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Autore: G4s15    27/03/2011    5 recensioni
1979 e 1980: James Potter viene spinto insieme ai suoi inseparabili Malandrini su una via più oscura e tenebrosa rispetto alla vita perfetta che conduceva qualche mese prima, pensando, però, di poter compiere il bene. Il bene della donna che ama e di un altra persona a lui molto cara. Eppure, i misteri sono tanti ed irrisolti. Perché? Perché sono stati scelti i Malandrini e, soprattutto, James Potter? Chi sono questi strani Auror che lavorano in incognito dal Ministero e dall'Ordine? Quale e come sarà la vita di James Potter ora che è stato allontanato dalla sua amata Lily Evans?
Prima mi sentivo davvero l’uomo più felice sulla faccia della terra. Ma, purtroppo, lo stupido sono stato io. Quando ero con lei, non passava momento in cui non mi chiedevo come avrei vissuto se Lily se ne fosse andata. Ed ora, eccomi qui! Imbucato, insieme a Sirius, Remus e Peter, ad una festa di non so chi per festeggiare il figlio che ha fatto non so cosa. Siamo tutti e quattro seduti ad un tavolo e stiamo bevendo per evitare di parlare. Ma, per capire, bisogna partire dall’inizio. Precisamente a quattro settimane prima. Ergo… un mese…
Da parte mia, posso solo assicurarvi che sarebbe un grosso errore giudicare questa fanfiction triste e deprimente al solo leggere l'introduzione e il prologo! Spero, invece, che riesca ad incuriosirvi abbastanza! Vi aspetto numerosi :)!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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(QMNSHDF) Capitolo XLVI - Incubo

Questo Matrimonio Non s’Ha Da Fare

Capitolo Quarantaseiesimo –  Incubo

 

Spiego nel modo migliore il foglietto di pergamena che sono miracolosamente riuscito a strappare a quella maledetta bestia.

Quello non è un gufo... è un Schiopodo Sparacoda fatto di piume, becco e artigli.

Dannata creatura!!

Mi ha riempito di graffi a destra e a manca perché non si faceva acchiappare.

E, per di più, si era spaventato del fatto che lo inseguissi, svolazzando per tutta la cucina.

Mi ha fatto correre in tondo come un pazzo sclerato.

Molti avrebbero logicamente pensato che probabilmente ero un fuggitivo del reparto di psichiatria del San Mungo.

E tutto per colpa di una bestiola alata, terrorizzata da me.

E che diamine!

Sono il destinatario del messaggio che ha legato alla zampina.

Che razza di animali viaggiatori si sceglie Silente?

Un minimo di coraggio, Porca Puzzola!

Ora mi tocca pure mettere a posto il casino che mi ha fatto combinare qui in cucina questo fastidioso pennuto.

Con uno sbuffo scocciato, apro la lettera tentando di mostrare qualsiasi sentimento che non sia l’ansia che mi sta stritolando il cuore.

Rapidamente scorro le parole scritte da Albus Silente, nella sua leggera e strana calligrafia incrinata.

 

Se è così, James, anche io ho fretta di incontrarvi. Dobbiamo chiarire fin troppi dubbi.

Verrò questo pomeriggio a casa tua. Aspettatemi a qualsiasi ora: prima ci vediamo, più velocemente troveremo una soluzione.

Albus Silente

 

Soluzione?

Soluzione a cosa?

Inspiegabilmente, il mio cuore riprende a battere ad una velocità del tutto anormale.

Con un impulso improvviso di rabbia, mi ritrovo ad accartocciare quel pezzo di pergamena nelle mie mani e a lanciarlo alla massima velocità contro il muro.

Sinceramente avrei voluto che fosse stato qualcosa di vetro o, comunque, fragile.

Come se il fracasso che sarebbe succeduto avesse il potere di farmi sentire meglio.

Vendicato.

Appagato.

Che diamine mi stai nascondendo, Silente?

Per così tanto tempo, mi viene da pensare...

Un tempo che potrebbe essere prezioso, anche dal suo punto di vista.

Prima ci vediamo, più velocemente troveremo una soluzione...

Significa che dobbiamo muoverci.

Essere veloci.

Perché non c’è tempo.

Ma tempo di fare cosa?

Perché non ce n’è?

Cosa cavolo mi è stato nascosto fino ad ora?

Perché l’unica cosa che riesco a pensare è legata a mio figlio... al fatto che i Mangiamorte volevano lui, oggi, e non solo il prete o noi due.

Resto in silenzio in cucina, ascoltando solamente la vita triste e monotona che gira intorno a me.

Da quando siamo tornati a casa, ho accompagnato Lily nella nostra camera e le ho categoricamente proibito di alzarsi dal letto.

Dopo che quel bastardo l’ha toccata... anche se non le ha arrecato chissà quale danno, voglio che lei si riposi.

Se solo succede qualcosa a lei oppure al mio piccolo Harry, io... io... non so cosa farei.

Ma sono sicuro di poter impazzire.

Dietro di me sento quella maledetta bestiola appollaiata sul ripiano della cucina, trafficando con qualsiasi cosa che pensi possa essere cibo.

Per un attimo, mi passa per la testa l’idea di girarmi e allontanarlo da tutto ciò che stia toccando.

Ma il solo sguardo inchiodato su quel pezzo di carta, accartocciato e immobile a terra, mi impedisce di muovermi.

In realtà, vorrei fare ben altro...

Vorrei sfogare la rabbia che sento montare dentro di me.

La prova di quanto mi si stiano rivoltando le budella sono i miei pugni, come sempre, serrati sui miei fianchi.

Mi ritrovo persino a serrare la mascella e ci manca davvero poco che, attraverso un contatto visivo, dia fuoco a quello schifoso pezzo di pergamena.

...

Dannazione a te, Silente!

Che diamine è questa storia?

Ogni attimo in più che passa, sento la preoccupazione attanagliarmi le viscere.

Perché ho in mente l’idea che i Mangiamorte potrebbero arrivare anche a Godric’s Hollow e a casa nostra per un piccolo neonato?

Un neonato, cavolo!

Come può una persona prendersela con un bambino che non ha ancora visto la luce del mondo?

Come può una persona attaccare un neonato e poi ritenersi coraggiosa?

Dov’è il coraggio quando colui che si affronta è più debole di noi?

 

Vigliacchi!!

Siete solo dei vigliacchi!!

È troppo facile prendersela con quelli più deboli!!

Troppo facile vincere in questo modo!!!

 

Lily ha ragione.

È troppo semplice vincere così.

Anche io, ad Hogwarts, mi comportavo in questo modo meschino.

