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Autore: Clovely    27/03/2011    3 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Light and Darkness

Capitolo 15

Elena venne svegliata da una luce improvvisa che l’accecò per qualche istante. Si rigirò nel letto, cercando riparo sotto le calde coperte, ma una voce la costrinse a riemergere e ad aprire finalmente gli occhi.
«Non vorrai dormire tutto il giorno, spero.»
Una mano le sfiorò la guancia sistemandole i capelli dietro l’orecchio. Elena borbottò qualcosa in risposta, ma Damon la ignorò, porgendole un vassoio.
«Colazione a letto! Ti va principessa?»
Improvvisamente Elena si fece interessata e si tirò a sedere, poggiando la schiena contro i cuscini. Prese un croissant e si mise ad osservare Damon, gli occhi ancora impiastrati di sonno.
Anche lui la osservava, un sorriso obliquo sulle labbra. Anche se non voleva darlo a vedere, Damon appariva stanco come Elena non lo aveva mai visto prima. E si sentiva in colpa, perché non poteva fare nulla per aiutarlo. Anzi, per aiutare gli altri nelle ricerche.
«Devi andare anche oggi, vero?»
«Sì.»
Da quando avevano scoperto che Jonathan aveva un legame con loro, non avevano smesso di indagare e cercare il vampiro, o la vampira, che aveva attaccato Elena e Kassy qualche giorno prima.
«Mi dispiace Principessa, ma è necessario. Stiamo seguendo una vampira, sai? Per ora non fa nulla di strano, ma preferiamo non fidarci, non dopo quello che è successo.»
«Mi sento dannatamente inutile.» Sussurrò sconsolata Elena, pulendosi le labbra rosee con un tovagliolo e sorseggiando del caffè latte caldo.
Damon scosse la testa posandole una mano sulla gamba distesa accanto a lui. Elena poggiò la tazza sul vassoio, allontanandolo con una spintarella. Si sporse verso Damon. «Vorrei solo che tutto ciò finisse presto. Vorrei poter tornare a casa e... stare con te. E basta. Come una normale coppia.»
Elena sorrise maliziosamente.
«Non c’è nulla di normale in noi, dolcezza. Ma sarebbe bello. Quando tutta questa storia sarà finita, ti porterò ovunque vorrai, e faremo qualsiasi cosa vorrai. Abbiamo un accordo?»
«Credo di sì.» Rispose Elena cingendo il collo di Damon con le braccia pallide e fresche.
«Ti prometto che tutto finirà presto, Elena. Mi sono stufato di questi giochetti.» Sussurrò il vampiro, cingendo Elena per i fianchi e attirandola a se. Le loro labbra si sfiorarono, un tocco leggero e ricco di desiderio. Il cuore di Elena iniziò a battere impazzito, come sempre quando Damon le si avvicinava. Si lasciò scivolare sul letto bianco, tirando Damon con se. Si ritrovarono sdraiati, si sorrisero, si baciarono. In quel momento Elena dimenticò tutti i problemi del mondo, ora esisteva solo Damon. Avrebbe voluto che la sua vita fosse sempre così, le mani di Damon sfioravano la pelle fresca delle sua braccia nude e i baci diventavano sempre più appassionati ma...
Ma i problemi sono sempre dietro l’angolo, e aspettano solo di essere dimenticati, per poi tornare improvvisamente a farsi notare, più forti di prima.
Una porta sbatté al piano di sotto. Damon sospirò, mettendosi a sedere. Elena lo seguì, ancora tra le sue braccia.
«Questa è Kassy. Devo andare.»
Anche Elena sospirò, ricambiando il bacio leggero di Damon, prima che lui si alzasse, lanciandole un lungo sguardo. «Ritornerò questo pomeriggio, ok? Ci vediamo più tardi Principessa.»
Elena annuì e quando la porta di sotto sbatté di nuovo, segno che Damon aveva lasciato la casa, si alzò, vestendosi di malavoglia. Aveva passato i giorni seguenti il suo incontro con il vampiro a scrivere il suo diario, quando Damon era di turno. Il tempo restante lo aveva occupato al telefono. Non c’erano grandi novità a Fell’s Church e non c’erano più stati nemmeno attacchi di vampiri. Un altro indizio che confermava la teoria di Damon: Firenze era la risposta.
