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Autore: ste87    27/03/2011    10 recensioni
Questa è la mia prima ff in assoluto!! siate buone!cosa sarebbe successo se dopo il bacio che Bella da a Jacob in Eclipse, Edward avesse reagito in maniera totalmente diversa da come ci ha proposto la Meyer?e se Edward e Bella si lasciassero? scordatevi tutto quello che succede dopo eclipse! si ritroveranno? il loro amore è così forte da poter sopravvivere a tutto? lo scopriremo strada facendo.. intanto spero di avervi incuriosito!dal prologo: Il cancello all’ingresso del campus mi metteva di fronte ad una realtà che avrei dovuto sostenere da li a breve. Era come se ci fosse scritto BENVENUTA ISABELLA SWAN!
Era il cancello della“DARTMOUTH UNIVERSITY”.Sapevo che varcato quello sarebbe cominciata la mia nuova vita.Mi sarei dovuta lasciare tutto alle spalle per il mio bene perché continuare a soffrire non mi avrebbe certo riportato lui.
Scossi la testa cercando di rimanere con la mente al presente ma irrimediabilmente ecco passarmi davanti tutti i mesi appena strascorsi..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Buona lettura!

Capitolo 19
 
-ti senti bene?- chiese subito EJ tornando al mio fianco. Cercai di riprendermi alla svelta per non farlo insospettire e per evitare che si riprendesse il foglio delle dimissioni e mi costringesse a rimanere in ospedale.
-si..si, sto bene..- squadrò per bene il mio viso e accennai un sorriso per fargli vedere che era tutto a posto.
-per un attimo ti ho visto bianca come un lenzuolo. Sei sicura che sia tutto a posto?-
-si, si sto bene. Scusa se te lo chiedo di nuovo ma.. come hai detto che fai di cognome? Penso di non aver capito bene..- forse le mie orecchie avevano fatto cilecca.
-io sono il dottor Masen- strizzai gli occhi non appena udii di nuovo quella parola. Allora non avevo sentito male. Si chiamava veramente Masen! Aveva lo stesso cognome di Edward! Possibile che fosse solo una coincidenza? Quanti Masen c’erano in giro per il mondo? Così tanti da trovarne due nello stesso posto? Non sapevo cosa pensare.
-ok, grazie sei stato gentilissimo..- mi guardò assottigliando gli occhi cercando di capire se stessi mentendo. Sembrò tranquillizzarsi e dopo avermi fatto ripetere ancora una volta che stavo bene e che non c’era nulla di cui preoccuparsi uscì dalla stanza. Restai un attimo attonita a pensare a quello che avevo appena sentito, fino a che una raggiante Ally entrò nella stanza felice di vedermi.
-oh Bella! Come stai? Mi hai fatto preoccupare tantissimo!- disse mentre mi abbracciava stretta a se.
-sto meglio adesso grazie.. piuttosto mi dispiace di averti fatto preoccupare- si sedette sul letto vicino alle mie gambe.
-puoi dirlo forte! Mi hai fatto prendere un colpo quando ti ho visto a terra con la faccia piena di sangue, ho pensato subito che per vendicarsi della tua scenata, Edward ti avesse tramortito con una pietra! Ma per fortuna mi ha spiegato come sono andate le cose..-
-e cosa ti ha detto?- dissi con la voce leggermente incrinata
-che stavate parlando e che all’improvviso ti sei accasciata a terra e hai vomitato tutto l’alcool che avevi bevuto, solo che sei svenuta e hai sbattuto la testa su una pietra . Quando sono arrivata lui era accasciato su di te e stava per prenderti in braccio per portarti in ospedale..- cercai di fare dei bei respiri profondi visto che il ricordo della nostra chiacchierata mi stava facendo agitare.
-quindi è..è stato lui a portarmi qui?-
-si, ti abbiamo caricato nella sua macchina e insieme siamo venuti qui..ti ha lasciato nel pronto soccorso e poi è andato subito via-
-bene- dissi annuendo con la testa
-Bella vuoi dirmi cosa è successo? Lui sembrava sconvolto e non penso sia solo dovuto al fatto che stessi male- cosa dovevo fare adesso? Ero sicura che dirlo ad alta voce avrebbe fatto ancora più male. Ma confidarmi con Ally mi aveva sempre fatto sentire meglio e forse era giusto che sapesse anche questo. Dopotutto non sarei riuscita a mascherare il dispiacere che provavo dentro.
-finalmente sono riuscita a confessargli quello che provo.  Sarà stato tutto il Punch che avevo bevuto, o forse la scena di Edward e Sara che si baciavano in quel modo a farmi morire di gelosia e a farmi trovare il coraggio.. così gliel’ho detto!-
-brava Bella! Sono fiera di te! Dovevi vedere che scena! Per poco non la prendevi a pugni quella strega.. e lui cosa ti ha detto? Come l’ha presa?-
-lui mi ha respinto..- dissi in un sospiro sentendo il labbro inferiore tremare. Ally mi guardò e il sorriso che aveva sulle labbra si spense nel sentire le mie parole.
-Dio Bella! Quanto mi dispiace!- mi venne di nuovo a fianco e mi abbracciò. Non mi ero accorta di essermi messa a piangere e la mia amica mi cullò mentre i singhiozzi mi scuotevano il petto. Restammo abbracciate per un po’ fino a che non l’allontanai.
-grazie Ally- le dissi prendendole una mano.
-e per cosa?-
-perché mi sei vicina, e perché mi sopporti quando non faccio altro che lamentarmi di quanto la mia vita faccia schifo.. sei una vera amica.. grazie- non disse niente ma si avvicinò a prendermi il viso tra le mani e ad asciugare le ultime lacrime.
-non devi ringraziarmi. Lo faccio con il cuore! Ti voglio bene Bella, e mi dispiace vederti soffrire, sapevo quanto fosse importante per te riprenderti l’uomo che ami. Ed essere respinte non è mai una bella sensazione, anche se l’uomo in questione andrebbe preso a calci nel sedere per averti respinto! Ma lo sa cosa si sta perdendo?-
Risi senza entusiasmo alle sue parole – una piagnucolona senza spina dorsale?-
-no.. si sta perdendo una ragazza fantastica! Una ragazza che ha imparato dai suoi errori ed che è cresciuta grazie a questi. Una ragazza che insegue la sua felicità e che non vuole altro dalla vita che essere ricambiata dall’uomo che ama!-
Mi sentii lusingata nel sentire quelle parole. Dunque era questo quello che Ally pensava di me?  l’abbracciai di slancio non sapendo cosa dire. La parola “grazie” a quel punto mi sembrava superflua.

