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Autore: VidelB    25/01/2006    3 recensioni
Una vecchia fanfiction rispolverata e continuata. L'arrivo della madre di Shampoo in Giappone porterà Akane e Ranma a fingere in accordo fra loro, tutto per una stupida tradizione, e il loro rapporto ne risentirà fortemente.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Happosai, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap.1 –Inganno improvvisato-

Un’altra mattina sorgeva sul quartiere di Nerima, svegliando con la sua luce la maggior parte degli abitanti, finendo sotto forma di aria fredda sui visi di chi dischiudeva i vetri delle finestre. E non c’è niente da stupirsi se tra loro c’era anche Shampoo, alzatasi presto per mettere in atto il proprio piano: costringere quel timidone di Ranma a confessarle i suoi sentimenti. Certo, quel giorno l’avrebbe seguito finché non si fosse arreso, parola d’onore!

In quel mentre la ragazza sentì qualcuno bussare alla porta della camera, così andò ad aprire, ritrovandosi di fronte la bisnonna e la madre.

- Shampoo- disse subito la vecchietta- … ti ricorderai di non usare trucchi per farlo parlare?

- Certo, non preoccupatevi.- rispose l’interessata guardando entrambe- So che non avrei il diritto di scegliere io per lui il suo futuro… in passato avrei voluto ma…- confessò con sincerità-… ma ora capisco che non sarebbe giusto nei suoi riguardi.

- Fai bene Shampoo, la nonna mi ha raccontato di diverse volte che hai cercato di incastrare quel giovanotto e mi ha detto anche che lei ti ha sempre aiutato per il troppo bene che ti vuole, anche se i metodi non erano proprio “corretti”.

- Eh eh..già!- ammise Obaba imbarazzata.

Shampoo sorrise:- Non vi deluderò!

###3 ore dopo###

- Lanmaaaaa!!!! Felmati subito! Ti ho detto che voglio solo pallaltiii!!

- Non ci penso nemmeno! Scommetto che vuoi incastrarmi con qualcun altro dei tuoi trucchi, ma ti sbagli di grosso se pensi che ci ricaschi!- urlò il ragazzo col fiatone per la lunga corsa che stava facendo per tutta casa Tendo, compreso il giardino dove ora si trovava, nel tentativo di seminare l’instancabile cinesina dai capelli blu.

- Non è velo, stavolta non è così!!- ribatté l’altra instancabile, non acchiappandolo per poco dal codino, perché lui si scansò in tempo, cambiando direzione senza preavviso e facendola precipitare nel laghetto con uno scroscio. Ciò in ogni caso non fece altro che aggiungere un misto di agitazione e determinazione in Shampoo: ‘Non ti salà tanto semplice sfuggilmi!’ pensò accigliata, trasformata oramai in una graziosa gattina, mentre si riavvicinava nuotando con le zampette fino alla riva. Quindi si fermò per riprendere fiato, senza far troppo caso al lieve tonfo che poco dopo udì provenire dall’abitazione.

Ranma aveva appena svoltato l’angolo, percorrendo di corsa il corridoio, e lì decise di girarsi per vedere se “lei” continuasse a seguirlo… ma dopo soli alcuni istanti andò a sbattere contro qualcuno, incespicando sui suoi piedi e facendolo stramazzare a gambe all’aria. Si sentì un strillo soffocato e, proprio quando il giovane stava per riaprire gli occhi, imprecando contro sé stesso, cinque dita distese lo colpirono con forza su una guancia.

- Ahia! Non l’ho fatto apposta! Scusa… ma chi…?- fece per domandare stordito, con le palpebre ancora socchiuse in direzione del pavimento, dove c’era un lembo di asciugamano bianco; quindi il ragazzo alzò finalmente lo sguardo, incontrando gli occhi furiosi di Akane.

- Sempre una scusa per schiaffeggiarmi!- esclamò girandosi altrove, imbronciato.

- Sei tu che te le vai a cercare!- replicò lei decisa.

- E va bene, ti ho già chiesto scusa ok? Non stavo guardando dove mettevo i piedi, va bene?- rispose lui infastidito, lanciandole un’occhiata distratta.

-….- le guance di Akane ora presero a tingersi di rosso ed ella cercò le sue iridi blu- Ehm…- mormorò con un fil di voce, incuriosendolo:

-Uhm?- rifece lui con aria innocente.

