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Autore: KillerQueen86    28/03/2011    7 recensioni
Il Dottore, Rose e Martha fanno una piccola sosta a Cardiff, ma succede qualcosa che porta il Tardis lontano, molto lontano.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Terza Stagione con Rose'
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Note dell’autore: Terzo e ultimo capitolo dell’episodio “Utopia” della mia personale terza stagione con Rose. Ammetto di avere avuto non poche difficoltà in questa ultima parte, anche se il finale era nella mia testa fin da quando ho iniziato questa terza stagione, spero davvero che non vi deluda.

Buona lettura ^^

 

Capitolo 3

Un vecchio nemico

 

“Dottore, ci sei?” sentì la voce di Martha attraverso gli altoparlanti, lui era davanti alla porta assicurandosi che andasse tutto bene.

“Ti ricevo, si. E’ entrato.” Disse senza lasciare lo sguardo su Jack.

“E’ ancora vivo?” sentì la voce di Rose preoccupata.

“Tranquilla è tutto a posto.” Le rassicurò, ripensò a come Rose stava affrontando tutta quella situazione. Sapeva bene che era ancora scombussolata, e che aveva decine di domande su quello che era successo a Jack. E sicuramente anche lui ne aveva, e quello era il momento per rispondere a quelle domande, almeno a quelle di Jack, avrebbe parlato con calma con Rose, una volta che sarebbero tornati al Tardis.

“E tu quando lo hai capito?” chiese attraverso la porta, mentre l’ uomo continuava a lavorare.

“Sulla Terra, nel 1892.” Rispose alzando lo sguardo su di lui.

“Venni coinvolto in una rissa a Ellis Island.” Iniziò a raccontare senza smettere di lavorare, il Dottore ascoltava pazientemente.

“Un uomo mi sparò dritto al cuore e poi mi svegliai.” Continuò rimanendo sempre calmo.

“Credevo fosse un po’ strano …  ma poi ha continuato a succedere.” Disse alzando nuovamente lo sguardo sul Dottore.

“Caduto da una scogliera. Calpestato dai cavalli, prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, veleno, fame, un giavellotto vagante.” Elencò con un tocco di ironia sull’ultimo avvenimento.

“Alla fine … ho ricevuto il messaggio. Sono l’uomo che non può morire. E in tutto questo tempo, tu lo sapevi.” Disse senza nascondere il suo rancore nei suoi confronti.

“E’ per questo che ti ho abbandonato.” Rispose con sincerità.

“Non è facile, anche solo …. Guardarti Jack. Perché tu sei sbagliato.” Continuò pesando bene le parole, cercando di non essere troppo rude nel spiegargli.

“Grazie.” Gli rispose infastidito.

“Sei così, non posso farci nulla. Io sono un Signore del Tempo, è istinto, è il mio essere. “ iniziò a spiegare con calma, fece una pausa, solo per cercare di trovare le giuste parole.

“Sei un punto fisso nel tempo e nello spazio. Sei un fatto. E non sarebbe dovuto mai succedere.” Continuò, mentre Jack ascoltava con attenzione nonostante continuava il suo lavoro.

“Anche il Tardis ha reagito contro di te, ha cercato di scrollarti via. E’ arrivato alla fine dell’Universo solo per liberarsi di te.”  Continuò la sua spiegazione.

“Quindi, quello che mi stai dicendo è che … hai dei pregiudizi?” chiese l’altro con ironia.

“Non l’ho mai vista in questo modo …” disse divertito il Dottore.

“Vergognati.” Scherzò Jack, allentando così la tensione che si era creata.

“L’ultima cosa che ricordo … di quando ero mortale … stavo affrontando tre Daleks, morte per sterminazione ... e poi tornai in vita.” Spiegò lui tornando serio.

“Cosa successe?” chiese, il Dottore doveva rispondergli era giusto che Jack conoscesse la verità, ma sapeva anche quanto questo potesse pesare sulla coscienza di Rose, si voltò verso la telecamera, sapeva che lei non poteva vederlo, ma lo avrebbe sentito, avrebbe sentito e sperava che Rose avrebbe sopportato.