Mi aiutò a rivestirmi e una volta recuperate le mie cose ci dirigemmo all’ingresso dell’ospedale. Erano le 3 e mezza del mattino e speravamo di trovare un taxi libero che ci accompagnasse di nuovo al campus. Ma non appena mettemmo piede fuori la prima cosa che notammo fu la macchina gialla di Alice!
-finalmente! Ce ne avete messo di tempo! Bella come ti senti?- venne ad abbracciarmi mentre Ally si avvicinò alla macchina.
-sto bene Alice grazie..- sussurrai al suo orecchio
-mi dispiace per quello che è successo. Non sono riuscita ad arrivare in tempo dalla caccia..- la scostai per guardarla negli occhi
-non preoccuparti, tanto non avresti potuto fare niente lo stesso. Ormai mi ha detto che non mi vuole più, non è servito a niente combattere per questo amore..- dissi intristendomi all’istante.
-una soluzione si trova sempre! E tu hai fatto bene a dirglielo, l’ho visto abbastanza scosso quando è tornato a casa. Non disperare, vedrai che prima o poi capirà che sei tu quella che vuole..- scossi il capo alle sue parole.
-no Alice, no! Non posso illudermi ancora una volta. Fa troppo male..fa troppo male!-
-ei voi due? Vi decidete ad entrare in macchina? Sto congelando!- ci urlò Ally per richiamare la nostra attenzione. In effetti stavo battendo i denti anche io.

Alice non aggiunse altro e io mi limitai a salire in macchina. Ci scambiammo poche parole  giusto quel poco per tranquillizzare Ally.
Una volta al campus salutammo Alice e ci dirigemmo alle nostre stanze. Il custode non gradì essere disturbato a quell’ora della notte, ma capì la situazione e ci fece entrare senza dire niente. Davanti alle nostre stanze, Ally mi chiese se mi servisse qualcosa e dopo averla tranquillizzata che con una sbornia e uno svenimento non si rischia la vita, entrai in camera mia e mi distesi nel letto.

Avevo un po’ male alla testa e i punti in fronte mi tiravano la pelle provocandomi fastidio. Andai in bagno a sciacquarmi la faccia e a lavarmi i denti. Quando mi guardai allo specchio la grande benda bianca faceva bella mostra di se sopra l’occhio destro. In viso ero pallida ma sfido chiunque ad avere le gote rosse dopo una lavanda gastrica! Nonostante l’ora decisi di fare una doccia per levare di dosso l’odore nauseante dell’alcool e del vomito. Feci attenzione a non bagnare la garza e dopo 10 minuti ero già stesa al caldo nel letto. Non volevo pensare a niente. Volevo chiudere tutti i problemi dietro la porta della mia stanza. Non dovevo preoccuparmi di quello che sarebbe successo domani e neanche il giorno dopo ancora. Dovevo andare avanti con la mia vita. E nella mia vita non c’era più posto per Edward. Ormai non mi rimaneva altro che accettare di averlo perso e la prima cosa che dovevo fare era smetterla di pensarlo. Facile a dirlo ma complicatissimo da mettere in pratica! Ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo il suo viso e la sua espressione di sorpresa quando gli dissi che ancora l’amavo.

Un’altra cosa che non riuscivo a smettere di pensare era l’incontro di questa sera con EJ! Non potevo credere che ci fosse qualche connessione con Edward. Era impossibile che in qualche modo fossero parenti. Da quel poco che mi aveva raccontato Edward sapevo solo che la sua famiglia abitava a Chicago e che l’influenza spagnola se li portò via tutti. Ma a pensarci bene non avevamo mai parlato di parenti, cugini, zii, nonni.. non mi aveva detto niente! E se fosse stato veramente un suo parente? C’era davvero la possibilità per Edward di ritrovare un membro della sua famiglia dopo così tanti anni? Non sapevo cosa pensare e la testa mi faceva un male cane. Provai a rilassarmi e a chiudere gli occhi. Ma prima di riuscire a prendere sonno mi feci una promessa. L’avrei scoperto. Avrei scoperto la verità..
 