Certo non usavo Magia Oscura contro i miei compagni di scuola, ma non andavo di sicuro a scegliere dei rivali che mi potevano dare del filo da torcere per i miei stupidi scherzi.

Sceglievo i primini, i ragazzi del secondo anno, quelli del terzo, del quarto...

Man mano che crescevo, decidevo di attaccare sempre quelli più piccoli di me e con meno nozioni di difesa in confronto al mio repertorio d’incantesimi.

Mi divertivo sempre ogni volta.

Poi, naturalmente, arrivava una ragazza in particolare.

Una ragazza diventata, in seguito, Prefetto e, infine, Caposcuola insieme a me.

Forse è stato proprio al settimo anno che ho realizzato del tutto quale viscida canaglia ero quando mi comportavo in quel modo insieme a mio fratello Sirius.

Remus aveva provato a dircelo tante volte...
Ma quante altre noi non lo abbiamo ascoltato?
Tante, troppe... in effetti.

Eppure... alla fine l’ho ascoltato.
Perché prima di dare retta a lui, ho dato retta a lei.

A ciò che lei mi urlava dietro, a ciò che apparivo ai suoi occhi.

Un mostro insensibile.

 

Perché non provate a combattere contro dei vostri degni rivali?

Voglio vedere se avreste la stessa “fortuna” che avete attaccando dei semplici Babbani che non possono difendersi!!!

Siete solo dei vigliacchi!

 

Ma non sono rimasto fermo a lasciare che il destino mi riversasse addosso tutta la tristezza e la delusione.

Alla fine, dopo aver capito cosa avevo fatto in cinque anni di scuola, mi sono rimboccato le maniche e sono cambiato.

Non mi aspettavo di riuscire a conquistarla.

Insomma, eravamo al nostro settimo anno ed io, molto chiaramente, avevo gettato la spugna.

Ciò cui miravo... era la sua semplice amicizia.

Volevo terminare Hogwarts con un rapporto quanto meno pacifico in modo che, quando ci saremmo detti “addio” alla stazione di King’s Cross, lei mi avrebbe almeno sorriso e non mi avrebbe riservato solamente un’occhiata di mal trattenuto disprezzo.

Sorrido al vuoto.

Non avrei mai immaginato, per quanto era ad ogni modo un mio grandissimo sogno, che saremmo arrivati a questo punto: il matrimonio.

Il matrimonio e un figlio.

...

Sospiro.

Sempre che riusciamo a capire cosa diamine vogliono i Mangiamorte particolarmente da noi e dal nostro piccolo Harry.

E così, come se il cerchio logico si richiudesse, resto ancora a fissare quel pezzo di carta.

Silente...

Che stai celando?
Cosa devo sapere di così urgente?

Perché non c’è più tempo?

Che sta succedendo?!?!

«James?».

Sussulto al sentire la sua voce del tutto inaspettata.

Mi volto verso l’entrata della cucina e la scorgo appoggiata allo stipite della porta.

Ha indosso il suo grosso e caldo pigiama azzurro con sopra una piccola vestaglia aperta e due paia di calze doppie ai piedi.

Wow...

E meno male che siamo in estate!

Sinceramente non capisco questo suo sentire freddo in un modo così... “spasmodico”.

I miei occhi, scrutando la sua esile figura, come naturale si soffermano sul pancione ormai in procinto di esplodere.

Secondo lei ci siamo quasi.

Mancherebbe poco.

Ma, con tutto quello che ci sta accadendo, vorrei che Harry restasse li dentro, al sicuro, ancora per un bel po’ prima di decidere di presentarsi ai suoi genitori e al mondo intero.

Sorrido, guardando quel pancione così innaturale per la smilza Lily Evans eppure tanto normale per noi due, insieme.

Lei, invece, non smette di fissarmi ansiosa.

Credo che mi abbia visto guardare insistentemente il biglietto ricevuto da Silente e, quindi, avrà sicuramente pensato che ci deve essere qualcosa che non va per il verso giusto.

Altrimenti non saprei proprio spiegare quel suo sguardo preoccupato.

Resta immobile, del tutto immune al mio sorriso.

Di solito, quando la guardo in questo modo, lei ricambia sempre il mio sorriso.

Non mi ignora come sta facendo adesso.

Ma, appena capisce che da me, in questo momento, non può avere alcuna risposta, si stacca dallo stipite della porta e si avvicina al muro dove, a terra, si trova il pezzo di pergamena accartocciato.

Io mi muovo insieme a lei.

La raggiungo velocemente e, prima che lei si pieghi verso il pavimento, mi abbasso io, non permettendole di compiere alcuno sforzo inutile.

Prendo il foglietto nella mano e ritorno eretto.

Resto qualche secondo a scrutarlo serio.

Infine, mi giro verso di lei e glielo porgo con un grosso sorriso sulle labbra.

Non voglio che si preoccupi più di tanto, quindi meglio apparire quanto più sereni possibile.

Lily, osserva il foglietto nella mia mano e, senza prenderlo, rialza lo sguardo verso il mio aspettando il mio verdetto.

Come se mi volesse dimostrare che si fida di tutto ciò che le posso dire in questo momento ed evitare, così, di leggere direttamente le parole del Preside.

Inevitabilmente, mi ritrovo a sorriderle ancora di più.

«James?» mi chiama di nuovo, ansiosa di avere notizie.

E, infine, l’abbraccio delicato.

Le passo un braccio dietro la testa e l’altro dietro la schiena per tenerla ancorata a me quanto più possibile e soffoco il viso nell’incavo del suo collo, morendo in una marea rossa.

«James?» dice di nuovo, mentre la sento poggiare le sue mani sui miei muscoli della schiena, «Cosa sta succedendo, Buch?» mi chiede nel suo tono più dolce.

Le poso un bacio poco sotto il mento e, con voce roca, le parlo:

«Silente ha detto di volerci incontrare questo pomeriggio per parlare meglio della situazione».

Mi stacco e la guardo negli occhi.

Ma non smetto mai di sorridere.

Il solo averla accanto mi fa sentire già meglio.

Come se fosse la mia medicina contro il male che questo mondo mi fa provare.

È per questo che non posso fare a meno di sorridere.

«Ma tu gli hai detto che siamo stati attaccati?».

Annuisco, serio.

«E non si è espresso su questo?» insiste, pensierosa.

Sospiro e le porgo di nuovo il foglietto.

La osservo mentre lo spiegazza alla bell’e meglio per poter leggere le vere parole di Silente.

Poi... abbassa di nuovo il capo e, con un movimento istintivo, si porta una mano sul pancione.

Immagino che anche lei abbia avuto la mia stessa sensazione.

