Titolo: The
Taste of Magic (Il Sapore della
Magia)
Autrice: roma_fics
Traduttrice: Mari McSly
Sommario: Certe volte la magia non basta.
DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga
sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i
diritti. Questa storia
non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna
legge su diritti di
pubblicazione e copyright.
ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono
immaginari e non
hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e
riferimento a fatti o
persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale
Potete trovare la storia originale qui e il Livejournal dell'autrice qui. Qui invece potete trovare il PDF di questa traduzione.
1. Something in the Air (Qualcosa
nell'Aria)
"Ho
alzato la bacchetta ed
ho detto 'Agitare e Colpire'."
"E poi
non è successo
niente?"
"Esattamente,
Auror Potter.
Sin da allora la mia magia è stata oscillante."
Harry
bagnò la piuma nel calamaio
e poi scribacchiò la risposta del Professor Vitious nel
taccuino, pieno degli
incidenti di magia erratica degli altri professori.
Lanciò
un'occhiata alla Preside
McGranitt che sedeva dietro la scrivania, fissando il guanciale
appoggiato sul
davanzale della finestra; era stata silenziosa quanto i ritratti che
fingevano
di essere addormentati. "Preside, c'è qualcos'altro?"
La
mascella di lei si contrasse e
il suo sguardo si posò su di lui. Gli fu dato un riluttante
cenno d'assenso.
Harry fece un sorriso rassicurante. "Va tutto bene. Sistemeremo tutto,
ma
devo sapere."
Il
Professor Vitious saltellò giù
dalla sedia. "Dovrei andare. Se ha bisogno di me, può
trovarmi nelle mie
stanze, Auror Potter."
"Grazie,
Professore."
La porta
si chiuse. L'unico suono
rimasto fu il ronzio degli strumenti d'argento. Harry posò
la piuma e versò una
tazza di thè ad entrambi.
"Preside,"
bisbigliò
Harry. "Me lo dica."
"H-ho...
ho perso la mia
capacità di Animagus."
Harry non
riprese la piuma. Era
sicuro che questo se lo sarebbe
ricordato.
"Mi
dispiace, Preside. Quando
è successo?"
La vide
sbattere via le lacrime;
lui distolse lo sguardo, puntandolo sul cuscino a stampa scozzese che
stava sul
davanzale. Era coperto da peli di gatto.
"Due
settimane fa, anche se
c'erano stati alcuni incidenti prima. P-pensavo fosse dovuto alla mia
età."
Harry non
poté trattenersi dal
sorridere. Pensava che la magia della Preside fosse forte come sempre.
Era un
semplice caso di negazione che ci fosse qualcosa di più in
ballo. Harry chiuse
il taccuino e lo mise via. Gli occhi di lei erano sgombri di lacrime
mentre
sorseggiava il suo thè.
"Nient'altro?"
Minerva
appoggiò la tazza e si
schiarì la gola. "Il Libro... è da mesi che non
è stato aggiunto alcun
nome."
Harry
strizzò gli occhi e scosse
la testa. Non era stato preparato per quella risposta e non aveva idea
di cosa
significasse.
"Ha
parlato con gli Elfi
Domestici?"
"Sì.
Non sembrano essere
preoccupati da questo... questo... problema. Hanno accennato al fatto
che
sentono una differenza nell'aria."
Harry
aggrottò le sopracciglia. "Una
differenza nell'aria?"
"E,
Harry" disse la
McGranitt, scrutandolo da sopra le lenti. "I ritratti... i ritratti
sono
fermi da questa mattina."
Ad Harry
gli sì gelò il sangue quando
alzò lo sguardo per esaminare la fila di teste chinate e di
occhi chiusi. Non
stavano dormendo.
*
"Potter,
mi stavo proprio
chiedendo quando avresti chiesto di me." Draco Malfoy entrò
lentamente
nell'ufficio di Harry e prese immediatamente posto davanti alla sua
scrivania.
Nonostante il tono lamentoso fosse lo stesso, Malfoy non aveva il
solito aspetto. La
pelle grigiastra, le vesti sgualcite, i
capelli aggrovigliati e gli occhi iniettati di sangue ricordavano ad
Harry un
Malfoy che non stava combinando niente di buono.
"Me lo
aspettavo da
mesi." Le dita tremanti di Draco si allungarono verso il barattolo di
Tuttigusti+1 ed afferrarono una gelatina viola. Harry lo
guardò con
anticipazione; George aveva detto che quelle sapevano di vomito. Draco
si mise
la caramella in bocca e ghignò.
Harry
roteò gli occhi alla sua
stessa credulità.