********************

“più cerchi di evitare una persona e più quella persona ti si presenta davanti” Sapevo dell’esistenza di quella frase ma non mi ero mai trovata ad affrontare una situazione del genere. Questo fino a che la persona in questione non diventò Edward!
Nei giorni successivi  “all’incidente” evitai accuratamente di vederlo e di incrociarlo in corridoio. Anche la mensa era diventata un posto offlimits per me.
 
Ma puntualmente me lo ritrovavo sempre davanti! Era buffa come situazione.. fino a una settimana fa avrei fatto qualsiasi cosa perché mi capitasse di vederlo sempre. E invece ora facevo di tutto per non incontrarlo. Ma la stessa scuola,  gli stessi insegnanti, lo stesso corso serale e il fatto che frequentassi sua sorella non mi rendevano di certo le cose facili.
E così dalla nostra ultima conversazione cominciai ad uscire sempre di meno e nelle ore universitarie provavo a mimetizzarmi il più possibile con la tappezzeria della scuola per passare inosservata! Le ragazze sembravano averlo capito che era lui il vero motivo per il quale mi escludevo dal mondo e non me lo facevano pesare. I miei propositi di non pensarlo più si verificarono tutti nulli! Praticamente l’unica cosa che facevo era pensarlo!

E come ogni volta che c’era cambio d’aula tra una lezione e l’altra, anche questa volta riuscii a scorgerlo nel corridoio..
Cercai di sfuggire al suo sguardo mentre con la solita goffaggine e i libri in mano mi spostavo verso la direzione opposta alla sua. Percorsi qualche metro con la testa bassa ma la sensazione di essere osservata da lui non mi abbandonava.
Speravo tanto che quella tortura finisse al più presto e che lui fosse più veloce di me a percorrere il corridoio. Rimasi con la testa bassa talmente a lungo che non mi accorsi della colonna in pietra posta proprio davanti al mio cammino! Chi l’aveva messa lì? C’era sempre stata? O era forse una punizione divina per la mia stupidità?
Tutti i libri che tenevo in mano caddero inevitabilmente a terra e anche io li seguii affondando con il mio fondoschiena sulle mattonelle lisce.
Mi sentivo osservata, tuttavia nessuno mi si avvicinò. Ringraziai il cielo per questo. Le guance rosse che mi coloravano il viso sarebbero state troppo imbarazzanti da trattenere. Cercai di raccogliere il più velocemente possibile tutto il materiale che si era sparso a terra quando un mano afferrò un libro e me lo porse. Non c’era bisogno che alzassi la testa per capire a chi appartenesse quella mano bianca e delicata. E la sua voce poco dopo non fece altro che confermare quello che più temevo.
-tieni.. ti aiuto a raccogliere il resto- sentire la sua voce mi fece oltrepassare il corpo da mille brividi. Accettai il libro che mi stava porgendo con mano tremante.
-non serve che mi aiuti, ce la faccio da sola.. grazie..-dissi in un sussurro.
Non mi ascoltò e raccolse la mia roba in silenzio e lo stesso feci io.
Mi alzai da terra e lo seguii con lo sguardo mentre con la mano sistemava la ciocca ribelle dei capelli che gli era scivolata in avanti per via della posizione inclinata. Ed io avvampai! Poteva evitare di essere così tremendamente sexy anche adesso che avevamo litigato! Abbassai gli occhi per evitare il suo sguardo.
-pensi di farcela ad arrivare in classe se stai sempre con gli occhi piantati al suolo?- disse con tono quasi scherzoso. Punta nel vivo da quelle parole rialzai subito la testa per fronteggiarlo.
-si grazie.. riesco perfettamente a raggiungere l’aula! Anzi ci vado subito così evito di trattenerti oltre..- dissi un po’ risentita mentre prendevo dalle sue mani i libri che gentilmente aveva raccolto.
- Bella aspetta.. volevo dirti una cosa- mi bloccò prima che potessi scappare. Non volevo parlare con lui. Non volevo sentire altre parole di rifiutato uscire dalla sua bocca. Non l’avrei sopportato! Già trovarmi di fronte a lui non rendeva le cose semplici.
-sono in ritardo devo andare..-
-Bella io..- lo bloccai prima che potesse concludere la frase. Avevo una paura tremenda di quello che poteva dirmi.
-non preoccuparti Edward va bene così.. non mi vuoi! L’ho accettato sai? Ormai ti sei rifatto una vita con Sara e meriti di stare con una persona che reputi alla tua altezza. Io ormai faccio parte del passato.- non sapevo da dove mi erano uscite quelle parole! Da dove veniva fuori tutta quella forza? Forse la paura di essere respinta ancora una volta e di conseguenza soffrire mi avevano reso più combattiva. Forse il mio subconscio non voleva più soffrire ed era come se si fosse costruito una fortezza per respingere tutti gli attacchi del nemico. Tuttavia non riuscii a trattenere la fitta allo stomaco che mi provocava dire quelle parole. Lui non sarebbe mai appartenuto al mio passato.
-in questi giorni volevo avvicinarmi per chiederti come stavi.. porti ancora la benda sull’occhio- disse ora quasi triste.
-già.. dovrò togliere i punti questo pomeriggio. Comunque sto bene, non serve che ti preoccupi- mi guardai intorno e vidi che ormai non c’era più nessuno in giro. Fantastico! Adesso avrei dovuto beccarmi anche un’occhiataccia da parte del professor Klint!
-vado adesso..- dissi voltandomi. Vidi con la coda dell’occhio Edward provare ad afferrare il mio braccio, ma non mi fermai. Continuai a camminare spedita verso la prossima lezione. Sospirai forte non appena fui fuori dal suo raggio visivo. L’agitazione che prima sembrava sparita tornò prepotente facendomi sentire il cuore in gola. Mi aveva parlato! Si era avvicinato! Ma non capiva che così facendo mi faceva solo del male? Non volevo la sua amicizia o la sua compassione.. io volevo il suo amore cavolo! E dovevo comportarmi come poco fa se non volevo soffrire ancora. Avrei dovuto giocare d’anticipo! Prevedere le sue mosse per non permettergli di farmi ancora del male. Adesso lui era felice con Sara.. perché non mi lasciava in pace? Anche se quando lo vedevo una parte di me era felice, l’altra si logorava solamente! 