Un pallido sole splendeva fuori dalla finestra ed Elena decise finalmente di uscire dalla sua stanza. Avrebbe esplorato l’immensa villa Salvatore quel giorno. Non aveva molte altre possibilità, visto che non poteva uscire di casa. E poi Kassy non le rivolgeva più la parola dopo l’attacco. Era diventata taciturna con tutti, quando era in presenza sua e di Damon.
Elena aprì la porta e uscì in corridoio. In quel piano c’erano le camere da letto, non sapeva quante fossero in tutto, ma erano davvero molte. Non sapeva nemmeno dove dormissero Stefan e Kassy, o se dormissero, non che le importasse gran che. Sapeva che al piano di sotto c'erano l’immenso salotto, la cucina e uno studio.
Aveva intravisto anche delle scale che portavano ad una cantina. Si chiede cosa ci fosse la sotto, e quanto fosse grande. Ma in realtà Elena era più attratta dalle scale che portavano verso l’alto, al piano più elevato della casa.
Si fermò davanti ad una finestra, osservando l’immenso giardino: anche quello doveva essere un bel posto. Decise di recarsi li, e di approfittare della giornata soleggiata.
Il portone d’ingresso sbatté di nuovo e un istante più tardi Elena vide la testa rossa di Kassy uscire dal cancello ed incamminarsi alla sua destra. Si chiese dove stesse andando. Il suo turno era finito.
Kassy era strana in quei giorno, pensò Elena. Ma se anche lei era andata voleva dire che la casa era vuota: più spazio per lei.
Scese velocemente le scale di marmo, aprì il portone e si ritrovò in giardino. Il tiepido sole le baciò il volto riscaldandola piacevolmente. Elena si lasciò sfuggire un sorriso. Si incamminò sul vialetto che portava verso sinistra e poi ripiegava attorno alla villa, portando sul retro. La ghiaia scricchiolava sotto le sue scarpe ma oltre quel rumore, regnava la natura: si potevano udire degli uccelli cantare, il vento leggero scuoteva le foglie delle enormi querce, ogni tanto si sentiva il ronzio di qualche insetto. Procedendo verso il retro della casa il rumore del traffico si affievoliva sempre di più, lasciando il posto allo scrosciare dell’acqua. Infatti al centro del giardino c’era una fontanella. Bè, non proprio, le sue dimensioni erano decisamente maggiori di quelle di una normale fontanella: era quasi grande come una fontana.
Elena si avvicinò, e si specchiò nell’acqua limpida. Dentro la fontana c’erano dei piccolo pesciolini rossi.
Adorava quel posto, era una villa immensa e magnifica. Se solo avesse potuto stare li con Damon... ma come benissimo sapeva, non erano li per una vacanza.
Persa nei suoi pensieri Elena quasi non si accorse del portone d’ingresso che sbatteva in lontananza, per la quarta volta quel mattino.
Questo doveva essere Stefan.
Decise di tornare dentro e chiedergli se aveva delle notizie. Se avevano scoperto qualcosa su quella vampira.
Si intrufolò in casa, ma tutto taceva. «Stefan?» Chiamò la ragazza. Nessuna risposta. Elena iniziò a salire le scale e lo chiamò di nuovo, ma non ottenne nessuna risposta. Era sicura di aver sentito la porta sbattere! Guardò le scale che portavano alla soffitta, indugiò solo un istante ma poi decise di salire. Le scale erano strette e alla fine c’era una porta di legno, socchiusa. Elena la spinse ed entrò.
Sbatté le palpebre un paio di volte colta alla sprovvista da quella luce. Non si immaginava che la mansarda fosse così luminosa, invece gran parte delle pareti erano occupate da larghe finestre che mostravano una magnifica vista su Firenze. Doveva essere stupendo passare del tempo li dentro. Le pareti senza finestre erano di legno chiaro, e la maggior parte di esser erano occupate da scaffali colmi di libri. Sul pavimento c’erano tappeti preziosi e poi divani dall’aria invitante, soprammobili curiosi ed un telescopio che puntava fuori da una finestra. Al centro della stanza vi era una scrivania, ed dietro di essa c’era Stefan. Il ragazzo poggiò un libricino dall’aria molto vecchia e cercò di nascondere la sorpresa nel vedere li Elena.
