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Autore: Arwen_theevenstar    28/03/2011    3 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza di nome Silvia e Shannon, nata quasi per caso in un castello sperduto, ma strane coincidenze porteranno i due ad allontanarsi... PS SAREI MOLTO CONTENTA SE LASCIASTE DELLE RECENSIONI, IN MODO CHE IO POSSA CAPIRE COSA NE PENSIATE SIA DELLA STORIA SIA SU COME SCRIVO.GRAZIE MILLE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pensieri di Shannon* Ero da poche ore in Italia e già ero innamorato pazzo di questo paese, avevo avuto occasione nei vari live di girare un po’ per le grandi città, ma quello che mi affascinava veramente erano le piccole realtà, e questa campagna così calda e tranquilla dove il tempo sembra scorrere lentamente era perfetta. Dovevo scegliere una bella dimora da rendere mia per poterci passare il tempo libero, mi serviva pace e serenità e dopo varie visite in altre zone, questo sembrava proprio il posto giusto. La ragazza camminava lentamente davanti a me sembrava quasi volesse godere di ogni passo , era piccolina , ben proporzionata e aveva lunghi capelli castani che con la pioggia si erano increspati formando delle morbide onde tenute a bada da una coda alta. Aveva un bel sorriso e i suoi occhi nocciola celavano chissà quale segreto, il suo sguardo era così assente. Nel cortile c’erano diversi portoni e un grande arco che dava sul retro, dove si poteva ammirare una grande boscaglia. L’unica protezione un’inferriata dove si ripeteva un romantico motivo di ferro battuto. La ragazza mi guardò sembrava felice e mi indicò il portone principale, lo aprii, e con un gesto da gentiluomo la feci accomodare… d’altronde non sapevo neanche dove accendere la luce. -“prego accomodati, benvenuto, iniziamo la visita guidata di questa splendida dimora?” -“ grazie, beh direi di si, tanto a quanto pare l’agente immobiliare mi ha dato buca” dissi guardando il cellulare, ma come prevedibile, non c’era campo. La guardavo mentre accendeva le luci, apriva le finestre e smantellava i vecchi mobili coperti da lenzuola bianche per non prendere polvere. C’era odore di chiuso, ma quello che si respirava era aria di storia, e di avventure affascinanti.Nella sala principale troneggiava un caminetto molto grande, una cesta contenente ancora della legna, un grosso sofà di broccato e una libreria che prendeva un’intera parete. Appesi vi erano quadri e arazzi, al centro della stanza un grande tavolo massiccio contornato da una decina di sedie tappezzate della stessa stoffa del sofà. Silvia parlava veloce ed entusiasta, si vedeva lontano un miglio che era felice di trovarsi li, sembrava avesse sempre abitato in quella casa. Passammo di stanza in stanza, dalla cucina, al salone, allo studio, alle stanze da letto e da bagno della residenza principale, poi come se non bastasse la ragazza mi guidò anche nella piccola chiesetta, gli altri appartamenti e nei sotterranei. Ero felice di ascoltarla, era vero, quel posto lo conosceva millimetro per millimetro ero stato davvero fortunato ad aver ricevuto la buca dall’agente immobiliare, che sicuramente non sarebbe riuscito a farmi amare quel posto come meritava. Il tempo sembrava volare infatti era già notte. Ci avviammo all’uscita , gli occhi di Silvia sembravano incupirsi. Quella ragazza mi piaceva e molto. Ma possibile che non sapesse davvero chi fossi? -“ Grazie per la visita, sei stata molto gentile Silvia, e devo ammettere che sei davvero preparata su questo posto, ma toglimi una curiosità: come mai conosci così bene il castello? “ - “Beh , ecco… io ho vissuto in quella casetta laggiù fino all’età di 13 anni. Venivo