Questo
Matrimonio
Non
s’Ha
Da
Fare
Capitolo
Quarantaseiesimo – Incubo
Spiego
nel modo migliore il foglietto di pergamena che sono miracolosamente
riuscito a
strappare a quella maledetta bestia.
Quello
non è un gufo... è un Schiopodo Sparacoda fatto
di piume, becco e artigli.
Dannata
creatura!!
Mi
ha riempito di graffi a destra e a manca perché non si
faceva acchiappare.
E,
per di più, si era spaventato del fatto che lo inseguissi,
svolazzando per
tutta la cucina.
Mi
ha fatto correre in tondo come un pazzo sclerato.
Molti
avrebbero logicamente pensato che probabilmente ero un fuggitivo del
reparto di
psichiatria del San Mungo.
E
tutto per colpa di una bestiola alata, terrorizzata da me.
E
che diamine!
Sono
il destinatario del messaggio che ha legato alla zampina.
Che
razza di animali viaggiatori si sceglie Silente?
Un
minimo di coraggio, Porca Puzzola!
Ora
mi tocca pure mettere a posto il casino che mi ha fatto combinare qui
in cucina
questo fastidioso pennuto.
Con
uno sbuffo scocciato, apro la lettera tentando di mostrare qualsiasi
sentimento
che non sia l’ansia che mi sta stritolando il cuore.
Rapidamente
scorro le parole scritte da Albus Silente, nella sua leggera e strana
calligrafia incrinata.
Se
è così, James, anche io ho fretta di
incontrarvi. Dobbiamo chiarire fin troppi dubbi.
Verrò
questo pomeriggio a casa tua.
Aspettatemi a qualsiasi ora: prima ci vediamo, più
velocemente troveremo una
soluzione.
Albus Silente
Soluzione?
Soluzione
a cosa?
Inspiegabilmente,
il mio cuore riprende a battere ad una velocità del tutto
anormale.
Con
un impulso improvviso di rabbia, mi ritrovo ad accartocciare quel pezzo
di
pergamena nelle mie mani e a lanciarlo alla massima velocità
contro il muro.
Sinceramente
avrei voluto che fosse stato qualcosa di vetro o, comunque, fragile.
Come
se il fracasso che sarebbe succeduto avesse il potere di farmi sentire
meglio.
Vendicato.
Appagato.
Che
diamine mi stai nascondendo, Silente?
Per così tanto tempo, mi viene
da pensare...
Un
tempo che potrebbe essere prezioso, anche dal suo punto di vista.
Prima ci vediamo, più velocemente
troveremo una soluzione...
Significa
che dobbiamo muoverci.
Essere
veloci.
Perché
non c’è tempo.
Ma
tempo di fare cosa?
Perché
non ce n’è?
Cosa
cavolo mi è stato nascosto fino ad ora?
Perché
l’unica cosa che riesco a pensare è legata a mio
figlio... al fatto che i
Mangiamorte volevano lui, oggi, e non solo il prete o noi due.
Resto
in silenzio in cucina, ascoltando solamente la vita triste e monotona
che gira
intorno a me.
Da
quando siamo tornati a casa, ho accompagnato Lily nella nostra camera e
le ho
categoricamente proibito di alzarsi dal letto.
Dopo
che quel bastardo l’ha toccata... anche se non le ha arrecato
chissà quale
danno, voglio che lei si riposi.
Se
solo succede qualcosa a lei oppure al mio piccolo Harry, io... io...
non so
cosa farei.
Ma
sono sicuro di poter impazzire.
Dietro
di me sento quella maledetta bestiola appollaiata sul ripiano della
cucina,
trafficando con qualsiasi cosa che pensi possa essere cibo.
Per
un attimo, mi passa per la testa l’idea di girarmi e
allontanarlo da tutto ciò
che stia toccando.
Ma
il solo sguardo inchiodato su quel pezzo di carta, accartocciato e
immobile a
terra, mi impedisce di muovermi.
In
realtà, vorrei fare ben altro...
Vorrei
sfogare la rabbia che sento montare dentro di me.
La
prova di quanto mi si stiano rivoltando le budella sono i miei pugni,
come
sempre, serrati sui miei fianchi.
Mi
ritrovo persino a serrare la mascella e ci manca davvero poco che,
attraverso
un contatto visivo, dia fuoco a quello schifoso pezzo di pergamena.
...
Dannazione
a te, Silente!
Che
diamine è questa storia?
Ogni
attimo in più che passa, sento la preoccupazione
attanagliarmi le viscere.
Perché
ho in mente l’idea che i Mangiamorte potrebbero arrivare
anche a Godric’s
Hollow e a casa nostra per un piccolo neonato?
Un
neonato, cavolo!
Come
può una persona prendersela con un bambino che non ha ancora
visto la luce del
mondo?
Come
può una persona attaccare un neonato e poi ritenersi
coraggiosa?
Dov’è
il coraggio quando colui che si affronta è più
debole di noi?
Vigliacchi!!
Siete solo dei vigliacchi!!
È troppo facile prendersela con
quelli più deboli!!
Troppo facile vincere in questo
modo!!!
Lily
ha ragione.
È
troppo semplice vincere così.
Anche
io, ad Hogwarts, mi comportavo in questo modo meschino.
Certo
non usavo Magia Oscura contro i miei compagni di scuola, ma non andavo
di
sicuro a scegliere dei rivali che mi potevano dare del filo da torcere
per i
miei stupidi scherzi.
Sceglievo
i primini, i ragazzi del secondo anno, quelli del terzo, del quarto...
Man
mano che crescevo, decidevo di attaccare sempre quelli più
piccoli di me e con
meno nozioni di difesa in confronto al mio repertorio
d’incantesimi.
Mi
divertivo sempre ogni volta.
Poi,
naturalmente, arrivava una ragazza in particolare.
Una
ragazza diventata, in seguito, Prefetto e, infine, Caposcuola insieme a
me.
Forse
è stato proprio al settimo anno che ho realizzato del tutto
quale viscida
canaglia ero quando mi comportavo in quel modo insieme a mio fratello
Sirius.
Remus
aveva provato a dircelo tante volte...
Ma quante altre noi non lo abbiamo ascoltato?
Tante, troppe... in effetti.
Eppure...
alla fine l’ho ascoltato.
Perché prima di dare retta a lui, ho dato retta a lei.
A
ciò che lei mi urlava dietro, a ciò che apparivo
ai suoi occhi.
Un
mostro insensibile.
Perché non provate a combattere
contro dei vostri degni rivali?
Voglio vedere se avreste la stessa
“fortuna” che avete attaccando dei semplici Babbani
che non possono
difendersi!!!
Siete solo dei vigliacchi!