“Dottore, cosa successe?” chiese di nuovo Jack.

“Rose!” disse semplicemente con la memoria che tornava a quei momenti, mentre raccontava a Jack dalla sua voce trapelava tutto la preoccupazione, e si anche un po’ di orgoglio nei confronti di quella giovane umana che gli aveva salvato la vita.

 

Rose ascoltava le parole del Dottore con molta attenzione, non ricordava quegli attimi, ma sapeva che erano ben custoditi da qualche parte nella sua memoria.

“Io porto la vita”

Risentì nuovamente la sua voce, e rivide l’attimo in cui successe, rabbrividì spaventata da tutto quel potere.

“Tu hai salvato la vita a me e a Jack, voglio solo che ricordi questo, d’accordo?”

La voce del Dottore sembrava calmare quel timore. Si asciugò le lacrime che senza rendersi conto stava versando, alzò lo sguardo e vide che Martha e Chantho la stavano guardando.

“Tutto bene?” chiese Martha avvicinandosi, la biondina scosse la testa mandando via quei ricordi e quelle sensazioni.

“Si, sto bene.” Disse deglutendo lentamente e sforzando un sorriso.

 

Martha era corsa ad avvertire il Dottore e lei non era riuscita  fermare il professore che aprì l’ orologio, Rose indietreggiò lentamente mettendosi davanti a Chantho, mentre vide una luce dorata entrare nel corpo dell’uomo.

“Cha professore Yana Tho?” chiese Chantho preoccupata, l’uomo che era voltato verso il Tardis, si girò lentamente verso le due, Rose non appena incrociò il suo sguardo rabbrividì e la strana sensazione che aveva provato prima si intensificò.

“Stai indietro.” Sussurrò Rose a Chantho, fece qualche passo in avanti.

“Si sente bene professore?” chiese lentamente, l’uomo ignorò la domanda di Rose e iniziò a girare per la stanza, si avvicinò ad una leva e la tirò, chiudendo così l’accesso alla loro sala.

“Si fermi professore.” Gli chiese la ragazza osservandolo.

“Li ha chiusi fuori.” Disse Chantho confusa.

“Non preoccupatevi.” Disse avvicinandosi ad un'altra leva.

“Quando si chiude una porta, se ne apre un altra.” Disse tirando su la leva, aprendo così i cancelli esterni.

“La prego professore si fermi.” Insistette Rose.

“Se abbassa le difese la futurspecie entrerà.”  chiese Chantho, ma il professore sembrava deciso, iniziò a pigiare tasti.

“Chantho sta dietro di me.” Disse Rose prendendo una razzo per il soccorso, che era conservato in un cassetto, sapeva bene che se era un signore del tempo si poteva rigenerare, ma a lei bastava solo stordirlo un attimo, il tempo necessario che serviva al Dottore per raggiungerla.

“Professore, la prego si fermi, o sarò costretto a farlo io.” Disse nuovamente Rose più decisa, il professore si voltò a guardarle divertito, ma non appena vide l’arma si fermò facendosi serio.

“Sta distruggendo tutto il nostro lavoro Tho.” Disse Chantho tra le lacrime.

“Ora posso dire di essere stato provocato.” Disse tirando un cavo scoperto, Rose si spaventò ulteriormente.

“La prego professore non mi costringa a farlo.” Disse facendo un ulteriore passo indietro.

“Dovresti saperlo Rose che quella non mi uccide.” Disse con un ghigno che la fece rabbrividire.

“Si lo so, ma presto il Dottore sarà qui.” Disse sforzandosi di essere calma.

“Oh giusto il tuo Dottore, sempre che non venga ucciso dalla futurspecie.” Disse ghignando, avvicinandosi ancora di più. Rose sentì la sua pelle entrare in contatto con il cavo elettrico, non si rese neanche conto come era stato possibile, ma le sue gambe cedettero e perse la presa sulla pistola, dopo di che non sentì più nulla, si lasciò abbandonare all’incoscienza.

 

Il Dottore, Martha e Jack giunsero alla porta del laboratorio, con la futurspecie che era dietro di loro.

