Light and Darkness
Capitolo 15
Elena
venne svegliata da una luce improvvisa che
l’accecò per qualche
istante. Si rigirò nel letto, cercando riparo sotto le calde
coperte, ma una voce la costrinse a riemergere e ad aprire finalmente
gli occhi.
«Non
vorrai dormire tutto il giorno, spero.»
Una
mano le sfiorò la guancia sistemandole i capelli dietro
l’orecchio.
Elena borbottò qualcosa in risposta, ma Damon la
ignorò, porgendole
un vassoio.
«Colazione
a letto! Ti va principessa?»
Improvvisamente
Elena si fece interessata e si tirò a sedere, poggiando la
schiena
contro i cuscini. Prese un croissant e si mise ad osservare Damon,
gli occhi ancora impiastrati di sonno.
Anche
lui la osservava, un sorriso obliquo sulle labbra. Anche se non
voleva darlo a vedere, Damon appariva stanco come Elena non lo aveva
mai visto prima. E si sentiva in colpa, perché non poteva
fare nulla
per aiutarlo. Anzi, per aiutare gli altri nelle ricerche.
«Devi
andare anche oggi, vero?»
«Sì.»
Da
quando avevano scoperto che Jonathan aveva un legame con loro, non
avevano smesso di indagare e cercare il vampiro, o la vampira, che
aveva attaccato Elena e Kassy qualche giorno prima.
«Mi
dispiace Principessa, ma è necessario. Stiamo seguendo una
vampira,
sai? Per ora non fa nulla di strano, ma preferiamo non fidarci, non
dopo quello che è successo.»
«Mi
sento dannatamente inutile.» Sussurrò sconsolata
Elena, pulendosi
le labbra rosee con un tovagliolo e sorseggiando del caffè
latte
caldo.
Damon
scosse la testa posandole una mano sulla gamba distesa accanto a lui.
Elena poggiò la tazza sul vassoio, allontanandolo con una
spintarella. Si sporse verso Damon. «Vorrei solo che tutto
ciò
finisse presto. Vorrei poter tornare a casa e... stare con te. E
basta. Come una normale coppia.»
Elena
sorrise maliziosamente.
«Non
c’è nulla di normale in noi, dolcezza. Ma sarebbe
bello. Quando
tutta questa storia sarà finita, ti porterò
ovunque vorrai, e
faremo qualsiasi cosa vorrai. Abbiamo un accordo?»
«Credo
di sì.» Rispose Elena cingendo il collo di Damon
con le braccia
pallide e fresche.
«Ti
prometto che tutto finirà presto, Elena. Mi sono stufato di
questi
giochetti.» Sussurrò il vampiro, cingendo Elena
per i fianchi e
attirandola a se. Le loro labbra si sfiorarono, un tocco leggero e
ricco di desiderio. Il cuore di Elena iniziò a battere
impazzito,
come sempre quando Damon le si avvicinava. Si lasciò
scivolare sul
letto bianco, tirando Damon con se. Si ritrovarono sdraiati, si
sorrisero, si baciarono. In quel momento Elena dimenticò
tutti i
problemi del mondo, ora esisteva solo Damon. Avrebbe voluto che la
sua vita fosse sempre così, le mani di Damon sfioravano la
pelle
fresca delle sua braccia nude e i baci diventavano sempre
più
appassionati ma...
Ma
i problemi sono sempre dietro l’angolo, e aspettano solo di
essere
dimenticati, per poi tornare improvvisamente a farsi notare,
più
forti di prima.
Una
porta sbatté al piano di sotto. Damon sospirò,
mettendosi a sedere.
Elena lo seguì, ancora tra le sue braccia.
«Questa
è Kassy. Devo andare.»
Anche
Elena sospirò, ricambiando il bacio leggero di Damon, prima
che lui
si alzasse, lanciandole un lungo sguardo.
«Ritornerò questo
pomeriggio, ok? Ci vediamo più tardi Principessa.»
Elena
annuì e quando la porta di sotto sbatté di nuovo,
segno che Damon
aveva lasciato la casa, si alzò, vestendosi di malavoglia.
Aveva
passato i giorni seguenti il suo incontro con il vampiro a scrivere
il suo diario, quando Damon era di turno. Il tempo restante lo aveva
occupato al telefono. Non c’erano grandi novità a
Fell’s Church
e non c’erano più stati nemmeno attacchi di
vampiri. Un altro
indizio che confermava la teoria di Damon: Firenze era la risposta.