Ma
non sono rimasto fermo a lasciare che il destino mi riversasse addosso
tutta la
tristezza e la delusione.
Alla
fine, dopo aver capito cosa avevo fatto in cinque anni di scuola, mi
sono
rimboccato le maniche e sono cambiato.
Non
mi aspettavo di riuscire a conquistarla.
Insomma,
eravamo al nostro settimo anno ed io, molto chiaramente, avevo gettato
la
spugna.
Ciò
cui miravo... era la sua semplice amicizia.
Volevo
terminare Hogwarts con un rapporto quanto meno pacifico in modo che,
quando ci
saremmo detti “addio” alla stazione di
King’s Cross, lei mi avrebbe almeno
sorriso e non mi avrebbe riservato solamente un’occhiata di
mal trattenuto
disprezzo.
Sorrido
al vuoto.
Non
avrei mai immaginato, per quanto era ad ogni modo un mio grandissimo
sogno, che
saremmo arrivati a questo punto: il matrimonio.
Il
matrimonio e un figlio.
...
Sospiro.
Sempre
che riusciamo a capire cosa diamine vogliono i Mangiamorte
particolarmente da
noi e dal nostro piccolo Harry.
E
così, come se il cerchio logico si richiudesse, resto ancora
a fissare quel pezzo
di carta.
Silente...
Che
stai celando?
Cosa devo sapere di così urgente?
Perché
non c’è più tempo?
Che
sta succedendo?!?!
«James?».
Sussulto
al sentire la sua voce del tutto inaspettata.
Mi
volto verso l’entrata della cucina e la scorgo appoggiata
allo stipite della
porta.
Ha
indosso il suo grosso e caldo pigiama azzurro con sopra una piccola
vestaglia
aperta e due paia di calze doppie ai piedi.
Wow...
E
meno male che siamo in estate!
Sinceramente
non capisco questo suo sentire freddo in un modo così...
“spasmodico”.
I
miei occhi, scrutando la sua esile figura, come naturale si soffermano
sul
pancione ormai in procinto di esplodere.
Secondo
lei ci siamo quasi.
Mancherebbe
poco.
Ma,
con tutto quello che ci sta accadendo, vorrei che Harry restasse li
dentro, al
sicuro, ancora per un bel po’ prima di decidere di
presentarsi ai suoi genitori
e al mondo intero.
Sorrido,
guardando quel pancione così innaturale per la smilza Lily
Evans eppure tanto
normale per noi due, insieme.
Lei,
invece, non smette di fissarmi ansiosa.
Credo
che mi abbia visto guardare insistentemente il biglietto ricevuto da
Silente e,
quindi, avrà sicuramente pensato che ci deve essere qualcosa
che non va per il
verso giusto.
Altrimenti
non saprei proprio spiegare quel suo sguardo preoccupato.
Resta
immobile, del tutto immune al mio sorriso.
Di
solito, quando la guardo in questo modo, lei ricambia sempre il mio
sorriso.
Non
mi ignora come sta facendo adesso.
Ma,
appena capisce che da me, in questo momento, non può avere
alcuna risposta, si stacca
dallo stipite della porta e si avvicina al muro dove, a terra, si trova
il
pezzo di pergamena accartocciato.
Io
mi muovo insieme a lei.
La
raggiungo velocemente e, prima che lei si pieghi verso il pavimento, mi
abbasso
io, non permettendole di compiere alcuno sforzo inutile.
Prendo
il foglietto nella mano e ritorno eretto.
Resto
qualche secondo a scrutarlo serio.
Infine,
mi giro verso di lei e glielo porgo con un grosso sorriso sulle labbra.
Non
voglio che si preoccupi più di tanto, quindi meglio apparire
quanto più sereni
possibile.
Lily,
osserva il foglietto nella mia mano e, senza prenderlo, rialza lo
sguardo verso
il mio aspettando il mio verdetto.
Come
se mi volesse dimostrare che si fida di tutto ciò che le
posso dire in questo
momento ed evitare, così, di leggere direttamente le parole
del Preside.
Inevitabilmente,
mi ritrovo a sorriderle ancora di più.
«James?»
mi chiama di nuovo, ansiosa di avere notizie.
E,
infine, l’abbraccio delicato.
Le
passo un braccio dietro la testa e l’altro dietro la schiena
per tenerla
ancorata a me quanto più possibile e soffoco il viso
nell’incavo del suo collo,
morendo in una marea rossa.
«James?»
dice di nuovo, mentre la sento poggiare le sue mani sui miei muscoli
della
schiena, «Cosa sta succedendo, Buch?» mi chiede nel
suo tono più dolce.
Le
poso un bacio poco sotto il mento e, con voce roca, le parlo:
«Silente
ha detto di volerci incontrare questo pomeriggio per parlare meglio
della
situazione».
Mi
stacco e la guardo negli occhi.
Ma
non smetto mai di sorridere.
Il
solo averla accanto mi fa sentire già meglio.
Come
se fosse la mia medicina contro il male che questo mondo mi fa provare.
È
per questo che non posso fare a meno di sorridere.
«Ma
tu gli hai detto che siamo stati attaccati?».
Annuisco,
serio.
«E
non si è espresso su questo?» insiste, pensierosa.
Sospiro
e le porgo di nuovo il foglietto.
La
osservo mentre lo spiegazza alla bell’e meglio per poter
leggere le vere parole
di Silente.
Poi...
abbassa di nuovo il capo e, con un movimento istintivo, si porta una
mano sul
pancione.
Immagino
che anche lei abbia avuto la mia stessa sensazione.
Probabilmente
è veramente così.
Il
problema, adesso, sta nel capire perché!
Perché!
Perché,
cavolo, se la devono prendere con un neonato?
E
perché mio figlio?
Nostro figlio!
In
un moto gentile, allungo la mia mano verso la sua poggiata sul suo
ventre.
La
trovo e la stringo, forte ma pur sempre delicato.
L’ultima
cosa che voglio è farle male.
Ma questo non mi deve assolutamente impedire di farle capire, anche
solo con i
gesti, che qualsiasi cosa succederà, io sarò qui,
con lei e con Harry.
E
finché ci sarò io, nessuno passerà
oltre... verso di loro.
Nessuno!
La
sento tremare e non posso fare a meno di stringere ancora
più teneramente la
sua mano.
Alla
fine, il foglio che lei teneva nell’altra mano crolla a terra
e, proprio quella
mano, si avvicina al suo viso.
Chiusa
a pugno, si strofina l’occhio destro, tirando su con il naso.
«Lily...».
Non piangere, Bibi.
Non farlo, perché sembrerebbe
solamente che stiamo perdendo, quando abbiamo appena iniziato la nostra
battaglia.
E vinceremo.
Te l’ho detto e promesso che
vinceremo.