«Ciao.» Disse la ragazza. «Scuse se sono piombata qui senza bussare. Ti ho sentito rientrare così...»
Stefan assentì ma non disse nulla.
«Mi chiedevo se portavi novità.»
Stefan parve illuminarsi, felice di distrarsi e di rompere il ghiaccio. «Sì, abbiamo seguito la vampira. In un bar qui vicino, l’abbiamo sentita parlare con il barista. Parlava di un certo Jonathan.»
Elena dischiuse le labbra, lasciandosi sfuggire un ‘‘Oh!’’.
«Purtroppo si è accorta di noi. Abbiamo perso le sue tracce. Ma ora sappiamo che le due cose sono collegate!» Stefan sorrise, ed Elena non fece a meno di notare che era molto più carino quando sorrideva. Quell’aria sofferente lo faceva sembrare diverso. Così invece riusciva quasi a intravedere delle leggerissime somiglianze con suo fratello.
«Damon e Kassy stanno cercando di ritrovarla.»
«Fantastico. Sono sicura che ci riuscirete. E poi finalmente avremo delle risposte.» Elena sorrise al ragazzo, felice di aver fatto un passo avanti, anche se piccolo, era sempre meglio di niente.
«Già.»
«Senti,» iniziò lei facendosi seria. «Mi dispiace di avervi coinvolti in questa faccenda. Se c’è qualcosa che posso fare per aiutarvi, qualsiasi cosa...»
«Non devi sentirti incolpa.» Stefan si mise davanti alla scrivania, riacquistando il suo sguardo perso e spento. «Damon è mio fratello, sono sempre pronto ad aiutarlo.»
Ad Elena quella frase suonò assurdamente falsa. Stefan si avvicinò di qualche passo alla ragazza, scrutandola. Poi Elena ricordò la sua reazione di qualche sera prima. Elena per lui era un’altra persona ed ora che lui le era così vicino poteva vedersi riflessa nei suoi occhi. Ma non era davvero lei quello che Stefan vedeva. Il dolore riaffiorò in quegli occhi verdi.
«Stefan.» Elena voleva chiarire la situazione una volta per tutte. Ma non riuscì a proseguire.
«Dio, sei identica a lei.»
«N-non...»
La mano di Stefan le si posò sulla guancia. Elena sobbalzò, ma non fece in tempo a sottrarsi: le labbra di Stefan si poggiarono dolcemente sulle sue, senza vere e proprio pretese, semplicemente.
Elena tornò lucida.
Fece due passi indietro e guardò Stefan. Il ragazzo chiuse gli occhi e si voltò dall’altra parte.
«Stefan!» Esclamò la ragazza. Ma lui si avvicinò ad una finestra senza parlare. «Stefan?» Ripeté lei.
«Mi dispiace.» Disse il ragazzo senza mai voltarsi.
«Io non sono Katherine. So che è dura capirlo ma... non sono lei. Sono Elena, Elena Gilbert.»
Stefan abbassò la testa e tacque. Elena capì che doveva andarsene subito.
Voleva aiutarlo con tutto il suo cuore, era il fratello di Damon, si sentiva in qualche modo legata a lui. Avrebbe voluto che la smettesse di essere triste e afflitto. Ma non poteva aiutarlo, non ora. Non se lui credeva che Elena fosse Katherine.
La ragazza si chiuse nella sua stanza, lasciandosi scivolare contro il muro e sedendosi per terra, le mani tra i capelli. Si mordicchiò le labbra, laddove quelle di Stefan si erano posate.
Pensò a Kassy. Quanto doveva essere difficile per lei stare al fianco di Stefan? O forse lei non sapeva quanto in realtà Stefan fosse tormentato? Quanto amasse ancora quella ragazza morta da secoli?
Questo era un problema, un enorme problema da aggiungere alla lista.
Sapeva di non poter dire nulla a Damon, altrimenti era abbastanza sicura che avrebbe staccato la testa del fratello a morsi.
Sospirò. Elena odiava avere segreti con Damon, ma non c’era altro modo, avrebbe dovuto mentirgli.

