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Autore: piccolalettrice    27/03/2011    10 recensioni
"...Lo fissai sbalordito. Se diceva la verità eravamo in pericolo. Se diceva la verità allora tutti i miei attacchi erano colpa sua. Se diceva la verità Talia aveva fatto bene a fare quello che aveva fatto. Se diceva la verità voleva dire che eravamo stati traditi di nuovo. Se diceva la verità tutte le cose successe negli ultimi tempi avevano trovato un’unica spiegazione: lui."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo intuendo'
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SPAZIO AUTRICE:
ciao a tutti... questo capitolo l’ho scritto in pochissimo per i miei standard, spero piaccia... finalmente il CADEIT e il “Time al rogo” avranno pane per i loro denti...
vorrei ringraziarvi tutti nome e cognome per le rec e per aver aggiunto tra le seguite, ricordate e preferite, ma cavolo, siete tanti!
Spero vi piaccia anche se la prima parte è incasinata.
Buona lettura
piccolalettrice
 
 
 
6- quando la voglia di uccidere chiama non può essere ignorata.
 
 “Percy non accuserebbe mai qualcuno così per così!” dissi
“Luke... Percy crede che David stia cercando di prendere  il suo posto o che so io, sarebbe tipico di lui andare a chiedere spiegazioni in modo un po’ sgarbato” mi disse Annabeth, come se fosse una cosa ragionevole.
Avevo preso da parte Talia, Annabeth e Grover per spiegare loro cosa credevo fosse successo. Non mi sarei mai aspettato che succedesse quello che stava succedendo: Talia, dalla mia parte e fin qui nulla di strano), ma Grover e Annabeth che... si schieravano con Time; non in modo radicale, è vero, ma lo difendevano smontando le mie accuse.
La versione di Time era che Percy l’avesse preso da parte e avesse iniziato a urlargli contro, accusandolo di aver rubato qualcosa, poi aveva iniziato a fare il pazzo, sbraitando e dimenandosi, per, in fine, accasciarsi a terra, privo di sensi, tutto in stile “esorcista”.
Non gli credevo. Ero uno dei pochi che non gli credeva.
Tutto il campo, dopo aver sentito la versione di David, andava contro a Percy, il suo migliore amico e la sua ragazza compresi, senza nemmeno sentire la sua versione... che cosa idiota...
Credevano che fosse pazzo, che fosse geloso, che dopo il secondo collasso, ormai aveva perso la testa. Non era così, ne ero certo.
“aprite gli occhi, ragazzi! Vi sto dicendo che Crono aveva intenzione di...”
“oh, Luke... come può essere lui?” mi interruppe la figlia di Atena.
“solo perché gli è capitato di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato non vuol dire che sa il figlio del demonio!”
“Grover, sono sicuro che sia lui!”
“dei immortali, ma devi sempre cercare di seminar zizzania dappertutto?!Sei peggio di Eris!”
“la pensate così? Credevo che fossimo amici, ormai! Come potete venirmi contro così?!”
“Luke, non voglio litigare...”
“io sì, Annabeth! Quello che c’è lì” indicai l’infermeria “è Percy, il ragazzo che ami, voglio sperare, e qui ci sono io, una persona fidata che ti sta dicendo qual è la causa di tutti i problemi del tuo ragazzo... perché non sei a spaccare la testa a Time?!”
“Luke...”
“te lo dico io! Sei cambiata, quel Time ti ha infettata!”
“ma come cavolo ti perm...?”
“ragionaci! Quello sta prendendo per il culo tutti quanti, qui!”
“non hai basi per accusarlo così, non ne hai... quindi risparmiati le tue congetture idiote!”
“sei tu l’idiota, come fai ad essere così cieca?!”
“dei divini,  ma la finisci?! Non so perché ce l’hai tanto con quel povero ragazzo, te la stai prendendo con lui senza motivo, come può essere figlio di Crono?! È impossibile!”
Non ci vedevo più dalla rabbia, girai sui tacci e me ne andai, prima che la mia testa calda avesse la meglio e riducesse quella figlia di Atena in pezzettini.
Com’era possibile che lei, propio lei, difendesse la persona che stava causando tutti quei problemi a Percy?
Non voleva capire, non c’era nulla da fare... chissà come l’avrebbe presa Percy, quando fosse venuto a sapere quello che pensavo.
“Luke...” mi voltai, non mi ero nemmeno reso conto che Talia mi aveva seguito.
“che vuoi? Sei venuta a darmi dell’idiota anche tu?!”
Sapevo di non dover fare così, per quanto ne sapevo lei era dalla mia parte, ma avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.
Lei ignorò il mio commento.
“ sei davvero sicuro di quello che hai detto?”
“si, diamine! Ti ho detto che ho sentito Crono che ne parlava con le mie orecchie!”
“la situazione è grave”
“e grazie! Sono ore che tento di dirlo!”
“e smettila di fare l’esaltato, piuttosto... dobbiamo parlarne a Chirone”.
“NO!”
Mi fissò, basita.
“no?”
“non posso! Già Annabeth e Grover pensano che mi stia inventando tutto, Chirone cosa può pensare?”
“capirà che dici la verità”
“no, Talia, lo sappiamo tutti e due... qui c’è gente che mi considera un traditore fatto e finito, come credi che reagirebbe? Ogni cosa che dico non viene presa in considerazione nemmeno con i miei fratelli!”
Ci pensò su un secondo.
“dirò che il ragionamento è mio”
“si, perché eri la serva più fedele di Crono tu, vero?”
“ero un’arma... si suppone che io sia stata abbastanza in confidenza con Mr. Voglio Polverizzare L’Olimpo”
Ma non riusciva davvero a capire?
“ascolta, se tu facessi così diventeresti come me, un relitto, una traditrice...”
“e lo sono...” mi interruppe
“se lo sei gli altri non ti giudicano tale, tu sei una persona fidata che ha avuto un crollo e ha cambiato fazione, io sono l’idiota viscido che ha tradito i suoi” la bloccai a mia volta.
“parliamone con Percy... insieme vedremo cosa fare”
“è l’unica soluzione”
Rimanemmo in silenzio, al limitare del bosco, immobili.
“Luke?”
“dimmi”
“volevo dirti che... qualunque cosa succeda, non sei solo...”
La fissai.
“ci sono io” continuò.
Ed ecco quella sensazione, quella calda, che veniva fuori solo quando io e Talia avevamo quei momenti insieme, quella che mi ricordava quanto lei fosse una parte di me, la parte più importante di me.
“grazie” le sorrisi.
 