Insieme.
Tutti insieme.
Mi
avvicino al suo visino nascosto da qualche ciuffo fiammeggiante e
sorrido.
«Cosa
sta succedendo, Buch?» mi domanda di nuovo con voce rotta.
Io
mi sporgo verso di lei e le lascio un bacio veloce, ma pieno di
sentimento,
sulla fronte prima di abbracciarla di nuovo.
Lei
abbandona il suo capo sulla mia spalla, scomparendo
nell’incavo del mio
collo... scomparendo dal resto del mondo e rifugiandosi nel nostro,
personale.
Io,
invece, poggio il mio mento sulla sua testolina in fiamme e le passo le
braccia
intorno alla schiena e alle spalle.
Come
se io avessi la coperta.
Come
se solo io potessi scaldarla dal resto del male.
Ed
è una constatazione così dolce che, per un
attimo, mi fa sentire persino
smarrito.
Quando,
al contrario, avrei dovuto farci l’abitudine, no?
Eppure...
forse il fatto di averla avuta lontana da me per tutto questo tempo
deve farmi
sentire come le prime volte in cui l’ho stretta veramente a
me.
Quelle
prime volte in cui, per davvero, eravamo finalmente solo io e lei.
E
nessun altro.
Sospiro,
tra la dolcezza del momento e l’angoscia del futuro.
«Non
lo so» le sussurro sopra la testa, «Ma non
piangere, Lily, perché sembrerebbe
come se avessimo perso la nostra battaglia» la sento tirare
su con il naso per
l’ultima volta e cominciare a calmarsi contro di me,
«E noi abbiamo promesso di
vincere... ricordi?».
«Ci proveremo, Lily...» le dico
con sicurezza, quasi come se sarà una certezza che
riusciremo a sopravvivere.
E noi, infatti, ce la metteremo
tutta!
«... ce la faremo» concludo
fiero.
«Ricordi?»
le domando nuovamente.
Non
è giusto lasciare al silenzio una risposta di tale
importanza.
Deve
essere lei a rispondere perché è in questo
momento che dimostriamo di essere
pronti a tutti pur di garantire un futuro alla nostra famiglia.
Dopo
un leggero e disperato sospiro, un piccolo singulto la scuote, e poi
annuisce
contro di me.
«Si...»
sussurra al vento quasi senza voce.
L’abbraccio
ancora più forte, la stringo ancora più forte.
Ho
sentito la sua risposta.
E
non la rimprovero per la paura che è naturale provare.
Solamente...
Io sono qui, Lily!
Ci sarò sempre per te e per lui, e
tu lo sai.
Con
una lentezza che traspare tutta la mia calma apparente, mi stacco da
lei e le
alzo il viso dal suo nascondiglio preferito.
«Ti
amo» le bisbiglio sulle labbra, a pochi soffi da lei.
Come
se queste due semplici parole abbiano il potere di farle capire
ciò che penso,
ciò che sono pronto a fare e ciò che
accadrà.
Perché
io resterò qui e finché io sarò qui,
anche stando unicamente noi due, non sarà
mai sola.
Mai!
Ho
sbagliato una volta... non lo farò di nuovo.
Questa è una promessa! penso
mentre sprofondiamo nel
nostro momento che nessuno è mai stato in grado di rubare e
mai lo sarà...
E
un Potter mantiene sempre le sue promesse!
...
«Non
ha detto niente?! Come ha potuto non dire niente?!?!» urla
Felpato gesticolando
come un forsennato nel salotto di casa mia.
Remus
alza gli occhi al cielo.
Peter
si morsicchia le unghie accovacciato e stretto nelle sue stesse spalle
sulla
poltrona accanto al divano dove siamo accomodati io e Lunastorta.
Sirius,
invece, non appena ha saputo della striminzita risposta di Silente ha
iniziato
a camminare avanti e indietro per la stanza.
«Shhh,
idiota!» gli faccio segno con il dito sulle labbra,
«Sveglierai Lily!».
La
mia piccola e testarda e orgogliosa Grifondoro...
Ero
riuscito a calmarla qualche ora prima quando abbiamo ricevuto la
“lettera” – se
così la possiamo definire – di Silente.
Alla
fine, in parte, me ne sono anche pentito perché non appena
Lily si è ripresa e
si è resa conto di ciò che regnava in cucina per
colpa mia e di un indeterminato
pennuto, naturalmente, è
partita la classica ramanzina con tanto di urla e bisticciamenti vari.
Sembrava,
per un attimo, essere tornati ad Hogwarts.
Forse...
l’ha aiutata a riprendersi più del bacio
mozzafiato che le ho dato qualche
attimo prima...
Così
mi ha fatto rimboccare le maniche e per la seconda volta ho dovuto
mettere a
posto in questa casa un macello epocale.
Abbiamo
pranzato con qualcosa arrangiato così e poi avevamo
intenzione di riposarci
insieme nel salotto.
Non
l’avessimo mai pensato.
Non
abbiamo fatto in tempo ad uscire dalla cucina che il campanello di casa
aveva
iniziato a squillare con insistenza.
Non
so descrivere il batticuore che mi aveva preso.
Era
Silente?
Erano
i Mangiamorte?
Con
le bacchette ben strette in pugno, Lily è rimasta dietro di
me, io mi sono
avvicinato alla porta che continuava a suonare con insistenza.
Conoscevo
perfettamente il demente che suonava in quel modo e in cuor mio,
Merlino,
quanto ho sperato che fosse veramente lui.
E
infatti...
Dopo
una prima strigliata come si deve, li ho fatti entrare.
E
si!
Perché
la sorpresa non era solo Sirius, ma c’erano anche Remus e
Peter.
Ma
non avevo alcuno intenzione di far restare Lily insieme a noi.
L’ho
vista troppo scossa in questi ultimi momenti.
Così
l’ho portata al piano di sopra e, incurante delle insistenze
e delle molteplici
minacce di morte, l’ho praticamente inchiodata al letto.
So
di essere fin troppo apprensivo, ma non voglio assolutamente correre
pericoli.
Soprattutto
adesso che so per certo che c’è veramente qualcosa
sotto e sono pronto a
strangolare Albus Silente non appena metterà piede in casa
mia.
Felpato
sbuffa, alzando la mano in alto in un gesto di poca importanza.
«“Svegliare”»
dice, «che esagerazione!».
Giuro
che lo ammazzerei in questo preciso istante!
«James,
reprimi i tuoi istinti omicidi, per favore! Hai già cercato
di fare fuori
questo pezzo di canide, ma non è servito a niente se non a
fargli montare
ancora di più la testa».
Io
sbuffo... e lui ghigna.
Naturalmente...