Probabilmente è veramente così.

Il problema, adesso, sta nel capire perché!

Perché!

Perché, cavolo, se la devono prendere con un neonato?

E perché mio figlio?

Nostro figlio!

In un moto gentile, allungo la mia mano verso la sua poggiata sul suo ventre.

La trovo e la stringo, forte ma pur sempre delicato.

L’ultima cosa che voglio è farle male.
Ma questo non mi deve assolutamente impedire di farle capire, anche solo con i gesti, che qualsiasi cosa succederà, io sarò qui, con lei e con Harry.

E finché ci sarò io, nessuno passerà oltre... verso di loro.

Nessuno!

La sento tremare e non posso fare a meno di stringere ancora più teneramente la sua mano.

Alla fine, il foglio che lei teneva nell’altra mano crolla a terra e, proprio quella mano, si avvicina al suo viso.

Chiusa a pugno, si strofina l’occhio destro, tirando su con il naso.

«Lily...».

Non piangere, Bibi.

Non farlo, perché sembrerebbe solamente che stiamo perdendo, quando abbiamo appena iniziato la nostra battaglia.

E vinceremo.

Te l’ho detto e promesso che vinceremo.

Insieme.

Tutti insieme.

Mi avvicino al suo visino nascosto da qualche ciuffo fiammeggiante e sorrido.

«Cosa sta succedendo, Buch?» mi domanda di nuovo con voce rotta.

Io mi sporgo verso di lei e le lascio un bacio veloce, ma pieno di sentimento, sulla fronte prima di abbracciarla di nuovo.

Lei abbandona il suo capo sulla mia spalla, scomparendo nell’incavo del mio collo... scomparendo dal resto del mondo e rifugiandosi nel nostro, personale.

Io, invece, poggio il mio mento sulla sua testolina in fiamme e le passo le braccia intorno alla schiena e alle spalle.

Come se io avessi la coperta.

Come se solo io potessi scaldarla dal resto del male.

Ed è una constatazione così dolce che, per un attimo, mi fa sentire persino smarrito.

Quando, al contrario, avrei dovuto farci l’abitudine, no?

Eppure... forse il fatto di averla avuta lontana da me per tutto questo tempo deve farmi sentire come le prime volte in cui l’ho stretta veramente a me.

Quelle prime volte in cui, per davvero, eravamo finalmente solo io e lei.

E nessun altro.

Sospiro, tra la dolcezza del momento e l’angoscia del futuro.

«Non lo so» le sussurro sopra la testa, «Ma non piangere, Lily, perché sembrerebbe come se avessimo perso la nostra battaglia» la sento tirare su con il naso per l’ultima volta e cominciare a calmarsi contro di me, «E noi abbiamo promesso di vincere... ricordi?».

 

«Ci proveremo, Lily...» le dico con sicurezza, quasi come se sarà una certezza che riusciremo a sopravvivere.

E noi, infatti, ce la metteremo tutta!

«... ce la faremo» concludo fiero.

 

«Ricordi?» le domando nuovamente.

Non è giusto lasciare al silenzio una risposta di tale importanza.

Deve essere lei a rispondere perché è in questo momento che dimostriamo di essere pronti a tutti pur di garantire un futuro alla nostra famiglia.

Dopo un leggero e disperato sospiro, un piccolo singulto la scuote, e poi annuisce contro di me.

«Si...» sussurra al vento quasi senza voce.

L’abbraccio ancora più forte, la stringo ancora più forte.

Ho sentito la sua risposta.

E non la rimprovero per la paura che è naturale provare.

Solamente...

Io sono qui, Lily!

Ci sarò sempre per te e per lui, e tu lo sai.

Con una lentezza che traspare tutta la mia calma apparente, mi stacco da lei e le alzo il viso dal suo nascondiglio preferito.

«Ti amo» le bisbiglio sulle labbra, a pochi soffi da lei.

Come se queste due semplici parole abbiano il potere di farle capire ciò che penso, ciò che sono pronto a fare e ciò che accadrà.

Perché io resterò qui e finché io sarò qui, anche stando unicamente noi due, non sarà mai sola.

Mai!

Ho sbagliato una volta... non lo farò di nuovo.

Questa è una promessa! penso mentre sprofondiamo nel nostro momento che nessuno è mai stato in grado di rubare e mai lo sarà...

E un Potter mantiene sempre le sue promesse!

 

...

 

«Non ha detto niente?! Come ha potuto non dire niente?!?!» urla Felpato gesticolando come un forsennato nel salotto di casa mia.

Remus alza gli occhi al cielo.

Peter si morsicchia le unghie accovacciato e stretto nelle sue stesse spalle sulla poltrona accanto al divano dove siamo accomodati io e Lunastorta.

Sirius, invece, non appena ha saputo della striminzita risposta di Silente ha iniziato a camminare avanti e indietro per la stanza.

«Shhh, idiota!» gli faccio segno con il dito sulle labbra, «Sveglierai Lily!».

La mia piccola e testarda e orgogliosa Grifondoro...

Ero riuscito a calmarla qualche ora prima quando abbiamo ricevuto la “lettera” – se così la possiamo definire – di Silente.

Alla fine, in parte, me ne sono anche pentito perché non appena Lily si è ripresa e si è resa conto di ciò che regnava in cucina per colpa mia e di un indeterminato pennuto, naturalmente, è partita la classica ramanzina con tanto di urla e bisticciamenti vari.

Sembrava, per un attimo, essere tornati ad Hogwarts.

Forse... l’ha aiutata a riprendersi più del bacio mozzafiato che le ho dato qualche attimo prima...

Così mi ha fatto rimboccare le maniche e per la seconda volta ho dovuto mettere a posto in questa casa un macello epocale.

Abbiamo pranzato con qualcosa arrangiato così e poi avevamo intenzione di riposarci insieme nel salotto.

Non l’avessimo mai pensato.

Non abbiamo fatto in tempo ad uscire dalla cucina che il campanello di casa aveva iniziato a squillare con insistenza.

Non so descrivere il batticuore che mi aveva preso.

Era Silente?

Erano i Mangiamorte?

Con le bacchette ben strette in pugno, Lily è rimasta dietro di me, io mi sono avvicinato alla porta che continuava a suonare con insistenza.

Conoscevo perfettamente il demente che suonava in quel modo e in cuor mio, Merlino, quanto ho sperato che fosse veramente lui.

E infatti...

Dopo una prima strigliata come si deve, li ho fatti entrare.

E si!

Perché la sorpresa non era solo Sirius, ma c’erano anche Remus e Peter.