POV
 
Camminavo svelta verso la capanna di Hermes.
Avevo bisogno di spiegazioni.
Non riuscivo a credere alle parole di Luke, non ostante sapessi che ormai potevo chiamarlo amico. Non era possibile che quel ragazzo che mi stava tanto  a cuore fosse una cosa così... abominevole.
Non poteva davvero essere così.
“DAVID!” urlai quando giunsi davanti alla grand casa marrone.
Una figlia di Hermes dall’aria scocciata si affacciò dalla porta.
“Cerchi David?”
“non si era capito?!” feci, minacciosa
“ehi, datti una calmata... Credo sia andato al lago”
Mi voltai senza degnarla più di uno sguardo.
“ehi, puoi anche dire grazie!” mi urlò dietro, le feci un gesto non molto carino che comprendeva il dito medio... ok, forse ero un po’ scortese, ma cavolo stavo morendo per colpa dei dubbi che mi assillavano, dovevo sentirmi dire che lui non c’entrava nulla, dovevo davvero.
Raggiunsi il lago a tutta velocità, lo trovai vicino alla riva, quasi nell’esatto punto dove mi ero fermata con Percy.
“David!”
“Annabeth”
“David, devo parlarti” dissi, ansimante per la corsa.
“dimmi tutto” disse con un’espressione confusa, facendomi segno di sedermi accanto a lui.
Mi sedetti, ma subito dopo mi rialzai, la mia iperattività si faceva sentire.
“ti senti bene?” chiese
Lo fissai. Mi guardava con espressione ansiosa, i tratti un po’ spigolosi corrugati in un’espressione preoccupata e gli occhi neri che contrastavano con la pelle così candida.
Sospirai.
Luke non poteva avere ragione, non poteva proprio.
“Annabeth, dimmi cosa c’è, mi stai facendo preoccupare”
Mi risedetti accanto a lui e lo fissai negli occhi
“David, sii sincero, tu c’entri qualcosa con quello che è successo a Percy?”
Mi fissò, il silenzio sembrò durare ore.
“ti prego, dimmi che mi sto sbagliando”
Altro silenzio. Avevo bisogno di sentirmi dire che non era vero... non sapevo spiegarmi il perché, ma ero affezionata a quel ragazzo.
Avevo imparato a conoscerlo, a capirlo e mi piaceva, lo trovavo piacevole e affascinante, intelligente ed emblematico.
Strano, in senso buono, però.
Fissava il lago con quegli occhi neri e duri, sembrava indeciso, combattuto.
E se Luke avesse avuto ragione?
“David...?” negli occhi un baluginio di comprensione.
“lo sapevo” sussurrò
“lo... che stai dicendo?”
“lo sapevo, lo sapevo”
“Sapevi cosa?”
“ci è riuscito... sapevo che ci sarebbe riuscito” si alzò e si avvicinò ad un albero, prendendolo a pugni, non era un bello spettacolo.
“di che stai parlando?, David, mi fai paura”
“tu... io lo sapevo!”
“David, cosa sapevi?” mi alzai e lo raggiunsi, prendendogli il polso per fermarlo.
“ci è riuscito... lui sta tentando di metterti contro di me!”
“lui?”
“il tuo amichetto, Percy... vuole separarmi da te”
Lo disse in un modo strano, digrignando i denti, con un fare possessivo che quasi mi spaventò.
“Percy?”
“sì... si è inventato questa... questa idiozia per farti allontanare...”
“Lui? No, non può esserne capace”“mi fissò inarcando un sopracciglio, ironico.
Anche se i fatti parlavano da soli... era geloso, lo aveva anche ammesso, ma da lì a mentire a quel modo... Percy non era il tipo...
“quindi tu non c’entri nulla con...?”
“no, Annabeth!... vedi? Ti ha messo contro di me!”
Si risedette, prendendosi il viso tra le mani, mi sembrò anche di sentire un singhiozzo.
mi inginocchiai al suo fianco e gli strinsi una spalla.
“non mi ha messo contro di te, noi siamo amici, gli farò capire che ha sbagliato...” gli tolsi le mani dalla faccia “non riuscirà a separarci”
Oh, dei, così suonava da schifo! Sembrava che... fossimo chissà cosa, quando non era vero... era un amico per me, non avrei mai tradito Percy, mai.
Ma lui non la pensava così: fissò un punto sopra la mia spalla, poi con un gesto scattante, mi cinse la nuca con una presa ferrea e posò bruscamente le labbra sulle mie.
 
