L’attesa è finita
 
 
 
Guardando verso la via più importante di Godric’s Hallow vedrete un uomo, dal volto sciupato e scarno, starsene con il naso schiacciato contro un vetro. Il vetro, anzi. Guarda dalle finestre, ormai distrutte, della casa dei Potter. Aspetta. Non gli importa che la sua appendice nasale stia producendo quantità industriali di muco o che le sue guance siano arrossate all’inverosimile. Aspetta. Perché, ormai, l’attesa è l’unica cosa che gli rimane.

“ Sir, andiamo a casa?” lo chiama un bambino strofinandosi le mani infreddolite

“ Ma … veramente … io …” balbetta Sirius confuso.

“ Andiamo” piagnucola Harry. L’uomo sbuffa varie volte prima di girarsi e raggiungere il piccolo orfanello. Gli prende la mano con confidenza, provando per un attimo a non pensare a quello che ha dietro

“ Te ne vai?” chiede una voce aldilà del vetro. Una voce tanto simile a quella di James.

“Mi dispiace, amico mio. Dovrai attendere un altro po’. Ho capito che c’è ancora una persona che ha bisogno di me e che io voglio conoscere.” sussurra Sirius senza voltarsi. Perché Harry è l’ultima cosa che gli rimane. Non l’attesa.

“Grazie, Sir” borbotta la voce

“ E’ naturale, fratello”
 
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Se passaste per la via più importante di Godric’s Hallow, ora, non trovereste più l’uomo, dal volto scarno e sciupato, starsene con il naso contro il vetro.  Sareste delusi. Ma vi svelo un segreto:  se doveste passare per la via già citata dovreste guardare verso un punto lontano. Su, nel cielo infinito. Perché, sono sicura, vedreste due ragazzi a braccetto che, in presenza della luna e delle stelle, ridono e piangono come una volta. Perché, ormai, per loro, l’attesa è finita.



La presenza di Harry bambino è dovuta al fatto che è un illusione.