Ma non avevo alcuno intenzione di far restare Lily insieme a noi.

L’ho vista troppo scossa in questi ultimi momenti.

Così l’ho portata al piano di sopra e, incurante delle insistenze e delle molteplici minacce di morte, l’ho praticamente inchiodata al letto.

So di essere fin troppo apprensivo, ma non voglio assolutamente correre pericoli.

Soprattutto adesso che so per certo che c’è veramente qualcosa sotto e sono pronto a strangolare Albus Silente non appena metterà piede in casa mia.

Felpato sbuffa, alzando la mano in alto in un gesto di poca importanza.

«“Svegliare”» dice, «che esagerazione!».

Giuro che lo ammazzerei in questo preciso istante!

«James, reprimi i tuoi istinti omicidi, per favore! Hai già cercato di fare fuori questo pezzo di canide, ma non è servito a niente se non a fargli montare ancora di più la testa».

Io sbuffo... e lui ghigna.

Naturalmente...

«Concentriamoci su ciò che può essere successo, invece!» ci esorta Remus mantenendo la calma e la ragione che in questo gruppo sono sempre mancate.

Cosa che non stupisce affatto, in effetti, considerando i suoi membri.

... Dettagli!

«E cosa?» domanda titubante Peter.

«Questo è il problema!» sbraito indignato, «Se Silente non si facesse attendere così tanto da farci arrivare all’attimo successivo con la testa a terra invece che sul collo, sarebbe fantastico!».

«Shhh, idiota!» mi fa il verso Sirius, «Sveglierai Lily!» continua con una sorta di moina del tutto fastidiosa e snervante.

Lunastorta ci pensa ad ammutolirlo con una sola occhiataccia di ghiaccio.

«Ti devi calmare, James» risponde con grande tranquillità, «Sappiamo tutti quanto Silente sia un uomo impegnato. Persino il Ministro in persona riconosce che è uno dei primi a lavorare contro Voldemort. Può essere successa qualsiasi cosa mentre noi siamo qui a parlare».

Il ringhio che proviene dalla mia voce invade l’intero salotto.

So perfettamente che Lunastorta ha ragione, ma l’attesta sta diventando troppa.

Con Lily non ho alcuna intenzione di sfogare la rabbia e la frustrazione che, invece, posso mostrare ai miei amici.

Io sono il sostegno per lei, adesso... e i Malandrini lo sono per me.

Loro sono corsi non appena ho scritto quella mini lettera a Sirius per avvisarlo di ciò che era accaduto.

Non si sono fatti problemi e sono venuti al primo momento.

Un’idea che mi porta a buttare l’occhio su di loro ora che sono con me.

Tutti e tre qui, chi super agitato, chi tranquillo e chi rasenta apparentemente il menefreghismo... ci sono.

I miei Malandrini.

I miei amici.

I miei fratelli.

Incrocio per un istante, come per uno strambo gioco del destino, lo sguardo con quello di Sirius e la sicurezza che vi leggo dentro ha la forza di arrivare fino al mio cuore e a scaldare tutto il mio corpo.

Un corpo e una mente che lentamente erano andati congelando sempre di più.

Sorrido.

Anzi, non è esatto!

Ghigno.

Perché è questo il nostro saluto, è questo il nostro riconoscimento, è questo il nostro simbolo.

Nessuno è mai stato in grado di prendere la vita come l’abbiamo presa io e mio fratello.

Di questo ne andiamo fieri.

Ma, ancora più importante, saper non perdere quella filosofia di sempre... anche di fronte ai maggiori ostacoli della vita.

Lo so che anche lui, in questo momento, sta provando la mia stessa paura perché ciò che è importante per me, col tempo, diventa fondamentale anche per lui.

E sapere Lily ed Harry in un pericolo tale lo preoccupa forse allo stesso modo di quanto senta io stesso.

Eppure, è proprio dalla paura di quello che può succedere e di quello che può dirci Silente a dargli quella sicurezza che ora percepisco fluire nel mio stesso sangue.

 

Qualunque cosa accada... ... ... io ci sarò

... fratello!

 

Ci saremo, Sirius!

Ci saremo per entrambi... e per i Malandrini!

Ci saremo...

Poi, Remus sembra intercettare l’occhiata profonda di Sirius e, subito, si volta verso di me, sorridendomi di cuore.

Il mio “innocuo” Lunastorta che tenta sempre di minimizzare tutti i grandi problemi della vita per tirarci su di morale, però, quando si tratta del suo P.P.P.*, ecco che il mondo e la sua pesantezza gli ricade addosso.

Una filosofia che, sinceramente, non ho mai capito.

Insomma, con quello che abbiamo fatto noi Malandrini, ora diventare un Lupo Mannaro una volta al mese è divertente, no?

Perché dovrebbe continuare a pipparsi idee come “Sono un mostro”, “Non merito la clemenza di nessuno”, “Silente non avrebbe dovuto correre un rischio del genere facendomi venire ad Hogwarts”, “Non mi sorprende che abbiate paura di me” e varie cavolate varie...

Sorrido al ricordo.

Già, il ricordo del comportamento mio e di Sirius davanti a queste frasi senza ne capo ne coda con la quale se ne usciva ogni tanto Remus nel pieno della sua depressione.

E poi, improvvisamente, vedi che ti sorride come se non fosse successo niente... come adesso.

«Va tutto bene, Ramoso» dice calmo, «Stai tranquillo».

Al suo fianco, Codaliscia annuisce e, all’istante, mi convinco che si, se lo dicono loro sarà così.

Andrà tutto bene.

Silente verrà qui e ci spiegherà la situazione prendendo i provvedimenti necessari e... e andrà tutto bene.

Tutto si sistemerà.

Io e Lily troveremo un modo per sposarci e avremo il primo dei nostri 18 figli che programmo dal momento in cui siamo ritornati insieme (naturalmente non ho osato nemmeno accennare una cosa del genere alla mia piccola Bibi... ci tenevo ad arrivare al giorno dopo!).

E, alla fine, saremo felici anche se la guerra continuerà ad esistere e noi saremo obbligati a combattere.

Anche se un giorno verrà richiesta la presenza dei nostri figli sul campo di battaglia, non importa.

Saranno i nostri figli... i figli di James Potter e di Lily Evans...

E mi pare di aver detto tutto con questa semplice frase.

Sospiro, mentre sento un leggero scricchiolio provenire dal corridoio accanto.

Qualche secondo dopo tutti e quattro i Malandrini stanno guardando verso l’entrata del salotto dove sbuca una Lily Evans totalmente assonnata ma che, non appena intercetta il mio sguardo, si trasforma in una spietata macchina da guerra che solo con gli occhi ha il potere di farmi sgretolare al suolo.