POV- nel frattempo...
 
“Che cosa?!” esclamai mettendomi seduto di scatto.
“Time è un semi-titano, figlio di Crono... lui... è nato da un’umana, Crono ha velocizzato i tempi della gravidanza e della crescita con i suoi poteri sul tempo, addestrandolo come credeva... è lui la causa di tutti gli attacchi”
Lo fissai sbalordito.
 Se diceva la verità eravamo in pericolo. Se diceva la verità allora tutti i miei attacchi erano colpa sua. Se diceva la verità Talia aveva fatto bene a fare quello che aveva fatto. Se diceva la verità voleva dire che eravamo stati traditi di nuovo.  Se diceva la verità tutte le cose successe negli ultimi tempi avevano trovato un’unica spiegazione: lui.
“IO LO AMMAZZO!” mi alzai di scatto, facendo scattare Vortice.
“Percy, non credo sia... dobbiamo aspettare... parlarne con Chirone...”
“IO LO UCCIDO!”
Corsi fuori come una furia ignorando le ninfe che si occupavano dei feriti e minacciando chiunque si mettesse tra me e la capanna marrone di Hermes.
“TIME!” urlai quasi sfondando la porta, Luke e Talia mi stavano dietro, senza capire bene cosa fare, immaginai.
Una ragazza aprì la porta.
“ma che avete tutti oggi con David, nemmeno fosse una pop-star...” si zittì guardando la mia espressione.
“dov’è quel... dov’è Time?” le chiesi, con le mani tremanti.
“perché lo vuoi sapere?”
Devo spaccargli la faccia
“devo parlargli”
“è... al lago, credo...”
Mi voltai e corsi come una furia verso il lago, un manipolo di curiosi mi seguiva, io correvo con il solo desiderio di staccargli la testa.
Arrivai davanti al punto in cui io e Annabeth ci eravamo fermati l’ultima volta, accecato dalla rabbia.
Mi sembrò di vedere noi due lì, intenti a baciarci, com’era successo il giorno prima.
-aspetta un secondo- mi dissi – ma quello non sono io-
 Mi cadde la mascella.
Quella era Annabeth, senza dubbio, ma la mano che le teneva la nuca non era la mia, le labbra che sfioravano le sue non erano le mie, quegli occhi neri e vuoti che sapevo si celavano sotto le palpebre chiuse non erano i miei.
Annabeth si staccò, indietreggiando e fissando quell’abominio, poi si voltò verso di me.
Gli occhi le si spalancarono. Vidi le labbra sillabare il mio nome.
Io fissai Time.
Tutti coloro che mi avevano seguito trattenevano il respiro.
“IO TI AMMAZZO!”
Non ci vidi più dalla rabbia e non risposi più delle mie azioni.
 


 
   
 
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