- Ecco…potresti…. spostarti?- chiese timidamente, immobilizzata com’era sotto il peso dell’altro. Il ragazzo, non capendo subito il motivo di quella richiesta, si guardò intorno: era ancora a terra, mezzo inginocchiato sulla sua fidanzata, la quale giaceva ferma, impossibilitata a muoversi, coperta solo da un piccolo asciugamano candido bagnato, che stringeva intorno a sé nervosamente per paura che si scostasse, e con i capelli scuri fradici… aveva evidentemente appena finito di fare il bagno.

- I-io… non mi era accorto!- urlò agitatissimo, appena la situazione gli fu chiara, diventando senza volerlo col viso bordeaux… fece poi uno scatto fulmineo all’indietro, quasi buttandosi per terra dall’altra parte, si inginocchiò e si alzò di scatto, riuscendo a balbettare solamente frammenti di suoni.

- Stupido.- commentò lei, mentre si rimetteva seduta ma, come stava per alzarsi sulle gambe, un dolore atroce alla caviglia la fece riabbassare a terra con un gemito.

- Ehi, tutto bene?- domandò il giovane, richiamato all’attenzione dalla sua voce, preoccupandosi nel vederla dolorante con la caviglia stretta fra i palmi. Non ricevendo una risposta veloce, si riavvicinò e chinò, sfiorandole una mano e provocandole un piccolo sussulto di sorpresa.

- Fai vedere.- le disse con serietà, accucciandosi infine lì di fronte alla diciannovenne e scostandole con garbo ma anche fermezza le mani dalla loro precedente posizione.

- No, non ti preoccupare non è niente…- cercò di convincerlo Akane, temendo di farlo sentire in colpa, ma non poté opporsi più di tanto... anzi, soprattutto non riuscì a fingere più di tanto, perché quando le dita di lui la toccarono, il dolore si rifece acceso come prima e, se ebbe la prontezza di mordersi il labbro inferiore per non farsi sentire, una o due lacrime ribelli le scivolarono comunque sul viso, prima che lei arrivasse ad asciugarle.

Ranma alzò di poco gli occhi, in tempo per vedere quelle gocce cadere sul braccio piegato della compagna, facendolo intristire: la caviglia si era arrossata, evidentemente slogata, e lei doveva sentire molto male per lasciarsi sfuggire dei segni di pianto in sua presenza, visto l’orgoglio cocciuto che le era sempre stato caratteristico... ma quel che peggio, si rese conto che era tutta colpa propria.

- Si è slogata Akane, mi dispiace.- concluse guardandola senza segni della solita spavalderia sul viso. Lei annuì senza arrabbiarsi, anzi, accennò un sorriso prima di rispondergli:

- Corri quasi sempre distratto, perciò è normale che succedano di queste cose, ma…- aggiunse con calma- … certamente, se io fossi stata più attenta mi sarei potuta spostare.- concluse volgendo lo sguardo al muro. Il ragazzo rimase inebetito a quelle parole: ma le stava dicendo sul serio o era solamente un’allucinazione? Lei che si auto-incolpava… era da non crederci.

- Ehi, non hai sbattuto anche la testa vero?- s’informò grattandosi il capo con fare sconcertato.

- Certo che no cretino, ci mancava solo quello!- ribatté lei cacciando fuori la lingua- Subito mi prendi per matta!- esclamò offesa.

- Beh, se di punto in bianco ti comporti in modo completamente diverso avrò anche diritto ad avere dei dubbi no?- rispose lui, riconoscendola quella di sempre.

- Sì sì… ora piuttosto aiutami ad alzarmi in piedi. Purtroppo da sola non ce la faccio.- disse controvoglia, costretta a farsi aiutare, cosa che le dava tremendamente fastidio in quel frangente.

- Uh, certo.- acconsentì lui, ammansendosi improvvisamente… dopotutto, avrebbe potuto rifiutarsi? Era il minimo che potesse fare per rimediare, anche se certamente non l’avrebbe ammesso mai. Così Ranma si girò di 180°, volgendole le spalle, pronto ad afferrarla.

- Non voglio che mi prendi sulla schiena, aiutami piuttosto ad alzarmi!- protestò la giovane, facendolo voltare stupito.

- Dovresti sforzarlo il meno possibile quel piede…- replicò lui, lanciandole un’occhiata saggia.