«Concentriamoci
su ciò che può essere successo,
invece!» ci esorta Remus mantenendo la calma e
la ragione che in questo gruppo sono sempre mancate.
Cosa
che non stupisce affatto, in effetti, considerando i suoi membri.
...
Dettagli!
«E
cosa?» domanda titubante Peter.
«Questo
è il problema!» sbraito indignato, «Se
Silente non si facesse attendere così
tanto da farci arrivare all’attimo successivo con la testa a
terra invece che
sul collo, sarebbe fantastico!».
«Shhh,
idiota!» mi fa il verso Sirius, «Sveglierai
Lily!» continua con una sorta di
moina del tutto fastidiosa e snervante.
Lunastorta
ci pensa ad ammutolirlo con una sola occhiataccia di ghiaccio.
«Ti
devi calmare, James» risponde con grande
tranquillità, «Sappiamo tutti quanto
Silente sia un uomo impegnato. Persino il Ministro in persona riconosce
che è
uno dei primi a lavorare contro Voldemort. Può essere
successa qualsiasi cosa
mentre noi siamo qui a parlare».
Il
ringhio che proviene dalla mia voce invade l’intero salotto.
So
perfettamente che Lunastorta ha ragione, ma l’attesta sta
diventando troppa.
Con
Lily non ho alcuna intenzione di sfogare la rabbia e la frustrazione
che,
invece, posso mostrare ai miei amici.
Io
sono il sostegno per lei, adesso... e i Malandrini lo sono per me.
Loro
sono corsi non appena ho scritto quella mini lettera a Sirius per
avvisarlo di
ciò che era accaduto.
Non
si sono fatti problemi e sono venuti al primo momento.
Un’idea
che mi porta a buttare l’occhio su di loro ora che sono con
me.
Tutti
e tre qui, chi super agitato, chi tranquillo e chi rasenta
apparentemente il
menefreghismo... ci sono.
I
miei Malandrini.
I
miei amici.
I
miei fratelli.
Incrocio
per un istante, come per uno strambo gioco del destino, lo sguardo con
quello
di Sirius e la sicurezza che vi leggo dentro ha la forza di arrivare
fino al
mio cuore e a scaldare tutto il mio corpo.
Un
corpo e una mente che lentamente erano andati congelando sempre di
più.
Sorrido.
Anzi,
non è esatto!
Ghigno.
Perché
è questo il nostro saluto, è questo il nostro
riconoscimento, è questo il
nostro simbolo.
Nessuno
è mai stato in grado di prendere la vita come
l’abbiamo presa io e mio
fratello.
Di
questo ne andiamo fieri.
Ma,
ancora più importante, saper non perdere quella filosofia di
sempre... anche di
fronte ai maggiori ostacoli della vita.
Lo
so che anche lui, in questo momento, sta provando la mia stessa paura
perché
ciò che è importante per me, col tempo, diventa
fondamentale anche per lui.
E
sapere Lily ed Harry in un pericolo tale lo preoccupa forse allo stesso
modo di
quanto senta io stesso.
Eppure,
è proprio dalla paura di quello che può succedere
e di quello che può dirci
Silente a dargli quella sicurezza che ora percepisco fluire nel mio
stesso
sangue.
Qualunque
cosa accada... ... ... io ci sarò
...
fratello!
Ci
saremo, Sirius!
Ci
saremo per entrambi... e per i Malandrini!
Ci
saremo...
Poi,
Remus sembra intercettare l’occhiata profonda di Sirius e,
subito, si volta
verso di me, sorridendomi di cuore.
Il
mio “innocuo” Lunastorta che tenta sempre di
minimizzare tutti i grandi
problemi della vita per tirarci su di morale, però, quando
si tratta del suo
P.P.P.*, ecco che il mondo e la sua pesantezza gli ricade addosso.
Una
filosofia che, sinceramente, non ho mai capito.
Insomma,
con quello che abbiamo fatto noi Malandrini, ora diventare un Lupo
Mannaro una
volta al mese è divertente, no?
Perché
dovrebbe continuare a pipparsi idee come “Sono un
mostro”, “Non merito la
clemenza di nessuno”, “Silente non avrebbe dovuto
correre un rischio del genere
facendomi venire ad Hogwarts”, “Non mi sorprende
che abbiate paura di me” e
varie cavolate varie...
Sorrido
al ricordo.
Già,
il ricordo del comportamento mio e di Sirius davanti a queste frasi
senza ne
capo ne coda con la quale se ne usciva ogni tanto Remus nel pieno della
sua
depressione.
E
poi, improvvisamente, vedi che ti sorride come se non fosse successo
niente...
come adesso.
«Va
tutto bene, Ramoso» dice calmo, «Stai
tranquillo».
Al
suo fianco, Codaliscia annuisce e, all’istante, mi convinco
che si, se lo
dicono loro sarà così.
Andrà
tutto bene.
Silente
verrà qui e ci spiegherà la situazione prendendo
i provvedimenti necessari e...
e andrà tutto bene.
Tutto
si sistemerà.
Io
e Lily troveremo un modo per sposarci e avremo il primo dei nostri 18
figli che
programmo dal momento in cui siamo ritornati insieme (naturalmente non
ho osato
nemmeno accennare una cosa del genere alla mia piccola Bibi... ci
tenevo ad
arrivare al giorno dopo!).
E,
alla fine, saremo felici anche se la guerra continuerà ad
esistere e noi saremo
obbligati a combattere.
Anche
se un giorno verrà richiesta la presenza dei nostri figli
sul campo di
battaglia, non importa.
Saranno
i nostri figli... i figli di James
Potter e di Lily Evans...
E
mi pare di aver detto tutto con questa semplice frase.
Sospiro,
mentre sento un leggero scricchiolio provenire dal corridoio accanto.
Qualche
secondo dopo tutti e quattro i Malandrini stanno guardando verso
l’entrata del
salotto dove sbuca una Lily Evans totalmente assonnata ma che, non
appena intercetta
il mio sguardo, si trasforma in una spietata macchina da guerra che
solo con
gli occhi ha il potere di farmi sgretolare al suolo.
«Buongiorno
anche a te, Lily» l’accoglie Remus, ampliando il
suo sorriso, dopo l’amabile
ringhio proveniente dalle sue candide labbra nella mia direzione.
Che
posso dire?
È
incavolata con me perché l’ho costretta a
riposarsi.
Anche
se c’è da specificare che Lily Evans ha passato la
sua intera esistenza ad
essere arrabbiata con me e, adesso che siamo insieme, le cose non
è che siano
tanto cambiate, eh.
Eppure,
con la testa alta io, grande... grandissimo James Potter, affronto la
sua ira
per garantire la sicurezza mentale – altrimenti guastata da
un mancato riposo –
della mia futura e bellissima moglie.