"Sei
l'unico Indicibile di
cui conosco il nome, Malfoy, o ne avrei sicuramente chiamato un altro.
Cosa sai
dirmi? E comunque, sembri uno straccio."
Un
singolo sopracciglio inarcato
disse a Harry che l'informazione non sarebbe stata offerta
spontaneamente.
Malfoy si stava chiaramente godendo questo momento. Proprio come Harry
ammetteva si era goduto dare l'ultima firma di cui Malfoy aveva bisogno
per
essere accettato nel programma degli Indicibili tre anni prima.
"Riguardo
l'esaurimento
magico. Cosa sai?"
"Qualcosa."
replicò
Draco, mentre prendeva un'altra gelatina.
"Niente
giochetti, Malfoy. Dimmi
cosa sai."
Draco
sospirò. "Presumo che se
non te lo dico compilerai dei documenti contro il mio dipartimento, che
poi compilerà
una confutazione, e finiremo davanti al Wizengamot entro un anno."
Harry
annuì.
Draco si
mise la caramella in
bocca, ma non masticò. Harry sapeva che si stava facendo
espandere il sapore
sulla lingua, e poi il forte profumo lo colpì: violette. Il
ricordo di quel
sapore assalì i suoi pensieri. Non era fruttato, ma ricco e
denso come una
spezia. Aveva assaggiato quel gusto solo due volte prima, e il ricordo
di
ognuna era sfocato come la sua vista senza occhiali.
"Potter!"
"Cosa?"
"Stavo
parlando. Non hai
sentito quello che ho detto?"
Harry
odiava ammettere che Draco era
riuscito a distrarlo, ma l'argomento era troppo importante per
sorvolare.
"No, Malfoy. Puoi ripetere, per favore?"
Draco si
passò la lingua sulle
labbra. Tirò fuori dalle vesti una fiaschetta d'argento.
"Vuoi un sorso?"
"Malfoy,
sono le dieci di
mattina." disse Harry, prendendo il bicchiere d'acqua sempre-pieno.
Bevve
il liquido cristallino e sbatté le palpebre quando il
bicchiere si riempì solo
per metà.
Draco
svitò il tappo della
fiaschetta; pendeva da una sottile catenina. Gli occhi di Harry si
ingrandirono
quando Draco prese tre lunghi sorsi.
"Da
quanto tempo bevi
così?" Harry sorprese persino se stesso col tono preoccupato.
Draco
sbuffò. "La magia sta
sparendo, Potter. Diventeremo tutti dei fottutissimi
Maghinò e i figli dei
nostri figli saranno Babbani."
Le parole
non avevano senso;
Draco inclinò di nuovo la fiaschetta e si fece cadere le
ultime gocce sulla
lingua. Harry chiuse gli occhi e scosse la testa.
"Tutta
quanta?"
bisbigliò. La sua mente ripassò i casi dei mesi
passati per cercare indizi di
magia andata storta nelle forze Auror. Sussultò, ricordando
le suppliche
inascoltate dei criminali che affermavano di non aver avuto intenzione
di fare
certi incantesimi o di renderli così potenti; gli Auror
stavano affrontando dei
problemi disciplinari per essere stati troppo violenti o per aver
lasciato i
criminali scappare.
Draco si
alzò lentamente.
"Potter, di solito sono ubriaco entro mezzogiorno, quindi
perché non ne
discutiamo da qualche altra parte? La mia fiaschetta è
vuota; portami fuori di
qui, ed io ti aiuterò."
Harry
rise. "Mi stai
chiedendo di uscire, Malfoy?"
Draco gli
mostrò un ghignò
beffardo. "No, coglione. Ti sto dicendo che se vuoi più
informazioni,
dovrai provvedere da bere."
Harry si
alzò dalla sedia.
Appellò la giacca e ne passò una di ricambio a
Draco. "Ricordavo che
diventassi felice ed affettuoso quando bevi, non che aumentassi la tua
bastardaggine."
"Un bar
Babbano?"
grugnì Draco mentre si levava il mantello e si infilava la
giacca di pelle
nera. "Suppongo che dovrò abituarmici. E Potter,
bastardaggine non è una
parola. Inoltre, sei tu che diventi sdolcinato e arrapato quando sei
sbronzo."
Harry
afferrò il gomito di Draco
e lo guidò verso la Metropolvere. "É l'unico modo
per sopportare di
pomiciare con te, Malfoy."
"Abbiamo
fatto più che
pomiciare, Potter."
Harry
fece una smorfia e spinse
Draco nel camino. "Paiolo Magico" disse, buttando a terra una
manciata di Polvere Volante.