-… Con solo questo indosso non ci penso nemmeno a starti appiccicata.- disse lei per tutta risposta, imbarazzandosi di nuovo- E poi ti bagnerei, visto che non ho avuto ancora il tempo di asciugarmi.

- … Non ci avevo pensato, in effetti hai ragione.- confermò l’altro impacciandosi leggermente a sua volta- … E va bene, vorrà dire che camminerai appoggiata alla mia spalla.- parlò, mentre iniziava a slacciarsi la casacca scarlatta, sotto gli occhi attoniti della ragazza- Però promettimi che non poggerai il piede con la caviglia slogata, ok?

- Ok ma... perché ti stai spogliando?- domandò confusa, ritraendosi impercettibilmente.

- L’hai detto tu che sei ancora umida e io non voglio inzupparmi la maglia, sia chiaro.- spiegò lui, mentre sfilava un nodino dall’ultima asola; quindi si tolse la camicia con tutta tranquillità, poggiandosela su un avambraccio e rimanendo in canottiera, mentre lei invece vedendolo fare inconsapevolmente davanti a lei quella specie di “mini-spogliarello” sentiva le proprie guance infiammarsi di colpo… e perché nonostante gli anni quel rossore non volesse smettere di apparire, la giovane Tendo proprio non riusciva o non voleva ammetterlo.

- Ehii… Ranma chiama Akane, Ranma chiama Akane. C’è qualcuno?- fece il giovane, battendole due volte la fronte con il dorso della mano, cosicché lei parve risvegliarsi.

- Ancora sicura di non aver sbattuto il cranio sul pavimento?- chiese ancora ironico. La ragazza aprì e chiuse le palpebre disorientata, ma si riprese immediatamente e… bruscamente:

- Sicurissima, grazie.- affermò con sguardo viperino, intimorendolo quel tanto affinché non la rompesse più.

- Va bene va bene.- tentò di calmarla- Ora metti un braccio intorno al mio collo da dietro…- la istruì lui, abbassandosi alla sua altezza- … e prova ad alzarti insieme a me poggiandoti su un solo piede… ecco, così.- la rassicurò mentre lei, aggrappandosi con l’altro palmo al tessuto bianco del suo aiutante e con una delle gambe piegata, stabiliva un precario equilibrio.

- Dove ti accompagno? In camera?

La giovane si limitò ad annuire, con un’espressione sul viso che lasciava trasparire buona parte della sua gratitudine. E avevano compiuto pochi passi quando si sentì un fracasso dalla cucina, come di pentola caduta a terra. Così i due andarono in quella direzione istintivamente per vedere cosa fosse successo, ma prima di arrivare venne loro incontro qualcuno proprio da quella stanza.

- Shampoo, che è successo?- domandò allarmata Akane.

- Ho solo lovesciato il bollitole per tolnale nolmale, elo caduta nel stagno qui davanti.- rispose l’altra con tutta normalità, rabbuiandosi in viso però dopo solo una manciata d’istanti-… Ehi, Akane! Che ci fai mezza nuda stletta al mio Lanma?- esordì paralizzandoli entrambi.

-… Il “tuo Lanma” mi ha fatta cadere, mi sono fatta male ed ora mi stava accompagnando perché non riesco a camminare da sola, contenta?- rispose la padrona di casa-… Piuttosto, che ci fai qui?- chiese seria, senza troppa gentilezza in realtà.

- Semplicemente a plendele Lanma con me. Quindi staccati da lui.- rispose l'altra avvicinandosi ancora con passi decisi.

- Vorrei tanto accontentarti, ma non posso. Lascialo in pace una buona volta.- replicò la ragazza dai capelli corti.

- Non hai il diritto di intlalcialmi Akane. Non dilmi che adesso ti piace e vuoi tentale di teneltelo pel te, eh?- alluse l'altra con occhi penetranti.