«Buongiorno anche a te, Lily» l’accoglie Remus, ampliando il suo sorriso, dopo l’amabile ringhio proveniente dalle sue candide labbra nella mia direzione.

Che posso dire?

È incavolata con me perché l’ho costretta a riposarsi.

Anche se c’è da specificare che Lily Evans ha passato la sua intera esistenza ad essere arrabbiata con me e, adesso che siamo insieme, le cose non è che siano tanto cambiate, eh.

Eppure, con la testa alta io, grande... grandissimo James Potter, affronto la sua ira per garantire la sicurezza mentale – altrimenti guastata da un mancato riposo – della mia futura e bellissima moglie.

Cavolo...

La mia magnanimità sorprende persino me stesso.

«Ciao ragazzi» saluta gli altri ignorandomi e andando ad accomodarsi sul divano accanto a Lunastorta.

Remus le sorride entusiasta, Peter è meravigliato osservandola con grande stupore e Sirius...

«Cavolo, Lily!» esclama con gli occhi sgranati, «Sei diventata una mongolfiera!».

Con una rapidità inaudita noto Codaliscia iniziare a sudare freddo e Lunastorta sospirare sconsolato schiaffandosi una mano sulla fronte.

Io mi avvicino al gruppo con un sopraccigli inarcato.

Mi sporgo un po’ e, spaventosamente, mi rendo conto della terribile vena pulsante sulla fronte della mia piccola Bibi.

Un classico e tipico segno di...

«Tu!!» urla indignata Lily facendo saettare i suoi occhi su Felpato che la guarda divertito, «Sei!!!» continua, alzandosi nuovamente dal divano, «Morto!!!!!!!!!!!!!!».

Tutto sommato credo di non aver fatto chissà quale saggia mossa costringendo la bella Lily a riposarsi per tutto questo tempo oggi, dopo essere tornati dall’attacco dei Mangiamorte.

Non l’ho mai vista così scattante e forte durante tutto il periodo della gravidanza.

Persino quando ancora le proporzioni del piccolo Harry Potter erano minime e le permettevano grandi movimenti.

Sospiro, mentre sento mobili e ornamenti vari finire a terra distrutti dalla furia che rincorre ovunque Sirius.

Un Sirius affatto preoccupato.

Un Sirius che ama burlarsi di tutto e di tutti.

Un Sirius che non cambierà mai.

... per fortuna...

«Ahahahahahahahahahahahahahahahahahah... cognatina, sei lentaaaaaaa!!».

«Non osare chiamarmi in quel modo, idiota! E affrontami se hai il coraggio!».

«Oh, io il coraggio ce l’ho, ma ci tengo molto alla mia testa! Sai, domani mi devo vedere con una ragazza niente male!».

«Black, delle tue galline non me ne frega niente! Vieni qui e comportati da uomo!».

«Non vorrai tradire James, cognatina, vero? Lo sai quanto si arrabbierebbe se sapesse che hai voluto vedere i miei gioiellini di famiglia?».

«Io ti ammazzo, imbecille!!!!!!».

Io e Remus ci scambiamo un’occhiata esasperata.

Solo che lui si abbandona del tutto privo di speranza... io scoppio a ridere.

È fantastico poter vedere che lentamente il mondo che mi apparteneva e che era andato distrutto dall’intervento dei McCullen si sta ricostruendo.

Io e Lily, io e i miei Malandrini, Lily e i miei Malandrini con i diversi rapporti fra l’uno e l’altra...

In particolar modo, la mitica “relazione” che condividono la mia piccola Bibi e Felpato: strano rapporto odio-amore.

Anche Peter è parecchio divertito dalla situazione e senza nessuna esitazione mi alzo e mi getto a capofitto sopra di lui, abbracciandolo e spupazzandolo.

«Ra... Ramoso... così mi soffochi!» esclama Codaliscia sotto il mio peso.

«Coda, che ne dici di aiutarmi ad andare a soffocare una volta per tutte Felpato?» gli chiedo invece, ignorando completamente ciò che mi ha detto.

Remus sorride malignamente: «Se serve un terzo paio di mani, non esitate a chiedere».

«Traditori!!!!» sentiamo la risposta in lontananza di Sirius inveire contro di noi.

Rido ancora di più.

Questa deve essere la mia vita... e così sarà.

Io voglio che sia così quindi nessuno mi impedirà di averla.

Perché il semplice fatto di aver già scelto una decisione del genere mi porta ad un passo più vicino all’averla del tutto.

Poi, ovviamente, bisognerà combattere e mostrare i denti e le unghie per difendere il tutto.

Ma è un sacrificio che sono più che pronto a fare: permettere ai propri nemici di influenzare le nostre vite in peggio è un punto a loro favore che conduce noi alla sconfitta.

Una cosa che non permetterò... non permetteremo.

«Io ci sto a...».

Improvvisamente, ad interrompere la risposta di Peter che aveva preso a parlare dopo che mi sono spostato, suona il campanello di casa nostra.

Il silenzio piomba fra tutti.

Persino Sirius e Lily, che sono al piano di sopra in questo momento, si sono zittiti ed immobilizzati.

Perché tutti sappiamo perfettamente chi si trova dietro quella porta adesso.

Certo, ci può essere una minima possibilità che, invece, troveremo un gruppo di Mangiamorte ad attenderci.

Ma da quando in qua i seguaci di Voldemort suonano ai campanelli delle case prima di attaccare?

...

Quindi... è praticamente scontato che sia lui.

Lui...

Finalmente è arrivato.

Albus Silente.

 

...

 

«Ti ringrazio, Lily» dice l’anziano preside, mentre afferra la tazzina colma di the che gli ha offerto Lily.

Finalmente è arrivato questo benedetto momento della verità.

Lo volevo maledire quando, una volta entrato in casa, si è comportato come niente fosse e avesse chiesto di metterci comodi e tranquilli in sala.

Naturalmente, la mia dolcissima futura mogliettina non poteva certo dimenticare le buone maniere, così gli ha offerto qualcosa da bere che Silente non ha assolutamente rifiutato.

Non credo di aver mai conosciuto un uomo più fatto di the come Albus Silente.

Così, noi Malandrini e Silente non abbiamo fatto altro che guardarci solamente nelle palle degli occhi per tutto il tempo che l’acqua bollisse e il the fosse preparato da Lily.

Certo, lui e Remus hanno approfittato per parlare della scuola e cavolate varie sui libri di testo che contiene la monumentale Biblioteca di Hogwarts.

