che non aveva aperto bocca per tutta la sera, si alzò dalla sedia.
- Ehi, dove stai andando? – gli domandò Kiba, felice di avere una scusa per sviare il discorso.
Shino si girò a guardarlo attraverso le lenti scure.
- A casa. Questa serata mi ha rotto. -
- Ma sono solo le dieci e mezza! – protestò Naruto.
Shino gli lanciò un’occhiata indecifrabile e si avviò verso l’uscita.
- Come al solito, quello non mi ascolta mai…- bofonchiò Naruto a mezza voce.
- Vado anch’io. – disse Neji, alzandosi.
- Di già? – domandò Kiba, sbuffando.
- Sì. Temo di dover accompagnare Lee a casa. – indicò ai suoi piedi, dove Lee sonnecchiava beato.
Kiba, con un sorrisetto diabolico, fece un cenno ad Akamaru.
- Sveglialo tu, bello. -
Il cane abbaiò e si avvicinò al dormiente. Aprì la bocca colossale, costellata da una miriade di fauci grandi come stalattiti, tirò fuori la lingua e con un’unica, viscida leccata lavò il viso di Lee.
Kiba scoppiò a ridere, seguito a ruota da Naruto, Choji e Shikamaru e dal sorrisetto incerto di Sai.
Neji, invece, trovò la situazione ben poco comica, perché non appena aprì gli occhi, Lee diede libero sfogo ai conati di vomito nel punto esatto in cui un attimo prima c’erano i piedi del compagno.
- Andiamo. – ordinò Neji, burbero, e trascinò un barcollante Lee oltre la soglia.
- Va bene, gente, la festa è finita! - proclamò Kiba, recuperando la giacca di pelle che aveva abbandonato sullo schienale della sedia.
- Ma come?! – protestò Naruto.
- Abbiamo mangiato, bevuto e preso in giro tutti. – disse Shikamaru – E io ho un certo sonno. Quindi ci si vede in giro, ok? –
Choji gli si accodò e, dopo aver afferrato e ingoiato un ultimo pezzo di carne avanzato, uscì insieme a Shikamaru.
- Si và, Akamaru! – Kiba saltò sul dorso del suo cane, fece un cenno di saluto e si allontanò al galoppo.
- Kibaaa! - gli urlò dietro Naruto, afflitto – Ragazzi! -
Sbuffò, affondò le mani nelle tasche e guardò Sai. Quest’ultimo ricambiò l’occhiata con uno dei suoi sorrisi di circostanza.
- E’ stata una bella serata, no? -
Naruto si strinse nelle spalle.
- Però nessuno è stato in grado di rispondere alla mia domanda. – notò Sai, un po’ deluso.
Osservò Naruto con il capo inclinato, in attesa di risposta, che non ottenne.
- Oh, be’. Ci vediamo domani, allora. –  
Salutò e uscì dal locale, la pelle pallida che risplendeva nella notte.
Naruto rimase ancora al tavolo a domandarsi come aveva fatto a rovinare quella serata.
Quando, parecchi minuti più tardi, fece per andarsene e il gestore gli fece gentilmente notare che nessuno aveva pagato il sostanzioso conto, capì che in fondo poteva andare anche peggio.
Le urla dei Kagebushin di Naruto che fuggivano dai camerieri per le strade buie di Konoha rimasero leggenda per i secoli a venire.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

  
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