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Autore: Arwen_theevenstar    28/03/2011    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza di nome Silvia e Shannon, nata quasi per caso in un castello sperduto, ma strane coincidenze porteranno i due ad allontanarsi... PS SAREI MOLTO CONTENTA SE LASCIASTE DELLE RECENSIONI, IN MODO CHE IO POSSA CAPIRE COSA NE PENSIATE SIA DELLA STORIA SIA SU COME SCRIVO.GRAZIE MILLE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pensieri di Silvia* Maledetta me e la mia solita curiosità, pensai.mi mettevo sempre nei casini più assurdi. Lo guardavo mentre scendeva una valigia nera, anonima sicuramente piena di souvenir e cose inutili, sono tutti uguali questi americani!!! Il castello era illuminato da una bella luna piena, il cielo era sereno e la mancanza di lampioni accentuava ancora di più la bellezza del cielo stellato. Riaprii l’appartamento principale che fortunatamente era stato pulito proprio per attrarre l’attenzione del futuro acquirente. In pochi istanti come a casa mia accesi il fuoco. Nel giro di mezz’ora si scaldò tutta la casa, grazie al genio che un paio di secoli prima aveva completato un riscaldamento centralizzato tramite una caldaia collegata al grande camino. Shannon aveva preparato la tavola, mi accompagnò in camera e tirò fuori dalla sua valigia una tshirt e il pantalone di un pigiama blu e me li porse con delicatezza: -“ Tieni, scaldati e mettiti questi che sono asciutti… ti saranno un po’ grandi ma almeno per domani mattina saranno asciutti i tuoi abiti, io vado di là a preparare qualcosa da mangiare, quando vuoi raggiungimi” disse chiudendo piano la porta. Era davvero carino, e aveva un profumo inebriante. Chissà quanti anni aveva. Era proprio difficile dirlo. Me ne andai in bagno, mi lavai velocemente ed indossai la biancheria asciutta. Tornai in cucina e lo spettacolo che avevo davanti agli occhi era tra il bizzarro e lo stupefacente: Shannon aveva imbandito la tavola in maniera deliziosa, e stava provando inutilmente a leggere il metodo di cottura della pasta, mentre il sugo in barattolo stava bruciacchiando. -“ Lascia fare me… sono più pratica con queste cose” gli dissi togliendogli la scatola dalle mani. “Vedi, per cuocere la pasta, bisogna aspettare che l’acqua bollisca, mettere un cucchiaio di sale grosso e mettere la pasta, a me piace al dente quindi la tiro su un minuto prima del tempo di cottura… Comunque adesso facciamo tutto insieme così per la prossima sarai un cuoco provetto! Gli dissi sorridendo. La situazione era assurda ma ero stranamente serena, sarà che vedere un uomo in cucina mi aveva sempre fatto tanta tenerezza, sarà che lo vedevo come un gesto d’affetto nei miei confronti. Ci sedemmo al grande tavolo io preparavo i piatti e Shannon versava il vino nei calici gli guardavo le mani e i polsi ornati da tanti bracciali e salivo su fino alle braccia muscolose, e mi accorsi che lui stava guardando le mie. Mi prese il polso, delicatamente, una stretta calda e morbida, proprio l’opposto che ci si aspetterebbe da delle braccia così forti e mi disse: -“che bel tatuaggio, che significa?” Mi accorsi di essere arrossita, quello era il nostro primo contatto. La prima volta che mi toccava e la mia testa era già in tilt. Ma cosa mi stava succedendo? Cercai di riprendermi ma mi ci volle qualche istante -“ E’ una scritta in tedesco , e rappresenta tutto quello che nella vita è fondamentale per me: famiglia, amicizia, musica, amore… vedi ci sono anche 4 stelle che significano un po’ tutto questo” dissi con la voce rotta dall’emozione. C’erano diverse cose che mancavano nella mia vita, la mia famiglia che io adoravo, e l’amore. Sapevo che l’unica cosa che un giorno mi avrebbe fatto sentire completa, sarebbe stata una famiglia tutta mia costruita con l’uomo di cui un giorno mi sarei innamorata. Cercai di distrarmi. -“E invece tu? Cosa sono quei geroglifici che hai sul braccio?” -“Beh… è un po’ complicato da spiegare… mai sentito parlare della teoria di David Raup o di Stephen Jay Gould sul fatto che la terra si trovi a 30 secondi da marte? Beh questi sono i simboli che abbiam..ehm che ho utilizzato per interpretare questa teoria… vedi sono 4 e sono : THIRTY SECONDS TO MARS” disse avvolgendo con la forchetta una bella porzione di spaghetti fumanti. Lo guardai affascinata. Che tipo strano! Chissà che lavoro faceva… così ricco da poter permettersi un castello… eppure così “fuori dagli schemi” per non parlare poi di queste sue teorie… mah era davvero un tipo strano! Finito di cenare sistemammo subito la cucina e bevemmo un po’ di vino sul sofà parlando del più e del meno… credo. Il caminetto scoppiettava e finalmente quella casa sembrava aver ritrovato vita. Ammetto che mi dispiaceva dovermene andare il mattino dopo, ma cercai di non pensarci e per una volta tanto, di godermi ogni attimo di quella bella serata. Non ricordo il momento in cui mi addormentai,forse per il troppo vino o per la stanchezza, ma di sicuro non potrò mai scordare la stretta forte delle braccia che mi portavano a letto e che mi poggiavano piano. Poi con delicatezza mi coprivano e soprattutto non potrò mai dimenticare le sue mani che mi sciolsero i capelli ormai poco raccolti e che mi sistemavano i ciuffi ribelli che mi ricadevano in viso. Quelle mani che mi avrebbero tormentanto per tutta la notte in un dolce sogno fino all’alba.
   
 
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