Un
pallido sole splendeva fuori dalla finestra ed Elena decise
finalmente di uscire dalla sua stanza. Avrebbe esplorato
l’immensa
villa Salvatore quel giorno. Non aveva molte altre
possibilità,
visto che non poteva uscire di casa. E poi Kassy non le rivolgeva
più
la parola dopo l’attacco. Era diventata taciturna con tutti,
quando
era in presenza sua e di Damon.
Elena
aprì la porta e uscì in corridoio. In quel piano
c’erano le
camere da letto, non sapeva quante fossero in tutto, ma erano davvero
molte. Non sapeva nemmeno dove dormissero Stefan e Kassy, o se
dormissero, non che le importasse gran che. Sapeva che al piano di
sotto c'erano l’immenso salotto, la cucina e uno studio.
Aveva
intravisto anche delle scale che portavano ad una cantina. Si chiede
cosa ci fosse la sotto, e quanto fosse grande. Ma in realtà
Elena
era più attratta dalle scale che portavano verso
l’alto, al piano
più elevato della casa.
Si
fermò davanti ad una finestra, osservando
l’immenso giardino:
anche quello doveva essere un bel posto. Decise di recarsi li, e di
approfittare della giornata soleggiata.
Il
portone d’ingresso sbatté di nuovo e un istante
più tardi Elena
vide la testa rossa di Kassy uscire dal cancello ed incamminarsi alla
sua destra. Si chiese dove stesse andando. Il suo turno era finito.
Kassy
era strana in quei giorno, pensò Elena. Ma se anche lei era
andata
voleva dire che la casa era vuota: più spazio per lei.
Scese
velocemente le scale di marmo, aprì il portone e si
ritrovò in
giardino. Il tiepido sole le baciò il volto riscaldandola
piacevolmente. Elena si lasciò sfuggire un sorriso. Si
incamminò
sul vialetto che portava verso sinistra e poi ripiegava attorno alla
villa, portando sul retro. La ghiaia scricchiolava sotto le sue
scarpe ma oltre quel rumore, regnava la natura: si potevano udire
degli uccelli cantare, il vento leggero scuoteva le foglie delle
enormi querce, ogni tanto si sentiva il ronzio di qualche insetto.
Procedendo verso il retro della casa il rumore del traffico si
affievoliva sempre di più, lasciando il posto allo
scrosciare
dell’acqua. Infatti al centro del giardino c’era
una fontanella.
Bè, non proprio, le sue dimensioni erano decisamente
maggiori di
quelle di una normale fontanella: era quasi grande come una fontana.
Elena
si avvicinò, e si specchiò nell’acqua
limpida. Dentro la fontana
c’erano dei piccolo pesciolini rossi.
Adorava
quel posto, era una villa immensa e magnifica. Se solo avesse potuto
stare li con Damon... ma come benissimo sapeva, non erano li per una
vacanza.
Persa
nei suoi pensieri Elena quasi non si accorse del portone
d’ingresso
che sbatteva in lontananza, per la quarta volta quel mattino.
Questo
doveva essere Stefan.
Decise
di tornare dentro e chiedergli se aveva delle notizie. Se avevano
scoperto qualcosa su quella vampira.
Si
intrufolò in casa, ma tutto taceva.
«Stefan?» Chiamò la ragazza.
Nessuna risposta. Elena iniziò a salire le scale e lo
chiamò di
nuovo, ma non ottenne nessuna risposta. Era sicura di aver sentito la
porta sbattere! Guardò le scale che portavano alla soffitta,
indugiò
solo un istante ma poi decise di salire. Le scale erano strette e
alla fine c’era una porta di legno, socchiusa. Elena la
spinse ed
entrò.
Sbatté
le palpebre un paio di volte colta alla sprovvista da quella luce.
Non si immaginava che la mansarda fosse così luminosa,
invece gran
parte delle pareti erano occupate da larghe finestre che mostravano
una magnifica vista su Firenze. Doveva essere stupendo passare del
tempo li dentro. Le pareti senza finestre erano di legno chiaro, e la
maggior parte di esser erano occupate da scaffali colmi di libri. Sul
pavimento c’erano tappeti preziosi e poi divani
dall’aria
invitante, soprammobili curiosi ed un telescopio che puntava fuori da
una finestra. Al centro della stanza vi era una scrivania, ed dietro
di essa c’era Stefan. Il ragazzo poggiò un
libricino dall’aria
molto vecchia e cercò di nascondere la sorpresa nel vedere
li Elena.
