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Autore: Andy Scofield    27/03/2011    3 recensioni
Gli dei dell'antica Grecia sono ancora vivi, e qualcosa di grande sta per accadere...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Atena e Febo condussero Andros,Suddus,Dactio e Gianieus in immenso giardino che si affacciava sul monte Olimpo. Dall'alto si potevano ancora scorgere Zeus e Poseidone discutere sul da farsi. L'erba era color verde intenso, con qualche margherita gialla. Vi erano numerosi alberi verso la fine del giardino, tutti molto altri. Vi era anche un immensa gabbia, ma una coperta enorme impediva la visione dell'interno. Apollo si diresse verso la gabbia.

"Dentro la gabbia c'è il vostro valore" disse Atena.

Andros e Suddus ridacchiarono. Mentre Gianieus tirò subito fuori il suo arco, come se fosse giò pronto a combattere. Dactio serrò la mascella. Apollo levò la coperta rendendo visibile il contenuto della gabbia. Vi erano quattro cinghiali inferociti, due Chimere e un Minotauro.

Andros spalancò gli occhi sbalordito. Dactio sorrise, come se fosse pronto a combattere. Gianieus si mise in posizione per sparare con l'arco...mentre Suddus si scrocchiò il collo.

"Sono illusioni. Ovvero delle copie, possono ferirvi solo fino a un certo punto. Apollo tuttavia vi assisterà. Ora vi spiegherò cosa fare. Dunque, a turno, dovrete uccidere o scuoiare il cinghiale, sono quattro come voi. Poi vi dividerete in squadre da due, e ucciderete le due Chimere. Infine, unendo le vostre forze, dovrete abbattere il minotauro."

i quattro semidei annuirono. Apollo liberò un cinghiale, e Andros si diresse verso l'animale per ucciderlo.

Tirò fuori la sua asta, pronto a infilzare il cinghiale. Ma le zanne della bestia erano grosse, perciò Andros non doveva avvicinarsi troppo. Provò a scagliare l'asta, in onore di sua madre Atena, ma il cinghiale si scansò e venne colpito di striscio. L'animale grugnì e carico Andros, egli balzo in aria e l'animale frenò di colpò per non scivolare. Ma Andros velocemente sferrò un calciò allo stomaco dell'animale e lo fece ribaltare. Recuperò l'asta e lo infilzò dritto nello stomaco, uccidendolo. Fu il turno di Suddus. Egli corse verso il cinghiale senza timore, essendo il figlio del dio della guerra, non temeva nessun avversario. Sventolo la sua spada e mozzò la gamba sinistra anteriore del cinghiale. Ridacchiò e mozzò quelle dietro. Infine sgozzò il cinghiale. Fu il turno di Dactio, che gettò le armi. Si levò tutti i vestiti e armatura lasciando solo i pantaloni, e si avventò contro l'animale a mani nude. Lottarno in stile judo, finchè Dactio non immobilizzò il cinghiale in sitle mataleon, e soffocò la bestia. Gianieus corse verso il cinghiale con l'arco già puntato mirò agli occhi della bestia con le sue frecce, così da accecarlo. L'animale grugnì di dolore e Gianiues recuperò le sue frecce, afferrò le zanne e fece leva, finchè non le staccò dalla carne. Il cinghiale morì all'istante.

Atena sorrise insieme ad Apollo. Il dio Sole indicò le due Chimere. Suddus e Andros nella prima squadra, Gianieus e Dactio nella seconda. Andros e Suddus si avvicinarono, prestando attenzione alla coda di serpente della Chimera. Suddus provò a mozzare la testa di leone, mentre Andros puntò a quella di capra sulla schiena, ma la Chimera si scansò e provò a mordere con la coda di Serpente entrambi gli eroi. Sudds e si spostò verso destra

"ehi, animale bastardo, vienimi a prendere!" urlò Suddus, dai capelli castani corti.

La Chimera grossa quanto stupida si distrasse, Andros ne approfittò e scagliò la sua asta nella testa di capra. La Chimera furiosa sputò fuoco su Suddus, ma egli tirò furoi il suo scuso per proteggersi. Suddus lanciò la sua spada ad Andros, che mozzò la testa del serpente. Mancava solo la faccia del leone. Suddus abbastanza innervosito prese un pugnale dalla sua tasca, saltò con un salto mortale in faccia alla Chimera, con lo scudo per proteggersi, quando il salto fu completo atterrò, infilzando il pugnale tra gli occhi della Chimera, che morì.

Dactio e Gianieus erano pronti per la loro Chimera. Gianieus rimase lontano per sparare le sue frecce. Ma non scalpirono la Chimera. Dactio tirò fuori due spade, e le sventolò verso la Chimera. Dactio venne colpito con una cornata dalla testa di capra. Ciò lo fece innervosire assai...scagliò la spada a mò di pugnale, facendola roteare per quattro vole, e centro in piena faccia il volto da capra presente nella schiena del mostro. La pelle di Dactio diventò bianca...spuntarono peli...i suoi canini divennero tre centimetri più grossi...la trasformazione era completa. Un lupo bianco. Ringhiò e morsicò la coda di serpente, fino a staccarla. Poi inizò a mordere la Chimera. Gianieus capiì improvvisamente cosa fare. Attese...il mostro sputò nuovamente fuoco, e propio in quel momento sparò con l'arco! La freccia prese fuoco, e frantumò il cranio della testa di leone. La Chimera morì. Atena applaudì. Apollo sorrise.

Il Minotauro corse verso i quattro eroi abbastanza stanchi. Sferrò un pugno a Suddus che finì quattro metri pià indietro. Andros infilzò sulla gamba la bestia, ma per tutta risposta il mostro scalciò e Andros fece la medesima fine di Suddus. Gianieus mirò con l'arco la faccia del mostro, ma quest'ultimo fermo la freccia con le mani, la mise in bocca e la mangiò. Dactio scagliò nuovamente una delle due spade, ma il Minotauro la evitò.

"l'unione fà la forza!" urlò Atena.

Dactio mutò nuovamente in lupo, e a suo grande rischio corse dietro il Minotauro. Gianieus puntò di nuovo l'arco verso la faccia. Suddus e Andros si aggrapparono ai piedi della mostruosa creatura, alta tre metri e muscolosa. Suddus infilzò la sua spada nel piede del Minotauro, premendo per bene, così da infliggere una quantità maggiore di dolore. Andros invece, infilzò la sua asta nel ginocchio della bestia. Il mostro faticava a muoversi,e proprio in quel momento, Gianieus sparò due frecce agli occhi della bestia, che urlò di dolore. Dactio si preparò per il colpo di grazia. Spiccò un salto di 3 metri, e morse con i suoi canini affilatissimi il collo del Minotauro, che cadde a terra sgozzato, urlando di dolore. Il sangue schizzava da tutte le parti, l'agonia durò due minuti, poi la bestia morì.

"Bene bene...avete passato la prova" annunciò a Atena.

La dea baciò la fronte dei quattro eroi. Fece l'occhiolino al figlio e lo abbracciò. Apollo diede una pacca sulla spalla a Gianieus. Dactio fissò suo padre, che fissava l'allenamento dal Monte Olimpo. Suddus abbassò la testa e non disse nulla. Atena notò il suo dispiacere.

"Ares è un dio perfido, che si nutre di dolore e sofferenza, Suddus. Tu non sei come lui, non sentirti triste, perchè sei a casa."

i quattro eroi accompagnati dai due dei tornarono nella sala dove risiedeva Zeus. 

  
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