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Autore: Arwen_theevenstar    28/03/2011    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza di nome Silvia e Shannon, nata quasi per caso in un castello sperduto, ma strane coincidenze porteranno i due ad allontanarsi... PS SAREI MOLTO CONTENTA SE LASCIASTE DELLE RECENSIONI, IN MODO CHE IO POSSA CAPIRE COSA NE PENSIATE SIA DELLA STORIA SIA SU COME SCRIVO.GRAZIE MILLE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pensieri di Jared* Questa casa era davvero magica. Mi attirava, come ogni qualsiasi cosa storica. Mi affascinavano gli oggetti, le dimore, che avevano qualcosa da raccontarmi. Che erano stati vissuti, amati, odiati, da chissà quante persone. Avevo appena aperto un libro pesantissimo dove vi erano riportate foto e notizie dell’ultimo casato che abitò nel castello. Non mi accorsi che Silvia era già accanto a me, pronta per il suo ormai “solito giro” Era davvero carina! I suoi occhi nocciola leggermente allungati mostravano curiosità e intelligenza, e quando rideva nasceva una simpatica fossetta sulla guancia destra. Era una tipa strana. Non mi era mai capitato di conoscere una ragazza che non si faceva problemi a presentarsi a me struccata e in tuta. E non mi era mai capitato che una ragazza non tentasse di sedurmi perché ero Jared Leto. -“Pronto?? Sto parlando con te! Ma mi stai ascoltando?” - “ehm si….scusami ero concentrato, stavo leggendo questo testo antico. Guarda qui!” -“ Si dai, ma c’è tempo per leggere il libro, andiamo fuori, con questo bel sole voglio intanto mostrarti l’esterno!” disse con allegria. Scendemmo di sotto, c’era davvero un bel sole ed era caldo. La primavera stava arrivando, e il giardino aveva già i rosai fioriti, era uno spettacolo senza pari. Abituato alle grandi dimensioni dei paesaggi in america, qui c’era una varietà infinita di piante e animali in un piccolo spazio. Il profumo delle rose era misto all’odore di pini ed era così fresco e puro che solo il pensiero dello smog sulla 5th avenue a new york mi dava la nausa. Silvia camminava veloce e sicura e intanto parlava. Era interessante ascoltarla, ma altrettanto interessante era osservarla. Si muoveva con naturalezza, niente tacchi, niente pose sexy eppure era talmente attraente da farmi andar fuori di testa. Uno dei miei peggiori difetti è l'impulsività e ogni volta che mi mettevo in testa qualcosa dovevo ottenerla, ad ogni costo. Lei era intenta a camminare e la bloccai. Si voltò e mi guardò stupita. Avevo un potere.I miei occhi di ghiaccio provocavano in chiunque imbarazzo e soggezione. Non riuscivo a misurare l'intensità dei miei sguardi quando una persona mi interessava, non riuscii a trattenermi impuslivamente la abbracciai. Sentivo il suo cuore accelerarsi, aveva un profumo dolce, irresistibile. Fece per allontanarsi, ma la baciai, forse con troppa passione che si liberò dalla stretta a velocità della luce. -“ Ma che diavolo fai? Come ti permetti? Non so chi sei, ti conosco da un’ora e tu ti comporti così? Ma cosa sei un animale? Non hai niente in comune con tuo fratello, lui si che sa comportarsi a modo”, disse diventando rossa e con gli occhi pieni di stupore. Dovevo giocare la mia carta, assolutamente. Volevo quella ragazza più di qualsiasi altra cosa in quel momento. -“ Cos’è fai la preziosa? Prima facevi tutta la smorfiosetta, guarda qui, guarda là, e adesso ti tiri indietro. Sei proprio la classica ragazza che vorrebbe fare chissà cosa e poi alla fine è solo un mucchio di chiacchiere al vento e non se la prende nessuno. Non vedi che anche mio fratello non ti ha toccato? Lui poi che si fa tutte le tipe che vuole” Era ferita, avevo fatto centro. Forse si sentiva davvero rifiutata da Shannon, forse non riusciva a capire perché con gli uomini andasse sempre alla stessa maniera. Non volevo farle del male ma se era l’unico modo per averla, non potevo fare altrimenti. Rimase in silenzio e tornò in casa. La seguii, riaccesi il fuoco che si stava per spegnere e andai in camera sua. Non c’era, chissà dove si era cacciata. Forse avevo sbagliato, ma per dirglielo dovevo prima trovarla. Girai un po’ per le tante stanze e da una finestra la vidi affacciata dalla grande torre. Trovai il passaggio e salii. La vidi li affacciata dai merli. Mi avvicinai. -“scusami non volevo ferirti davvero. Credo di aver iniziato con il piede sbagliato, ti chiedo scusa, non succederà più”. -“ Tranquillo, tanto ormai ci sono abituata” -“abituata a cosa, scusami?” -“ad essere rifiutata” disse asciugandosi una guancia. Mi guardò dritto negli occhi. Stavolta ero io a sentirmi disamrato.Mi trafiggeva, mi scavava, mi uccideva. Le stavo facendo male ma io la desideravo, non riuscivo a capire il senso delle sue parole. Rifiutata. Nessun uomo sano di mente avrebbe potuto rifiutarla. Nessuno. Stava venendo verso di me, mi fissava dritto negli occhi. -“ E’ vero allora, faccio così tanto schifo? O è il mio atteggiamento che non piace agli uomini? Dimmelo Jared” disse togliendosi la maglietta. Il mio cuore iniziò a tremare. Era sensuale, irresistibile. La baciai con passione mentre lei piangeva, le tolsi tutti i vestiti e ci accovacciammo a terra dove giaceva il plaid che aveva portato per restare sola. Tutto quello era da pazzi. Ci stavamo facendo del male, a me stesso, a lei, a Shannon, ma quella passione così forte non l’avevo mai provata. Non era minimamente paragonabile all’adrenalina di salire su un palco acclamato da migliaia di fans. Era diverso, era intimo, sensuale e caldo. Era un brivido che non finiva mai di percorrere la schiena che si infilava in ogni vertebra facendola tremare forte. Quella mattina Silvia fu mia. La desideravo, ma sapevo che era sbagliato. Ero sempre stato attratto dalle cose sbagliate, sempre. Eppure non mi era mai capitato di rischiare tanto, di rischiare l’amore di mio fratello per una donna. Ci rivestimmo in fretta. Silvia era bellissima e lei non se ne rendeva conto. Era ancora shockata da ciò che era successo. Mi feriva sapere che lei era stata con me per una sorta di “rivincita personale”. Io ho sempre amato le sfide impossibili. Ho sempre avuto una passione irrefrenabile per il perverso, anche a letto, ma quella era la prima volta che feci davvero l’amore con una donna. Non c'era stato bisogno di giochi, o di diversivi nel sesso e li capii che amarsi fino in fondo significa spogliarsi delle nostre superficialità e donarsi l’un l’altro proprio come era successo tra noi. Lei si era donata a me, ma non con il giusto “ideale”, e questo mi provocava un forte dolore. Come al solito, avevo mandato tutto a puttane.
   
 
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