sempre qui, questo castello era abitato da un sacerdote , e sai… non essendoci molta compagnia io e mio fratello venivamo qui e restavamo seduti per ore davanti al caminetto ad ascoltare la storia del castello che ci raccontava il sacerdote fumandosi il suo sigaro preferito” - “Ah ecco, e comunque… si vede che ami questo posto, per tua informazione il mio interesse non è finanziario. Sto cercando un posto per me, per passarci i giorni liberi da lavoro, dove non posso essere raggiunto da…” Avrei voluto dire fans indiavolate e giornalisti pressanti ma non mi andava di dirgli chi fossi. “… raggiunto dalla frenesia del lavoro” -“ Allora se deciderai di acquistarlo spero proprio che ogni tanto potrò farti visita, magari potrò esserti utile come guida turistica per i tuoi amici che desiderano vedere la tua casa! Ora vado che è già notte… ci vediamo Shannon” mi disse con un grande sorriso porgendomi la mano. Non potevo lasciarla andare, c’era qualcosa in lei che mi attirava come una calamita e azzardai: “Aspetta… è notte e tu sei a piedi, non so dove abiti,ma devo sdebitarmi con te, dai ti accompagno” “ Io abito a 5km da qui, ma a un paio di km ci sono dei familiari, magari li trovo a casa e mi faccio accompagnare da loro” disse diventando rossa. “ No, no, non se ne parla. E’ notte e io insisto dai salta su” Le aprii lo sportello e passai al lato della guida. Era buffa. Sembrava impacciata, quasi avesse paura di rovinare la mia macchina soltanto sedendosi. Girai le chiavi, ma l’auto non sembrava captare l’input. Cosa era successo? Riprovai, ma nulla, soltanto un ronzio, eppure il serbatoio era pieno. Scesi e aprii il cofano , maledizione! Le auto moderne non erano affatto facili da capire…erano tutte un laborioso intreccio di elettronica e meccanica che era impossibile capire dove fosse il problema. Riprovai diverse volte, ma niente. Silvia intanto provava a telefonare a suo fratello, ma il cellulare non prendeva, eravamo davvero fuori dal mondo. Rientrai in auto: -“Mi dispiace, ma non riesco a farla partire… il cellulare non prende neanche a me, maledizione!” -“ Non preoccuparti, per me, andrò a piedi fino alla casetta dei miei parenti, e se li trovo mi faccio riaccompagnare da loro, poi da li prendo la mia auto e ti trovo una sistemazione!” -“Non se ne parla nemmeno!! È già tardi, i tuoi familiari staranno cenando e per quando arriverai saranno andati a dormire, sai che spavento, e poi non ti lascio andare da sola. Io ho un’idea migliore. Ho le chiavi del castello, ho una valigia piena di pasta e altri prodotti tipici che volevo portare a mia madre, ho dei vestiti puliti, passeremo la notte qui” -“Ma tu sei pazzo! Non ti conosco nemmeno e credi che io resti qui ? Neanche per sogno! Devo andarmene adesso”- Dovevo trattenerla in qualche modo, il destino ci aveva riservato quel trabocchetto e non potevo non considerarlo. -“ Hey Hey calma!! Non ti ho mica chiesto di venire a letto con me… ci sono tante stanze in quel castello, se te ne vai in quelle condizioni ti prendi un bel malanno e chissà se i tuoi parenti sono a casa! E poi… dici di essere tanto legata a questo posto, che se fossi in te ne approfitterei per dormirci almeno un’ultima volta prima che io lo compri. Perché si, io lo comprerò e se ti perdi quest’occasione, chissà se poi ne avrai un’altra…” Mi guardò, con quegli occhi che mi scavavano dentro. Forse non con me, ma in quel posto si sentiva sicura, e ne conosceva ogni segreto, molto meglio di me. Forse lo faceva solo per aiutarmi quella sera, o forse perché le ero simpatico, ma scese, in silenzio e si incamminò di nuovo verso il cancello.
   
 
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