***

Quando Damon tornò a casa quella sera Elena lo accolse più felice che mai. Lui era la sua unica certezza, ora. Se stava con lui, era sicura che sarebbe andato tutto bene.
Non rivide Stefan quel giorno, ma forse era meglio così.
«Novità?» Chiese Elena uscendo dal bagno con indosso la sua camicia da notte nera. Damon le fece segno di sedersi sulla poltrona con lui ed Elena non esitò ad accontentarlo. Quando le braccia di Damon si avvolsero attorno al suo corpo snello, si sentì a casa. Si strinse a lui sulla poltrona, guardando fuori dalla finestra della loro camera le luci della città che spiccavano contro il cielo nero della notte.
«Abbiamo perso le sue tracce, ma non per molto. E’ solo un passo avanti a noi. Non riuscirà a fuggire per molto ancora.» Damon sfoderò un sorriso diabolico.
«Presto avremo delle risposte.» Constatò Elena. «Non vedo l’ora.»
Damon annuì, arrotolandosi una lunga ciocca bionda attorno alle dita. Elena invece lo baciò.
E si rese conto che quel bacio era
giusto. Lei amava Damon, le dispiaceva per Stefan, ma era così. Avrebbe dovuto dimenticare ciò che era accaduto quel pomeriggio.
Damon ricambiò il bacio, ed un istante dopo si ritrovarono entrambi sdraiati sul letto, avvinghiati in un abbraccio passionale.
«E tu invece?» Chiese Damon, allontanandosi di poco dalle labbra di Elena. «Cos’hai fatto tutta sola?»
Elena deglutì inquieta.
Odiava mentire a Damon. Ma doveva farlo. Stefan era stato fin troppo gentile con loro, non si meritava di subire l’ira di Damon.
«Niente.» Rispose Elena, cercando di apparire innocente.
«Niente?»
«Ho fatto la brava.» Concluse. Diede un ultimo bacio a Damon, poi si sdraiò al suo fianco, al riparo tra le sue braccia. Non capì se Damon sospettasse qualcosa, ma Elena decise che sarebbe stato meglio dormire per evitare di tradirsi. Si sentiva troppo incolpa quella sera.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Damon. «Tra non molto ti riporterò a casa, lo giuro.»
«Ma io sono a casa.» Sussurrò lei. Se n’era resa conto quel giorno. Diceva sempre di voler tornare a casa, ma casa vuol dire essere con la persona che ami, vero? «Quando sono con te, sono a casa.»
Damon ridacchiò sfiorano Elena con una mano. «Dormi bene, Principessa.»


- Note d’autore:
Salve a tutti! Ok spero che vi ricordiate di questa storia, perchè è davvero da
mesi che non aggiorno! ç_____ç chiedo umilmente scusa! Ho avuto vari problemi e quindi non ho più avuto ispirazione! Ma ora mi è tornata la voglia di scrivere e mi sono maledetta per aver abbandonato Damon ed Elena per così tanto!
Bè, spero che vi sia piaciuto il capitolo! E che non mi uccidiate per quello che ha fatto Stefan! (Hmmm... ora avete un duplice motivo per farmi fuori: il ritardo nel postare e Santo Stefan che si intromette!!! Aiuto, credo che dovrò farmi davvero prestare l’anello di Jeremy! xD)
Insomma, salta fuori che il triste e sentimentale Stefan non ha ancora dimenticato la sua ex... Anzi, Elena lo sta facendo impazzire! Cosa ne penserà Kassy di tutto ciò? E chi lo sa... xD
E poi... non erano dolci Damon ed Elena in questo capitolo? Intanto le ricerche continuano e le cose iniziano a farsi un poco più chiare... chissà chissà...
Spero ci sia ancora qualcuno che si ricordi delle mia storia e che recensisca!!! :D

Io intanto vorrei ringraziare yuuki_love, Dark Moon, Samirina e _Ericuzza_ per le recensioni!

Cercherò di postare i prossimi capitoli senza farvi aspettare così tanto, anche perchè la storia sta giungendo al termine!
Quindi non mi resta che salutarvi, augurarmi che ci sia ancora qualcuno che ha voglia di leggere la mia storia e... bò! Buona domenica a tutti!!! ;D

Cecy

P.S. Avrete notato che ho cambiato nick! Bè, comunque sono Cecy94, anche se ora mi chiamo Faith!xD

   
 
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