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Autore: fri rapace    28/03/2011    11 recensioni
"Ed ora Remus e Ron erano lì, seduti su delle sedie messe in fila lungo le pareti di un’asettica stanzetta del Centro Odontoiatrico dei coniugi Granger, le spalle al muro"
Hermione e Tonks portano i rispettivi compagni dal dentista...
Storia classificatasi quinta al "One week contest - Queen Music!" di Zuzallove.
Dedicata a Xela182.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Ron Weasley | Coppie: Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La visita Remus si era lasciato sfuggire la situazione di mano. Nei suoi primi anni di vita aveva sperimentato ogni inutile cura medica che il Mondo Magico potesse infliggere a una persona affetta dalla sua malattia, quindi sì, era spaventato. Ma più che altro si sentiva terribilmente in colpa.
Poteva tollerarlo tranquillamente, il mal di denti. Al dolore ci aveva fatto il callo e, come aveva cercato di spiegare a Tonks, era dispostissimo a sopportarlo anche per mesi: buttare il loro denaro per delle cure Babbane che forse si sarebbero rivelate un buco nell’acqua quanto quelle Magiche, era ridicolo.
Era ridicolo sprecare denaro per le zanne di un licantropo!
“Perché tu non meriti niente, vero?” si era arrabbiata lei. “Quando capirai che non è così, Remus? Vorrei solo che tu imparassi a stare un po’ meglio con te stesso.”
Dopo averlo rimproverato non aveva voluto sentire ragioni: aveva organizzato tutto in quattro e quattr’otto senza nascondere un certo entusiasmo, come se lei e Hermione stessero programmando la cosa da mesi, in attesa dell’occasione giusta.
Ed ora lui e Ron erano lì, seduti su delle sedie messe in fila lungo le pareti di un’asettica stanzetta del Centro Odontoiatrico dei coniugi Granger, le spalle al muro.
Hermione raccolse una delle riviste in mostra su un tavolino al centro del locale, la sfogliò rapidamente e la passò a Tonks, mostrandole qualcosa.
“Lo sospettavo,” commentò lei. “Insomma, hanno un sacco di cose in comune.”
Ron si sporse incuriosito verso di loro, ritraendosi con un balzo quando Tonks voltò il giornale con un gesto repentino, indicando il disegno di due pesciolini.
“Visto? Stesso segno zodiacale!” li accusò.
Ron stava per ribattere e Remus, intuendo che avrebbe detto la cosa sbagliata, lo anticipò, sfoderando la sua migliore espressione mortificata:
“Dora, ti assicuro che non era mia intenzione… insomma…” cercò di dare velocemente un senso a quello che stava loro mostrando. “Ecco, non avrei mai voluto nascere tra il venti febbraio e il diciannove marzo,” mascherò con facilità lo stupore per la scemenza appena pronunciata, proseguendo con disinvoltura: “Il fatto è che i miei genitori, l’anno prima che nascessi, erano stati in vacanza a luglio e sai come succede: erano soli, tanto innamorat…”
Si interruppe bruscamente, il cuore pesante quanto tutte e tre le teste di Fuffi messe assieme. Era successo anche a lui (soli, tanto innamorati, dopo mesi che non si toccavano) e quello che aveva combinato dopo ce l’aveva sempre fisso in testa.
“Sì, lo so come succede. E lo sai anche tu,” ribatté Tonks con una nota di tristezza nella voce. “Possibile che ti impunti sempre sulle stesse cose? Lo spettacolo deve continuare!”
Hermione la consolò posandole una mano sulla spalla, prendendo la parola con aria grave:
“Sapete, io e Tonks ci siamo confidate…” iniziò, provocando a Ron un brivido seguito da una smorfia di disgusto.
“Non è mai un bene quando le donne lo fanno!” sussurrò a Remus, parandosi il viso lentigginoso con una mano.
Hermione, che l’aveva sentito senza difficoltà, strinse gli occhi.
“Tonks, continua pure,” sibilò, arrotolando una rivista e brandendola con l’apparente intenzione di schiacciare una mosca. Probabilmente invisibile, sicuramente posata sulla testa di Ron.
Tonks non se lo fece ripetere due volte:
“Vedete qui?” disse nuovamente.
Sarebbe dovuta essere una domanda, ma la frase suonò più come un ordine.
Obbedienti, Remus e Ron si piegarono sulle pagine patinate, il più giovane sollevato nel notare che la fidanzata aveva rimesso l’arma sul tavolo, rinunciando a colpirlo.
“Avete persino lo stesso segno zodiacale. Riflettete su questo, ma non azzardatevi ad arrivare alla conclusione che se è colpa delle stelle non potete farci niente, ci manca solo quello… Sforzatevi di approfondire e tiratevene fuori, se vi riesce. Sapete,” allargò le mani a mo’ di sipario che si apre, lasciando cadere il giornale a terra. “Stile ‘Alcolisti Anonimi’. Nel frattempo io e Hermione ce ne andiamo a prendere Teddy da mia madre, almeno non stiamo qui a inibirvi.”