«Ciao.»
Disse la ragazza. «Scuse se sono piombata qui senza bussare.
Ti ho
sentito rientrare così...»
Stefan
assentì ma non disse nulla.
«Mi
chiedevo se portavi novità.»
Stefan
parve illuminarsi, felice di distrarsi e di rompere il ghiaccio.
«Sì,
abbiamo seguito la vampira. In un bar qui vicino, l’abbiamo
sentita
parlare con il barista. Parlava di un certo Jonathan.»
Elena
dischiuse le labbra, lasciandosi sfuggire un
‘‘Oh!’’.
«Purtroppo
si è accorta di noi. Abbiamo perso le sue tracce. Ma ora
sappiamo
che le due cose sono collegate!» Stefan sorrise, ed Elena non
fece a
meno di notare che era molto più carino quando sorrideva.
Quell’aria
sofferente lo faceva sembrare diverso. Così invece riusciva
quasi a
intravedere delle leggerissime somiglianze con suo fratello.
«Damon
e Kassy stanno cercando di ritrovarla.»
«Fantastico.
Sono sicura che ci riuscirete. E poi finalmente avremo delle
risposte.» Elena sorrise al ragazzo, felice di aver fatto un
passo
avanti, anche se piccolo, era sempre meglio di niente.
«Già.»
«Senti,»
iniziò lei facendosi seria. «Mi dispiace di avervi
coinvolti in
questa faccenda. Se c’è qualcosa che posso fare
per aiutarvi,
qualsiasi cosa...»
«Non
devi sentirti incolpa.» Stefan si mise davanti alla
scrivania,
riacquistando il suo sguardo perso e spento. «Damon
è mio fratello,
sono sempre pronto ad aiutarlo.»
Ad
Elena quella frase suonò assurdamente falsa. Stefan si
avvicinò di
qualche passo alla ragazza, scrutandola. Poi Elena ricordò
la sua
reazione di qualche sera prima. Elena per lui era un’altra
persona
ed ora che lui le era così vicino poteva vedersi riflessa
nei suoi
occhi. Ma non era davvero lei quello che Stefan vedeva. Il dolore
riaffiorò in quegli occhi verdi.
«Stefan.»
Elena voleva chiarire la situazione una volta per tutte. Ma non
riuscì a proseguire.
«Dio,
sei identica a lei.»
«N-non...»
La
mano di Stefan le si posò sulla guancia. Elena
sobbalzò, ma non
fece in tempo a sottrarsi: le labbra di Stefan si poggiarono
dolcemente sulle sue, senza vere e proprio pretese, semplicemente.
Elena
tornò lucida.
Fece
due passi indietro e guardò Stefan. Il ragazzo chiuse gli
occhi e si
voltò dall’altra parte.
«Stefan!»
Esclamò la ragazza. Ma lui si avvicinò ad una
finestra senza
parlare. «Stefan?» Ripeté lei.
«Mi
dispiace.» Disse il ragazzo senza mai voltarsi.
«Io
non sono Katherine. So che è dura capirlo ma... non sono
lei. Sono
Elena, Elena Gilbert.»
Stefan
abbassò la testa e tacque. Elena capì che doveva
andarsene subito.
Voleva
aiutarlo con tutto il suo cuore, era il fratello di Damon, si sentiva
in qualche modo legata a lui. Avrebbe voluto che la smettesse di
essere triste e afflitto. Ma non poteva aiutarlo, non ora. Non se lui
credeva che Elena fosse Katherine.
La
ragazza si chiuse nella sua stanza, lasciandosi scivolare contro il
muro e sedendosi per terra, le mani tra i capelli. Si
mordicchiò le
labbra, laddove quelle di Stefan si erano posate.
Pensò
a Kassy. Quanto doveva essere difficile per lei stare al fianco di
Stefan? O forse lei non sapeva quanto in realtà Stefan fosse
tormentato? Quanto amasse ancora quella ragazza morta da secoli?
Questo
era un problema, un enorme problema da aggiungere alla lista.
Sapeva
di non poter dire nulla a Damon, altrimenti era abbastanza sicura che
avrebbe staccato la testa del fratello a morsi.
Sospirò.
Elena odiava avere segreti con Damon, ma non c’era altro
modo,
avrebbe dovuto mentirgli.
***
Quando
Damon tornò a casa quella sera Elena lo accolse
più felice che mai.