Cavolo...
La
mia magnanimità sorprende persino me stesso.
«Ciao
ragazzi» saluta gli altri ignorandomi e andando ad
accomodarsi sul divano
accanto a Lunastorta.
Remus
le sorride entusiasta, Peter è meravigliato osservandola con
grande stupore e
Sirius...
«Cavolo,
Lily!» esclama con gli occhi sgranati, «Sei
diventata una mongolfiera!».
Con
una rapidità inaudita noto Codaliscia iniziare a sudare
freddo e Lunastorta
sospirare sconsolato schiaffandosi una mano sulla fronte.
Io
mi avvicino al gruppo con un sopraccigli inarcato.
Mi
sporgo un po’ e, spaventosamente, mi rendo conto della
terribile vena pulsante
sulla fronte della mia piccola Bibi.
Un
classico e tipico segno di...
«Tu!!»
urla indignata Lily facendo saettare i suoi occhi su Felpato che la
guarda
divertito, «Sei!!!» continua, alzandosi nuovamente
dal divano,
«Morto!!!!!!!!!!!!!!».
Tutto
sommato credo di non aver fatto chissà quale saggia mossa
costringendo la bella
Lily a riposarsi per tutto questo tempo oggi, dopo essere tornati
dall’attacco
dei Mangiamorte.
Non
l’ho mai vista così scattante e forte durante
tutto il periodo della
gravidanza.
Persino
quando ancora le proporzioni del piccolo Harry Potter erano minime e le
permettevano grandi movimenti.
Sospiro,
mentre sento mobili e ornamenti vari finire a terra distrutti dalla
furia che
rincorre ovunque Sirius.
Un
Sirius affatto preoccupato.
Un
Sirius che ama burlarsi di tutto e di tutti.
Un
Sirius che non cambierà mai.
... per fortuna...
«Ahahahahahahahahahahahahahahahahahah...
cognatina, sei lentaaaaaaa!!».
«Non
osare chiamarmi in quel modo, idiota! E affrontami se hai il
coraggio!».
«Oh,
io il coraggio ce l’ho, ma ci tengo molto alla mia testa!
Sai, domani mi devo
vedere con una ragazza niente male!».
«Black,
delle tue galline non me ne frega niente! Vieni qui e comportati da
uomo!».
«Non
vorrai tradire James, cognatina, vero? Lo sai quanto si arrabbierebbe
se
sapesse che hai voluto vedere i miei gioiellini di famiglia?».
«Io
ti ammazzo, imbecille!!!!!!».
Io
e Remus ci scambiamo un’occhiata esasperata.
Solo
che lui si abbandona del tutto privo di speranza... io scoppio a ridere.
È
fantastico poter vedere che lentamente il mondo che mi apparteneva e
che era
andato distrutto dall’intervento dei McCullen si sta
ricostruendo.
Io
e Lily, io e i miei Malandrini, Lily e i miei Malandrini con i diversi
rapporti
fra l’uno e l’altra...
In
particolar modo, la mitica “relazione” che
condividono la mia piccola Bibi e
Felpato: strano rapporto odio-amore.
Anche
Peter è parecchio divertito dalla situazione e senza nessuna
esitazione mi alzo
e mi getto a capofitto sopra di lui, abbracciandolo e spupazzandolo.
«Ra...
Ramoso... così mi soffochi!» esclama Codaliscia
sotto il mio peso.
«Coda,
che ne dici di aiutarmi ad andare a soffocare una volta per tutte
Felpato?» gli
chiedo invece, ignorando completamente ciò che mi ha detto.
Remus
sorride malignamente: «Se serve un terzo paio di mani, non
esitate a chiedere».
«Traditori!!!!»
sentiamo la risposta in lontananza di Sirius inveire contro di noi.
Rido
ancora di più.
Questa
deve essere la mia vita... e così sarà.
Io
voglio che sia così quindi nessuno mi impedirà di
averla.
Perché
il semplice fatto di aver già scelto una decisione del
genere mi porta ad un
passo più vicino all’averla del tutto.
Poi,
ovviamente, bisognerà combattere e mostrare i denti e le
unghie per difendere
il tutto.
Ma
è un sacrificio che sono più che pronto a fare:
permettere ai propri nemici di
influenzare le nostre vite in peggio è un punto a loro
favore che conduce noi
alla sconfitta.
Una
cosa che non permetterò... non permetteremo.
«Io
ci sto a...».
Improvvisamente,
ad interrompere la risposta di Peter che aveva preso a parlare dopo che
mi sono
spostato, suona il campanello di casa nostra.
Il
silenzio piomba fra tutti.
Persino
Sirius e Lily, che sono al piano di sopra in questo momento, si sono
zittiti ed
immobilizzati.
Perché
tutti sappiamo perfettamente chi si trova dietro quella porta adesso.
Certo,
ci può essere una minima possibilità che, invece,
troveremo un gruppo di
Mangiamorte ad attenderci.
Ma
da quando in qua i seguaci di Voldemort suonano ai campanelli delle
case prima
di attaccare?
...
Quindi...
è praticamente scontato che sia lui.
Lui...
Finalmente
è arrivato.
Albus
Silente.
...
«Ti
ringrazio, Lily» dice l’anziano preside, mentre
afferra la tazzina colma di the
che gli ha offerto Lily.
Finalmente
è arrivato questo benedetto momento della verità.
Lo
volevo maledire quando, una volta entrato in casa, si è
comportato come niente
fosse e avesse chiesto di metterci comodi e tranquilli in sala.
Naturalmente,
la mia dolcissima futura mogliettina non poteva certo dimenticare le
buone
maniere, così gli ha offerto qualcosa da bere che Silente
non ha assolutamente
rifiutato.
Non
credo di aver mai conosciuto un uomo più fatto di the come
Albus Silente.
Così,
noi Malandrini e Silente non abbiamo fatto altro che guardarci
solamente nelle
palle degli occhi per tutto il tempo che l’acqua bollisse e
il the fosse
preparato da Lily.
Certo,
lui e Remus hanno approfittato per parlare della scuola e cavolate
varie sui
libri di testo che contiene la monumentale Biblioteca di Hogwarts.
Mi
ero anche offerto, a Lily, di andare in cucina e aiutarla a preparare
il tutto,
così avrei potuto puntare la bacchetta contro il bollitore e
aumentare il tempo
di ebollizione e iniziare e finire questa discussione estremamente
vitale per
noi una volta per tutte.
Ma,
ovviamente, la mia piccola Bibi non ne ha voluto sapere di essere
aiutata (mi
ha persino minacciato con la bacchetta) dato che è ancora
parecchio infastidita
con me per le troppe attenzioni e preoccupazioni che mi concedo per lei
e per
Harry.