Trascorsi il resto delle lezioni a pensare al suo comportamento, e al fatto che si fosse avvicinato per parlare con me. Non mi erano sfuggite le sue occhiate in quei 5 giorni, ma io provavo sempre a nascondermi quando lo vedevo. Che volesse dirmi qualcosa sulla nostra storia? Che anche lui avesse capito di amarmi ancora?
No! Non poteva essere.. scossi la testa in contemporanea con i miei pensieri. Stava con Sara, perché continuava a stare con lei se si fosse accorto di amare me? In quei giorni l’avevo visto tante volte in sua compagnia, se fosse stato vero l’avrebbe lasciata no? Invece continuava a starci insieme!
Era meglio smetterla di pensare a quelle cose! Mi facevano venire solo dei forti mal di testa!

La pausa pranzo arrivò in un battibaleno e come al solito c’era Ally ad aspettarmi all’uscita dell’ultima lezione.
-come va? Che hai fatto di bello oggi?- l’affiancai e insieme ci dirigemmo verso la mensa
-pff le solite cose.. ho seguito una lezione sugli scrittori Italiani molto interessante, ho fatto una buona impressione al professor Brown parlando delle opere di Emily Bronte, ho parlato con Edward, ho fatto tardi ad una lezione e non so dove prendere delle informazioni su un certo William Butler Yats! Tu lo conosci?-
-aspetta, aspetta frena!!! Hai detto di aver parlato con Edward? Ma se è tutta la settimana che cerchi di evitarlo?- disse guardandomi alzando un sopracciglio
-di tutte le cose che ti ho raccontato hai colto solo la parte in cui ti ho detto di aver parlato con Edward?- lei mi guardò con uno sguardo strano come per dire “certo miss ovvietà”
- e poi non è una settimana che cerco di evitarlo.. sono 5 giorni! Comunque mi si è avvicinato lui. Io come al solito ho provato a schivarlo ma grazie ad una mia memorabile performance me lo sono ritrovato davanti!-
- cosa hai fatto questa volta sentiamo!- disse trattenendo le risate
-mi sono schiantata su una colonna cadendo a terra e cospargendo il pavimento dei miei libri! Lui ha visto tutta la scena ed ovviamente è venuto in mio soccorso!-
-Bella sei una sagoma! Solo tu puoi andare a sbattere contro una colonna!- si mise a ridere contagiando anche me. Entrammo in sala mensa e andammo a prendere da mangiare riempiendo i nostri vassoi. Subito dopo ci spostammo verso il solito tavolo. Non mi guardai in giro, non volevo vedere se ci fosse anche lui. Volevo godermi il pranzo con la mia amica e mi sarei alzata di li solo a stomaco pieno!
-allora vuoi dirmi cosa ti ha detto?- chiese Ally impaziente di sapere ogni cosa.
-niente, non mi ha detto niente! Non gli ho dato modo di parlare.. abbiamo raccolto i libri e ci siamo salutati.-
-che vuol dire che non gli hai dato modo di parlare? Fammi capire aspetta.. ti si è avvicinato, ti ha aiutato a raccogliere la tua roba, e stato lui il primo a parlarti e adesso vieni a dirmi che non gli hai dato modo di dirti quello che voleva???-
-si.. è così!-
-andiamo Bella!! Dici sul serio? Non ci posso credere..- disse sbuffando irritata
-beh credici, perché è così!-
-e se si fosse avvicinato per dirti quello che aspetti da mesi? Se avesse voluto recuperare il vostro rapporto? Se avesse voluto avvicinarsi per esserti amico? e se..-
-e se, se se se!!! Basta con i se Ally! Se avesse veramente voluto recuperare il nostro rapporto perché quando gli ho confessato i miei sentimenti non mi ha detto che anche lui provava la stessa cosa per me? Se avesse voluto dirmi che ancora ci tiene perché sta ancora con Sara? Li hai visti anche tu in questa settimana o sbaglio? Stanno ancora insieme.. e.. e io non voglio sentirmi dire che vuole essermi amico! Noi non potremmo mai essere amici! Non voglio avvicinarmi di nuovo a lui sapendo che non può esserci niente tra di noi...-
Mi guardò intensamente negli occhi e annuì.
-si, ma potevi pure lasciarlo parlare, a quest’ora non saremmo qui a farci mille domande e a porci tutti questi interrogativi! Perché non hai voluto sentire le sue parole?-
-non lo capisci? Perché ho paura Ally! Paura di quello che poteva dirmi. Paura di sentirmi dire ancora una volta che non mi ama più. Non riuscirei a sopportarlo.. sono una codarda lo so-
-si lo sei!- disse stupendomi. -lo sei perché parli sempre di quanto lo ami e adesso vieni a dirmi che hai paura?-
-non capisci.. lui mi ha respinto!-