Lui era la sua unica certezza, ora. Se stava con lui, era sicura che
sarebbe andato tutto bene.
Non
rivide Stefan quel giorno, ma forse era meglio così.
«Novità?»
Chiese Elena uscendo dal bagno con indosso la sua camicia da notte
nera. Damon le fece segno di sedersi sulla poltrona con lui ed Elena
non esitò ad accontentarlo. Quando le braccia di Damon si
avvolsero
attorno al suo corpo snello, si sentì a casa. Si strinse a
lui sulla
poltrona, guardando fuori dalla finestra della loro camera le luci
della città che spiccavano contro il cielo nero della notte.
«Abbiamo
perso le sue tracce, ma non per molto. E’ solo un passo
avanti a
noi. Non riuscirà a fuggire per molto ancora.»
Damon sfoderò un
sorriso diabolico.
«Presto
avremo delle risposte.» Constatò Elena.
«Non vedo l’ora.»
Damon
annuì, arrotolandosi una lunga ciocca bionda attorno alle
dita.
Elena invece lo baciò.
E
si rese conto che quel bacio era giusto.
Lei amava Damon, le dispiaceva per Stefan, ma era così.
Avrebbe
dovuto dimenticare ciò che era accaduto quel pomeriggio.
Damon
ricambiò il bacio, ed un istante dopo si ritrovarono
entrambi
sdraiati sul letto, avvinghiati in un abbraccio passionale.
«E
tu invece?» Chiese Damon, allontanandosi di poco dalle labbra
di
Elena. «Cos’hai fatto tutta sola?»
Elena
deglutì inquieta. Odiava
mentire a Damon. Ma doveva farlo. Stefan era stato fin troppo gentile
con loro, non si meritava di subire l’ira di Damon.
«Niente.»
Rispose Elena, cercando di apparire innocente.
«Niente?»
«Ho
fatto la brava.» Concluse. Diede un ultimo bacio a Damon, poi
si
sdraiò al suo fianco, al riparo tra le sue braccia. Non
capì se
Damon sospettasse qualcosa, ma Elena decise che sarebbe stato meglio
dormire per evitare di tradirsi. Si sentiva troppo incolpa quella
sera.
I
suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Damon. «Tra
non molto
ti riporterò a casa, lo giuro.»
«Ma
io sono a casa.» Sussurrò lei. Se n’era
resa conto quel giorno.
Diceva sempre di voler tornare a casa, ma casa vuol dire essere con
la persona che ami, vero? «Quando sono con te, sono a
casa.»
Damon
ridacchiò sfiorano Elena con una mano. «Dormi
bene, Principessa.»
-
Note d’autore:
Salve
a tutti! Ok spero che vi ricordiate di questa storia, perchè
è
davvero da mesi
che non aggiorno! ç_____ç chiedo umilmente scusa!
Ho avuto vari
problemi e quindi non ho più avuto ispirazione! Ma ora mi
è tornata
la voglia di scrivere e mi sono maledetta per aver abbandonato Damon
ed Elena per così tanto!
Bè,
spero che vi sia piaciuto il capitolo! E che non mi uccidiate per
quello che ha fatto Stefan! (Hmmm... ora avete un duplice motivo per
farmi fuori: il ritardo nel postare e Santo Stefan che si
intromette!!! Aiuto, credo che dovrò farmi davvero prestare
l’anello
di Jeremy! xD)
Insomma,
salta fuori che il triste e sentimentale Stefan non ha ancora
dimenticato la sua ex... Anzi, Elena lo sta facendo impazzire! Cosa
ne penserà Kassy di tutto ciò? E chi lo sa... xD
E
poi... non erano dolci Damon ed Elena in questo capitolo? Intanto le
ricerche continuano e le cose iniziano a farsi un poco più
chiare...
chissà chissà...
Spero
ci sia ancora qualcuno che si ricordi delle mia storia e che
recensisca!!! :D
Io intanto vorrei ringraziare yuuki_love, Dark Moon, Samirina e _Ericuzza_ per le recensioni!
Cercherò
di postare i prossimi capitoli senza farvi aspettare così
tanto,
anche perchè la storia sta giungendo al termine!
Quindi
non mi resta che salutarvi, augurarmi che ci sia ancora qualcuno che
ha voglia di leggere la mia storia e... bò! Buona domenica a
tutti!!! ;D
Cecy
P.S. Avrete notato che ho cambiato nick! Bè, comunque sono Cecy94, anche se ora mi chiamo Faith!xD