Le due donne si scambiarono un’occhiata soddisfatta e lasciarono la sala come soldati in marcia, l’aria di chi si stava battendo per una giusta causa.
Ron, pallidissimo, si rivolse a Remus, stringendo i pugni sulle ginocchia con aria infelice.
“Ma che cos’è un segno zodiacane?”
Remus si strinse nelle spalle.
“Credo che sia una specie di Divinazione Babbana, ma non ha importanza, escludo che Hermione e Dora credano a simili sciocchezze.”
“E allora perché…” non finì la frase, aspettando che fosse lui ad accollarsi l’onere al posto suo.
Remus aveva capito chiaramente cosa si aspettavano da loro ben prima che Tonks finisse la sua buffa spiegazione e, come al solito, si stupì del fatto che raramente qualcuno fosse svelto quanto lui nel comprendere le intenzioni altrui.
Sapeva qual era il proprio peccato - l’ultimo di una lunga serie, quello su cui si ‘impuntava sempre’ e che la propria ostinazione stava facendo rimpiangere a Tonks il suo cavallo di battaglia (troppo vecchio, povero e pericoloso) - però non conosceva quello di Ron. Poco male, in fondo li avevano portati lì proprio per quello: parlarne. Secondo Tonks ‘parlarne’ era la cura a tutti i crucci, o quasi.
Forse, per una volta, poteva almeno provarci.
“Ritengono che noi due abbiamo parecchio in comune e vogliono che ci confrontiamo,” spiegò. “Pensano che ci farebbe bene. Quindi… io…” iniziò con un certo sforzo. “Io avevo abbandonato Dora e il nostro bambino non ancora nato…” esitò, osservando di sottecchi il giovane seduto accanto a lui: temeva il suo giudizio.
“No, beh…” fece quello, parlottando confusamente. “Anche io avevo mollato Hermione. Cioè… so cosa volevano dire col fatto che abbiamo roba in comune. Senza offesa.”
Remus gli sorrise gentilmente.
“Oh. Avrai avuto di certo dei validi motivi per farlo,” lo incoraggiò, dispiaciuto di vederlo tanto in difficoltà.
Ron evitò accuratamente il suo sguardo, le orecchie color ciclamino.
“Io credevo… ecco… che lei preferisse Harry. Insomma… sembrava avesse scelto lui. Pensavo: chi guarderebbe me, con accanto Harry? Era una scelta logica quella di Hermione. Anche se ero furioso, pensavo che lei sarebbe stata meglio con lui che con me,” buttò fuori tutto d’un fiato.
Grattando sulla superficie, appena sotto al senso di colpa, Remus scorse la gelosia del ragazzo. Una cosa che conosceva bene, tanto imbarazzante quanto difficile da mettere a tacere.
“Anche io avevo abbandonato Tonks per lo stesso motivo,” ammise.
Ron gli lanciò lo stesso sguardo preoccupato di quando era stato costretto ad abbracciare Tonks sulla scopa, durante il trasferimento di Harry dalla casa degli zii.
Possibile che anche la sua gelosia fosse così evidente? Aveva sempre creduto di saperla nascondere piuttosto bene.
“Harry e Tonks è escluso! Anche prima che si mettesse con mia sorella non credo che a lui potesse piacer… però Tonks e Ginny sono molto amiche e a pensarci bene…”
“A-nessuno-piace-Tonks!” ringhiò Remus, facendolo sobbalzare. Gli ci volle un attimo per riprendere il controllo: l’idea che qualcun altro, oltre a lui, potesse essere innamorato di sua moglie, l’aveva fatto esplodere come un pop-corn sul fuoco. Si passò una mano sul viso dolorante e ne riemerse sentendosi terribilmente imbarazzato. “Scusami, Ron. Quello che volevo dire è che anche io ho lasciato Ninfadora perché credevo che sarebbe stata meglio senza di me. Ma lo sai già, tu c’eri quando…”
“Hai ribaltato Harry?”
“Quello.”
“È quello che ora Hermione e Tonks vorrebbero fare a noi. Ribaltarci, intendo. Ora la paghiamo, perché le donne fanno solo finta di perdonarti,” s’incupì Ron.
“Dopo averti picchiato,” precisò Remus, ricordando l’impatto del gancio destro di Tonks nello stomaco e del suo ginocchio… un po’ più sotto. Soprattutto ricordava il ginocchio.
“Esatto. Dopo i pugni fingono di averti perdonato, ma in realtà se la legano al dito per sempre,” Ron incrociò le braccia, mettendo il broncio. “Ma che pretende Hermione da me? L’ha sempre saputo che non sono alla sua altezza!”
“Invece Dora non l’ha ancora capito, anche se gliel’ho ripetuto un milione di volte che non sono alla sua altezza. Ho anche cercato di spiegarle che non vale la pena di spendere soldi per me!”