- M-ma cosa vai dicendo, sei impazzita?...Io..- Akane si bloccò sentendo la voce di Ranma che le bisbigliava: #Dalla sala da pranzo ti stanno facendo strani segni…#

Lei allora lanciò uno sguardo furtivo verso sinistra, il suo sguardo cadde prima sul padre che le faceva segno di stare zitta, poi sulla sorella maggiore che le sorrideva a occhi chiusi, scorrendo ancora arrivò al panda gigante che teneva nella zampa un cartello con su scritto [= Guarda alla mia destra! =]... infine gli occhi castani le si fermarono su Nabiki, che gesticolava già da prima come una matta tentando di attirare la sua attenzione, e quando si accorse di essere finalmente guardata, sollevò un'altro cartello che diceva [Dille che ne hai tutto il diritto!!]. Akane, che ovviamente ci aveva già pensato, incoraggiata, si rigirò subito verso Shampoo con determinazione:

- E comunque ho tutto il diritto di fermarti, primo perché sei venuta in casa mia buttando tutto all'aria...- fece una breve pausa, carica di tensione, durante la quale gettò un'altra occhiata a sinistra, incontrando un'altra scritta [Siete fidanzati!]- Secondo, ecco, perchè noi due siamo fidanzati e anche se non lo...'ho mai accettato questo non significa che lui non abbia dei doveri nei miei confronti- stava aggiungendo... ma si bloccò ad un colpo di tosse proveniente dalla cucina, vedendo di sfuggita l'insegna... ma stavolta divenne solo muta come un pesce e rossa come un peperone.

Ranma intanto era rimasto colpito dalle ultime parole della fidanzata, poi però, udendola bloccarsi e vedendo il suo sguardo, si era voltato anche lui verso gli altri, ma troppo tardi, perchè il cartello era già scomparso a terra; così rimase senza poterci capire niente, e non venendo degnato di uno sguardo da quelli, i quali erano tutti concentrati sulla ragazza davanti a sè, si rigirò un po’ irritato.

- Pelchè ti felmi ogni due secondi? Sembla quasi che qualcuno là dietlo ti stia suggelendo le battute!- disse intanto Shampoo, accortasi dei continui sguardi sfuggenti della sua interlocutrice. Così si affacciò all'uscio della stanza con la porta aperta vedendo tutto il resto della famiglia al completo; questi per tutta risposta fecero dei sorrisetti di convenienza cercando di sembrare più innocenti possibili... tranne Kasumi, che si limitò come sempre ad un sorriso sincero, anzi, si alzò in piedi lentamente e le chiese:

- Shampoo, correre così tanto senza bere niente può far male, gradisci una tazza di tè?

- Oh? S-sì, glazie.- rispose quella, un po' confusa da tanta gentilezza, dopotutto inaspettata visto il casino che aveva combinato... sentendosi improvvisamente un po' in colpa aveva accettato e dopo pochi minuti (e dopo che Akane fu accompagnata da Nabiki a vestirsi in camera) si trovavano tutti seduti intorno al tavolo della sala a bere del tè verde e a mangiare biscottini [Fortunatamente per tutti, opera della maggiore delle tre sorelle;P!]. Una volta terminata la propria tazza, Shampoo riprese la parola:

- Glazie pel la melenda, ela velamente buono.- disse rivolta a Kasumi.

- Mi fa piacere. E poi gli amici sono sempre benvenuti, vero?- rispose questa spensierata, guardando Ranma e Akane che la fissavano con convinzione praticamente nulla, anzi, entrambi accigliati.

- Akane- la chiamò Shampoo.

- Cosa?- chiese l'altra senza troppa curiosità.

- Non cledele che la vostla gentilezza mi distolga dai miei plogetti.- l'avvisò con voce furba.

- Mah- fece Akane, allungando con noncuranza una mano verso un dolcetto e prendendolo- Progetti con Ranma un corno...- borbottò cominciando a mangiare, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, mentre il diretto interessato le osservava alternativamente, evidentemente confuso, sempre più che il tempo passava e le due iniziarono a rispondersi a vicenda, in un crescendo di rabbia repressa.

- Io sto pallando sul selio. Secondo una tladizione del mio villaggio, visto che Lanma mi ha battuto in combattimento, deve sposalmi entlo il mio 20° compleanno. E si dia il caso che io compio gli anni ploplio tra una settimana!- replicò senza distogliere lo sguardo.

- Bene, allora auguri in anticipo.- replicò lei trafiggendola con gli occhi- Ma si dia anche il caso, cara mia, che: prima di tutto quando ti ha battuto era una donna, quindi il tuo unico desiderio dovrebbe essere quello di ucciderlo...- si accorse di venire scrutata da tutti con spavento- ... ma con questo non voglio dire che tu debba odiarlo. In poche parole lo dovresti lasciar stare se ti ha detto che non gli interessi, dopotutto credo abbia almeno la capacità di decidere per sè stesso... o vuoi insinuare che è stupido?- domandò astutamente.