Mi ero anche offerto, a Lily, di andare in cucina e aiutarla a preparare il tutto, così avrei potuto puntare la bacchetta contro il bollitore e aumentare il tempo di ebollizione e iniziare e finire questa discussione estremamente vitale per noi una volta per tutte.

Ma, ovviamente, la mia piccola Bibi non ne ha voluto sapere di essere aiutata (mi ha persino minacciato con la bacchetta) dato che è ancora parecchio infastidita con me per le troppe attenzioni e preoccupazioni che mi concedo per lei e per Harry.

«Mmmh... delizioso!» esclama sorridente Silente, osservando Lily sedersi sul divano tra Peter e Remus.

Io e Sirius, invece, restiamo in piedi.

Sono troppo esagitato per accomodarmi tranquillamente su un divano o poltrona.

Anche lei gli sorride in risposta, ringraziandolo immensamente.

«Ogni volta sono sempre più convinto che la cucina alla Babbana sia molto più buona e genuina della nostra» aggiunge l’anziano preside, sorseggiando ancora un po’ il the.

«Sono pienamente d’accordo con lei, signor preside» risponde Remus, mentre Lily gli da man forte in quell’affermazione.

Io sbuffo, infastidito, non preoccupandomi affatto di non farmi sentire.

«Scusate!» interviene, invece, Sirius con i suoi modi tanto raffinati, «Ma siamo qui per parlare di the e delle abilità culinarie babbane oppure per capire perché diamine i Mangiamorte sembrano essersi fissati con James, Lily e il piccolino?!» sbotta gesticolando con le braccia.

«Sirius! Ma che modi?» lo rimprovera Lunastorta.

«Però ha ragione, Remus» mi affretto a dire guadagnandomi non solo l’occhiata di fuoco di Rem, ma anche quella di Lily.

«Infatti» ci da man forte Silente, «Avete ragione, ragazzi» continua poggiando la tazzina sul tavolino posto al centro della sala, «Scusatemi».

«No, ci scusi lei, signore» lo blocca nuovamente Lily per poi voltarsi di nuovo indietro e fissare torva me e Sirius, «Non sono certo questi i modi per richiamare l’attenzione».

Con la coda dell’occhio, noto Felpato assottigliare lo sguardo e stringere i pugni, nervoso, e io non posso fare altro che dargli ragione.

Non mostro alcun pentimento per quello che Sirius e io abbiamo detto o fatto.

Stiamo solo perdendo tempo.

Lo so.

Silente sospira... profondamente... dandomi una consapevolezza che non mi piace per niente.

Che sia il primo sospiro di una lunga serie?

«Non vi preoccupate, ragazzi» sorride dopo poco, «So perfettamente che non volete essere sgarbati».

Prendo aria per rispondergli a tono, dato che mi sto innervosendo ancora di più con questi sorrisi tirati e questa falsa quiete prima della tempesta, ignorando completamente l’occhiata assassina che mi arriva da Lily.

«Siete solo molto ansiosi, lo so, James» mi anticipa Silente, serio.

Io rimango immobile, lo sguardo severo e fermo puntato sul preside.

Sono ansioso, lo ammetto.

Ma sfido chiunque a non esserlo in questo momento.

In questa situazione.

«Allora?» prorompo dopo un breve sospiro ed allargando le braccia come a voler incentivare l’inizio della discussione, «Cosa dobbiamo sapere di così importante, Silente? Cosa sta succedendo che non ci lascia neanche troppo tempo? E poi...» dico, serio come lui, «... non ci lascia troppo tempo per che cosa?».

Anche lui getta l’aria fuori dai polmoni con espressione stanca e triste.

«Per nascondersi, James».

L’aria, improvvisamente, sembra farsi più densa e pericolosa.

Nascondersi?

Nascondersi da cosa?

Proprio noi che siamo i primi a schierarci contro i Mangiamorte e a buttarci in mezzo alla battaglia?

Anche se apparteniamo all’Ordine della Fenice e proprio per questo sappiamo di dover tenere gli occhi molto più aperti di semplici Auror che lavorano per il Ministero, noi non abbiamo mai pensato di “nasconderci” e basta.

Perché Silente ha detto solo questo.

Solo questa parola.

Nascondersi.

«Nascondersi?» domanda shoccata Lily.

«Da cosa?» chiede Peter, preoccupato, subito dopo di lei.

«Da Voldemort» risponde Silente, mesto.

Aggrotto le sopracciglia, confuso.

«Ma è naturale, no?» s’intromette Remus dando voce ai miei stessi pensieri, «Tutti noi ci nascondiamo da Voldemort, soprattutto quelli che lavorano per l’Ordine. È ovvio!».

Sirius è stranamente rimasto muto.

... E questo fatto non mi piace per niente.

Sono veramente rari i casi in cui mio fratello non si pronuncia.

E quei casi... sono tutti di gravi entità.

Silente, infatti, nega col capo.

«Questa volta è diverso, ragazzi».

«Diverso?» chiede Lily torturandosi le mani.

Io mi avvicino allo schienale del divano e le poggio una mano sulla spalla tentando di tranquillizzarla.

Lei rabbrividisce un secondo a questo contatto inaspettato e, poi, sposta la sua piccola mano sulla mia.

«Perché?» chiedo quasi scontroso.

«Perché, questa volta, c’è in ballo il futuro».

Segue un silenzio... il solito silenzio che mi ha perseguitato per tutti questi mesi e che ho sempre detestato.

Questa volta, non capisco bene il perché, ma sento di odiarlo ancora di più.

Probabilmente perché questa volta si tratta della mia famiglia.

Il preside sospira di nuovo e, dopo aver congiunto le mani verso il basso, prende una grande quantità d’aria nei polmoni e ricomincia a parlare.

«C’è stata una profezia» annuncia osservandoci spalancare gli occhi, «Una profezia alla quale ho assistito di persona».

Una profezia?

So che ce ne sono tante, ma assistervi di persona è veramente un evento rarissimo.

«Cosa ha predetto?» chiede, invece, Sirius prendendo la parola per la prima volta e arrivando immediatamente al nocciolo della questione.

«Sciocco e inutile sarebbe da parte mia citarvela tutta dall’inizio alla fine. In parole povere, la donna che ha avuto questa profezia ha predetto che sarebbe arrivata l’unica persona in grado di sconfiggere una volta per tutte Voldemort».

Peter sobbalza e Remus si allarga in un enorme sorriso.

«Davvero?!» chiede al massimo della felicità.

I suoi genitori verrebbero finalmente vendicati, se così fosse, come moltissime altre vittime di Voldemort.

Silente annuisce.

«Chi è?» s’informa immediatamente Lunastorta.