Era incredibile quanto gli venissero fuori facilmente le parole, ora, sgorgavano come la schiuma da una Burrobirra stappata dopo essere stata scossa violentemente.
Posò cautamente una mano sulla guancia, quella gonfia come una zucca, pensando che era suo diritto tenersi il male, se gli andava. Lo sguardo gli scappò su Ron che, al contrario di lui, non sembrava avere particolari problemi ai denti. “Ma tu perché sei qui?” gli chiese perplesso.
“Visita di controllo,” borbottò preoccupato. “Ma io l’ho capito che in realtà è una scusa. Hermione si è inventata questa cosa perché pretende che conosca i suoi genitori. Sostiene che sarebbe anche ora, visto che ci sposiamo tra due mesi. Dice che la devo smettere di scappare sempre dalle mie responsabilità, quando ero Prefetto me lo rinfacciava in continuazione!” alzò le sopracciglia, come se avesse appena ricordato qualcosa di cruciale. “Ma anche tu sei stato un Prefetto! Com’eri?”
“Inutile. Decisamente inutile.”
“Già, anche io ero una vera schifezza.”
Remus aveva sempre pensato che Silente gli avesse assegnato il distintivo perché sperava che avrebbe saputo tenere a bada i suoi amici, ma ora non ne era più tanto certo.
“Credo che Silente ci avesse nominati Prefetti per aiutarci ad avere un po’ più di fiducia in noi stessi.”
Ron annuì lentamente.
“Era proprio quello che stavo pensando. Sapeva persino che avrei abbandonato Hermione e Harry, per questo mi aveva lasciato il suo Deluminatore. E non mi conosceva nemmeno! Era davvero un genio. Matto, ma un genio.”
Remus sorrise.
“Lui conosceva bene me, però.”
“Cavolo, se ci somigliamo! Senza offesa, eh. Pensa che io vorrei scappare anche ora… quindi anche tu, scommetto.”
Era evidente che Ron era terrorizzato dall’incontro imminente. Un’altra persona gli avrebbe dato dello sciocco per aver tirato tanto per le lunghe un’incombenza che sarebbe stata inevitabile, ma lui lo capiva.
Quando si ha un’autostima solida quanto un budino, l’unica cosa che si riesce a fare è umiliarsi in continuazione. E a quanto sembrava loro due erano dei veri maghi, in quello.
Conoscendo la sensibilità di Hermione, probabilmente aveva organizzato il faccia a faccia tra i genitori e il suo futuro marito a quella maniera per evitargli qualcosa di peggio. Una cena formale, ad esempio, poteva avere esiti nefasti per chi viveva sempre con la certezza di sbagliare e di conseguenza sbagliava sempre. La paura per la visita medica Babbana aveva buone probabilità di distrarlo da tutto il resto, permettendogli di non commettere troppi danni.
Pensò a Tonks e a come non gli avesse mai rinfacciato nulla, ma lui aveva lo stesso paura, sempre.
Di perdere il suo amore, di perdere quello del loro piccolino. Di perderli.
“Sai, credo che Dora e Hermione non ci abbiano portati qui per vendicarsi, le loro intenzioni erano davvero buone. Dovremmo ascoltarle un po’ di più. Glielo dobbiamo, è a loro che riserviamo il peggio di noi stessi.”
Con gli altri Remus riusciva a nascondersi piuttosto facilmente, a ingoiare quasi tutto reagendo con un sorriso, ma davanti alla donna che amava era nudo, sempre. “Sai, Ron, deve essere… impegnativo sopportare persone come noi.”
Ron annuì, abbozzando un sorrisetto nervoso.
“Mia madre mi ha terrorizzato con la sua diffidenza per i metodi di cura Babbani. E tu di che cosa hai più paura? Del dolore?”
“No,” scherzò Remus, ridendo di se stesso. “È più l’idea di qualcuno che mi mette le mani in bocca. Capisci, potrebbe piacermi il suo… sapore.”
Ron batté le mani:
“Speriamo!” esclamò speranzoso. “Allora entri prima tu!” gli indicò la porta dell’ambulatorio: era rimasta aperta in attesa che qualcuno prendesse il posto dell’uomo che ne era appena uscito, masticandosi apparentemente la lingua. “Tu come l’affronterai?” aggiunse dopo qualche secondo, stranamente serio.
Per un istante gli parve tornato a essere il ragazzino di tredici anni di cui era stato insegnante.
“Il dentista?”
“No, la vita. Insomma… noi siamo come siamo, ed è difficile anche in tempo di pace.”
Remus conosceva la risposta, l’aveva sempre saputa. Era il suo piatto forte.
“Anni fa ti ho insegnato che la paura si vince con una risata, ricordi? L’affronterò con un sorriso, non mi arrenderò mai!”
“Avanti con lo spettacolo. Come lupo mannaro sarò la massima attrazione, sarò uno schianto,” pensò, e mentre oltrepassava la soglia dell’ambulatorio dei genitori di Hermione gli sembrò di procedere volando. Tonks aveva ragione: ‘parlarne’ era stata un’ottima soluzione.