- No! Non volevo celto dile questo! Ma cledo che se dice queste cose sia solo pelchè o non si lende ancora conto dei sentimenti che plova pel me oppule è tloppo timido pel dichialalsi.

- Ehi! Quello che penso lo so io!- esordì il ragazzo spazientito, fermandosi turbato nel notare una strana aura rossastra circondare il corpo della fidanzata.

- Tu credi un bel niente...- mormorò Akane a sguardo basso ma visibilmente furiosa.

- Ah, no? Vedi come si velgogna? Così confelma solo la mia ipotesi.- disse con estrema calma la sua rivale.

- Se dice così può anche essere benissimo perchè non gli piaci sul serio, non ci hai mai pensato?!- le urlò contro con forza la ragazza coi capelli corti, facendola sussultare all'indietro.

- ... Questa è solo una tua ipotesi, mentle a te dice chialamente che lo DISGUSTI!- strillò l'altra di rimando dopo qualche istante, mandando in panne il giovane e accolta dall’occhiata indignata di lei.- E poi, in ogni caso lui è legato a me da una legola inscindibile, l'amole vellà poi da sè.

- Vorresti allora mettere in dubbio il valore dell'accordo tra i nostri genitori per farci sposare?- domandò Akane ormai fuori di sé, battendo con forza sul tavolo la tazza, richiamando tutti gli occhi sulla propria persona senza rendersene conto.

- Le legole di un villaggio sono state ledatte da un'intela comunità e quindi non possono essele considelate infelioli al patto fla due pelsone... con tutto il lispetto che si vuole avele.- disse Shampoo con tono solenne, scrutando brevemente il panda e Soun che rimasero silenziosi- E poi ci sono pochissime clausole a queste leggi di cui ti sto pallando... anzi, pel quella del fidanzamento solo una, che nel nostlo caso ovviamente non può essele applicata, quindi i tuoi dilitti di felmalmi Akane vanno a zelo... e se non cledi a quello che ti sto dicendo puoi semple chiedele alla mia bisnonna o celcale il qualche liblo, io non dico bugie.- parlò con decisione l'amazzone, incrociando le braccia soddisfatta e lasciando trascorrere diversi secondi di completo silenzio carico di tensione, inframezzato solo dal cinguettio degli uccellini e dal rumore assordante di un elicottero che sorvolò di soli 5 metri l’abitazione, finchè Akane non trovò le parole per passare nuovamente al contrattacco:

- ... E sentiamo, quale sarebbe questa ''clausola''? Se è logica, allora credo che nel nostro caso invece sia perfettamente applicabile, tu che dici Ranma?- domandò accennando al ragazzo vicino a sè. Quest'ultimo annuì incerto:- Beh, probabilmente sì. Dicci Shampoo.

- Va bè, io ve la dico, tanto non vi selvilà a niente sapella...- rispose la ragazza dai capelli lunghi, dando un rapido sguardo a tutti i presenti vedendoli curiosissimi, ma ridendo dentro di sè per la delusione che avrebbe dato loro: nessuno le avrebbe portato via Ranma.- Ecco, l'unico caso salebbe quello in cui il giovane in questione avesse un figlio da un'altla plomessa sposa, pelchè in tal caso non si possiedelebbe mai il suo amole e salebbe sciocco anche solo pensale di sposallo... adesso capite pelchè ela inutile che lo dicessi?- chiese risollevando le palpebre e rimanendo stupita dalle varie espressioni che vide intorno al tavolo: Nabiki, accanto a Soun, stava sussurrando qualcosa all'orecchio della sorella minore, la quale nel frattempo era nuovamente rossa; Genma ritrasformato in umano aveva afferrato Ranma dalle spalle e gli borbottava con tono persuasivo frasi incomprensibili, mentre anche il volto del giovane a sua volta si colorava di bordeaux... anche se continuava a ripetere al padre di lasciarlo e non romperlo con quelle stupidaggini... ma non venendo liberato con le buone lo fece andare a finire egli stesso, con un pugno, nel laghetto del giardino. Kasumi intanto sparecchiava con tutta tranquillità il tavolino.

