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Autore: Joey Potter    28/03/2011    7 recensioni
"Per tutti la morte ha uno sguardo."
Era un sogno.
Doveva essere un sogno.
Uno di quelli peggiori, visto la natura di ciò che si trovava davanti.
Temeva quei sogni, Gellert.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sguardi

 
 
 

 
“Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.”

(Cesare Pavese)

 
 


Era un sogno.
Doveva essere un sogno.
Uno di quelli peggiori, visto la natura di ciò che si trovava davanti.

Temeva quei sogni, Gellert.
Tentando di controllare il tremolio delle mani, pensò che quello che aveva davanti agli occhi non poteva essere reale. Si aggrappò furiosamente a quel pensiero, ripetendoselo nella mente per impedire al cuore di cominciare a battergli forte nel petto. Era solo un sogno, doveva soffocare la speranza.

“Albus?” sussurrò sbalordito, prima di poter bloccare le corde vocali.
La voce risuonò tra le fredde pareti, ed alle sue orecchie sembrava troppo reale, per essere dentro un sogno.
“Albus.” Ripeté, con maggior sicurezza, alla figura seduta ai piedi della brandina, nella sua cella a Nurmengard.
Si diede dello stupido: era un sogno, Albus non avrebbe risposto.
Non rispondeva mai, nei suoi sogni.

Il vecchio mago sorrise, con un sorriso che Gellert conosceva bene.
Sorrideva sempre in un quel modo, nei suoi sogni. Sorrideva come sorrideva quell’estate, sorrideva come sorrideva quando era felice, sorrideva come sorrideva dopo aver fatto l’amore.

“Albus…” continuò a chiamarlo, con la voce impastata dal pianto.
Avrebbe voluto toccarlo, ma quello era un sogno: non avrebbe potuto sentirne il calore.
Avrebbe voluto baciarlo, ma quello era un sogno: non avrebbe potuto sentirne il sapore.

Albus continuava a guardarlo, sereno.
E perso in quello sguardo azzurro Gellert si disse che magari si era sbagliato, che non era un sogno.
Lo sguardo di Albus era così vivo, così ricco, così bello. Così reale.

Poteva essere reale, e la potenza del pensiero lo investì; allungò la mano verso i lunghi capelli bianchi dell’amante e poi ricordò.
Era un sogno.
Doveva essere un sogno, uno di quelli peggiori.
Albus era morto.
E Gellert capì.

Era arrivata, finalmente.
Era arrivata, con gli occhi di Albus.
 “Grazie.” Disse Gellert alla morte.

La morte annuì, con il sorriso di Albus.
Si unì a quel sorriso, ridacchiando dentro di sé per lo strano umorismo del destino: non avrebbe mai pensato di poter essere felice di vederla, quando da giovane complottava per sconfiggerla.
Ma giungeva aspettata, ed aveva i suoi occhi.

“Grazie.” Ripeté ad Albus.

Un rumore lo svegliò.

Tom Riddle era davanti a lui.

 
 








L'angolino dell'autrice:
Questa schifezza è arrivata terza al I turno della Grindeldore Challenge indetta da Agne sul forum di EFP.
Ringrazio la giudiciA e chiedo scusa a Pavese per l'obbrobrio.
Qua il giudizio:


 
Terza classificata: Joey
Grammatica 10/10
Stile 7.5/10
IC 10/10
Originalità 10/10
Gradimento personale 7/10
Totale: 44.5/50

Snort.
È un bel modo di iniziare un giudizio, non trovi?
Ah-ehm. Dunque.
Grammatica perfetta, non mi sembra di aver trovato errori da qualche parte.
Stile… stile… ahia. Lo so che le ripetizioni sono volute, ma qui sono decisamente pesanti. E ridondanti. No bene (cit.).
Riguardo all’originalità e all’IC, direi che ci siamo, invece! Storie su Gellert e Riddle ne ho lette, ma mai sull’attimo esattamente prima. Brava ragazza!
   
 
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