-cosa pretendevi che ti dicesse? In due secondi gli hai detto che lo amavi ancora, come volevi che si comportasse? Non sto dicendo che hai sbagliato a dirglielo ma ..questi mesi non sono stati facili ne per te e ne per lui.. dovevi dargli il tempo di riflettere, di capire cosa vuole!-
-ah adesso sono io che sbaglio? Io gli confesso di amarlo ancora e lui mi dice che non può.. non può cosa? Non può amarmi? Non può accettare quello che gli ho fatto? Non può lasciare Sara?- dissi urlando
-se l’avessi lasciato parlare adesso lo sapremmo!- mi rispose lei altrettanto risoluta.
Stavo per risponderle ma sapevo di non aver null’altro da argomentare e le parole mi morirono in bocca! In qualche modo stavo trovando delle scuse per non parlare con lui.
-scusami Bella.. hai ragione, non avrei dovuto impicciarmi..-
-no..scusami tu per aver alzato la voce. E comunque non devi scusarti di niente! Hai ragione avrei dovuto lasciarlo parlare ma sono troppo fifona!-
-devi cominciare ad affrontarle queste paure Bella!- disse allungando il braccio sul tavolo e prendendomi la mano nella sua – la vita non è eterna! Non puoi aspettare che l’amore della tua vita si presenti davanti a te e ti dica “eccomi, anche io ti amo” dovete avvicinarvi. Dovete instaurare di nuovo un rapporto. Perché ti potresti svegliare una mattina e dire sto buttando la mia vita, accorgerti che avevi una cosa bellissima e la stai perdendo... e allora non puoi, non puoi permetterlo. Non puoi più soffrire in silenzio e vivere una vita vuota e inutile. Perché quando incontri la persona giusta, quella speciale, quella unica, quella che sai che oltre lei nessuna, allora devi fare di tutto per riconquistarla! E tu dovresti cominciare a dare la possibilità alle persone di parlare! Se dovesse ricapitare Bella, lascialo parlare. Nel caso in cui dovesse dirti ancora una volta che non ti ama più almeno saprai con certezza che non sei tu quella che vuole, ti metteresti il cuore in pace e potresti ricominciare a vivere!-
Annuii alle sue parole anche se mi facevano male, ma aveva ragione! Basta scappare! Avrei dovuto avvicinarmi e lasciare che mi dicesse quello che voleva dirmi. Solo così sarei riuscita a capire cosa eravamo noi due e se ci fosse ancora qualcosa a legarci.  

Dopo neanche un minuto arrivò Alice che si accomodò insieme a noi, e dalla porta laterale vidi entrare Edward in compagnia di Sara. Distolsi subito lo sguardo e ringraziai il cielo che fosse arrivato proprio in quel momento e che non avesse ascoltato la nostra conversazione.
-di cosa parlavate?- chiese Alice con l’entusiasmo di sempre riportando la mia attenzione al nostro tavolo
-di quanto Bella sia stupida!- disse Ally con noncuranza
Subito strabuzzai gli occhi e le lanciai una briciola del tramezzino che tenevo in mano – ma la vuoi finire?- le dissi con tono fintamente irritato
-cosa ha combinato questa volta?- disse Alice facendomi l’occhiolino, segno che sapeva già di cosa avessimo parlato.
Non volevo aumentare ancora di più le chiacchiere specialmente ora che Edward era a pochi tavoli di distanza e allora fui io a rispondere.
-niente! Non ho combinato niente.. è Ally che si diverte a prendermi in giro, ne riparliamo dopo!-
-dopo?- chiese Alice –ma non devi andare in ospedale per i punti?-
Si. Quel pomeriggio sarei dovuta andare a togliermi i punti e finalmente speravo di avere qualche risposta su un'altra incognita che in quei giorni non mi aveva lasciato in pace, EJ! Dovevo scoprire il più possibile sul suo passato e sulla sua famiglia per vedere se era tutto riconducibile a Edward! Per questo quando Alice mi propose che fosse suo padre a togliermi i punti io insistii affinché tornassi in ospedale così da poter parlare con lui.  EJ e Carlise lavoravano in due ospedali diversi e non avrei potuto rivederlo.
-si – le risposi annuendo
-sei sicura che non vuoi che ti accompagniamo?- mi chiese Ally
-si Ally ne sono sicura.. e poi ti porterei via troppo tempo, non mi sembra giusto..- in realtà anche se non mi dispiaceva avere compagnia, volevo solo avere la possibilità di parlare tranquillamente con EJ. Finimmo il nostro pranzo chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto vidi Edward alzarsi e dirigersi verso l’uscita. Lo seguii con lo sguardo nonostante mi fossi ripromessa di non farlo più. E ad un tratto si voltò come se sapesse quello che stavo facendo e mi regalò un sorriso. Subito sentii le guance tingersi di rosso ed gli sorrisi a mia volta abbassando lo sguardo dall’imbarazzo.

