Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: Arwen_theevenstar    28/03/2011    2 recensioni
Questa è una storia d'amore tra una ragazza di nome Silvia e Shannon, nata quasi per caso in un castello sperduto, ma strane coincidenze porteranno i due ad allontanarsi... PS SAREI MOLTO CONTENTA SE LASCIASTE DELLE RECENSIONI, IN MODO CHE IO POSSA CAPIRE COSA NE PENSIATE SIA DELLA STORIA SIA SU COME SCRIVO.GRAZIE MILLE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Pensieri di Silvia* Mi stiracchiai, avevo davvero dormito bene. Cristina stava aprendo la grande tenda e una bellissima luce entrava dalla finestra. Monica si arrotolò con le coperte lasciandomi al freddo mentre la sentivo ridere da sotto le lenzuola. Eravamo proprio felici. -“toglietemi una curiosità… perché avete scelto questo hotel ? voglio dire… è stupendo!” dissi accendendo la grande tv al plasma. “bhe sai … c’è la possibilità che i metallica alloggino qui…quindi mia cara Silvia mettiti bella carina che la foto con il tuo Lars non te la toglie nessuno…”disse Monica. “Ma siete matte? Oddio si!!!!! “ gridai saltando in piedi velocemente. Eravamo pronte, dopo la bella colazione in camera e aver preparato le borse con il necessario, scendemmo sotto, dove c’era il taxi che ci aspettava. Fuori l’hotel c’erano decine di ragazzi e fotografi che aspettavano con ansia i loro beniamini. Chissà se davvero i Metallica dormivano li… fatto sta che io ancora non avevo visto nessuno, non avevo comunque voglia di smontargli l’aspettativa e mi infilai silenziosamente in taxi. Fu un breve percorso, Sziget è soltanto a 2 km da Budapest , giusto il tempo di fare due chiacchiere con il simpatico conducente ed eravamo arrivate. Davanti ai nostri occhi uno spettacolo unico, in quella verde isola migliaia di persone che passeggiavano tranquille, chi mangiava,chi suonava qualcosa, chi era già ubriaco a quell’ora del mattino e chi scattava centinaia di foto. Ci inoltrammo nella mischia, c’era un sacco di gente strana, ma era tutto così divertente che arrivammo tra le prime file con facilità. Quello doveva essere il palco giusto, c’erano in giro tantissimi metallari chi con la maglia leggendaria di master of puppets, chi come me indossava la più recente di st. anger. Monica e Cristina erano esaltate, avevano già fatto amicizia con un gruppetto di ragazzi tedeschi, erano bellissime e non era difficile per loro instaurare amicizia con l’altro sesso. I tedeschi erano molto simpatici, alcuni di loro erano anche molto carini, e in cambio di una nostra foto con loro ci avrebbero offerto le loro spalle per salire e guardare meglio il palco, pensai che avevamo fatto un’ottimo affare! In realtà la giornata fu molto lunga, ma ci divertimmo molto con loro tanto che si unirono all’allegra compagnia anche dei ragazzi spagnoli e degli olandesi. Era davvero uno stupendo meltin-pot. Notai che uno dei ragazzi olandesi aveva una tshirt con i simboli che Shannon aveva tatuati sull’avambraccio, e il mio cuore ebbe un tuffo. Sopra c’era scritto “30 seconds to mars”. La mia mente iniziò a correre indietro, fino a quella sera al castello in cui gli chiesi il significato dei simboli e lui mi spiegò la teoria che la terra si trovasse a soli 30 secondi da Marte. Stavo per svenire quando iniziò la musica dietro il grande telone, Cristina e Monica erano già sulle spalle dei tedeschi e io li ero inerme di fronte a quella strana coincidenza. L’olandese era su di giri, mi disse in un inglese malconcio “ ecco il mio gruppo preferito i 30 seconds to mars, dai salta su così ci facciamo più spazio intorno” mi disse facendomi salire sulle sue spalle. Il telone scese, l’adrenalina era già al massimo e il mio sangue iniziò a bollire. Davanti a me c’erano Jared e Shannon. Mi sentii sprofondare, mi sentii piccola come una goccia nell’oceano. JARED e SHANNON LETO erano i 30 seconds to mars, un gruppo rock famosissimo di cui io fino a quel momento ignoravo l’esistenza. Rimasi imbambolata nell’ammirare il bellissimo feeling che Jared era in grado di instaurare tra lui e il pubblico, e la forza di Shannon nel picchiare energicamente i tamburi. Lui era come un cuore pulsante che scandisce il ritmo e innalza l’adrenalina. La testa mi girava per l’emozione e per la birra bevuta per rinfrescarci. Volevo scendere, quando il ragazzo sotto di me mi disse “no aspetta è inizata The kill aspetta!” . Jared si tuffò sul pubblico, ero tra le prime file, mi riconobbe. Rimase stupito poi mi tese la mano. Cosa voleva dirmi? Staccai la presa , tante altre ragazze lo stavano tirando e graffiando, poi arrivò da Cristina e Monica , una gli stringeva la mano e l’altra lo toccava sul petto. Io guardavo la scena inerme e divertita al tempo stesso. Le mie sorelle non si smentivano mai, avevano già fatto colpo! Scendemmo un po’ fino a fine concerto ringraziando i giovani che ci avevano prestato le loro spalle, quando Shannon acclamato dal pubblico scese in passerella con la chitarra. Lo guardavo emozionata e iniziai a piangere. Monica e Cristina mi guardavano incredule: “ma non eri fan dei metallica tu? Chi sono sti qua che ti fanno piangere?”. L’olandese vedendo la mia emozione mi riprese sulle spalle e mentre suonava lentamente la sua L490 Mi guardò. Poi chiuse gli occhi per qualche istante e poi li riaprì. Sembrava fosse normale per lui vedermi li, poi mi guardò di nuovo e capì che non era la sua immaginazione, ma che io ero li e che stavo piangendo di gioia.
   
 
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