Harry si
infilò le mani nelle
tasche della giacca e uscì a passo svelto dal Paiolo Magico
con Draco. In testa
stava riascoltando le parole che Malfoy si era lasciato sfuggire sulla
perdita
della magia. Si fermò improvvisamente davanti ad un edificio
sgangherato a due
piani con un insegna logora. Il Passaggio.
"Cadiamo
in basso"
commentò Draco mentre Harry apriva la porta. Le alte
finestre erano annerite da
anni di sporcizia e fuliggine. L'unica luce proveniva da una lampadina
che
pendeva da un filo di rame sopra le loro teste.
"Sì,
infatti." Harry
afferrò il braccio di Draco e lo strattonò
indietro. "Non dire un'altra
parole finchè non ci sediamo." Draco sbuffò, ma
permise a Harry di
guidarlo dietro l'ultimo separé dello stretto tugurio,
vicino ad una rampa di
scale traballanti. Harry si sedette ed accese una piccola candela
rossa. Presto
una bottiglia di scotch apparse sul tavolo di legno con due bicchieri
ed un
cesto di fish'n chips.
"Il
proprietario è un
mago?"
Harry
annuì e fu ancora sorpreso
dal profumo di violette che permeava l'alito di Draco. "Ora parla,
Malfoy.
Hai il tuo alcool." Harry
cosparse
le patatine di aceto e sale. Draco aprì la bottiglia di
scotch e versò un
bicchiere ad entrambi.
Draco
sospirò. "La magia,
Potter, è una risorsa naturale. Lo sapevi?"
"No, ma
cosa..."
Draco
alzò una mano. "La magia
è contenuta nell'atmosfera terrestre. Si muove come il
vento, ma è sempre
presente."
"Molto
poetico, ma cosa
cazzo centra con quello che sta succedendo?"
"C'è
un buco nella
stratosfera terrestre."
"Non
c'è davvero un buco
nello strato d'ozono, è un assottigliamento."
"Lo so
questo, Potter, è
solo un modo di dire. Ma sono impressionato da quanto tu sia informato."
Harry
sospirò. "Sono stato
cresciuto tra i Babbani, ricordi? Mi capita di tenermi informato sugli
altri
abitanti di questo pianeta." Harry fece per prendere il pezzo
più largo di
pesce, ma Draco gli schiaffeggiò la mano e lo
rubò.
"Granger.
Scommetto che te l'ha
detto lei."
Harry
sorrise. Lui e Draco parlavano
raramente, me si conoscevano bene. Una volta superato l'Ardemonio
insieme,
bevuto così tanto da dover dividere il bagno di una taverna
in cui poter
vomitare... e poi c'erano quei due incidenti.
Le relazioni cambiavano.
"Quindi
lo sai da un po'. Qual'è
la soluzione? Come l'aggiustiamo?"
"Non
possiamo" rispose
Draco francamente. "La scala è troppo ampia. I raggi
ultravioletti hanno
effetti negativi sulla magia dei maghi. E anche se la magia non
è finita, non
si rigenera in fretta. Per ora, e probabilmente per il prossimo secolo,
la
situazione andrà solo peggiorando. Alcuni Babbani e i loro
governi hanno
avviato dei cambiamenti per proibire l'uso delle sostanze chimiche che
sono i
maggior colpevoli della situazione, ma non hanno fatto abbastanza e
certamente
non abbastanza veloce."
La mano
di Harry, istintivamente,
si alzò verso la fronte e strofinò la cicatrice.
"Mi stai dicendo che il
mondo intero sta per finire la magia?"
"Sì,
Potter, è esattamente
quello che ti sto dicendo. L'assottigliamento dell'ozono nella
stratosfera sta
facendo passare i raggi ultravioletti, più specificatamente
i raggi UV-B, che
stanno distruggendo la nostra magia."
Harry si
sentì all'improvviso
terribilmente scombussolato.
Draco
spinse il bicchiere di
Harry più vicino a lui. "Ora lo vuoi quel bicchiere?"
Harry lo
sollevò. Le sue mani
stavano tremando quasi quanto avevano tremato prima quelle di Draco.
Prese un
lungo sorso e all'istante capì perché Draco stava
bevendo così tanto. Anche Harry
voleva che quell'informazione la smettesse di ronzargli in testa,
illuminando a
caso pensieri di cosa sarebbe successo al mondo magico, ma poi
ricordò la
conversazione con la McGranitt.
"E le
creature
magiche?"
"Gli Elfi
Domestici
estraggono la loro magia dalla terra stessa e i Goblin dai minerali,
quindi
staranno bene. Il resto delle creature della Bretagna dovrà
vivere nella
Foresta Proibita e nel Lago. Questa è tutta la protezione
che i maghi possono
garantire. I Centauri, abbiamo notato, hanno già iniziato a
ridurre il loro
territorio."