***

“Bene, signor Lupin, ora apra la bocca.”
“Quello cos’è?”
“Intende il trapano o la siringa?”
“…”
“Su, apra la bocca, da bravo.”
“Aspetti, parliamone!”






Scommetto che non avete mai letto nulla del genere ^^
Spero che la ff vi sia piaciuta (è la prima volta che scrivo di Ron!!!), era da tanto che volevo scrivere di Ron e Remus... grazie a Xela, che mi aveva fatto notare quanto avessero in comune. Io ci ho riflettutto solo dopo che lei mi aveva detto che avevano lo stesso segno zodiacale.

Noticine: riguardo a Remus, immagino che per un mago sia spaventosa una visita medica Babbana (infatti Ron ha paura), e lui da piccolo ha dovuto sopportare le attenzioni di chissà quanti Medimaghi (nel terzo libro dice che i suoi genitori le avevano provate tutte per guarirlo), per questo ho optato per questo finale, insomma, sarà pure un po’ traumatizzato.



Copio il giudizio di Zuzallove, la giudiciA del concorso ^^


5° Classificata: Fri
Totale punti: 46/50
“La visita”

-Grammatica e sintassi: 9,5/10

Assolutamente ottime. Ho visto molta cura e attenzione nel rispetto di ogni più piccola regola. Ti ho tolto mezzo punto per due virgole mancanti, ma nel complesso è assolutamente buona!
-Lessico e stile: 8/10

Nel complesso, non male. Ti ho tolto due punti perché entrambi, stile e lessico, erano di un livello piuttosto basilare, acerbo, secondo me, rispetto alle tue reali possibilità. Questo non vuol dire che non vada bene, eh! Scorrevole, fluido, ma secondo me hai delle potenzialità in questo campo che devi ancora sviluppare!
-Caratterizzazione dei personaggi 10/10

Se volete leggere di un vero Remus Lupin, di un vero Ron Weasley e di due vere Tonks e Hermione, venghino, signori. Assolutamente perfetti, un vero e proprio tuffo nei loro veri caratteri. Sembrava davvero che fossero loro due, a parlare. La paura di Remus, la sciocca ingenuità di Ron… Il finale, perfetto. Non avrei saputo fare di meglio, un IC meraviglioso!
-Originalità: 10/10

Avevi ragione: mai letta una cosa del genere. Certo, un ruolo primario lo svolge il what if..?, ma non avevo mai visto niente di più originale. Una gran bella idea.
-Punti bonus per l'inserimento della citazione: 3,5/5

Mi è piaciuta molto come hai inserito la prima, un po’ meno l’ultima. Non ce lo vedo granché, Remus, a pensare che sarà uno schianto di Lupo Mannaro… per quanto possa aver accettato la sua condizione, lui continuerà sempre a ritenerla una dannazione, capisci? Questo non ha influito sulla valutazione dell’IC, perché era comunque perfetto, ma qui sì. Comunque non male J
-Gradimento personale: 5/5

Nel complesso veramente uno splendido lavoro. Corretto, fluido, IC e simpatico, frizzante e allegro :D Ho pensato subito, quando ho finito di leggerla, che se avessi trovato questa storia pubblicata, sicuramente l’avrei recensita (io di solito recensisco solo le storie che mi colpiscono). Inoltre, se l’avessi letta senza doverla giudicare per un contest, avrei lasciato perdere gli appunti sulla citazione e sullo stile e lessico, perché ti avrei risposto che la fic era tremendamente carina e che quelle piccolezze passavano inosservate. Complimenti! Mi è piaciuta moltissimo :D


   
 
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