Dopo poco ci alzammo anche noi e andammo alle rispettive lezioni pomeridiane. Quel giorno non ci stavo con la testa.. continuavo a pensare a Edward e a cosa volesse dirmi stamattina, pensavo alle parole di Ally e al sorriso di Edward in mensa e non potevo fare a meno di constatare che forse aveva ragione lei.
L’ora di andare in ospedale arrivò presto per fortuna e per quanto non mi allettasse sentire i punti strappare avevo una voglia matta di parlare con EJ. Così corsi in camera mia a posare i libri e a prendere la borsa per uscire. E con le chiavi della macchina in mano partii spedita verso l’ospedale.
Arrivai dopo 10 minuti, parcheggiai l’auto e scesi dirigendomi verso l’accettazione. Presi subito il foglio che mi diede EJ e lo consegnai all’infermiera alla scrivania. Mi indicò l’ufficio del dottor Masen e mi disse di attendere il mio turno.
Mi diressi verso la porta del suo ufficio e mi sedetti su una delle sedie messe apposta per i pazienti in attesa. Vicino a me c’era una signora sulla quarantina con un braccio ingessato, immaginai fosse li per togliere il tutore.. così aspettai il mio turno. La donna che era prima di me entrò dopo 10 minuti d’attesa e dall’interno della stanza sentii chiaramente la voce di EJ salutarla. Aspettai che finisse la visita della donna con il respiro affannato. Era vero che non vedevo l’ora di scoprire qualcosa su di lui ma era anche vero che non sapevo da dove cominciare. Non avrei potuto chiedergli subito a bruciapelo “la tua famiglia viene da Chicago per caso?”dovevo trovare un modo per tirare fuori l’argomento senza risultare inopportuna.

Sentii dei rumori provenire da dentro e mi irrigidii quando vidi la porta aprirsi. EJ congedò la donna con parole professionali, raccomandandosi di non sforzare troppo il braccio prima del recupero totale, infatti potei vedere il suo braccio libero dal gesso.
Seguì con gli occhi la donna allontanarsi fino a che non puntò lo sguardo su di me. Gli sorrisi alzandomi dalla sedia andandogli incontro.
-salve.. si ricorda di me?-
-certo che mi ricordo.. Bella.. ma non ti avevo detto di darmi del tu?-
Annuii sorridendo alle sue parole e insieme ci accomodammo all’interno dello studio.
Mi sedetti nella sedia di fronte alla scrivania e dopo averlo lasciato un attimo organizzare tutte le scartoffie che teneva sul tavolo si rivolse di nuovo a me.
-allora? Vogliamo vedere come va la ferita in fronte?-
-si - dissi alzandomi e accomodandomi sul lettino sterile.
-i punti ti hanno dato fastidio? Hai avuto mal di testa in questi giorni?-
Annuii –si ho avuto un po’ di mal di testa e fortunatamente i punti non mi hanno dato tanto fastidio..-
-bene- disse infilandosi i guanti in lattice e iniziando a sfilare la garza che avevo in fronte.
Quel contatto così ravvicinato mi permise di guardarlo per bene in volto e di accorgermi di quanto in realtà fosse carino! La sera della sbronza non mi ero affatto curata di fare un analisi dettagliata del suo aspetto. Ma adesso potevo vedere come gli occhi azzurri risaltassero in maniera impressionante sulla sua carnagione chiara e i capelli biondi gli conferivano veramente un aria angelica.  Non era eccessivamente alto ma era comunque molto slanciato. Aveva un fisico asciutto e ben piazzato, almeno da quello che il camice bianco che indossava mi permetteva di vedere.
Decisi di abbassare lo sguardo prima che si accorgesse che lo stavo fissando. Lui intanto aveva preso a tamponare la soluzione disinfettante sui punti con della garza, prese pinza e forbici e piano si avvicinò sempre di più e in quel momento sussultai.
-tranquilla Bella non ti faccio male..-
Mi sentivo come una bambina di 5 anni di fronte a quegli strumenti di tortura!
-ok.. ma fa piano ti prego!-
Mi guardò mettendosi a ridere
-prometto che non ti farò male! E alla fine se sarai stata brava ti darò un leccalecca e ti metterò anche il cerottino di Winnie the Pooh!-
Risi alle sue parole. Se era un modo per stemperare la situazione c’era riuscito benissimo! decisi di cogliere comunque al volo la possibilità di estorcergli qualche informazione.
-ti.. ti dispiace se parliamo mentre togli i punti? Sai se non mi distraggo rischio di sussultare ad ogni tocco..-
-ma certo Bella, avanti dimmi.. di cosa vuoi palare?-
-ma non lo so.. dove sei nato?-
Mi guardò aggrottando le sopracciglia non capendo probabilmente perché volessi sapere una cosa del genere, ma sembrò comunque cadere in trappola. Riprese gli strumenti in mano e iniziò a parlare avvicinandosi alla ferita.
-io sono nato a  Cleveland il 27 gennaio del 1979, sono cresciuto insieme a mia madre, mio padre e mio nonno..-
-niente fratelli?- chiesi sentendo sfilare il primo punto
-no nessun fratello purtroppo. I miei hanno provato ad avere altri figli ma senza riuscirci. Così hanno concentrato tutte le loro speranze e i loro propositi in me. Mi sono laureato in medicina alla Dartmouth e ora lavoro qui..-
-anche tu sei stato alla Dartmouth?- chiesi sorpresa mentre sentivo sfilare un’altro punto
-si.. e so che anche tu la frequenti. Quando ti abbiamo ricoverato quella sera la tua amica me l’ha detto.-
-si- dissi – seguo Letteratura-
-è un bellissimo corso..- restammo in silenzio per un momento mentre lui continuava a lavorare sulla ferita. Stavo per chiedergli qualcos’altro ma si allontanò.
-ecco fatto.. –
-hai tolto i punti?-
-si e ora lascia che ti pulisca e poi abbiamo finito..- sentii subito l’amarezza nel cuore. Non ero riuscita a prendere nessuna informazione utile.
Dopo pochi istanti sentimmo bussare alla porta ed EJ andò ad aprire. Era l’infermiera dell’accettazione. Gli consegnò delle cartelle e si raccomandò, rimproverandolo bonariamente, che andasse subito a casa dopo aver finito con me visto che erano più di 12 ore che era in piedi.  Approfittai immediatamente di quella possibilità, dopotutto era l’ultima volta che ci saremmo visti e volevo poter parlare con lui. Così quando si avvicinò di nuovo a me e avermi messo come promesso il cerottino con Winnie the Pooh decisi di fare la mia mossa. Il suo turno era finito, potevo chiedergli se volesse farmi compagnia per un caffè così da sdebitarmi della sua gentilezza. Sembrò desistere per qualche istante ma subito dopo accettò la mia proposta. E così dopo avergli dato il tempo di recuperare la sua roba uscimmo insieme dall’ospedale.
EJ mi spiegò che li vicino c’era il lungofiume con tutti i negozietti più carini della città e con tanti bar e caffetterie dove potersi sedere all’aperto e godersi una pausa in santa pace.