Harry
ingoiò l'ultimo sorso di scotch.
"Cosa significa che possiamo garantire la loro protezione? Come
possiamo
se non c'è magia?"
Draco
versò a Harry dell'altro
whisky. "Abbiamo fatto delle simulazioni e crediamo che la Bretagna
potrà
sostenere circa un centinaio di maghi a tempo indefinito, ma gli altri
dovranno
sacrificare la loro magia. Forse dopo si potrà trovare una
soluzione."
"Cento"
borbottò Harry
mentre risollevava il bicchiere. "Dovranno sparpagliarsi per tutta la
Bretagna?"
Draco
annuì. "Forse sei
persone o più potranno vivere ad Hogsmeade e probabilmente a
Hogwarts, dato che
l'area ha un clima naturalmente favorevole alla magia, ma per il resto
solo due
o tre adulti potranno vivere nella stessa casa ed usare comunque la
magia."
Harry
fece una smorfia al sapore
dello scotch mischiato con le patatine all'aceto. La combinazione non
era
piacevole, ma non lo era neanche questa conversazione.
"Dio"
sospirò Harry.
"Come facciamo a decidere?"
Draco
rimase in silenzio. Si
portò il bicchiere alle labbra per la prima volta da quando
erano entrati nel
bar.
"Tu lo
sai. Cazzo, dimmelo!"
Draco si
appoggiò allo schienale
dell'alta panca. Sollevò un piede coperto dallo stivale e lo
posò sulla panca
accanto alla coscia di Harry.
"Non
provare a distrarmi,
Malfoy. Non sono ancora abbastanza ubriaco per toccarti. Dimmi solo
come cazzo
facciamo a scegliere cento persone in modo imparziale."
"Il
Calice di Fuoco."
"Non
è infallibile."
Draco
scosse la testa e prese
un'altra patatina. "No, Potter, tu e Shacklebolt dovrete occuparvi della sua protezione una
volta che sarà
attivato e fare un voto davanti al Wizengamot per garantire che farete
ciò che
vi sarà richiesto."
"E i
nomi?" chiese
Harry, scioccato dal fatto Malfoy gli affidasse il Calice di Fuoco e
l'obbligo
che questo avrebbe eseguito. "Che facciamo, chiediamo a tutti, inclusi
i
bambini, di mettere i loro nomi? Separerà le famiglie."
"No, non
i bambini. Non
devono registrarsi se non sono maggiorenni."
"E quando
lo diventano? Che,
verrano cacciati dal Paiolo Magico?"
Draco
ingoiò una patatina. Harry
si chiese quando era stata l'ultima volta che Draco aveva mangiato,
data la
quantità di roba che aveva ingurgitato finora.
"Sì, a meno che il Calice
non chiede loro di restare. Sarà considerata una
responsabilità del Calice
determinare quali sono lo persone necessarie a salvaguardare la
comunità
magica. Oltretutto, Potter, una volta che la magia scompare, gli
edifici magici
non saranno nemmeno visibili. Sarà come essere Babbani,
neanche Maghinò."
"Cazzo!"
Harry picchiò
la testa contro l'alto separé. "Mi sono appena ricordato
quello che mi ha
detto la McGranitt. Non penso che dovremo preoccuparci dei bambini."
Draco si
inclinò in avanti, ed i
suoi occhi grigi tornarono finalmente alla vita. "Cosa ha detto?"
"Nessun
nuovo nome è stato
registrato nel Libro di Hogwarts negli ultimi mesi."
Harry
guardò Draco mentre
digestiva l'ultima informazione. Il suo piede si scontrò con
la gamba di Harry
e sembrò fissare un punto proprio dietro di lui. "Va bene,
ma per quelli
già nati e magici, se un genitore viene scelto e non
l'altro, possono tutti andare
bel Mondo Babbano, o solo quel genitore che può restare con
i bambini."
disse Draco
Si
versarono entrambi un altro
bicchiere.
"Dio,
perché non avete detto
qualcosa prima?"
"Lo sai
perché, Potter. Non c'è
via d'uscita. Devi fare la domanda direttamente ad un Indicibile per
poter dire
qualcosa."
Harry
scosse la testa. "Devo
dirlo a Kingsley."
Draco
scrollò le spalle e
continuò a divorare il cibo davanti a lui. "Non
preoccuparti, Potter, sono
sicuro che voi due resterete. É il resto di noi poveri
coglioni che non avrà
alcuna possibilità."
Continua...