- Ehm, scusate...- intervenne Shampoo stordita, cercando di richiamare l'attenzione... ma solo dopo qualche altro istante tutti, tranne i due imbarazzati al massimo, smesso di parlottare, si rigirarono in sua direzione apparendo molto molto seri. Dopo qualche altro secondo di sguardi silenziosi, con la cinesina ormai completamente disorientata da quel comportamento strampalato, Nabiki esordì con voce grave, posando un palmo sulla spalla di Akane:

- Sorellina, ormai non puoi più nasconderlo. E' il momento giusto per annunciarlo all'infuori della famiglia.- le disse gentilmente ma con decisione.

- M-ma io...- balbettò lei, ormai paonazza, fissando il piano levigato del tavolo, mentre stringeva la mano a pugno per l'agitazione.

- Sù, prima o poi ne sarebbero venuti a conoscenza comunque, no? E' meglio così, vero Ranma?- aggiunse guardando il ragazzo col codino che, con le guance roventi e sotto gli sguardi fissi e leggermente minacciosi degli altri due uomini, si tormentava le dita a sguardo basso.

- I-io… credo di sì.- rispose incerto senza rispondere ad alcuna occhiata.

-Ma cosa... cos'è che dovete dilmi?- gli domandò la giovane amazzone, ma la risposta le venne da qualcun'altro.

- A quanto pare non c'è niente da fare.- intervenì Soun.

- Potete spiegalvi meglio? Non capisco.

- Ecco, mia figlia e il fidanzato hanno un segreto da tempo e avevano deciso di tenerlo nascosto entro queste mura finchè non avrebbero dovuto farne a meno, per ragioni naturali... ma forse è meglio che sia lei a spiegarti tutto.- concluse rivolgendo gli occhi verso Akane, la quale alzò per un momento i propri, rivelando alla giovane curiosa il tumulto dentro di sè.

- Sì... quindi... ehm ehm...- si schiarì la voce, resa roca dalla vergogna.

- Allola?- la incitò Shampoo impaziente... era una sciocchezza di sicuro, perchè facevano tutte quelle storie?

- Il fatto è che io e Ranma...- iniziò, scrutandolo per un istante e riguardando subito dopo il pavimento... lui nel frattempo con il viso incandescente tra i palmi- Noi...

- Insomma!- si spazientì ancor di più l'altra alzandosi in ginocchio e tenendosi con le braccia sul tavolino.

- N-noi aspettiamo...- pausa snervante.

- COSA?

- Non so come dirtelo, io... sono incinta di Ranma!- esclamò d'un fiato, col volto color porpora, mentre da entrambe le orecchie del giovane, ancora col viso coperto, usciva del fumo. Shampoo da parte sua rimase muta a bocca aperta... no… non era possibile... ma dai, aveva sicuramente sentito male.

- P-puoi lipetele quello che hai appena detto?- domandò con voce tremante. Akane però volse sguardi supplichevoli in direzione degli altri e Genma, scorgendola, diede una gomitata tra le costole del giovane il quale, colto alla sprovvista, si lamentò, ma poi, vedendo l'attenzione su di sè, comprese quello che avrebbe dovuto fare... sì, sapeva che solo se l'avrebbe affermato lui stesso, la cinesina avrebbe creduto... nonostante gli dispiacesse dirle quella frottola doveva farlo, solo così sarebbe stato lasciato in pace. Fu così che cominciò, cercando di sembrare il più convincente possibile:

- Shampoo, quello che dice Akane è vero. Non te l'avevamo ancora detto, ma non essere arrabbiata con noi perchè solo le nostre famiglie ne erano a conoscenza fino ad adesso, noi...

- Lanma, vuoi... vuoi dile che lei aspetta un figlio sul selio….. da te… ed è stato… pel velo amole?- chiese lei balbettando con occhi lucidi. Lui, seppur triste e imbarazzato, la guardò dritta nelle iridi incredule e annuì, vedendola reagire scattando in piedi e arretrando di qualche passo- Io... non ci cledo... ti hanno solo costletto in qualche modo a dilmi questa stupidaggine affinchè limanga il fidanzamento tla voi due, ma io... entlo dopodomani liuscilò a dimostlale che non è velo niente!- strillò determinata e accigliata, prima di correre via nel giardino e poi verso il suo ristorante.... il cielo iniziava già a rosseggiare per l'avvicinarsi del sole all'orizzonte e il primo giorno di tentativi la stava lasciando senza risultati... anzi, uno sì: il desiderio di smascherare quella farsa il prima possibile.

  
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