Non avevo mai visto quella parte della città, e non avevo mai visto nemmeno il fiumeConnecticut. Quel fiume nasce in Canada e scorre in direzione sud segnando tutto il confine tra il New Hampshire ed il Vermont. Ally non faceva altro che dirmi di voler organizzare una gita per farmi vedere le meraviglie di quel posto e questa sera grazie a Ej potevo goderne un pezzettino.
Ci dirigemmo verso un bar, che ha detta di EJ, faceva uno dei caffè più buoni di tutta la città. Il tempo, che per essere nei primi di Novembre sembrava molto mite, ci permise di accomodarci fuori e di goderci gli ultimi raggi di sole del tramonto. Quella città per molti versi era molto simile a Forks. Certo non pioveva sempre e il sole ogni tanto faceva la sua sporadica apparizione, ma erano di più le volte che il cielo rimaneva coperto.
 -allora.. c’è qualcos’altro che vuoi sapere su di me?- mi chiese EJ assaporando il suo caffè. Mi imbarazzava molto quella domanda perché era come se si fosse accorto che stavo indagando su di lui. Ma il tono in cui lo disse mi fece capire che in realtà stava solo scherzando, prendendomi in giro per le domande che gli avevo fatto in ospedale. Decisi di stare al gioco e cercare comunque di farlo parlare.
-in realtà si.. c’è qualcos’altro che vorrei sapere-
-spara!- disse accomodandosi meglio sulla sedia
-da dove viene il nome EJ? In realtà è Edward Junior giusto? Da chi hai preso il nome?- chiesi più semplicemente possibile come se quella domanda la stesse ponendo in realtà una persona senza doppi fini.
-è complicato da spiegare.. vedi, la mia famiglia in realtà non ha sempre vissuto a Cleveland. Mio nonno come ti ho già detto ha vissuto con noi, ma in realtà lui è di Chicago!- quasi mi affogai con il caffè che stavo bevendo nel sentire quelle parole.
-tutto bene Bella?- disse EJ preoccupandosi un po’
-si scusa.. era troppo caldo..- continuai a tossire fino a che non gli chiesi di continuare.
-mio nonno era molto giovane quando andò via da Chicago con tutta la sua famiglia. A quell’epoca l’influenza spagnola dilaniava la città e non appena ebbero la possibilità scapparono via il più lontano possibile. Lasciarono lì però tante persone a cui volevano bene e fino a qualche tempo fa mio nonno non faceva altro che rimpiangere di essersene andato senza aiutare i suoi parenti.. sai lui è morto 10 anni fa e ha sempre portato nel cuore tutta la sua famiglia d’origine- restai turbata nel sentire quelle parole,quando parlava della famiglia d’origine si riferiva a Edward.
-è molto triste quello che mi stai raccontando..-
-e infatti non capisco come mai lo sto facendo!- disse sorridendo delle sue stesse parole –non è che vada in giro tutti i giorni a raccontare a una bellissima ragazza la storia della mia famiglia.. ma sento che mi posso fidare di te..-
-allora continua ti prego.. mi interessa davvero quello che hai da dirmi!-  speravo che non interpretasse in maniera sbagliata il mio interessamento. Ma ormai avevo capito che c’era veramente un filo che legava EJ a Edward e volevo sapere di più.
-ok.. allora, come ti ho già detto mio nonno era molto attaccato alla sua famiglia, ma lo era molto di più a suo cugino Edward. In pratica erano cresciuti insieme anche se mio nonno era più piccolo di 5 anni. Quando scoppiò l’influenza il padre di mio nonno, cioè lo zio di Edward, pensò subito di scappare e abbandonare la città. Avevano visto troppa gente morire e così decisero di non aspettare un giorno di più. In seguito appresero che tutta la famiglia del fratello era morta per colpa della malattia e mio nonno si maledì ogni giorno della sua vita per non aver costretto Edward a seguirlo-
-e da questo legame così forte è nato il tuo nome!- dissi precedendolo
-già.. mia nonna non vedeva di buon grado questo nome e per questo non lo diedero a mio padre. Ma quando sono nato io mio padre volle fare questo regalo a nonno Joseph chiamandomi come suo cugino-
Rimasi impietrita nel sentire quelle parole. Sentire in un’altra versione della morte di Edward mi spaventava un po’. Per fortuna che adesso non dovevo preoccuparmi della sua incolumità. Dunque erano veramente parenti! Chissà se fosse stato felice di sapere dell’esistenza di EJ e di suo cugino che non l’aveva dimenticato un solo istante. Non dovevo aspettare molto per saperlo visto che avevo assolutamente intenzione di fargli sapere ogni cosa. Provai a riprendermi il prima possibile per non fargli vedere quanto in realtà le sue parole mi avessero turbato.