«La profezia è stata molto chiara a riguardo, in confronto a molte altre che lasciano vagare una misera lanterna in un oceano di oscurità» lo guardo prendere fiato, «Disse che questa persona sarebbe nata all’estinguersi del settimo mese e da chi aveva sfidato Voldemort per tre volte e per altrettante volte ne è sopravvissuto».

...

C – cosa?

«N – nato?» domanda Lily lasciando cadere la sua mano da sopra la mia, come se fosse morta.

Come se il sangue avesse smesso di fluire dentro il suo corpo.

Esattamente come sta accadendo dentro di me.

Perché mi sto sentendo morire.

E non mi stupisco affatto che adesso Felpato stia guardando verso di me, preoccupato del mio mancato colore.

Remus e Peter, invece, sono immobili.

Silente sospira di nuovo.

«Vuo – vuole dire che questa persona non è ancora nata?» aggiunge Lunastorta, immagino, pallido la metà di quanto sono io in questo preciso istante.

Il preside fa cenno di si con il capo confermando questa domanda.

«E, naturalmente, Voldemort sa di questa profezia» bisbiglia Sirius con gli occhi persi nel vuoto come me.

Non è una domanda... è un’affermazione... davanti alla quale non so resistere.

Mi volto dall’altra parte, dando le spalle a tutto e a tutti e mi porto le mani al viso, sfregandolo.

Mi avvicino alla parete di fondo e ci appoggio un braccio lasciando la testa pendolare in avanti e lo sguardo perdersi in qualsiasi particolare osservi.

«Si riferisce a noi questa profezia, vero?» chiedo in un soffio, sperando che Silente mi abbia sentito.

... Non ho la forza di parlare ancora e di ripetermi.

«Si...» dice, mesto, «... e no».

Stringo il pugno lasciato a ciondolare sul mio fianco e a stento trattengo un ringhio proveniente dalla mia gola.

Dannato Silente.

Odio il suo essere così retorico.

«Che cosa significa?».

«Che non è certo che siano proprio loro, Sirius, quelli cui si riferisce questa profezia».

«Perché?» parla subito dopo Remus.

«Perché James e Lily non sono gli unici ad aver affrontato per tre volte Lord Voldemort e ad esserne usciti per altrettante volte vivi».

Spalanco gli occhi, sorpreso.

E... allora chi?

«Chi sono gli altri, allora?» domanda insicuro Peter.

«Anche Alice e Frank Paciock hanno combattuto per tre volte contro Voldemort e sono ancora vivi, e anche loro stanno per avere un bambino che, mi pare di aver capito, nascerà alla fine di Luglio... proprio come il vostro» risponde pacato Silente, probabilmente riferendosi direttamente a Lily.

La mia piccola Bibi... che adesso è così silenziosa.

Ma certo!

Ora mi ricordo!

Come ho potuto dimenticarmi di Frank ed Alice?

Frank era stato così geniale quando i McCullen avevano preso in ostaggio Lily in chiesa, rischiando il tutto per tutto e mettendo in pericolo la sua stessa famiglia per aiutarmi a salvare la mia.

Semplicemente rivelando che la profezia non specifica un nome e proprio per questo motivo può riferirsi ai Potter nello stesso modo con il quale si può riferire ai Paciock.

È stata una mossa così geniale che ha dato ai nostri nemici quell’attimo di esitazione che stavamo tutti aspettando per attaccare e salvare Lily ed Harry.

Già... come ho fatto a dimenticarmene?

E, cosa più importante e contemporaneamente sconvolgente, è la consapevolezza che i McCullen quel giorno non avevano assolutamente mentito.

Anzi!

Siamo stati noi gli sciocchi a non credere a quella storia quando, invece, quei pazzi si erano mossi contro di noi usandola come unico movente.

 

«Credi quel che vuoi, Potter!! Il Signore Oscuro ti rovinerà la vita per questo moccioso!».

 

E solo ora che sono effettivamente consapevole del reale pericolo che corre la mia famiglia che mi ricordo di quella frase che mi urlò McCullen Senior quel giorno in chiesa dopo che avevo rifiutato la loro “assurda” balla della profezia.

Ma ora...

«E quindi? Cosa dobbiamo fare, adesso? Cosa significa tutto questo?» esplode, nervosissimo, Sirius alzando notevolmente la voce.

«Lord Voldemort è venuto a conoscenza di questa profezia grazie ad una spia che ha assistito con me a questa predizione della veggente e...».

«Chi è?!» sbraita Felpato contro il preside.

Io, con un ultimo sospiro, quasi di una sconfitta accettazione, mi volto di nuovo verso i miei ospiti e raggiungo nuovamente il divano.

Devo farmi forza...

«Chi diamine è questo bastardo?».

«Non lo so, Sirius» risponde tranquillo Silente, per niente turbato dai toni turbolenti e dagli epiteti usati da Felpato, «Ce n’erano alcuni insieme a me, ma non preoccuparti: la lista dei sospettati e ben fissa nella mia mente e li tengo strettamente sotto controllo».

Al che, Sirius ringhia ancora più profondamente, fastidiato dal fatto di non poter correre da questo traditore ed inculcargli una lezione degna della L maiuscola.

Eppure, non avendo di che dubitare dell’autorità e delle enormi capacità magiche di Albus Silente, rimane in silenzio, imponendosi la calma.

«Ad ogni modo, stavo dicendo che nel momento in cui la spia ha riferito tutto a Voldemort, lui non gli ha creduto immediatamente» afferma convinto, «A quanto pare, persino tra i membri dell’Ordine della Fenice, c’è moltissimo scetticismo che ruota intorno a questa profezia: tutti si domandano come sarà possibile che un bambino riuscirà a sconfiggere definitivamente il Signore Oscuro. Anche Tom Riddle, da quello che le nostre spie hanno potuto notare, è molto restio a credere a questa predizione» sospira, sconfitto, questa volta, «E... purtroppo, lo sono stato anche io».

«Beh, non se ne faccia una colpa, signore» interviene dispiaciuto Remus dall’espressione di Silente, «Effettivamente è parecchio difficile credere ad una cosa del genere, vero?» si rivolge subito dopo al resto del gruppo cercando sostegno.

Ma prima che, almeno Sirius e Peter, potessero rispondere, Silente prende di nuovo la parola:

«No, Remus» dice afflitto, «Questa volta è stata veramente colpa mia. Avendo saputo come aveva reagito Voldemort a questa profezia, avevo ritenuto opportuno rimanere in disparte e osservare lo sviluppo degli avvenimenti».

«E allora?» domanda Lunastorta non capendo... diversamente da me.