“Professore!” urlò il Dottore arrivando per primo alla porta, Jack subito si occupò della serratura.

“Professore, mi lasci entrare.” Urlò sbattendo le mani contro la porta, mentre cercava di guardare attraversò la finestra.

“Mi lasci entrare!” urlò ancora, tirò fuori il suo cacciavite e iniziò a forzare l’apertura.

“Jack aprì la porta subito.” Urlò.

“Professore la prego, mi lasci entrare, devo parlarle. Qualunque cosa faccia non apra quell’orologio.” Disse sperando ancora che c’era una minima possibilità di fermarlo. Poi la vide, la cosa peggiore che avrebbe potuto immaginare la sua Rose, la sua meravigliosa Rose priva di sensi, e il professore la stava trascinando nel Tardis.

“Rose!” urlò disperato, sperando che  la porta si aprisse.

“La lasci stare, professore.” Urlava, con la rabbia e la disperazione che erano cresciuti in lui nel vedere Rose priva di sensi, sperava anzi no voleva che ancora la sua Rose fosse viva, che era solo svenuta.

“La supplico Professore, mi faccia entrare, mi ascolti.” Continuò, poi finalmente Jack riuscì ad aprire la porta usando il calcio della pistola.

Ma quando arrivò davanti al Tardis si fermò capendo che ormai il professore Yana non c’era più. Sembrava ferito, ma quando cercò di avvicinarsi, ma il professore entrò nel Tardis chiudendo le porte, il Dottore cercò di utilizzare, inutilmente la chiave, provò anche a utilizzare il cacciavite, senza però riuscirci.

 “Fammi entrare! Fammi entrare!” urlò battendo contro le porte del Tardis, si allontanò senza lasciare lo sguardo sulla sua navicella, Rose era dentro e poteva solo immaginare cosa le poteva accadere.

”Ti supplico, è cambiato tutto! Ci siamo solo noi due, non è rimasto nessun altro.” Urlò ancora sperando di fermarlo, sperando che le sue parole lo fermassero.

“Fami entrare ti prego.” Urlò ancora, poco dopo vide il Tardis illuminarsi, si stava rigenerando il professore Yana si stava rigenerando e lui non poteva fare nulla per fermarlo, e la cosa peggiore che Rose era intrappolata con lui nel Tardis.

“Ed ora … Dottore …” sentì la sua nuova voce che fuoriusciva dal Tardis.

“Oh, una nuova voce … ciao, ciao, ciao!” scherzò ancora cambiando tonalità di  voce.

“Comunque! Perché non ci fermiamo a chiacchierare un po’, io ti racconto un po’ i miei piani e tu puoi farti venire in mente un modo per fermarmi?” chiese con ironia, il Dottore era come pietrificato.

“Non credo proprio!” aggiunse.

“Te lo chiedo con molta calma, fermati, riflettici! Lei non c’entra niente con tutta questa storia, lasciala stare, ti prego” continuò il Dottore, senza nascondere la sua paura e la disperazione.

“Dì il mio nome.” Chiese con un certo divertimento.

“Maestro … mi dispiace.” Disse con calma.

“Peccato!” concluse lui, facendo partire il Tardis.

“Saluta la tua bella, Dottore.” Disse con divertimento.

“Ti prego lasciala stare, ti prego.” Disse urlando, ma sentiva che i motori del Tardis erano quasi pronti, e lui aveva un solo modo per fermarlo, alzò il cacciavite sonico mandato in corto le coordinate.

“Oh, no, non ci provare! Fine dell’Universo, divertiti Addio!“ fu l’ultima cosa che gli sentì dire, dopo di che davanti ai suoi occhi il Tardis scomparve portandosi via anche Rose, la sua unica ragione di vita.

 

Fine

 

 

Note finali:  Non ci credo ragazzi, sto quasi per finire anche questa, mancano gli ultimo due episodi e la terza stagione è completa, non preoccupatevi sto già pensando ad un eventuale quarta stagione. Comunque spero tanto che vi sia piaciuto anche questo ultimo capitolo, alla prossima con “Il suono dei tamburi”

 

 

Revisione Settembre 2011

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