Spostammo la conversazione ad argomenti più “leggeri” e il tempo passò in un baleno. Si stava veramente bene in compagnia di EJ. Dopo il secondo caffè gli dissi che il mio corpo non era più in grado di reggere ulteriore caffeina e da bravo medico quale era acconsentì a spostarci dalla caffetteria per fare quattro passi e raggiungere le nostre auto. Doveva andare assolutamente a casa a riposare, il suo viso era la maschera della stanchezza.
Continuammo a ridere e a scherzare fino a che non arrivò il momento di salutarci.
-grazie per avermi tenuto compagnia..- dissi prendendo le chiavi della macchina dalla borsa
-è stato un piacere Bella! Puoi chiamarmi se .. vuoi.. cioè se ti va di uscire di nuovo con me..- disse quasi in imbarazzo. Io non sapevo che dirgli. Era stato molto gentile nei miei confronti, soprattutto si era aperto con me nel modo in cui volevo si aprisse. Mi aveva raccontato tutto quello che volevo sapere, e non mi erano sfuggite le occhiatine che ogni tanto mi lanciava durante la serata. Optai per una mezza verità. Non volevo essere del tutto scortese.
-certo.. se troverò un po’ di tempo libero tra una lezione e un’altra ti chiamerò sicuramente! Grazie ancora..-  lo vidi rilassarsi alle mie parole e si avvicinò per scoccarmi un bacio sulla guancia. Non mi ero accorta però che qualcuno ci stesse osservando.. qualcuno che non mi sarei mai aspettata di ritrovare li, in quel parcheggio d’ospedale. Sbiancai di colpo non appena misi a fuoco la sua figura. Dall’altra parte della strada c’era Edward! Il sorriso che aveva in volto andò piano piano affievolendosi lasciando il posto ad uno sguardo d’ira. Chissà come doveva apparire ai suoi occhi quella scena.. sentii subito una morsa allo stomaco.
EJ, che per fortuna non si era accorto di niente, si allontanò dirigendosi verso la sua auto poco più avanti. Seguii i suoi movimenti pronta ad andare verso Edward una volta che ne fosse andato, ma non appena voltai lo sguardo verso la strada non c’era più nessuno..

E adesso? Speravo solo di non aver combinato ulteriori danni..

 
 

Ehm.. si lo so.. quanto mi odiate in questo momento??
Spero che la vostra curiosità sia stata ben ricompensata. Bella si è improvvisata un detective.. e a quanto pare è stata molto brava, no? Abbiamo scoperto chi è EJ e in che modo è imparentato con Edward. E a proposito di quest’ultimo.. cosa ne pensate della sua reazione alla vista di EJ e Bella insieme???

Vi dico già da adesso che nel prossimo capitolo ci sarà una litigata molto accesa tra i due e scopriremo anche perché lui ha reagito così! Quindi sono aperte le scommesse!! Ditemi cosa ne pensate!
Vi ringrazio sempre infinitamente per tutte le belle parole che usate ogni volta in ogni capitolo! GRAZIE a chi ha inserito la storia nelle preferite. GRAZIE a chi l’ha inserita nelle seguite e in quelle da ricordare.

A DOMENICA PROSSIMAAAAAAA!!! ♥
 

   
 
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