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Autore: Jules Lawrence    28/03/2011    4 recensioni
A dir poco introspettivo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sua madre le ripete sempre che apparentemente la sua camera è in ordine, ma quando apre un armadio o un cassetto, è la fine. Effettivamente, lei è ordinata solo fino ad un certo punto: le piace dividere gli oggetti per categorie, non le piace sentirsi a disagio a causa di vestiti o oggetti sparsi qua e là, le piace riempire la sua stanza di decorazioni, ma senza dare un'impressione di soffocamento. Insomma, nella sua camera sono in equilibrio ordine e caos: è tutto a posto, ma se capita un raggio di sole sulla scrivania, allora ci si accorge della polvere. Sembra un luogo armonioso, ma i cassetti sono talmente pieni che aprirli risulta difficile.
Lei ha dieci cassetti: uno appartiene alla scrivania, quattro al guardaroba e sei sono piccoli, in plastica, comprati appositamente per appoggiarci all'interno piccoli accessori.
Questi ultimi, li possiede da quando andava alle elementari, quindi, quelle poche volte che li apre, è facile che ci trovi oggetti che aveva dimenticato di avere. Tra pennarelli, lacci delle scarpe e trucchi dai colori improponibili, gli oggetti contenuti nel secondo cassetto sono decisamente i più interessanti: infatti, quel cassetto che si distingue per la maniglia gialla contiene ricordi, che se non ha materialmente eliminato, ci sarà un motivo.
Lo apre, a fatica, proprio perché è colmo. Al suo interno, trova per prima cosa i libretti scolastici delle medie: facile capire perché non sono finiti nella spazzatura! Sono un ricordo di quando la scuola era facile, di quando studiando un terzo di quello che si studia alle superiori, si prendevano voti eccellenti. Aprirli e leggere i voti e le comunicazioni la riporta contemporaneamente a degli anni facili dal punto di vista della fatica e del lavoro, ma anche difficili dal punto di vista delle relazioni umane. Si sa che gli anni delle scuole medie inferiori sono quelli della crescita e, si spera, della maturazione.
Toglie questi libretti e cosa vede? Un volantino pubblicitario dell'hotel dove la sua classe ha soggiornato durante il viaggio d'istruzione della quinta ginnasio. Sicuramente non l'ha buttato perché quel posto è bellissimo e le piacerebbe tornarci un giorno.
Sposta questo foglio e trova delle cartoline di Natale: auguri da amici lontani quanto dimenticati. Insieme vede anche delle cartoline vuote, pronte per essere compilate e spedite.
Toglie anche questi ricordi e trova, con molta sorpresa, fogli con dediche o testi di canzoni, regalati da amici meno lontani e meno dimenticati. Leggendoli, le scappa un sorriso.
Dopo aver spostato questi fogli e alcuni biglietti d'entrata per musei sparsi qua e là, vede delle foto: è chiaro il motivo per cui sono state lasciate in questo cassetto, cioè perché è meglio che non le veda nessuno. La maggior parte delle fotografie è venuta male oppure è vecchia e imbarazzante.
Sotto tutti questi fogli, gli ultimi oggetti sono delle vecchie lettere che una sua amica delle scuole elementari le spediva a causa della lontananza che le divideva dopo l'inizio delle medie. Tutto ciò la fa riflettere su come i tempi siano cambiati: adesso a quell'età i bambini possiedono già un cellulare o un computer tramite cui inviare e-mail e messaggi. Lei e la sua amica invece si spedivano lettere scritte a mano con una grafia piccola e stretta per non sprecare troppi fogli, si spedivamo dei disegni e delle fotografie che, nonostante la distanza dei loro paesi non sia molta, arrivavano dopo più di una settimana.
Si accorge che il concetto più ripetuto è quello della lontananza: dei ricordi, delle emozioni, dei luoghi, dei tempi, delle abitudini scomparse.
Si accorge che potrebbe paragonare questo cassetto alla sua memoria, perché contiene testimonianze di tutto ciò che era prima di iniziare le scuole superiori.
Si accorge che questo cassetto dovrebbe essere pulito, almeno un po' svuotato, e riempito di oggetti che le piacciono di più: è bello sfogliare le pagine della nostra memoria, come se fosse un libro, ma è meglio distinguere tra ricordi belli e ricordi che possono essere messi da parte.
 
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Volgere i testi dalla prima persona alla terza persona è qualcosa che fa riflettere non poco >.> ci si accorge dei punti più inadatti e patetici e anche di alcuni errori. Per questo motivo il testo potrà risultare in parte pesante (e potrebbero esserci alcuni errori causati dalla resa). Beh, spero non vi faccia addormentare!
  
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