«Mmmh...
delizioso!» esclama sorridente Silente, osservando Lily
sedersi sul divano tra
Peter e Remus.
Io
e Sirius, invece, restiamo in piedi.
Sono
troppo esagitato per accomodarmi tranquillamente su un divano o
poltrona.
Anche
lei gli sorride in risposta, ringraziandolo immensamente.
«Ogni
volta sono sempre più convinto che la cucina alla Babbana
sia molto più buona e
genuina della nostra» aggiunge l’anziano preside,
sorseggiando ancora un po’ il
the.
«Sono
pienamente d’accordo con lei, signor preside»
risponde Remus, mentre Lily gli
da man forte in quell’affermazione.
Io
sbuffo, infastidito, non preoccupandomi affatto di non farmi sentire.
«Scusate!»
interviene, invece, Sirius con i suoi modi tanto raffinati,
«Ma siamo qui per parlare di the e delle abilità
culinarie babbane oppure per capire perché diamine i
Mangiamorte sembrano
essersi fissati con James, Lily e il piccolino?!» sbotta
gesticolando con le
braccia.
«Sirius!
Ma che modi?» lo rimprovera Lunastorta.
«Però
ha ragione, Remus» mi affretto a dire guadagnandomi non solo
l’occhiata di
fuoco di Rem, ma anche quella di Lily.
«Infatti»
ci da man forte Silente, «Avete ragione, ragazzi»
continua poggiando la tazzina
sul tavolino posto al centro della sala,
«Scusatemi».
«No,
ci scusi lei, signore» lo blocca nuovamente Lily per poi
voltarsi di nuovo
indietro e fissare torva me e Sirius, «Non sono certo questi
i modi per richiamare
l’attenzione».
Con
la coda dell’occhio, noto Felpato assottigliare lo sguardo e
stringere i pugni,
nervoso, e io non posso fare altro che dargli ragione.
Non
mostro alcun pentimento per quello che Sirius e io abbiamo detto o
fatto.
Stiamo
solo perdendo tempo.
Lo so.
Silente
sospira... profondamente... dandomi una consapevolezza che non mi piace
per
niente.
Che
sia il primo sospiro di una lunga serie?
«Non
vi preoccupate, ragazzi» sorride dopo poco, «So
perfettamente che non volete
essere sgarbati».
Prendo
aria per rispondergli a tono, dato che mi sto innervosendo ancora di
più con
questi sorrisi tirati e questa falsa quiete prima della tempesta,
ignorando
completamente l’occhiata assassina che mi arriva da Lily.
«Siete
solo molto ansiosi, lo so, James» mi anticipa Silente, serio.
Io
rimango immobile, lo sguardo severo e fermo puntato sul preside.
Sono
ansioso, lo ammetto.
Ma
sfido chiunque a non esserlo in questo momento.
In
questa situazione.
«Allora?»
prorompo dopo un breve sospiro ed allargando le braccia come a voler
incentivare l’inizio della discussione, «Cosa
dobbiamo sapere di così
importante, Silente? Cosa sta succedendo che non ci lascia neanche
troppo
tempo? E poi...» dico, serio come lui, «... non ci
lascia troppo tempo per che
cosa?».
Anche
lui getta l’aria fuori dai polmoni con espressione stanca e
triste.
«Per
nascondersi, James».
L’aria,
improvvisamente, sembra farsi più densa e pericolosa.
Nascondersi?
Nascondersi
da cosa?
Proprio
noi che siamo i primi a schierarci contro i Mangiamorte e a buttarci in
mezzo
alla battaglia?
Anche
se apparteniamo all’Ordine della Fenice e proprio per questo
sappiamo di dover
tenere gli occhi molto più aperti di semplici Auror che
lavorano per il
Ministero, noi non abbiamo mai pensato di
“nasconderci” e basta.
Perché
Silente ha detto solo questo.
Solo
questa parola.
Nascondersi.
«Nascondersi?»
domanda shoccata Lily.
«Da
cosa?» chiede Peter, preoccupato, subito dopo di lei.
«Da
Voldemort» risponde Silente, mesto.
Aggrotto
le sopracciglia, confuso.
«Ma
è naturale, no?» s’intromette Remus
dando voce ai miei stessi pensieri, «Tutti
noi ci nascondiamo da Voldemort, soprattutto quelli che lavorano per
l’Ordine.
È ovvio!».
Sirius
è stranamente rimasto muto.
...
E questo fatto non mi piace per niente.
Sono
veramente rari i casi in cui mio fratello non si pronuncia.
E
quei casi... sono tutti di gravi entità.
Silente,
infatti, nega col capo.
«Questa
volta è diverso, ragazzi».
«Diverso?»
chiede Lily torturandosi le mani.
Io
mi avvicino allo schienale del divano e le poggio una mano sulla spalla
tentando di tranquillizzarla.
Lei
rabbrividisce un secondo a questo contatto inaspettato e, poi, sposta
la sua
piccola mano sulla mia.
«Perché?»
chiedo quasi scontroso.
«Perché,
questa volta, c’è in ballo il futuro».
Segue
un silenzio... il solito silenzio che mi ha perseguitato per tutti
questi mesi
e che ho sempre detestato.
Questa
volta, non capisco bene il perché, ma sento di odiarlo
ancora di più.
Probabilmente
perché questa volta si tratta della mia famiglia.
Il
preside sospira di nuovo e, dopo aver congiunto le mani verso il basso,
prende
una grande quantità d’aria nei polmoni e
ricomincia a parlare.
«C’è
stata una profezia» annuncia osservandoci spalancare gli
occhi, «Una profezia
alla quale ho assistito di persona».
Una
profezia?
So
che ce ne sono tante, ma assistervi di persona è veramente
un evento rarissimo.
«Cosa
ha predetto?» chiede, invece, Sirius prendendo la parola per
la prima volta e
arrivando immediatamente al nocciolo della questione.
«Sciocco
e inutile sarebbe da parte mia citarvela tutta dall’inizio
alla fine. In parole
povere, la donna che ha avuto questa profezia ha predetto che sarebbe
arrivata
l’unica persona in grado di sconfiggere una volta per tutte
Voldemort».
Peter
sobbalza e Remus si allarga in un enorme sorriso.
«Davvero?!»
chiede al massimo della felicità.
I
suoi genitori verrebbero finalmente vendicati, se così
fosse, come moltissime
altre vittime di Voldemort.
Silente
annuisce.
«Chi
è?» s’informa immediatamente Lunastorta.
«La
profezia è stata molto chiara a riguardo, in confronto a
molte altre che
lasciano vagare una misera lanterna in un oceano di
oscurità» lo guardo
prendere fiato, «Disse che questa persona sarebbe nata
all’estinguersi del
settimo mese e da chi aveva sfidato Voldemort per tre volte e per
altrettante
volte ne è sopravvissuto».