Io che, invece, sto lentamente collegando i pezzi.

Quei pezzi che per tutto questo tempo non mi erano nemmeno sembrati logici.

Quei pezzi che erano corrisposti a domande del tutto prive di risposte.

Domande che parevano destinate a rimanere senza risposta.

Guardo l’anziano preside prendere di nuovo aria nei polmoni per parlare e confessare quella che lui ritiene una sua grande colpa.

Effettivamente, però, se le cose stanno veramente come penso, credo proprio che la mia furia che sento ribollirmi dentro in questo preciso istante verrà del tutto riversata contro Silente.

«Aspetti» lo blocco, intervenendo finalmente, «Lei ha detto che Voldemort è stato molto scettico quando ha sentito la profezia dalla sua spia» faccio una pausa sentendo gli occhi di tutti puntati su di me, «E gli altri?» chiedo invece.

Con la coda dell’occhio mi accorgo delle occhiate interrogative di Lily, Remus e Peter.

«Gli altri Mangiamorte...» continuo, certo di averlo beccato nel suo punto debole, «... come hanno reagito?».

Ed ecco un nuovo sospiro.

Ti ho colpito nel punto debole, vero, Silente?

«Molti si sono comportati come lui...».

«Altri invece ci hanno creduto, vero?» completo la sua frase.

Lo osservo asserire con il capo.

«Dove vuoi arrivare, James?» mi chiede Remus abbastanza confuso.

Con un forza maggiore di prima, la voce di McCullen Senior ritorna a rimbombarmi nella testa:

 

«Credi quel che vuoi, Potter!! Il Signore Oscuro ti rovinerà la vita per questo moccioso!».

 

«Altri come i McCullen, vero, professor Silente?».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANTICIPAZIONE:

«James, non ti permettere! L’hai sentito cos’ha detto?! È impazzito! Perché non gli dici niente?!» dice senza preoccuparsi di moderare i toni.

«Perché non mi sembra il caso, adesso!».

«Ma se...!».

«Piantala, Lily!!! Non ho intenzione di ascoltare altre baggianate come queste finché non avrò messo la mia famiglia al sicuro!!! Quando la smetterai di impuntarti su ogni maledettissima cosa che ti uccide l’orgoglio?!?!?!» la interrompo bruscamente, restituendole la stessa occhiata di fuoco.

[...]

Con la coda dell’occhio noto Lily voltare le spalle a tutti i presenti e salire su, al piano di sopra con la testa alta e un silenzio carico di colpe... tutte indirizzate a me.

Fantastico!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve gente =D!
Giuro che questa volta mi sono impegnata sul serio per non farvi aspettare più di tanto. E, ovviamente, ci sono diversi motivi che me lo hanno permesso:

  1. Il primo, in assoluto, è la scarsissima (inesistente se vogliamo essere realisti, ma siccome sono una persona tendenzialmente ottimista, preferisco gonfiare i fatti... mi fa anche più onore, che dite? xD) voglia di studiare. Il che è tragico contando che non c’è più tempo per pensare a niente visto che gli esami sono alle porte... e ho ancora un mucchio di cose da fare, da dire...
    A volte penso tra me se, ora come ora, mi senta pronta a sostenere la maturità. Insomma, quanto manca? Nella mia testa cerco, sinceramente, di non pensarci per niente, ma il tempo, certe volte, te lo sbatte in faccia violentemente. Il suo inesorabile scorrere via.
    Aprile, per me, non esiste come mese perché ci sarà la gita di quinto di una settimana e, quattro giorni più tardi, un’altra mezza settimana di vacanze di Pasqua dopo le quali, come trionfale ritorno a scuola, ci sarà una magnifica simulazione della terza prova ad attenderci... (a proposito di questo, talvolta, i prof sono davvero lenti a correggere le simulazioni... io a i miei amici di classe non abbiamo ancora avuto i risultati della prima che abbiamo fatto mesi fa O.O. Non so se anche a voi capita con i compiti scritti, però è davvero snervante questo fatto! Lo detesto!).
    Quindi, praticamente, ci ritroveremo già a Maggio dopo quest’ultima settimana di Marzo... e dopo Maggio... esami T.T!
    Dio, che terrore! Una paura del tutto dettata dal fatto che, quando mi pongo proprio questa domanda “Ma io sono pronta a sostenere un esame di maturità proprio adesso?”, la risposta è certamente no, no e ancora NO!
    Ma, allora, quando si è certi di essere pronti???? Uff...
    Forse sto diventando un po’ troppo filosofica: mi rompo le palle persino io stessa a sentirmi da sola xD!
  2. Secondo, il capitolo è stato scritto con una particolare voga, dato che qui entra finalmente in scena il tanto atteso Silente (mi ricordo, infatti, che qualcuno aveva cominciato a domandarsi, nelle recensioni, dove fosse finito il nostro caro preside). La discussione non è ancora finita; di fatti continuerà anche nel prossimo dove, come avete potuto leggere nell’anticipazione, succederà qualcosina di particolare che (inizialmente non era previsto nel mio progetto globale) ho preferito inserire lo stesso. Mi ha aiutata molto a procedere con la scrittura e con la conclusione del capitolo successivo a questo =D!
    Comunque, finalmente si comincia a chiarire la situazione rimasta in sospeso con l’arresto dei McCullen. Noi, naturalmente, lo sapevamo già naturalmente, il perché Voldemort mirava al piccolo Potter.
    Quindi, è qui che si dimostra il carattere “What if...” della storia:
    - E se, nel momento in cui la Profezia venne annunciata da Piton a Voldemort e da Silente all’Ordine, ci fosse stato scetticismo sulla sua autenticità?
    Ovviamente, so perfettamente che sia Silente che Piton erano figure estremamente (Silente) e sufficientemente (Piton) rispettate da poter credere alle loro parole, nella vera storia della Rowling. Ma, considerando gli errori che Silente commette negli ultimi anni di scuola di Harry, ho pensato di poterli riproporre anche per l’era dei Malandrini e della I Guerra Magica, in questo campo =D.

Beh, se vi fa schifo, non mi offendo perché io sarei probabilmente la prima a pensarlo, quindi... fuori i pareri =)!

Per quanto riguarda, invece, il prossimo aggiornamento, davvero, non ho idea di quando avverrà a causa di questi tempi pazzeschi e di questi ritmi assurdi!
Non vedo l’ora di finire, giuro T.T!!!

Beh, vi saluto e vi dico il mio ordinario “Alla prossima” sperando che non sia l’ultimo fino alla fine della maturità!

O.O

Aiuto!!! T.T

  
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