...
C
– cosa?
«N
– nato?» domanda Lily lasciando cadere la sua mano
da sopra la mia, come se
fosse morta.
Come
se il sangue avesse smesso di fluire dentro il suo corpo.
Esattamente
come sta accadendo dentro di me.
Perché
mi sto sentendo morire.
E
non mi stupisco affatto che adesso Felpato stia guardando verso di me,
preoccupato del mio mancato colore.
Remus
e Peter, invece, sono immobili.
Silente
sospira di nuovo.
«Vuo
– vuole dire che questa persona non è ancora
nata?» aggiunge Lunastorta,
immagino, pallido la metà di quanto sono io in questo
preciso istante.
Il
preside fa cenno di si con il capo confermando questa domanda.
«E,
naturalmente, Voldemort sa di questa profezia» bisbiglia
Sirius con gli occhi
persi nel vuoto come me.
Non
è una domanda... è un’affermazione...
davanti alla quale non so resistere.
Mi
volto dall’altra parte, dando le spalle a tutto e a tutti e
mi porto le mani al
viso, sfregandolo.
Mi
avvicino alla parete di fondo e ci appoggio un braccio lasciando la
testa
pendolare in avanti e lo sguardo perdersi in qualsiasi particolare
osservi.
«Si
riferisce a noi questa profezia, vero?» chiedo in un soffio,
sperando che
Silente mi abbia sentito.
...
Non ho la forza di parlare ancora e di ripetermi.
«Si...»
dice, mesto, «... e no».
Stringo
il pugno lasciato a ciondolare sul mio fianco e a stento trattengo un
ringhio
proveniente dalla mia gola.
Dannato
Silente.
Odio
il suo essere così retorico.
«Che
cosa significa?».
«Che
non è certo che siano proprio loro, Sirius, quelli cui si
riferisce questa
profezia».
«Perché?»
parla subito dopo Remus.
«Perché
James e Lily non sono gli unici ad aver affrontato per tre volte Lord
Voldemort
e ad esserne usciti per altrettante volte vivi».
Spalanco
gli occhi, sorpreso.
E...
allora chi?
«Chi
sono gli altri, allora?» domanda insicuro Peter.
«Anche
Alice e Frank Paciock hanno combattuto per tre volte contro Voldemort e
sono
ancora vivi, e anche loro stanno per avere un bambino che, mi pare di
aver
capito, nascerà alla fine di Luglio... proprio come il
vostro» risponde pacato
Silente, probabilmente riferendosi direttamente a Lily.
La
mia piccola Bibi... che adesso è così silenziosa.
Ma
certo!
Ora
mi ricordo!
Come
ho potuto dimenticarmi di Frank ed Alice?
Frank
era stato così geniale quando i McCullen avevano preso in
ostaggio Lily in
chiesa, rischiando il tutto per tutto e mettendo in pericolo la sua
stessa
famiglia per aiutarmi a salvare la mia.
Semplicemente
rivelando che la profezia non specifica un nome e proprio per questo
motivo può
riferirsi ai Potter nello stesso modo con il quale si può
riferire ai Paciock.
È
stata una mossa così geniale che ha dato ai nostri nemici
quell’attimo di
esitazione che stavamo tutti aspettando per attaccare e salvare Lily ed
Harry.
Già...
come ho fatto a dimenticarmene?
E,
cosa più importante e contemporaneamente sconvolgente,
è la consapevolezza che
i McCullen quel giorno non avevano assolutamente mentito.
Anzi!
Siamo
stati noi gli sciocchi a non credere a quella storia quando, invece,
quei pazzi
si erano mossi contro di noi usandola come unico movente.
«Credi quel che vuoi, Potter!! Il
Signore Oscuro ti rovinerà la vita per questo
moccioso!».
E
solo ora che sono effettivamente consapevole del reale pericolo che
corre la mia
famiglia che mi ricordo di quella frase che mi urlò McCullen
Senior quel giorno
in chiesa dopo che avevo rifiutato la loro
“assurda” balla della profezia.
Ma
ora...
«E
quindi? Cosa dobbiamo fare, adesso? Cosa significa tutto
questo?» esplode,
nervosissimo, Sirius alzando notevolmente la voce.
«Lord
Voldemort è venuto a conoscenza di questa profezia grazie ad
una spia che ha
assistito con me a questa predizione della veggente e...».
«Chi
è?!» sbraita Felpato contro il preside.
Io,
con un ultimo sospiro, quasi di una sconfitta accettazione, mi volto di
nuovo
verso i miei ospiti e raggiungo nuovamente il divano.
Devo
farmi forza...
«Chi
diamine è questo bastardo?».
«Non
lo so, Sirius» risponde tranquillo Silente, per niente
turbato dai toni
turbolenti e dagli epiteti usati da Felpato, «Ce
n’erano alcuni insieme a me,
ma non preoccuparti: la lista dei sospettati e ben fissa nella mia
mente e li
tengo strettamente sotto controllo».
Al
che, Sirius ringhia ancora più profondamente, fastidiato dal
fatto di non poter
correre da questo traditore ed inculcargli una lezione degna della L
maiuscola.
Eppure,
non avendo di che dubitare dell’autorità e delle
enormi capacità magiche di
Albus Silente, rimane in silenzio, imponendosi la calma.
«Ad
ogni modo, stavo dicendo che nel momento in cui la spia ha riferito
tutto a
Voldemort, lui non gli ha creduto immediatamente» afferma
convinto, «A quanto
pare, persino tra i membri dell’Ordine della Fenice,
c’è moltissimo scetticismo
che ruota intorno a questa profezia: tutti si domandano come
sarà possibile che
un bambino riuscirà a sconfiggere definitivamente il Signore
Oscuro. Anche Tom
Riddle, da quello che le nostre spie hanno potuto notare, è
molto restio a
credere a questa predizione» sospira, sconfitto, questa
volta, «E... purtroppo,
lo sono stato anche io».
«Beh,
non se ne faccia una colpa, signore» interviene dispiaciuto
Remus
dall’espressione di Silente, «Effettivamente
è parecchio difficile credere ad
una cosa del genere, vero?» si rivolge subito dopo al resto
del gruppo cercando
sostegno.
Ma
prima che, almeno Sirius e Peter, potessero rispondere, Silente prende
di nuovo
la parola:
«No,
Remus» dice afflitto, «Questa volta è
stata veramente colpa mia. Avendo saputo
come aveva reagito Voldemort a questa profezia, avevo ritenuto
opportuno
rimanere in disparte e osservare lo sviluppo degli
avvenimenti».
«E
allora?» domanda Lunastorta non capendo... diversamente da me.
Io
che, invece, sto lentamente collegando i pezzi.
Quei
pezzi che per tutto questo tempo non mi erano nemmeno sembrati logici.
Quei
pezzi che erano corrisposti a domande del tutto prive di risposte.
Domande
che parevano destinate a rimanere senza risposta.
Guardo
l’anziano preside prendere di nuovo aria nei polmoni per
parlare e confessare
quella che lui ritiene una sua grande colpa.
Effettivamente,
però, se le cose stanno veramente come penso, credo proprio
che la mia furia
che sento ribollirmi dentro in questo preciso istante verrà
del tutto riversata
contro Silente.
«Aspetti»
lo blocco, intervenendo finalmente, «Lei ha detto che
Voldemort è stato molto
scettico quando ha sentito la profezia dalla sua spia» faccio
una pausa
sentendo gli occhi di tutti puntati su di me, «E gli
altri?» chiedo invece.
Con
la coda dell’occhio mi accorgo delle occhiate interrogative
di Lily, Remus e
Peter.
«Gli
altri Mangiamorte...» continuo, certo di averlo beccato nel
suo punto debole,
«... come hanno reagito?».
Ed
ecco un nuovo sospiro.
Ti
ho colpito nel punto debole, vero, Silente?
«Molti
si sono comportati come lui...».
«Altri
invece ci hanno creduto, vero?» completo la sua frase.
Lo
osservo asserire con il capo.
«Dove
vuoi arrivare, James?» mi chiede Remus abbastanza confuso.
Con
un forza maggiore di prima, la voce di McCullen Senior ritorna a
rimbombarmi
nella testa:
«Credi quel che vuoi, Potter!! Il
Signore Oscuro ti rovinerà la vita per questo
moccioso!».
«Altri
come i McCullen, vero, professor Silente?».
ANTICIPAZIONE:
«James, non ti permettere!
L’hai
sentito cos’ha detto?! È impazzito!
Perché non gli dici niente?!» dice senza
preoccuparsi di moderare i toni.
«Perché non mi sembra il caso,
adesso!».
«Ma se...!».
«Piantala, Lily!!! Non ho
intenzione di ascoltare altre baggianate come queste finché
non avrò messo la
mia famiglia al sicuro!!! Quando la smetterai di impuntarti su ogni
maledettissima cosa che ti uccide l’orgoglio?!?!?!»
la interrompo bruscamente,
restituendole la stessa occhiata di fuoco.
[...]
Con la coda dell’occhio noto Lily
voltare le spalle a tutti i presenti e salire su, al piano di sopra con
la
testa alta e un silenzio carico di colpe... tutte indirizzate a me.
Fantastico!
Salve
gente =D!
Giuro che questa volta mi sono impegnata sul serio per non farvi
aspettare più
di tanto. E, ovviamente, ci sono diversi motivi che me lo hanno
permesso:
- Il primo, in assoluto, è
la scarsissima (inesistente se vogliamo essere realisti, ma siccome
sono una persona tendenzialmente ottimista, preferisco gonfiare i
fatti... mi fa anche più onore, che dite? xD) voglia di
studiare. Il che è tragico contando che non
c’è più tempo per pensare a niente
visto che gli esami sono alle porte... e ho ancora un mucchio di cose
da fare, da dire...
A volte penso tra me se, ora come ora, mi senta pronta a sostenere la maturità. Insomma, quanto manca? Nella mia testa cerco, sinceramente, di non pensarci per niente, ma il tempo, certe volte, te lo sbatte in faccia violentemente. Il suo inesorabile scorrere via.
Aprile, per me, non esiste come mese perché ci sarà la gita di quinto di una settimana e, quattro giorni più tardi, un’altra mezza settimana di vacanze di Pasqua dopo le quali, come trionfale ritorno a scuola, ci sarà una magnifica simulazione della terza prova ad attenderci... (a proposito di questo, talvolta, i prof sono davvero lenti a correggere le simulazioni... io a i miei amici di classe non abbiamo ancora avuto i risultati della prima che abbiamo fatto mesi fa O.O. Non so se anche a voi capita con i compiti scritti, però è davvero snervante questo fatto! Lo detesto!).
Quindi, praticamente, ci ritroveremo già a Maggio dopo quest’ultima settimana di Marzo... e dopo Maggio... esami T.T!
Dio, che terrore! Una paura del tutto dettata dal fatto che, quando mi pongo proprio questa domanda “Ma io sono pronta a sostenere un esame di maturità proprio adesso?”, la risposta è certamente no, no e ancora NO!
Ma, allora, quando si è certi di essere pronti???? Uff...
Forse sto diventando un po’ troppo filosofica: mi rompo le palle persino io stessa a sentirmi da sola xD! - Secondo, il capitolo è
stato scritto con una particolare voga, dato che qui entra finalmente
in scena il tanto atteso Silente (mi ricordo, infatti, che qualcuno
aveva cominciato a domandarsi, nelle recensioni, dove fosse finito il
nostro caro preside). La discussione non è ancora finita; di
fatti continuerà anche nel prossimo dove, come avete potuto
leggere nell’anticipazione, succederà qualcosina
di particolare che (inizialmente non era previsto nel mio progetto
globale) ho preferito inserire lo stesso. Mi ha aiutata molto a
procedere con la scrittura e con la conclusione del capitolo successivo
a questo =D!
Comunque, finalmente si comincia a chiarire la situazione rimasta in sospeso con l’arresto dei McCullen. Noi, naturalmente, lo sapevamo già naturalmente, il perché Voldemort mirava al piccolo Potter.
Quindi, è qui che si dimostra il carattere “What if...” della storia:
- E se, nel momento in cui la Profezia venne annunciata da Piton a Voldemort e da Silente all’Ordine, ci fosse stato scetticismo sulla sua autenticità?
Ovviamente, so perfettamente che sia Silente che Piton erano figure estremamente (Silente) e sufficientemente (Piton) rispettate da poter credere alle loro parole, nella vera storia della Rowling. Ma, considerando gli errori che Silente commette negli ultimi anni di scuola di Harry, ho pensato di poterli riproporre anche per l’era dei Malandrini e della I Guerra Magica, in questo campo =D.
Beh, se vi
fa schifo, non mi offendo perché io sarei
probabilmente la prima a pensarlo, quindi... fuori i pareri =)!
Per quanto
riguarda, invece, il prossimo aggiornamento, davvero,
non ho idea di quando avverrà a causa di questi tempi
pazzeschi e di questi
ritmi assurdi!
Non vedo l’ora di finire, giuro T.T!!!
Beh, vi
saluto e vi dico il mio ordinario “Alla prossima”
sperando che non sia l’ultimo fino alla fine della
maturità!
O.O
Aiuto!!! T.T